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Inaugurazione Della Baita - Domenica


di Membro VIP di Annunci69.it pierpatty6151
08.03.2023    |    3.377    |    1 8.8
"“Con questo freddo, un calice di caldo vin brûlé ci sta bene… Posso sedermi vicino a te? E senza aspettare risposte si accomoda, porgendomi un calice..."
Dal racconto che pubblicai: Inaugurazione Della Baita - Alba Di Sabato.

“Sveglia dormiglioni… non nevica e il sole splende”.
“E no ragazzi... un altro caffè adesso no! Non ce la faccio… magari più tardi”.

Luciana e Anna scoppiano a ridere, chissà il perché?
La nevicata è cessata e il candido manto ha ricoperto tutto, regalando panorami da silenziosa favola.
Sinceramente, non ho la sensazione di dove mi trovo, dovrebbe essere tarda mattinata di una Domenica. Mi rendo conto di essere solo nel lettone.
Anna mentre s’infila la vestaglia sul corpo nudo, m’informa che Luciana è già a far la doccia, e lei la sta per raggiungerla.

Va beh. Fate un po’ voi, io aspetto sotto il piumone, quando avrete finito, vi sostituirò sotto la doccia.

“Sveglia poltrone. Fuori dal letto!… Franca e suo marito ti aspettano per salutarti… devono partire!”
E’ Anna che con voce tipo presa per il sedere mi “bastona”. E’ il suo modo di fare.
“Ok arrivo” e rabbrividendo esco dal calduccio.
Sono nudo, con l’amichetto piccolo-piccolo.
Anna esplode in una sonora risata. “Stanotte lo hai consumato?”
Scocciato, m’infilo nell’accappatoio e lentamente vado in bagno.
Che bello sentirsi rinvigorire dalla tiepida acqua che ti cade addosso, con la bella sensazione che il mio lui funziona anche stamane.

La porta del locale bagno aprendosi scricchiola, e non si richiude. La tenda della doccia si sposta e spunta la testa di Franca.
“Caspita che bel manzo! Stanotte mi hai scopato alla grande, ma non ti ho visto bene. Volevo salutarti e complimentarmi con te, stanotte mi hai scopato alla grande! Lo ripeteremo!”

Tutta vestita e sorridente è ancor attraente come nuda. Sta per tornare in città, ma si concede una piccola serie di carezze al “mio”, che approva rinvigorendosi, nella speranza di un saluto più sostanzioso.
Di basso la voce del marito la richiama all’ordine. Devono partire.
“Ciao bello… ci vediamo a xyz….” Lei si piega e da un unico bacione alla preda, e scappa dal suo uomo.
“Caspita... non male come salutone!”
E’ il commento di Anna che ha assistito al saluto di Franca.
“Brutta strega… sei come il prezzemolo, sempre in mezzo!… Visto che ci sei, dammi una lavata alla schiena.” E mi giro dandogli le spalle.

Non la vedo, ma conoscendola quel “prezzemolo” me lo vuol far pagare. In effetti, sento arrivare la ruvida spugna che sfrega più forte del dovuto sulla mia schiena. La spugna sale e scende disegnando ampie volute sulla mia schiena, scendendo sempre un po’ di più arrivando alle mie chiappette, entrando nel solco soffermandosi a sfregare il mio buchino.

Questo suo fare non è lavare è donare godimento col piacere di assistere ai miei fremiti.
In silenzio mi godo ogni sua carezza.

Conosco bene, la mia “nave scuola”, è maestra e bravissima nel portarmi sull’orlo del godimento e tenermi lì in sospeso per tutto il tempo che desidera. Questo piace a lei e per me è una specie di eccitantissima tortura sessuale.

Con l’ennesima discesa, abbandonata la spugna, intrufola una mano nel solco delle mie chiappette. Le insapona, le allarga, le sfrega e facilmente raggiunge il mio fiorellino, in attesa della dolce manina. Poi con più diti lo ispeziona utilizzando piccoli movimenti circolari, volutamente lenti e alternati a leggere pressioni. Il buchino, già “usato” nella mattinata, è intriso di bagno schiuma diventando scivoloso, morbido e voglioso di “ricevere visite”. Istintivamente le agevolo piegandomi in avanti, appoggiando le mani al muro. Con il “mio” di marmo che punta diritto le piastrelle.

