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La sega della zia


di vrgringo
08.06.2017    |    114.708    |    4 9.6
"Non sapevo più cosa dire, aprii la mano e lascia il pene, sempre durissimo, misi le mani sui fianchi..."
Avevo 24 anni e vivevo in casa da mia zia, mi ero trasferito li vicino a Milano per andare all’università.
Mi presento: sono alto 1,83, un bel fisico (vado in palestra regolarmente) capelli chiari lunghi.

I mie zii abitano in un paesino poco distante da Milano, lei è casalinga e lui lavora in Comune.
Lei è una bella donna di 48 anni, quando vado con lei a fare la spesa vedo molti uomini che si girano a guardarla. Sicuramente il suo seno non passa inosservato, nonostante l’età sembra ancora molto sodo. E’ alta un metro e settanta, un bel fisico, nella norma.

Passavo molto tempo con lei, mio zio era sempre a lavorare o in giro con gli amici.
Credo che non facessero quasi mai sesso, non li vedevo affiatati. Penso che lei fosse convinta di essere ‘vecchia e brutta’, a volte lo diceva. Non ho mai osato dirgli che quando usciva gli uomini, ma anche i più giovani come me, la guardavano.

In quella casa mi trovavo bene, i mie zii facevano di tutto per farmi sentire a mio agio. Avevo anche una camera da letto tutta mia e una scrivania dove passavo ore a studiare.

Non avevo una ragazza, inutile dire che mi masturbavo. Mi masturbavo molto, forse troppo. Alcuni giorni anche tre volte.
Un giorno mi era capitato casualmente di vedere mia zia girare per casa con una maglietta e senza reggiseno, non l’avevo mai guardata con questi occhi, il seno ad ogni passo saliva e scendeva.
Da allora molte delle volte che mi sono masturbato pensavo a lei, ad accarezzarle il seno, a baciarglielo per poi scendere e passargli la lingua nell’ombelico e sempre più giù fino a mettere la mia testa in mezzo alle sue gambe.

Delle mattine che mi svegliavo più eccitato del solito, lasciavo la porte leggermente aperta in modo che se mia zia avesse voluto avrebbe potuto spiarmi mentre mi masturbavo. Mi stendevo sul letto, abbassavo le mutandine, sollevavo la canottiera e iniziavo a toccarmi, molto lentamente, fino a riempirmi di seme rovente. Mi eccitava moltissimo sapere che avrebbe potuto vedermi, a volte lo spruzzo mi arrivava fino alla faccia.
Poi mi prendeva la vergogna e la paura che avesse veramente potuto vedermi e magari, dopo, quando uscivo dalla stanza dirmi ‘certe cose non si fanno!’.

A volte la Domenica uscivo con loro, si andava a mangiare al ristorante, si passeggiava. A volte mia zia si faceva prendere sottobraccio, con la mano sentivo lo sfregamento del suo seno. Mi dava delle sensazioni bellissime e dolcissime, avrei voluto accarezzarla, massaggiarla. In quei momenti non era il sesso che mi interessava ma qualcosa mi molto più sottile e vellutato, sognavo di stare nudo a cavalcioni sopra di lei, passarle le mani sul seno e guardarla in faccia, vederle gli occhi lucidi che mi chiedevano di non smettere, di continuare a toccarla all’infinito.

Una mattina, il solito giochetto della porta socchiusa, mentre mi masturbavo completamente nudo sul letto, mi accorgo di un ombra dietro la porta, non poteva che essere mia zia. Non potevo vederla, ma se avesse messo la testa vicino alla fessura della porta mi avrebbe visto dal ginocchio a metà petto. Ero eccitato e avevo paura di non riuscire a controllarmi. Cercavo di tenerlo più dritto possibile cosi che potesse vedere le dimensioni e intanto continuavo senza sosta. Provai anche a gemere ma non sapevo se stesse guardando da donna eccitata o magari per poi farmi una ramanzina. Andai avanti fino alla fine. Quasi mi spaventai per la potenza e quantità dello spruzzo.

