Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > incesto > Mia madre, il mio sogno proibito
incesto

Mia madre, il mio sogno proibito


di Coppiaciriosa923
24.05.2025    |    17.796    |    10 9.7
"Ci rialzammo, ci facemmo la doccia a turno e tornammo alla nostra vita normale La cosa finì lì e io mantenni la mia promessa..."
Avevo 15, forse 16 anni, quando mi sono accorto che stavo cominciando a guardare mia madre con occhi diversi dal solito.
Lei ne aveva 45 circa in quel periodo e tutto incominciò durante una vacanza in Liguria che facemmo con una famiglia di amici.
Dopo il viaggio della giornata precedente, il giorno dopo ci potemmo finalmente recare in spiaggia per cominciare a goderci la nostra vacanza.
Quando mia madre si tolse il vestito leggero che portava e rimase con il solo bikini, vidi che indossava un reggiseno che le stava un po’ stretto e dava modo alla sua abbondante quarta di dare un po’ nell’occhio.
Era la prima volta infatti che la vedevo portare i seni in maniera così vistosa.
Anche la sua amica infatti, stranita, le chiese come mai avesse lasciato più carne del solito in vista.
Quel reggiseno infatti, le impediva non di poco i movimenti nonostante fosse della sua taglia.
Ricordo nitidamente che lasciava un po’ di spazio sotto e anche sopra non era da meno, tenendo dentro lo stretto necessario quasi a stento.
Mia madre rispose quindi all’amica che lo aveva acquistato abbastanza di fretta il giorno prima senza provarlo e affidandosi solo sulla taglia.
Era talmente infastidita dalla cosa che provò più volte a spostarlo per metterlo nella maniera più comoda possibile e allo stesso tempo che non le lasciasse nulla fuori, però senza successo, tanto che alla fine rimise il vestito.
Fu in quell’occasione che ebbi i miei primi pensieri erotici su mia madre.
Da lì in poi, per un po’ di tempo, pensai spesso a quella vacanza e a come mia madre mi avesse fatto tanto eccitare, abbastanza da usarla quasi sempre come soggetto delle mie molteplici seghe adolescenziali.
Mi misi infatti il pallino in testa che avrei voluto vederla senza reggiseno, e spesso mi segavo al solo pensiero di sborrarle sulle tette e sui capezzoli che ero a malapena riuscito ad intravedere durante la vacanza.

Andiamo avanti di un anno, la cosa non cambia, io continuo a segarmi su di lei e lei non lo immagina nemmeno.
Cerco di guardarla dalle serrature, di aprire le porte nei momenti in cui è in bagno per la doccia, ma inutilmente.
Come dicevo, è un tipo abbastanza riservato, quindi la chiave nella serratura è normalità.
Eravamo di nuovo in vacanza.
Casa al mare con i parenti e ogni famiglia aveva il suo appartamentino.
La casa era immensa.
Io non lo sapevo, ero per i fatti miei, ma lei era nella nostra e si stava cambiando.
Andai al piano di sopra, aprii la porta per entrare nella nostra camera e mi accorsi che era lì.
Lei era nella stanza da letto, c’era un po’ di musica in sottofondo, quindi non si era accorta che fossi entrato.
Comunque era di spalle e non mi vide, ma io vidi lei e vidi che aveva addosso solo il reggiseno, ancora mezzo slacciato.
Aveva sicuramente da poco finito la doccia e si stava rivestendo.
Rimasi un secondo di sasso davanti all’immagine del suo culo bello rotondo, ma ebbi l’istinto di farle una foto e di uscire prima che mi vedesse lei o che entrassero mia sorella o mio padre nel mentre.
Il cazzo mi diventò di marmo e a stento riuscii a nascondere l’erezione nelle stanze comuni.
Ero eccitatissimo, forse come mai prima di allora.
Cercai subito un bagno libero con la scusa di un’urgenza, col mio bottino nella galleria, cominciai a segarmi e poco dopo venni copiosamente.
Mi accorsi che mia madre mi arrapava come forse mai nessuna ragazza prima, che avrei voluto tanto andare nella stanza, toglierle il reggiseno, metterla a 90 sul letto e scoparle il culo in una maniera indescrivibile.
A quel pensiero me lo sono consumato, e la volontà di volerla vedere completamente nuda si faceva sempre più forte.
Dopo averla vista mezza nuda poi e avendo anche le foto, le seghe si sprecavano, però la mia curiosità e l’eccitazione mi spingevano a voler vedere sempre di più.
Non riuscivo ad accontentarmi, era più forte di me.
La nostra vacanza finì, ma l’estate era ancora lunga, quindi sicuramente qualche altra opportunità l’avrei avuta, sempre cercando di non farmi beccare.