Una mano di Anna scivola davanti e accarezza le mie ciliegione gonfie e ormai indolenzite. Le oltrepassa e s’impossessa della mia durissima asta, afferrandola a piena mano, e sfruttando la gran schiuma, scivola dolcemente e lentamente fino alla considerevole punta, scoprendola e accarezzandola.
Siamo un unico tumulto sensoriale. Sento che sto per partire. Vorrei dirle di smettere, ma non lo faccio, e lei continua a carezzare, a scoprire e ricoprire la cappella indolenzita e sospira felice di torturarmi.

Un’improvvisa secchiata di freddissima acqua gelida seguita da una seconda mi centra in pieno, mi rabbrividisce, mi fa incazzare, un’esclamazione impronunciabile mi esce spontanea. Anche Anna è centrata dalla gelida acqua, e lei è vestita, che disastro.
Vedo alcuni “amici” sulla porta del bagno che se la ridono alla grande. Non so se per il freddo o per essere stato interrotto, ma so che sono incazzato nero e lii mando al diavolo.

Anna ha preso lo “scherzo” meglio di me. Gocciolante mi chiede “Hai visto chi è stato?”
“Erano tre ma non li ho riconosciuti, sono scappati subito, quei stronzi. Tu li hai riconosciuti.”
“No! Ero indaffarata con altro!”
E guardandomi in mezzo alle gambe scoppia a ridere.
“E ora che c’è da ridere?”
“C’è che non c’è”
Non mi ero accorto che il mio pisello è diventato ino-ino.
“Va beh il bello è finito... asciughiamoci.” Dice Anna, togliendosi i vestiti fradici, e tenendosi solo le mutandine, e si schernisce che si vergogna. Mi sembra una palla, ma se lo preferisce, a me va bene.

Vedo un corpo da milf, ancora tutto da guardare e goderne. Ha due grossi seni con aureole scure sormontate dai duri capezzoli infreddoliti. Le mutandine fradice lasciano intravedere il cespuglietto di corti peli neri di cui è orgogliosa e so che non li raderà mai.
E si è una donna fisicamente fortunata, ha saputo ed è riuscita a coccolarsi bene, con parsimonia nel cibo e intelligenza. Fa lunghe sedute in palestra, senza mai rinunciare a un incontro sessuale, se il pretendente rientra nei suoi canoni. Da sempre la libertà femminile è il suo mantra, e coerentemente non si è mai sposata o creato un legame fisso con qualcuno.

In gioventù conobbe i miei genitori in crociera di nozze, e divennero grandi amici, e lo sono tuttora. Quando nacqui, divenne mi addotto come nipotino, e adolescenza è divenne la mia “nave scuola”. Ricordo benissimo quel giorno che mi feci male sciando su queste valli, e lei mi venne a “consolare”, e non solo, in una camera di questa baita. Da allora m’insegno, e sperimentammo molti segreti del mondo sesso. I nostri giochi e le reciproche confessioni birichine continuarono con piacere di entrambi.

Comunque sia andata, è un’altra storia. Per cui ritorno a raccontarvi on live.