Dopo qualche giorno, mi trovai in una situazione simile. Una mattina a casa, non dovevo andare all’università.
Mia zia stava facendo le pulizie. Porta socchiusa e via.
Avevo da pochi istanti iniziati che vidi l’ombra della zia dietro la porta, inizia a gemere e a masturbarmi in modo forsennato.
Si spalancò la porta, io nudo sul letto con il pene durissimo in mano, mia zia mi guardava con gli occhi spalancati. Non sapevo più cosa dire, aprii la mano e lascia il pene, sempre durissimo, misi le mani sui fianchi.
‘Scusa…, scusa…, non so…, sai è successo’ balbettavo, ero preso dalla vergogna ma allo stesso tempo lei era li davanti a me, io nudo e con il pene in erezione come non mai.
La guardavo dal letto, era in piedi a due metri da me, una gonna appena sopra il ginocchio, camicetta bianca e sotto due bocce che mi avevano portato lontano nei segni.
Lei, imbarazzatissima, ‘no, guarda…, è normale. Scusa dovevo bussare. Hai bisogno?’. Stavo per impazzire, in pochi secondi dovevo capire cosa volesse dire ‘hai bisogno?’. Non potevo certamente dire ‘zia finisci di farmi la sega!’. Dirle che non avevo bisogno sarebbe stato un errore che non potevo perdonarmi, vederla poi magari girarsi e uscire chiudendo la porta.
Dissi ‘Beee’ – sembravo una pecora – ‘sai , sono solo…’, la zia fa un passo ancora verso il mio letto e dice ‘ti capisco, io sono sposata, ma è come fossi sola quando sono nel letto, non ti devi vergognare’.
Si siede al mio fianco, mi passa delicatamente la mano sul pene e inizia a masturbarmi, qualche colpo e porto la mia mano, la punta delle mie dita, sul suo seno. Lei si ritrae leggermente e dice ‘Hai solo bisogno che finisca, sei già abbastanza eccitato’, sposto la mano e lei continua delicatamente, lentamente.
Ogni tanto, senza mai fermarsi, rivolgeva il glande verso il suo viso, avrei voluto venire in quei momenti.
Non mi trattenevo più, inizia a godere a voce alta ‘siiii zia, siiii brava, ti ho tanto sognata, siiiii’, arrivò l’orgasmo con uno spruzzo incredibile, mentre venivo leggevo nel suo volto una soddisfazione immensa per avermi provocato quel piacere. ‘Ti è piaciuto eh?’, ‘sei stata bravissima zia’. Si alza e se ne va.
La giornata trascorse in modo ‘normale’.

Il ghiaccio era rotto, la prossima volta non rimaneva che rivolgergli tutte le attenzioni che avevo sempre sognato.

La mattina del giorno dopo, il pene bene in tiro. La chiamai ‘ziaaa, ziaaa’, entrò ‘hei, ci hai preso gusto?. Dai tanto la mia mano non si consuma e il tuo pene neanche’.
Si sedette sul letto al mio fianco, con un braccio la stesi sul letto e con l’altro tra le gambe gli dissi ‘dai, oggi voglio che godi anche tu’. Si alzò con uno scatto fulmineo e disse ‘forse non hai capito, io sono tua zia, non possiamo andare a letto insieme’, ‘ma zia, tu non hai anche le tue voglie?’, ‘Certo!’ – ribatte lei – ‘e mi sfogo proprio come fai tu’.
Mi prese il pene in mano e iniziò una stupenda sega, ‘allora dopo posso farti venire io?’ le dissi, ‘dopo vediamo ora godi tu che ti devi sfogare’.
Forse lo fece apposta, questa volta le spruzzai sulla faccia. Si passo un lembo del lenzuolo per asciugarsi.
Si stese sul letto al mio fianco e disse ‘Sei capace di farmi avere un orgasmo come ho fatto a te?’.
Mi sedetti al suo fianco, lei divaricò leggermente le gambe, inizia a strofinare il palmo della mia mano sul suo pube, poi le sbottonai la camicetta, era senza reggiseno, una visione bellissima. Avevo di nuovo il pene in tiro.
Con due dita la masturbavo e con l’altra mano le accarezzavo il seno, ebbe un orgasmo bellissimo, lunghissimo e ‘vellutato’. ‘Grazie, sei stato bravo e dolcissimo. Penso che verrò ancora spesso a trovarti. Tanto tutte le mattine facciamo sempre da soli, tanto vale…’
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