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Incesto anale


di Membro VIP di Annunci69.it TheWonderbull
15.04.2014    |    194.489    |    15 4.2
"Per una scopata erano pronti a sacrificare potere chiesa e famiglia..."
Magnifico racconto di Peppe Iannozzi
Crudo e crudele allo stesso tempo. Veramente molto bello.
Commentate, mi piacerebbe conoscere il vostro parere.
Buona lettura a tutti.

La prima volta l’aveva smollata a un compagno di classe perché le facesse copiare il compito di matematica. Aveva fatto in fretta a capire che la figa è la sola cosa che interessa agli uomini. Per una scopata erano pronti a sacrificare potere chiesa e famiglia.
Si era prostituita che aveva tredici anni. Adesso ne aveva quasi venticinque e aveva perso il conto di quanti uomini aveva stretto fra le gambe per cinque minuti o meno, perché i più duravano al massimo due minuti, giusto il tempo di sborrare nella sua passerina e giurarle su Cristo in croce che era lei e soltanto lei la più bella e la più amata. Poi, tutti pagavano e andavano via, lasciandole un bacio per mancia.
Erano tutti degli stronzi. Lo aveva sempre saputo. Quel gran figlio di puttana di suo padre lo ricordava bene, mentre prendeva la mamma a calci e pugni, poi la faceva inginocchiare sul pavimento e glielo metteva dentro. Non si curava che ci fosse sua figlia a guardarlo. La madre aveva smesso di prenderle dal marito quando finalmente si era arresa. Se lui era su di giri, lei si calava le mutande e gli mostrava le sue grazie perché la prendesse come desiderava, sempre più spesso nel culo. Ma molto meglio quello che una gragnola di cazzotti.
Prima che fosse lui a chiederglielo fu lei a farsi sbattere da quel gran balordo che aveva contribuito a metterla al mondo con una schizzatina di sperma. Si era cacciata nel talamo nuziale e gliel’aveva preso in bocca. Dapprima l’uomo aveva sorriso, era poi scoppiato in una risata sguaiata per abbandonarsi a nauseabondi rantoli di piacere. Lei l’aveva cavalcato proprio a dovere, dandogli culo e figa.
E finalmente gli prese un infarto secco dopo averle riempito bene a fondo l’ano con il suo sporco seme per la seconda e ultima volta.
Gli anni dell’adolescenza fecero in fretta a volare via, ma le accordarono una bellezza non comune. La ragazza, piuttosto che studiare per finire a fare la commessa in un dozzinale supermarket, si era messa a battere: la madre lo sapeva, certo che lo sapeva, e non disse nulla. Mai una volta. Prendeva i soldi che la figlia le passava in silenzio e basta. Un giorno decise che aveva diritto alla sua indipendenza: che la madre se la cavasse da sola d’ora in poi.
Si mise in proprio, niente magnaccia o giri di prostituzione organizzata. Lei faceva tutto in casa, solo su appuntamento e con signori distinti, cioè pieni di grana da buttare via.
Farlo senza preservativo costava, molto di più. Aveva tre figli di puttana che se la scopavano senza precauzioni. Pagavano molto molto bene: cinque minuti con uno di loro significava mettersi a posto per una settimana intera. Il danaro lo buttavano via e basta. Se gli avesse chiesto il doppio, non avrebbero battuto ciglio.
L’ometto era uscito tutto soddisfatto. Non raggiungeva il metro e sessanta di altezza. Per sembrare più alto si metteva delle ridicole scarpe con il tacco, come un frocio. Pelato, cercava di nascondere la calvizie con un riportino oltremodo vistoso, spalmato sul cranio con una generosa dose di gel extrastrong. Uscì dall’appartamento felice come una pasqua, dopo che gliel’aveva sbattuto nell’ano. Lui ancora non sospettava, ma ce l’aveva anche lui l’Aids. Era stata lei a fargliene dono. Anche gli altri dovevano essere sieropositivi già da un po’.
Venticinque anni. Quasi.
Tossì. Era diventata una creatura fragile da quando l’Aids le era entrato nel sangue. Se fosse stata attenta, molto attenta, se avesse seguito i consigli dei medici forse avrebbe tirato a campare ancora un anno o due. Non le interessava. La sua vita era stata breve. Intensa. Felice no. Non aveva mai conosciuto la felicità. Non sapeva cosa fosse e non l’avrebbe saputo mai, non c’era dunque motivo di piangere.
Tossì un paio di volte. A minuti il prossimo cliente avrebbe bussato alla porta.
Lei era pronta a riceverlo, come sempre, con un largo sorriso sulle labbra.
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