Anna s’infila sotto la calda e ristoratrice pioggia, iniziando a distribuire il bagno schiuma, massaggiandosi il corpo.
Le sue mutandine diventano ancor più trasparenti. Il ciuffetto di peli si appiccica alla patata. Anche se l’ho vista tante volte, lei è sempre un’interessante visione.
Anche il “mio” lo riconosce riprendendo vigore, attirandomi verso quel culone bianco e insaponato.
Mi ritrovo con le tette in mano, e il cazzo, ormai duro, affacciato allo spacco delle sue chiappe.
“Che fai maialino?”
“Sento freddo e cerco il calduccio”
“Nel mio culo?”
“Non c’è di meglio!”
Parlando Lei sposta lentamente indietro l’insaponato culo, ed io scivolo in mezzo alle calducce chiappe fino a sfiorare il paradiso.
“E no... non mettermelo nel culo”.
“Dai fammi entrare... ho il cazzo che sta esplodendo”.
Non risponde, non protesta. Peccato non ne ha voglia, ed io sto per ritirare la mia “offerta”. Quando sento spingere lentamente verso la mia cappella. Lei decisa di piega in avanti, tenendosi saldamente al maniglione antiscivolo. Con grazia le allargo le chiappe. La mia dura cappella trova il fiorellino e spinge dolcemente per entrare nel Paradiso. Lei spinge indietro e lo fa entrare, e grazie al sapone scivolo tutto dentro di lei, che sospira di piacere. Torno indietro, senza uscire e lentamente, e le riscivolo tutto dentro. Iniziando un lento, profondo vai e vieni è accompagnato dai suoi e suoi sospiri di piacevole approvazione.
“Dai Maialone…vienimi dentro…riempimi tutta”.
Non rispondo, e ancorandomi ai suoi seni aumento la velocità del via vai.
I suoi sospiri aumentano di volume.
“Continua…se ti fermi, ti ammazzo…Fammi godere…godooooo…”. Trema tutta, gemendo forte.
Io lo spingo tutto dentro di lei ancora alcune volte e vengo dentro di lei ululando. E rimanendole dentro quel caldo paradiso.
Ci fermiamo, ansimiamo, uno dentro dell’altra, scivoliamo nella vasca della doccia, in un groviglio di gambe e braccia. Mi ritrovo fuori da lei. Guardandoci negli occhi scoppiamo in una risata liberatoria dalla tensione sessuale che ci ha travolto. Mentre l’acqua calda continua a scendere su di noi. Bagnati, stravolti, stanchi cerchiamo di rialzarci, ma non è facile il sapone e l’acqua ha reso tutto scivoloso. Comunque tra una scivolata e una risata riusciamo a metterci in piedi, anche se le gambe traballano.
“Guarda che casino che abbiamo fatto. Su, dammi una mano che dobbiamo riordinare”.
Trovati stracci, palette scope e secchi, ancora nudi e a culi all’aria iniziamo a risistemare il locale.

Un’oretta dopo, docciati e rivestiti per benino, Con facce innocenti ci presentiamo nel salone al primo piano, dove tre o quattro amici stanno preparando l’aperitivo di “ben venuto” per i genitori del padrone della Baita, che stanno già risalendo la Valle.

La coppia è arrivata, e tutti scendiamo nel piazzale per accoglierli. Baci e abbracci si sprecano, ci conosciamo da anni. La signora abbraccia tutti con entusiasmo. Mentre il marito, di qualche anno più grande di lei, abbraccia particolarmente Anna, che contraccambia entusiasta.
Sembra, che siano due birichini di vecchia data.
La moglie fulmina per un istante il consorte con un’occhiataccia, ma poi sorridente continua a salutare e parlare con i presenti.

Ci ritroviamo intorno al tavolo imbandito e il chiacchiericcio aumenta con le domande di routine, mentre i bicchieri si riempiono a buon ritmo, e gli spuntini spariscono.
“Dovrei andare a rinfrescarmi, quale bagno è disponibile?” Chiede la Veronica.
Anna si offre di accompagnarla. E insieme spariscono su per le scale.

Una decina di minuti dopo il mio telefonino squilla. E’ l’ufficio. Che palle anche di Domenica rompono. Rispondendo scoprendo che per non fermarsi sul progetto in corso, hanno necessità di alcuni dati che ho memorizzato nel mio personal, che ho in camera. Senza staccare la comunicazione mi fiondo su per le scale.
Arrivando nel corridoio del piano superiore scopro le due donne immerse in un passionale bacio lingua in bocca.
Non mi hanno sentito e continuano ad abbracciarsi e accarezzarsi sulle parti intime da sopra gli indumenti.
Con estremo imbarazzo, e non potendo farne a meno, trovo il coraggio di balbettare:
“Scusatemi tanto, ma urgentemente dovrei andare in camera mia”.
Le donne sciolgono l’abbraccio, fulminandomi scocciate, e mute si spostano, velocemente raggiungo la mia camera.

