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Madre e figli


di vrgringo
13.01.2017    |    114.882    |    15 9.2
"Sentivo la mia voce dire di no, mentre con il mio cervello e con i miei sensi dicevo di si e speravo che non desistessero..."

Mi chiamo Martina, ho quarantacinque anni e sono la mamma di due ragazzi stupendi. Sono vedova. E anche io ho instaurato con i miei ragazzi dei rapporti che all’inizio erano fatti solo di complicità, ma poi, con il passare del tempo sono diventati molto più intimi e dissoluti. Mi spiego meglio. Non sono mai stata una donna molto propensa a far vedere il mio corpo ai miei figli. Non so perché, ma anche quando ormai erano grandicelli, li ho sempre voluti preservare dal peccato, non facendo vedere loro, le mie nudità, che ritenevo essere uno spettacolo riservato a mio marito o comunque a qualcuno che almeno fosse adulto. La mia famiglia, intendo dire quella dei miei genitori, è sempre stata molto religiosa, oserei dire bacchettona e ossessivamente praticante. Da qui la mia educazione poco o niente permissiva. Ho sempre contrabbandato questi miei limiti in un ché di discrezione e di assoluta riservatezza. Si deve poi considerare che mio marito, io l’ho conosciuto quando era un frate. Frequentando la parrocchia, mi sono innamorata del fraticello che educava i bambini dell’oratorio. Io ci andavo a prendere i miei fratelli più piccoli e tutte le sere parlavo con quest’uomo con il saio, biondo, bello e naturalmente con la barba. Ci siamo innamorati perdutamente e lui ha buttato il saio alle ortiche e dopo poco tempo mi ha sposata. Partendo da queste premesse l’educazione che potevamo dare ai nostri figli era solo di impronta religiosa. Quindi: Non nominare il nome di Dio invano – Ricordati di santificare le feste – Onora il padre e la madre – Non commettere atti impuri ecc….
Poi il padre dei miei figli muore in un brutto incidente di moto ed io a soli trentasette anni resto sola. Allora i ragazzi avevano tredici e sedici anni. Li ho cresciuti con i suddetti princìpi fin quando all’incirca tre anni or sono ho scoperto che il più giovane dei due mi spiava quando io me ne stavo nuda in camera mia.

Mi ricordo che mancavano due giorni al Santo Natale e l’azienda per la quale lavoravo come impiegata di amministrazione, era chiusa per le vacanze invernali. Quel primo giorno di riposo, mi alzai tardi e con tutta calma andai a farmi una bella doccia. Poi mi asciugai e mi guardai allo specchio. Vidi sul mio pube un bosco troppo fitto e “disordinato” di peli scuri.
Presi l’apparecchio a luce pulsata e me lo portai in camera mia. Mi sedetti sul bordo del letto e cominciai a depilarmi. Senza un vero motivo, distrattamente alzai lo sguardo davanti a me ed osservai per un attimo l’uscio della mia stanza. Ebbi subito l’impressione di vedere, per una frazione di secondo, la maniglia muoversi. Mi insospettii e spensi l’epilatore, finsi di andare verso l’armadio, poi girai dalla parte opposta per mettermi fuori dalla vista ed arrivai contro il muro vicina alla porta. Di colpo abbassai la maniglia e sorpresi Luca ancora chinato nell’atteggiamento di uno che guarda dal buco della serratura. Lui aveva il viso paonazzo e rimase lì in piedi con lo sguardo basso. Notai che nei suoi pantaloni c’era un bozzo non indifferente. Lo redarguii e gli promisi che ne avremmo riparlato. Lui vergognandosi a morte se ne andò chiudendosi in camera sua. A diciotto anni appena compiuti il baldo giovanotto spiava sua madre dal buco della serratura!!! Indecente, veramente imperdonabile!

Questo avvenimento aveva però procurato in me un senso di agitazione e di inquietudine estrema. Per parecchi giorni evitai di parlargli e lui fece la stessa cosa con me. Poi, da brava madre, il pomeriggio di Santo Stefano, entrai in camera dei ragazzi. Trovai Luca che come al solito ascoltava musica. Mi sedetti vicino a lui e gli parlai. Tentai di fargli capire che non era corretto spiare la propria madre mentre era completamente nuda. Lui si scusò con me ma mi disse una frase che mi lasciò perplessa…

“Mamma, io ti chiedo scusa, ma questa brutta cosa l’ho imparata da Giovanni…”

“Giovanni, mi spia quando sono nuda??”

“Non volevo fare la spia ma è la verità. E’ lui che mi ha fatto vedere mentre tu….”

“Mentre io cosa???”

“Beh, mentre tiii… “

“Ma cos’è ti manca la parola???”

“Insomma mamma ti abbiamo vista mentre ti tocchi la cosa….”