Dopo qualche settimana, un pomeriggio la accompagnai in un negozio della nostra zona per fare acquisti.
Dopo aver girato un po’ scelse alcuni vestiti che decise di provare.
Aiutata da una commessa nella scelta tra due vestiti, questa dopo qualche minuto di incertezza le disse che doveva provarli senza reggiseno.
A quelle parole tesi le orecchie, la situazione si stava facendo interessante, però avevo le mani più che legate, quindi rimasi seduto sul divanetto e cercai di nascondere una mezza erezione che, a quelle parole, mi era venuta.
Fui chiamato poco dopo però, per un’indecisione sui colori.
Cercai quindi alla meglio di aggiustarmi il pisello, che nel frattempo aveva raggiunto le sue dimensioni massime, e andai a vedere.
Bella era bella, non che non lo sapessi, ma vederla vestita bene era sempre un piacere. Aveva poi anche una bella scollatura interessante, non volgare, ma all’aria condizionata del locale le si erano induriti i capezzoli e riuscivo a vederli quasi perfettamente sotto il bianco del vestito da lei scelto.
Finsi molta indifferenza e dissi che per me quello che indossava andava benissimo pur di andare via subito e mettermi in disparte, per far notare meno possibile che ce l’avevo durissimo e che la stavo spogliando con gli occhi, immaginandomela a 90 nel camerino.
Una volta tornati a casa, forse con qualche dubbio, riprovò il vestito con più calma e mi richiamò per avere nuovamente conferma che le stesse bene.
Questa volta non ero arrapato, quindi riuscii a stare qualche minuto intorno a lei, facendo anche un confronto con l’altro.
Alla fine mi chiese di uscire perché doveva cambiarsi.
Uscendo riuscii però a girare la chiave il necessario da consentirmi la vista, chiusi, feci qualche passo in avanti, tornai silenzioso indietro e mi misi, col fiato sospeso, con l’occhio alla porta.
La vidi sfilarsi il vestito, rimanendo in soli slip e con la sua quarta abbondante di seno in bella vista.
Non riuscii a fotografarla perché dalla serratura era difficile, quindi preferii godermi il momento con gli occhi e con l’uccello in mano.
Andai nel bagno al piano di sopra e, eccitato da morire con il cazzo bello eretto, cominciai a segarmi al pensiero di lei che si spogliava e mi concedeva le sue tette sode che per tanto tempo avevo voluto vedere e finalmente ci ero riuscito.
Immaginai che il tutto succedesse lì davanti a me, che mi prendesse l’uccello in mano e poi tra le tette, che facesse su e giù piano e mi facesse godere ogni attimo, fino a farmi venire.
Al solo pensiero sborrai come un cavallo.

Quella sera non riuscivo a pensare ad altro, tanto da non riuscire a dormire.
Pensai quindi che un’altra sega mi avrebbe tranquillizzato e conciliato il sonno, quindi andai nuovamente in bagno.
Me lo presi in mano e cominciai a giocarci, poi così per curiosità buttai un occhio nel cestone della biancheria e vidi che c’era un suo reggiseno all’interno.
Lo presi e lo aprii, portando le grandi coppe sotto l’uccello, che con l’altra mano continuavo a far andare su e giù e, dopo un po’ di fantasticherie e di pensieri anche troppo spinti, lo riempii del mio sperma.
Esaudito il mio desiderio, lo richiusi e lo ributtai nel cesto come se niente fosse successo.

