incesto

Le zie


di vrgringo
10.08.2016    |    19.004    |    2 9.9
"Così, visto che non ha più bisogno di farsi le pippe, adesso ci viene a trovare più spesso di prima e pretende da entrambe un doppio trattamento, pompino e..."
In un primo momento non avevo voluto crederci, ma mia sorella mi aveva spinto verso la porta socchiusa e così avevo visto anch'io la scena per intero: Maurizio, il nostro amato nipotino, da poco maggiorenne, che veniva a farci visita da tanti anni e che avevamo quasi allevato insieme alla madre, se ne stava con gli occhi sbarrati su una rivistina porno e si masturbava con una frenesia incredibile. “Hai visto che sventola che ha in mezzo alle gambe…” aveva bisbigliato mia sorella Susanna. E d'altra parte anch'io non riuscivo a togliere gli occhi da quel membro così grosso e duro, una vera sorpresa. Quando ci si abitua a conoscere un ragazzino si crede che debba restare sempre così, poi si scopre all'improvviso che anche lui ha le curiosità e le voglie di tutti gli uomini.
“Che dici? Dobbiamo parlarne con sua madre…” aveva detto tutta seria mia sorella, assumendo il tono grave del medico e dello psicologo. “Farsi seghe alla sua età è normale, ma non credi che ci metta troppo impegno? Secondo me se ne fa troppe…” aveva sentenziato. A quel punto ero sbottata un po': “E tu alla sua età non stavi tutto il giorno a fari i ditalini? Non te lo ricordi?”, avevo replicato, ricordando come eravamo scatenate entrambe e come smaniassimo per la voglia di cazzo. Un sorriso di Susanna aveva sancito la fine della polemica fra di noi, adesso sapevamo cosa bisognava fare. “Ha bisogno di aiuto, il poverino…” aveva sospirato mia sorella. “Diciamo che ha bisogno di fica…e, in fondo, qui ne ha due a sua disposizione… Il suo è un messaggio speciale, non lo capisci? Lo tira fuori per chiamare le ziette in aiuto…”.

Susanna aveva sgranato gli occhi, stupita. Ma solo per un attimo. Un grande sorriso aveva illuminato il suo viso e subito dopo mi aveva strizzato l'occhio dicendo che era d'accordo. Si trattava di fare piano, di entrare nel salotto senza fare troppo rumore scoprendolo con quel suo cazzone gonfio fra le mani. Fu questione di un attimo. “E così ti fai le pippe…” aveva detto di colpo mia sorella cogliendo il nipotino di sorpresa. Lui era diventato di tutti i colori, ma aveva visto che io cominciavo a spogliarmi e aveva capito che non volevamo punirlo. “Non lo sai che troppe pippe fanno male? Bisogna variare un po'…” aveva sussurrato mia sorella avvicinandosi. E subito gli aveva detto: “Ti piacerebbe una bella pompa? C'è zietta che te la fa…”. Quella porca di Susanna mi aveva proprio battuta sul tempo. Io ero intenta a spogliarmi e lei mi aveva preceduta, inginocchiandosi subito in modo da prendersi in bocca il cazzo del nipote.
Notai subito il sorriso estatico del mio
caro nipotino, che sembrava sciogliersi tutto per le sensazioni voluttuose procurategli dalle labbra caldissime di mia sorella Susanna. Lei spompinava proprio con passione, con dei movimenti rapidi del capo in su e in giù, come se volesse ingoiare tutto il cazzo e mangiarselo. Maurizio replicava spingendo a sua volta l'uccello fra le labbra della zia e mormorando: “Pompami zia…succhialo tutto…”. A quel punto mi avvicinai anch'io a Maurizio e feci in modo di offrirgli proprio le mie tette posandole accanto alla sua bocca. Aprì le labbra e morse le tette, ciucciandole come un poppante affamato. Anch'io ormai ero così bagnata che non capivo più niente.
Quella porca di Susanna non smetteva più il suo pompino, anzi lo accelerava a bella posta per arrivare fino al momento della sborrata. Sentivo il mio nipotino che tremava, quasi singhiozzando per il piacere, fino a mormorare: “Vengo…sto per godere…aah..”. In quel momento infatti Susanna intensificò al massimo il succhiamento di labbra e le chiuse in modo tale da serrare l'uccello e non farlo scappare mentre lo schizzo di sperma le arrivava sul palato. Vedevo Susanna ingoiare lo sperma fino all'ultima goccia e rallentare lentamente il suo forsennato pompino. Smise solo dopo che aveva munto fino all'ultima goccia l'uccello di Maurizio; lo baciò un attimo e si fece infine da parte per asciugarsi le labbra e svestirsi infine del tutto. Adesso toccava a me.

Quel cazzone continuava a restare duro come se fosse una provocazione vivente, un invito a proseguire senza sosta. E di colpo, senza dare nemmeno il tempo a mio nipote di dire qualcosa, mi sedetti su di lui per impalarmi; feci scivolare di forza il suo uccello dentro la fica, serrando i muscoli vaginali per imprigionare bene il cazzo e risucchiarlo coi miei stessi scatti pelvici. “Te lo stai scopando, porca…non avevamo detto solo pompini?” osservò mia sorella con un ghigno di invidia e di presa in giro nei miei confronti. In realtà non avevamo detto proprio niente e poi, a quel punto, una volta che il suo uccellone mi trapanava la fica con dei movimenti continui, non mi sarei fermata nemmeno per tutto l'oro del mondo.
Ero io a montare sul cazzo, a cavalcarlo e a imporre il giusto ritmo; mio nipote sembrava subire con estrema soddisfazione. E difatti si ritrovò a un tratto sdraiato, con me che lo cavalcavo e mia sorella Susanna che si faceva leccare la fica schiacciandogli quasi le labbra con il peso delle sue cosce aperte. Maurizio era in quel momento un felice prigioniero di due donne che lo aiutavano a godere in tutti i modi. Ma lui voleva comandare il gioco, lo capii dopo qualce minuto. “Girati, voglio chiavarti da dietro…” ordinò mugolando di piacere. E me lo ritrovai che mi scopava a forza, penetrandomi con dei continui assalti del suo uccello, un susseguirsi di spinte di penetrazione e di spinte di assestamento.
Il suo cazzo mi riempiva tutta, mi impediva di muovermi, era un modo per recuperare il tradizionale potere di maschio imponendo a me e a mia sorella il ruolo passivo di aiutanti nell'impresa. “Più forte, chiavami più forte…” cominciai a dire a quel punto, in preda a una voluttà che diventava più intensa man mano che mio nipote mi sottometteva alle sue spinte. Sentii che Susanna si era accoccolata sotto di noi, leccando con la lingua sia la mia fica che il cazzo di Maurizio; era proprio sistemata in modo tale che se il cazzo scivolava via finiva subito nella sua bocca aperta. “Sborro…” disse a quel punto, in un soffio mio nipote. E subito, tirando indietro il suo uccello, lo ficcò nella bocca di Susanna sgocciolando dentro di lei lo sperma che eruttava.

Se si trattava di un giovane alle prime armi era evidente comunque che si era fatto una cultura coi giornaletti porno e finiva perfino col saperne più di noi due. Così, visto che non ha più bisogno di farsi le pippe, adesso ci viene a trovare più spesso di prima e pretende da entrambe un doppio trattamento, pompino e scopata, con soddisfazione di tutti. E non so se deve ringraziare noi o se siamo noi a doverlo ringraziare…
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