Una decina di minuti dopo, titubante e lentamente socchiudo la porta della camera. Spio nel corridoio, E’ deserto. Meno male, sollevato scendo lentamente nel salone, pensando velocemente come potrei o dovrei comportarmi, e trovo la non soluzione di fare nulla, e di non parlarne a nessuno.
Il salone è ancora invaso. Qualcuna mi offre un aperitivo analcolico, che cortesemente rifiuto, sostituendolo con un altro molto alcolico. Né ho bisogno.

Veronica è seduta accanto al marito, con cui chiacchiera serenamente. Per un attimo i suoi occhi s’incrociano con i miei, e ho la netta sensazione che mi ordina ciò che ho già deciso non parlare di ciò che ho visto. Tuttavia penso che potevano baciarsi dentro una camera, ma ormai è fatta.
Alzo il bicchiere pieno verso di Lei, a mo’ di saluto, per poi svuotarlo in un unico sorso.

Improvvisamente mi ritrovo Anna a fianco, e a bassissima voce mi dice:
“Se dici ciò che hai visto… ti uccido”.
“E che cazzo…tu mi uccidi a ogni batter d’occhi…io non ho visto nulla…”. Le sorrido. Rassicurata, va verso le cucine.

Riempio per la terza volta il bicchiere, ed esco sul terrazzino coperto e riparato dal vento. Il sole è alto, e mi siedo su una panchina a ripercorrere e pensare agli eventi delle ultime ore.
Mi sento soddisfatto e sereno d’aver fatto sesso davanti a tutti con Franca, da essere stato inculato da Luciana, d’aver sodomizzato Anna. Mi darei un bel cinque. Quello che mi turba è l’aver involontariamente scoperto le due donne baciarsi alla grande. Nulla di scandaloso, se non fosse per la segretezza che le due donne mi hanno imposto sul fatto. Sarà un loro segreto, ma non capisco le motivazioni.
Personalmente non disapprovo né il sesso saffico, né quello omosessuale. Tuttavia posso immaginare che nell’entourage delle due donne ci siano opinioni differenti dalla mia, saranno queste voci negative che temono?

D'altronde Anna è l’immagine della libertà assoluta sessuale. Mentre non conosco bene Veronica, che è sposata. E forse ha timore delle reazioni negative del marito?
Mentre mi faccio questi pipponi mentali, guardo la calma silenziosa del panorama innevato, senza accorgermi che Veronica arrivata vicino alla panchina, ha in mano due calici pieni di rosso liquido.
“Con questo freddo, un calice di caldo vin brûlé ci sta bene… Posso sedermi vicino a te? E senza aspettare risposte si accomoda, porgendomi un calice.
Guardandoci negli occhi, facciamo un muto brindisi, e scoliamo un buon sorso di caldo vino.

Lei è pensierosa mentre accende una sigaretta, me la porge, per poi accendendone un’altra per lei. Rispetto il silenzio che avvolgendoci rende unico il nostro essere vicino. Ho la sensazione che stia cercando le parole e la frase più idonea per iniziare il discorso “bacio tra donne”. Ed io aspetto, iniziando a sentire il calore della sua gamba appiccicata alla mia.

C’è voluta una mezza sigaretta per sentire la sua voce.
“Vedi…di persona non ti conosco bene, ma Anna mi ha parlato molto bene del vostro rapporto, facendomi capire quanto rispetti gli altri… Perciò mi sento abbastanza serena a parlarti del mio problema.”
Lei aspira lentamente la sigaretta, per poi rilasciare volute di fumo biancastro, e inizia.
“ In poche parole Anna ed io siamo amanti occasionali da anni, e a mio marito piaceva la situazione e ci lasciava divertire. Purtroppo un mesetto fa malauguratamente si presento nudo e infoiato. Mentre leccavo la figa di Anna, mi spinse via, e si getto su lei cercando di infilzarla. Anna incazzata nera, riesce a gettarlo fuori dal letto, e cadendo sbatte la testa in uno spigolo. Sangue, urla, e corsa al pronto soccorso, dove gli suturarono la ferita con quattro punti”.