Passò un po’ di tempo, era inverno, ed ero rincasato tardi.
Mio padre e mia madre erano ancora svegli, li sentii parlare di fatti vari di non so chi quando ero entrato in casa.
Li avvisai che ero rientrato e diedi loro la buonanotte.
Il tempo di cambiarmi e mi misi al letto cazzeggiando col cellulare.
Dato che intorno c’era silenzio da un po’, sicuramente i due pensavano che stessi dormendo, anche perché io sono molto silenzioso quando dormo, e cominciai a sentire alcuni rumori provenire dalla loro stanza.
Inizialmente qualche bacetto, poi lei ha cominciato a fare un pompino abbastanza appassionatamente, tanto che riuscivo a sentirne i rumori nitidamente.
Dopo un po’ di tempo che succhiava, sono cominciati i chiari rumori di sesso.
Il pompino già mi aveva fatto arrapare, ma i suoi gemiti mi stavano facendo sborrare nelle mutande.
Dopo altri minuti, non sono riuscito a quantificare il tempo, un altro breve pompino e poi l’ho sentita andare in bagno.
Aspettai che tornasse in stanza e, quando non ho sentito più altri rumori, sono andato in bagno e mi sono segato al pensiero di lei che lo prendeva in bocca con ingordigia, quasi prepotentemente.
Durai pochissimo ma buttai fuori un sacco di sperma, avevo l’eccitazione a mille, forse come mai prima di allora.
A quel pensiero, da lì in poi, che si aggiunse agli altri ulteriori e alle foto che avevo, mi sarò segato una miriade di volte.
Il mio pensiero era sempre lo stesso:
Lei che si toglieva quel vestito bianco, poi le mutande, infine il reggiseno…che mi sbattesse le tette in faccia e poi mi cominciasse a masturbare e infine che prendesse il mio cazzo in bocca, succhiandolo fino a farmi sborrare come una fontana sulle sue tette.
Era diventata un’ossessione.
Dopo qualche mese, in primavera inoltrata, disse che sarebbe uscita a fare acquisti.
Io e mio padre eravamo in giardino, avevamo quasi finito di pulire la piscina, e lei dopo essere tornata dalle sue compere dopo un paio di ore venne da noi.
Chiese se avessimo finito di pulire, però dato che le dicemmo che si, avevamo finito, ma non avrebbe potuto usare la piscina nell’immediato, rispose che sarebbe comunque uscita a prendere il sole.
Io invece rientrai in casa sudatissimo e approfittai per andare a fare una doccia.
Lei nel frattempo aveva messo il costume che aveva appena comprato, di un bel marrone che faceva pendant con la sua pelle già un po’ abbronzata.
Ci incrociammo nel corridoio e lei mi chiese come le stesse.
A me lo stava facendo venire duro, devo essere onesto, anche perché aveva sui seni il segno dell’abbronzatura lasciato dall’altro reggiseno.
La guardai per qualche secondo, cercando di far finta di niente e le dissi che le stava bene, poi proseguii la mia strada verso il bagno.
Mi guardai l’uccello e mi era diventato duro.
Mi resi quindi conto che non potevo nemmeno guardarla senza che mi si alzasse l’uccello.
Sperai che non si fosse accorta della questione e andai a farmi la doccia.
Una volta uscito, dopo una buona mezz’ora, vidi che in giardino c’era, oltre a lei che prendeva il sole, una mia cugina, che era arrivata da pochi minuti.
Uscii per andare a salutarla e poi rientrai dentro casa, ma avendo la finestra aperta sul giardino sentivo praticamente tutto ciò che si dicevano.
Tra i vari discorsi uscì appunto anche il discorso sul costume di mia madre, sul dove lo avesse comprato…cose da donne insomma, poi le chiese di che taglia fosse.
