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Il corridoio e mamma


di GrossaCappella1975
28.03.2016    |    168.506    |    15 9.2
"Mi appoggio alla porta del bagno e mi lascio andare al caldo abbraccio delle sue labbra sulla mia asta..."
Mamma sa che mi sego ogni sera.
Sono anni che mi ha scoperto e, cuore di mamma, qualche sera mi aiuta come può: entrando nella mia stanza e mostrandomi le sue tettone, segandomi, o standomi solo a guardare commentando in modo osceno lo spettacolo.

Ogni sera mi preparo, è un rituale: bicchiere pronto per raccogliere il mio orgasmo e in bagno una veloce sciacquata al cazzo che lascio fuori durante il breve tragitto fino alla mia camera.

Una sera apro la porta del bagno, tranquillo, cazzo al vento: e mi prende un colpo!
Dalla camera da letto dei miei stava uscendo qualcuno! Istintivamente mi coprii il "malloppo" con una mano.

"Ma cosa fai? Dopo tutte le seghe che ti ho fatto ti vergogni di me?"
"Scusa, è stato un gesto istintivo! ...e al momento temevo fosse babbo", dico togliendo la mano.

Rimaniamo un attimo a fissarci...e intanto il mio cazzo diventa duro.
"Bravo maialino! Hai capito subito che questa sera ho voglia di cazzo!"

Mamma si avvicina.
Vedo le sue tettone ondeggiare accarezzate dalla camicia da notte. I capezzoli sono duri: a letto non porta il reggiseno.
Apre la camicia allargandola il tanto che basta per mettere in mostra la sua sesta.

Ad un passo da me mi prende in mano il cazzo e io accarezzo una sua tettona. Calda. Morbida.
Mi abbasso a succhiarne il capezzolo.
Un sommesso rantolo di piacere gli esce dalla labbra socchiuse: "lo voglio".

In un istante è inginocchiata per succhiarmelo.
Mi abbassa a terra le mutande impadronendosi completamente dell'oggetto delle sue voglie.
Mi appoggio alla porta del bagno e mi lascio andare al caldo abbraccio delle sue labbra sulla mia asta.

Il corridoio è illuminato dalla fioca luce proveniente dalla strada e dalla centralina dell'allarme che pulsa ritmica come a voler battere il tempo del pompino che sto ricevendo.
Tutto è immerso in una luce blu, calda, rassicurante.

Il pompino diventa sempre più rumoroso e, nel silenzio notturno, il gorgogliare che crea il mio cazzo mentre entra ed esce dalla bocca di mamma, mi pare moltiplicarsi. Un'irrazionale paura di svegliare chi dorme mi assale: "Mamma fai meno rumore!".

I nostri occhi si incrociano nella penombra. I suoi mi sembrano luccicare di piacere e contentezza.

Si stacca dalla mia cappella e, mentre se la passa su una guancia, mi chiede di leccarle la fica.
Annuisco e all'unisono, mentre io mi abbasso, lei si alza. Il nostro rapporto incestuoso ha fatto un nuovo passo: è la prima volta che posso toccare la sua fica.

Arrotola la camicia ai fianchi mentre io inizio a toccare quella tanto desiderata parte del suo corpo attraverso le mutande.
Le sento umide sotto le dita e le mie carezze la fanno ansimare.
Abbasso quell'ultima barriera che mi separa dal luogo della mia nascita. Mi accoglie un cespuglio di peli e un profumo difficilmente descrivibile. Un profumo pungente, deciso, che mi piace.

Allungo la lingua. Inizio ad assaggiare.
Trovo un gusto famigliare. Mi stacco e guardo.
Nel buio mi sembra di vedere un riccio di mare aperto. Mi riempio gli occhi mentre la sua mano mi spinge tra le sue cosce e mi ordina: "Lecca".

Il gusto salmastro del suo sesso mi riempie la bocca.
Un liquido caldo, pian piano, si fa assaporare mentre crescono i suoi mugolii di piacere. Il suo sapore mi riempie la bocca e il calore della sua fica mi riscalda la faccia.

"Siiiiiii, mettimelo dentro adesso! " la guardo incredulo! Per anni il luogo della mia origine mi è sempre stato negato, ma ora non solo lo sto assaporando e toccando, ora è giunto il momento di ridiventare un'unica cosa con lei: mia mamma!

Indirizzo la cappella verso la calda fica di mamma.
Spingo.
Un profondo "sì" accompagna il mio ingresso.

Inizio a spingere con vigore.
"Piano! Non vorrai venire subito!"
Pochi colpi e mi pare di affondare sempre più nel corpo di mia madre. Sento i suoi umori scorrermi sull'asta e bagnarmi le palle e le cosce.

Mamma è molto più bassa di me e cercando una posizione più comoda, finisco col stendermi a terra lasciandomi cavalcare da lei.
"Sì, la mia posizione preferita! Tuo padre invece mi fotteva sempre da dietro!"

A sentirla parlare così, il cazzo mi sussulta, si ingrossa ancora di più. La sua fica stringe più forte la mia asta.
Mamma appoggia le mani sul mio petto e aumenta il ritmo della sua cavalcata.

Le mie mani affondano nei suoi burrosi fianchi e le sue tettone ondeggiano sopra il mio viso.
Afferro un capezzolo tra le labbra e succhio avido! Un suono sommesso, come un basso muggito, mi conferma che gli piace.

Mamma mi cavalca con gioia! Sento i suoi liquidi caldi lubrificare la nostra unione.
"Resisti più che puoi! Sto per venire! Godo! Godo! Godoooo!"
"Mamma non posso! Devo sborrare!"
"Sì, riempi la fica di mamma!"

Poche parole, frasi che madre e figlio non dovrebbero mai dirsi e la nostra unione si consuma così, in pochi minuti nel corridoio che dal bagno va in camera.

Riavutasi dall'orgasmo, mamma si alza con attenzione. Le sue tette mi sbattono per un'ultima volta in faccia.
In piedi sopra di me, fa colare alcune gocce dei nostri orgasmi sulla mia pancia.
"Per questa notte tu dormi così, io vado a lavarmi la fica".

Annuisco e vado a letto, con l'odore del nostro incesto che mi tiene compagnia.
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