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Nicoletta


di grossacappella1975
13.07.2009    |    63.325    |    1 7.8
"Nicoletta è una mia cugina di quarantanni..."
Nicoletta è una mia cugina di quarantanni.Un matrimonio alle spalle, e tanta insoddisfazione dalla vita.

SMS: Da Nicoletta
"Ciao vecchio porco, come va la vita?"

Quel "vecchio porco" è un nomignolo che mi porto dietro da quando avevo quindici anni. Me lo hanno affibbiato senza un vero motivo e ormai mi si è cucito addosso. Ogni volta che Nico mi manda un sms del genere significa che si sente terribilmente sola e che ha voglia di venire a cena da noi.

A quel sms, ormai tradizione, rispondo sempre con due righe: "Sempre più ingrifato! Tu cosa fai sta sera?", al che lei risponde nulla e mi chiede di cenare assieme.
Viene a cena sempre da noi, così può sfogarsi con mia mamma e parlar male degli uomini d'oggi. Le solite cose: non sono più maschi, non hanno più i coglioni, son dei ragazzini... cose del genere.

Di corporatura a pera con le tette piccole e una capigliatura piena di boccoli, Nicoletta, sembra il ritratto di una quarantenne sempre pronta a darla a tutti. Il tubino nero che si mette spesso, troppo spesso, per venire da noi, ha per me lo stesso effetto del viagra. Il cazzo mi diventa duro finché non lo placo con una sega dopo che se n'è andata. Subito finché ho ancora il suo profumo di donna nelle narici.

Una sera, ci provai. Fu l'unica volta che cenammo a casa sua, io e lei da soli. Portai io da bere, un buon vino rosso. Il bianco le da mal di testa. Sempre più spesso me la immaginavo nuda, e il vino che avevo scelto, un rabosello, un rosso frizzantino ma ingannatore, poteva forse aiutarmi. Era anche il suo preferito.
Non indossava il tubino, anzi era vestita in modo un po' trasandato. Vederla vestita in modo così naturale e non truccata mi mostrò un lato della sua bellezza che non conoscevo ma che mi eccitava lo stesso.

Non dovetti forzarla a bere, mi bastò la misera scusa che poi dovevo guidare per far si che la maggior parte del vino lo bevesse lei.

Poi, sul divano a fine cena, come sempre, iniziò la solfa.
"Ma perché voi uomini siete tutti così superficiali? Vi basta solo una cosa e poi non ve ne frega più un cazzo!"
A quelle parole avevo imparato a non ribattere e silenziosamente annuire, quando iniziava a parla dei suoi ex, tanti, io parlavo della mia. Di solito tutto finiva con lei che stanca torna a casa, ma quella sera eravamo a casa sua. Uno scenario nuovo.

"Come mi trovi?", mi chiese a bruciapelo.
"Ancora molto bella!"
"Solo bella? Non credi che io sia figa?"
"Sì, Nico, ti trovo veramente figa! Se tu non fossi mia cugina..." e mentre dicevo queste parole il cazzo mi si induriva. Il suo metro e sessanta di femminilità si strinse contro i miei 90Kg di ciccia maschile.
"Perché se non fossi tua cugina? Che faresti porco?" la sua voce sembrava un miagolio.
"Ti farei la festa Nico!" risi nervoso
"Vorresti scopare tua cugina?", replico con finta sorpresa. L'occhio languido per il vino o per la voglia.
"Sì...se tu non fossi mia cugina!"
"Ma lo sono...e quindi?"
"E quindi ti scoperei lo stesso!", risposi con un sorrisetto.
"Che porco!" rise divertita ondeggiando un po' per il troppo vino, "Guarda che sono molto esigente!"
"Provami e poi dimmi" risposi scherzando, ma con il cazzo completamente in tiro.
"Se dici così...", al termine della frase la sua mano sinistra si trovava già tra le mie gambe, "Però sei già bello duro! Vediamo cosa nascondi..."

La lascia fare, armeggio un po' maldestramente e insicura per il vino con la cerniera dei pantaloni, infilò la mano dentro e mi strinse il cazzo quasi a farmi male. Provò un paio di volte a tirarlo fuori ma non ci riusciva, "Aspetta che ti apro anche i bottoni". Solo allora riuscì a tirarmelo fuori senza danni per entrambi.

"Che cazzone grosso! Non è lungo ma è veramente bello grosso".
Iniziò a scappellarmi lentamente. Ammirò la cappella. "Ma è enorme!". Di questi commenti devo forse ringraziare anche il vino che aveva bevuto.

Si alzò di scatto. Senza tanti complimenti si tolse i pantaloni e abbassò le mutande rivelando una fica pelosa ma ben curata. Qualche pelo bianco faceva capolino in quel cespuglio. Il rosa delle labbra tradiva il suo ardore. Un clitoride grosso e gonfio svettava voglioso.
Alzò un piede per sfilarsi i vestiti, cadde a terra. "Fermo, va tutto bene", rideva, "Tienilo duro che arrivo!"

Fu di parola, mentre mi segavo per non perdere l'erezione, in qualche modo riuscì a tornare da me. Mi diede le spalle. Afferrò il cazzo e se lo infilò.

Il caldo della sua fica si impadronì del mio cazzo. "Uhm...Uhm..." mugolava, "Com'è grossoooo, mi riepiii che bello! Erano anni che non ne prendevo uno come il tuo"
Allungai una mano e le toccai la fica cercando il clitoride "Sì, vecchio porco, toccami la fica, menamela, sì menamela" si piegò all'indietro continuando a cavalcarmi io aumentai la velocità della mano. "Sfrutta la fica! Sfruttala tutta! Fammi sborrare! Voglio schizzare come un uomo!"

Quelle parole mi eccitarono tanto da riempirla immediatamente.
Nico non se ne curò e continuo a cavalcarmi incitando "No, porco, no! Non puoi aver già sborrato! Tienilo duro! Tienilo duro!"

Strinsi le chiappe tentando di mandare più sangue possibile al cazzo tentando di tenerlo ancora duro.
Avevo la mano piena della mia sborra e degli umori di Nicoletta.

Dopo un po' venne anche lei, soprattutto grazie alla mia mano, con un rantolo sordo. Con il respiro affannoso si abbandonò su di me.
Insinuai una mano sotto la maglia e le strinsi una tetta.

"Nico, posso succhiarti il clito? E' così grosso! Posso?" mi accorsi di sembrare un bimbo davanti ad un dolce. Nico non fece obbiezioni, si alzo barcollando perdendo sborra dalla fica e si adagiò sul divano aprendo le gambe.

Mi gettai tra le sue gambe. Riconobbi il gusto della dia sborra, e assaggia i suoi umori. Tra i peli qualche goccia del nostro piacere era impigliata.

Leccai quella fica e succhiai quel clitoride finché non bevvi tutta la mia sborra e tutti i suoi umori.

Fui distratto dal russare di Nico. S'era addormentata mentre la leccavo.
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