La risposta fu che ormai aveva ripiegato su una quinta, perché la quarta non le stava più. Aveva provato diversi costumi, ma alcuni non le piacevano come le stavano, alcuni erano stretti, alcuni troppo ridotti, quindi aveva scelto direttamente la misura più grande e basta.
“Eh zia…” disse lei quasi ridendo “…effettivamente sembrava che ti fossero cresciute le tette…”
Lei se le toccò quasi con fierezza prendendole da sotto e sollevandole.
Io osservavo e ascoltavo la scena senza dire niente da dentro casa, poi andai nella mia stanza e mi misi un po’ a cazzeggiare col telefono.
Dopo un quarto d’ora, quando mia cugina era ormai andata via, aprii l’app delle telecamere proprio per soddisfare una mia curiosità.
Ero sicuro al cento per cento che mia madre, consapevole di non essere vista da nessuno, si sarebbe messa in topless.
Le telecamere HD sono una benedizione, perché non solo riuscii a vedere che mia madre qualche minuto prima si era tolta il reggiseno mandando la clip indietro, ma riuscii a vederla in diretta che era con le tette di fuori a prendere beatamente il sole, dimenticando che l’occhio gira a 360 gradi.
Insomma, senza troppi giri di parole, mi sono segato con l’app delle telecamere aperta guardando mia madre senza reggiseno che prendeva il sole e, dopo aver sborrato, ho salvato la clip intera.
Facile.
Quell’estate evitai di andare al mare con i miei genitori proprio per evitare spiacevoli inconvenienti tipici del caso, ovvero che il mio cazzo facesse da padrone e si alzasse da solo.
Avevo 17 anni, non avevo ancora compiuto 18, e non ero totalmente indipendente ma preferivo andare in spiaggia col motorino e spararmi 30 km a tratta con qualche mio amico, ma dover rimanere col cazzo duro per chissà quanto tempo senza poter fare niente in spiaggia, in mezzo a un sacco di persone, anche no.
Quell’estate conobbi anche una ragazza, con cui sono stato per quasi due anni, quindi dopo un po’ la mia infatuazione finì.
Dopo essermi lasciato e tornato ufficialmente sul mercato, mi resi conto che dovevo tornare a fare da me.
Tutti i video e le foto che avevo custodito in gran segreto per tanto tempo le avevo ormai cancellate, ovviamente, quindi tornai al buon vecchio porno.
Un giorno però, mentre ero solo in casa, per quanto “mi impegnassi” non riuscivo a venire.
Però dovevo assolutamente terminare il mio lavoro e mi misi un attimo a pensare.
Cercai su un noto sito un’attrice che avesse, più o meno, le caratteristiche fisiche di mia madre.
Ne trovai una che le assomigliava abbastanza sia fisicamente che di capelli, era abbastanza più giovane, ma sinceramente non mi interessava.
Dopo aver visto 3-4 video di questa ragazza molto rapidamente, mi resi conto che avrei raggiunto presto il mio scopo.
Quindi presi quello che mi era piaciuto di più, dove questa tipa aveva un rapporto completo.
Cominciai a masturbarmi e, tra un pompino e una scopata, venni dopo relativamente poco.
Questa storia continuò per un altro po’ di tempo e col tempo guardai tutti i video di questa pornostar.
Immaginare che nella scena ci fossimo noi era molto eccitante tra l’altro.
Un giorno però, mentre eravamo soli, mia madre mi chiamò in soggiorno perché mi doveva parlare.
Mi fece una domanda secca, ovvero se la trovassi attraente.
“Attraente in che senso?” risposi disorientato.