Credetti di svenire. Mi avevano vista entrambi mentre mi facevo i ditalini!!! Respirai a fondo e gli dissi che era una cosa normale. Che io non avevo più un uomo con il quale fare l’amore e che quando mi prendeva la voglia, la sfogavo in quel modo.

“Si mamma, l’avevamo capito. Tu sei ancora una bella ragazza e potresti magari trovare un uomo che in qualche modo sostituisca papà…”

“Non voglio trovare uno qualsiasi, uno che mi serva solo per andarci a letto. Io devo amarlo un uomo per fare certe cose e lui deve amare me…”

“Giovanni mi ha fatto capire che se tu volessi noi potremmo aiutarti.”

“Aiutarmi in cosa???”

“A non fare da sola ecco….”

“Ma siete matti!!! E’ un peccato gravissimo!!! Scherzerai mica per caso???”

“Non lo so, io non ne so niente è Giovanni che mi ha detto ‘sta cosa.”

Lasciai perdere ed il giorno seguente andai a beccare Giovanni mentre Luca era fuori.

“Giovanni ti devo parlare….”

“Ciao mà, che c’è???”

Gli raccontai cosa mi aveva detto Luca per filo e per segno. Lui alla fine mi confermò il suo pensiero dicendomi..

“Mami, parliamoci chiaro, in questa casa tra una preghiera e l’altra, evitando sempre di peccare, Luca e io ci stiamo ammazzando di seghe e tu ti stai soddisfacendo con un sacco di ditalini. In pratica tu ecciti noi e noi stiamo impazzendo per te. Cosa credi che vedere te nuda con le cosce spalancate mentre te la tocchi, per noi non sia uno spettacolo eccitante??”

“Ma cosa dici, cavoli, io sono vostra madre!!!!”

“Madre o non madre, tu sei anche una donna e sei pure figa!!! Guarda, guarda qui…”

Così dicendo se lo tirò fuori, durissimo e pure molto grosso. Me ne andai infuriata, ma ciò che avevo visto mi aveva turbata non poco. La sera, nel mio letto, al buio, mi feci uno dei ditalini più belli di tutta la mia vita.

La notte del trentuno dicembre, la trascorsi a casa nostra con i due ragazzi e con alcune coppie di amici miei e compagni di lavoro. Verso le quattro del mattino, poco alla volta tutti se ne andarono e noi tre rimanemmo da soli. Io che di solito ero astemia, quella sera tra un brindisi e l’altro non mi sentivo per niente sobria. I ragazzi che astemi non erano si erano dati da fare a sufficienza e così quello che non doveva succedere successe.
Inaugurammo il nuovo anno dentro al mio letto, facendomi “coccolare intimamente” dai miei due ragazzini. Beh, ragazzini non lo erano più, specie il più piccolo che possedeva un membro notevole. Mi faceva tenerezza vederglielo così incappucciato, prepotentemente duro e lungo spuntare e sporgersi fuori da quel corpo efebico ed estremamente liscio.
Anche Giovanni era ben dotato, ma più che altro in larghezza, mentre quello di Luca era altrettanto largo ma molto più lungo. Mi scoparono entrambi, prima uno per volta, poi tutti e due assieme. Giovanni volle penetrare in me dal lato posteriore mentre Luca era all’interno della mia vagina. Sensazioni irripetibili avere due uomini contemporaneamente piantati dentro al mio corpo. Provai un forte dolore quando lui mi aprì l’ano dilatandomelo a forza.
Adesso dico queste cose come se in quei momenti tutto fosse stato normale. No, non fu così, io mi ribellai a farmi possedere da loro, specie a farmi prendere analmente, ma loro erano giovani ed erano in due. Poi devo essere sincera fino in fondo. Sentivo la mia voce dire di no, mentre con il mio cervello e con i miei sensi dicevo di si e speravo che non desistessero. Ancora una volta schermavo i miei sentimenti e nascondevo dietro ad una ipocrita maschera le mie reali voglie ed il mio prepotente desiderio.

Da quei momenti, sono trascorsi ormai tre anni e ormai non nascondo più nulla, la chiesa e la religione li ho abbandonati. Ho accettato questi rapporti sessuali e li vivo come una cosa del tutto normale. Conosco tra l’altro una mia amica che sta vivendo le stesse mie esperienze.
Io non le ho confessato nulla di quanto succede a me da ormai tre lunghi e piacevoli anni, ma lei un giorno, presa dalla disperazione, me lo ha confidato. Banalmente le ho detto di seguire il suo cuore e di non pensare alla gente ed alla morale. Mi consola il fatto di non essere l’unica ad avere queste esperienze. Credo che in tante famiglie, tutto questo succeda abitualmente, ma che tutto sia occultato e che la realtà sia nascosta da un perbenismo di facciata. Meglio una bella bugia che una brutta verità!!!
Ciao e grazie per l’ospitalità. Martina
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