Parlava veloce, riprese fiato e dopo alcuni interminabili secondi riprende con voce tremante:
“Da allora non passa giorno che non mi insulti come gran troia mangia figa e succhia cazzi, e minacciandomi di gettarmi fuori di casa…Capisci in che casino sono crollata?”

Sorpreso dalla sua confessione, mi occorrono alcuni secondi per organizzare la risposta.
“Comprendo le vostre preoccupazioni… Ma da mia bocca non uscirà una sillaba di quanto ho visto, e della tua situazione”.
Mi rendo conto che mia risposta/rassicurazione sarà anche banale, ma non ho saputo dire fare di meglio.
Lei allunga una mano sulla mia gamba e si gira verso di me, baciandomi sulla bocca. Per poi alzarsi e tornare nel salone.

Io rimango ancora lì a guardare nell’innevata valle.

Il pranzo domenicale è tipico della Valle. E il pomeriggio inizia nella pigrizia, proseguendo con giochi di carte per i singoli, e singole. Mentre alcune coppie si ritirano in camera a “riposare”.
Veronica e Anna si tengono a distanza, anche se presuppongo che andrebbero volentieri a “riposare” insieme.
Comunque sia, nel tardo pomeriggio rientrano alla spicciolata gli sciatori. E le docce funzionano a pieno ritmo.
Un folto gruppo di amici saluta frettolosamente e partono per la città.
La sera è arrivata velocemente. Anna è indaffarata in cucina nella preparazione di una profumata carbonara. Altri, me compreso, si prodigano nell’apparecchiare il tavolone per la cena.

Finalmente Anna a gran voce annuncia “A tavola…che si raffredda!”
Rapidamente le seggiole si riempiono. La scelta del posto sembra alla rinfusa ma ognuno cerca di sedersi vicino o di fronte a chi piace, o che “spera nel dopo cena”.
L’ambiente è sereno, ed è palpabile il desiderio di giocare al sesso.
Io mi ritrovo seduto al fianco del marito di Veronica. E dall’altra parte ho come vicina un’atletica biondina tutta muscoli e pepe. La classica devota allo sport. Non l’avevo notata prima, essendo arrivata la mattina presto, e subito è andata sulle piste.
L’abbondante scollatura della bianca camicetta lascia intuire i civettuoli seni, senza imbragature. Con noncuranza guardo in basso scoprendo le sue gambe accavallate, e valorizzate da autoreggenti fumé. Ha le cosce semi coperte da una vertiginosa minigonna a pieghine.

Pensierino maialino: Sarebbe il massimo se avesse “dimenticato” anche le mutandine, come ha fatto con il reggiseno. E sorrido di questo pensiero tra me e me.

In quell’istante mi accorgo d’essere osservato da Veronica, che mi fa una smorfia di disapprovazione. Ed io le rispondo con una faccia della serie: guarda che non è male questa ragazzina.
Lei s’imbroncia e riprende a chiacchierare ad alta voce con due i due abbronzatissimi ragazzoni seduti al suo fianco.
Mentre suo marito continua a ingolfarsi di Carbonara, allagandola con numerosi bicchieri di vino. Senza accorgersi che la moglie Veronica sta facendo la gatta morta con i ragazzoni.

La cena prosegue con formaggi e salumi della Valle, innaffiati da ottimo vino, finendo con una splendida e gustosissima torta farcita di cioccolato e panna. Per ultima ecco la grappa “artigianale” che va giù bruciando la gola.
Alcuni, tra cui il marito di Veronica, sono già abbastanza “allegrotti”.
Qualcuno mette su un disco di Rock, iniziando a ballare, e invitando gli altri a unirsi nel ballo.

La Biondina si ritrova al centro degli “abbronzatissimi” ragazzoni. Che tra un passo e l’altro sfiorano “involontariamente” il suo corpo. E lei non protesta, anzi.

Veronica si lancia nelle danze, seguita dal marito, che è mal fermo sulle gambe, che inevitabilmente cedono. Provvidenzialmente sostenuto nella caduta da qualcuno, e si ritrova sdraiato sul pavimento.
Fortunatamente è solo una botta all’anca, ma duole e deve essere accompagnato in camera per evitare altri guai. Anna e Veronica aiutata da un signore, che non conosco, lo accompagnano in camera.
Inevitabilmente l’allegria della compagnia si affievolisce, e tutti ansiosi aspettavano notizie. Dopo una mezzora finalmente ritorna Veronica, e ci rassicura sulla salute del marito: dicendoci che è stata solo una sbronza e adesso dorme.

Comunque sia andata la serata riprende vigore, tra sguardi provocanti, con “casti” baci e abbracci, con provocazioni e promesse.
Anna e Veronica, libere dal controllo del marito, s’imboscano in cucina.
Da curioso marcio. Lascio passare una decina di minuti, e quatto-quatto raggiungo la cucina. Non ci sono, ma dalla cambusa arrivano leggeri sospiri. Ecco dove sono le due maialine.

Socchiusa la porta. Nella penombra le intravedo in mezzo a scatoloni e cestelli vari.
Anna, seduta su uno scatolone, ha la gonna alzata. Veronica ha la faccia immersa sulla figa dell’amica. Entrambe emettono sospirano sempre più forte.
Anna mi vede, e mi appella con un “brutto maiale che fai qui?”
“Guardo due donne che si leccano la figa”.
Veronica abbandona il gustoso pasto, Si gira e mi tira un’arancia, centrandomi sul petto, e mi urla:
“Porco!...ti piace vederci?”
“Si…”
“Allora vieni qua... che ti faccio vedere come si succhia un cazzo.”
Il “mio” sta già spingendo nei pantaloni, vuole uscire e divertirsi. In due passi sono vicino alle due donne.
Anna è a gambe larghe, e la figa in bella vista, profuma di godimento interrotto.
Veronica si da fare a liberare il mio “prigioniero”. Con forza e senza grazia mi abbassa pantaloni e boxer, scoprendo il “mio” già duro.
“Cazzeruola…Anna, hai ragione ha un bell’arnese…Lo posso assaggiare!”
“E brava lei… mi lasci a metà…ma fai tu!”
Anna non ha ancora finito di protestare, che il mio durissimo è risucchiato dalla calda bocca di Veronica. Dimostrandomi da subito la sua raffinata esperienza. Lo risucchia fino in fondo, e senza rilasciarlo accarezza la cappella con la vogliosa lingua. Per poi fare un vertiginoso fuori-dentro.

Anna segue l’esibizione dell’amica, smanettandosi la gocciolante patata.
All’improvviso Veronica abbandona il “mio”, e spostata la mano dalla figa della sua amica, si fionda sul fiore aperto, leccandolo vogliosamente.

La pila di scatoloni sulla quale era semisdraiata Anna cede, e la coppia di donne si ritrova per terra, ma risistemate alla bella e meglio. Anna accavalla le gambe sul collo dell’amica che ricomincia a leccarla e chiavarla con le dita.
Io imbambolato ed eccitato osservo l’erotica poesia dei due corpi che si godono leccandosi e scopandosi vogliose, in uno scomodo sessantanove. Entrambi sono sconvolte da fremiti e urla di godimento.
Con un rauco urlo godono un’ultima volta, e si accasciano una sull’altra.
Le due donne si guardano sconvolte e soddisfate dal godimento. Si abbracciano. Si baciano aggrovigliando le lingue.

Finalmente si accorgono di me, sempre a braghe abbassate e cazzo duro. Devo avere una faccia ridicola e sconvolta, che fa scoppiare le due donne in una forte risata.

Sempre ridendo si ricompongono alla bella e meglio e mi lasciano tra gli scatoloni senza una parola.

Il mio si affloscia, non so se ridere o incazzarmi, ma sono ormai solo e sconsolato. Mi rivesto, e rientro nel salone.

Devo avere una faccia stralunata, tanto che la Biondina mi domanda se sto bene, la tranquillizzo dicendo che non è successo nulla. Le chiedo solo una grappa per riprendermi. Finita la quale salgo in camera e m’infilo a letto, solo soletto, con l’idea fissa che l’indomani vada a sciare. Che è più meglio.
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