“Attraente che vuol dire…ti piaccio come donna, rispondimi.”

“Beh, sei una bella donna, che vuol dire…”

“Mi trovi attraente quindi.”

“Ho detto che sei una bella donna…”

“Ok, assodato questo, mi fai capire adesso perché ti fai le seghe sui video di una che mi somiglia?”

Panico.

“L’ultima volta che hai preso il computer, invece di entrare col tuo account hai usato il mio già aperto, hai usato la mia mail e nella barra della cronologia ho visto cercato un nome che non conoscevo, quindi ho visto cosa fosse, anche perché ero sicura di non averlo cercato io…”

Panico doppio, e mi aveva preso sul fatto come un coglione.
Sia perché avevo usato il suo account GMAIL che per il fatto che non avevo messo nemmeno la navigazione in incognito.

“…dimmi la veritŔ mi disse guardandomi “…io avevo già capito qualcosa quando ho trovato un po’ di volte i reggiseni pieni di roba tua sicuramente, perché tua sorella sicuramente non è e anche se fosse stata maschio ha 9 anni. Tuo padre avrà un sacco di difetti, ma di certo non si masturba con i miei reggiseni.”

Diventai rosso.

“ Io lo so che non è un periodo facile, ti sei lasciato anche da poco adesso…”

“Si, è vero, sono stato io. Tutte le volte.
È la verità che vuoi? Sono stato io.
La verità è che me lo fai venire duro.
Non lo so perché, però mi piace, che ti devo dire.”

Rimase di pietra, anche se forse se lo aspettava.

“E quando è iniziata sta storia, e come è iniziata soprattutto.”

“Che ne so come è iniziata, l’unica cosa che ti posso dire è che è iniziata perché una volta ti ho visto mezza nuda in vacanza e mi è venuto duro.”

Diventò rossa, sapevo che si vergognava anche di essere osservata, per quello metteva le chiavi nelle serrature.

“E per farti smettere cosa dovrei fare? Soddisfare la tua voglia?”

Ridiventai rosso fuoco e incominciai a sentire anche un po’ di movimento dai pantaloni.

“Allora, parlami.”

“ Non lo so…” dissi io “…mi sto vergognando tantissimo.”

“ Perché io no secondo te…mio figlio si è fatto non so quante seghe pensando a me che facevo sesso, mi hai spiato nuda chissà quante volte nonostante tu sappia che ci tengo alla mia privacy…”

“ Non è mica colpa tua…” dissi a testa bassa.

“ Vabbè, allora, mi dici che dobbiamo fare per farti passare sta fissa?
Perché il tuo pisello sembra che non ha intenzione di darsi per vinto.”

Ero con le spalle al muro.

“ Facciamolo.” dissi. Secco.

“ Ti avverto però. Uno, di questa storia non deve saperlo nessuno. Due, fattela bastare perché non ce ne sarà una seconda.
Tre, vedi di durare il meno possibile, che già è tanto il sacrificio che sto facendo e Quattro, dopo questa fatti passare sta fissa che hai nei miei confronti.
Andiamo nella tua stanza.

Non ci stavo credendo. Stava succedendo davvero.
Mi stesi sul letto e la vidi spogliarsi davanti a me, prima la maglietta, poi il reggiseno e poi i jeans.
Rimasi incantato.
Mi misi seduto e la avvicinai a me prendendola dai fianchi, poi le incominciai a baciare i seni e mi soffermai un po’ sui capezzoli.
Poi lei si chinò e mi prese il cazzo, duro come mai, in mano e cominciò ad andare su e giù, poi cominciò a succhiarmelo.
Succhiava abbastanza da farmi contorcere sul letto, poi la presi e la sollevai di peso e la misi sul letto.
Le abbassai gli slip, giocai un po’ con la sua fica con due dita, mi misi un preservativo e poi la misi a pecora davanti a me.
Guardai giù, mi presi il cazzo e glielo buttai dentro, con sicurezza, senza timore.
Le presi le tette con le mani e cominciai a spingere.
La sentivo ansimare, gemere, resistevo con tutte le mie forze dal venire, ma spingevo con altrettante forze.
Quando capii che stavo per venire mi fermai e la rigirai sul letto, mettendola a pancia su.
Le aprii le gambe e cominciai di nuovo a spingerglielo dentro con tutta l’enfasi possibile poggiandomi col petto sui suoi seni.
La sentivo godere sotto i miei colpi decisi infatti durai altri 3-4 minuti circa.
Lei sentì che stavo rallentando e mi disse di uscirlo lo stesso, anche se avevo il preservativo.
Lo uscii, tolsi il preservativo e finii col masturbarmi.
Venni tantissimo, una quantità di roba immensa, che spruzzai quasi tutto sui suoi grandi seni, come tanto avevo desiderato negli anni.
Ci rialzammo, ci facemmo la doccia a turno e tornammo alla nostra vita normale
La cosa finì lì e io mantenni la mia promessa.
Di lì a un paio di mesi trovai un’altra ragazza, che è la mia attuale fidanzata, e tra me e mia madre non ci sono stati più problemi.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.7
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per Mia madre, il mio sogno proibito:

Altri Racconti Erotici in incesto:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni