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Non è un paese per giovani...


di Pulcia
02.10.2017    |    4.882    |    8 9.9
"E venni nuovamente, meno acutamente di prima, un orgasmo profondo e duraturo..."
Una sera come le altre, finisco tardi di lavorare, esco dall’ufficio stanca e vado a prendere i mezzi per tornare a casa.
Mi siedo in carrozza e comincio a scorrere le notizie sul mio smartphone e la mia attenzione viene rapita da una in particolare, nella sezione sociologia.
L’articolo riguardava i flussi migratori interni al nostro bellissimo paese, il giornalista spiegava come, soprattutto in alcune zone pedemontane del centro Italia, i flussi migratori dei giovani, alla ricerca di lavoro, stavano lentamente facendo sparire i piccoli paesini o borghi, carichi di storia, lasciando queste piccole perle abbandonate o semi disabitate.
Il giornalista continuava elencando numerose località ed analizzando come, nel giro di una generazione, forse meno, tutti questi posti sarebbero rimasti deserti.
La notizia mi lasciò molto perplessa e continuai a pensarci tornando a casa e anche l’indomani a lavoro.
Fra un progetto e l’altro facevo ricerche su internet e scoprii che il giornalista non aveva tutti i torti e che la globalizzazione stava facendo “morire” intere parti del nostro paese.
La sera a casa, con un po' più di calma, continuai nella mia ricerca e trovai che questi posti, menzionati anche dal giornalista, erano delle autentiche perle, piccoli borghi, antichi paesini, con una, mille storie da raccontare!

Nei giorni e nelle settimane successive quasi mi dimenticai di quell’articolo fino a quando un giorno, a lavoro, il mio responsabile mi prese da parte per dirmi che erano più di due anni che non mi prendevo delle ferie serie, per serie intendeva più di un ponte o due giorni consecutivi e si presentò davanti a me con un foglio di ferie per le seguenti 4 settimane. Un po' allibita mi resi conto che aveva ragione, la mia vita era totalmente dedicata al lavoro.
La sera stessa, rientrata a casa, mi ritrovai a pensare cos’avrei potuto fare nelle prossime settimane.
Ero e sono una ragazza normale ma non avevo un fidanzato e nemmeno amici/amiche. Da quando avevo finito l’università 4 anni prima avevo solo lavorato. Lavorato e basta.
Accesi il laptop per vedere se riuscivo a trovare qualche luogo interessante da visitare e finii, casualmente, sulla cronologia dei borghi e dei paesini in via di “sparizione”… e mi dissi “perché no?” Stranamente l’idea di partire all’avventura mi ispirava e così mi decisi, preparai la valigia e andai a dormire
La mattina dopo partii decisa alla guida e, presa l’autostrada, mi diressi verso il primo dei paesini scoperti navigando su internet.
I primi giorni passarono veloci, fra passeggiate nelle stradine di questi borghi e chiacchierate con le persone che incontravo, principalmente persone anziane o comunque sopra i 50, che abitano e vivono in questi luoghi.
Dopo qualche giorno di viaggio arrivai nel paesino di Rocca Vecchia e, secondo il mio itinerario, mi sarei dovuta fermare a dormire in una stanza che avevo trovato in affitto per qualche giorno da una coppia di abitanti. Appena arrivata venni accolta calorosamente dai due coniugi, Laura e Giuseppe, che mi accompagnarono nella stanza, che una volta era stata della figlia quando viveva accomodare per la cena.
Devo dire che ho passato una serata particolare, Laura è un ottima cuoca ed entrambi sono stati degli ospiti gentili e premurosi. Abbiamo parlato un po’ di tutto, del mio lavoro, del mio viaggio alla scoperta dei paesini dimenticati e ovviamente siamo finiti a parlare della situazione del loro piccolo borgo. Mi hanno confessato che erano molto tristi di quello che stava accadendo, la loro famiglia era originaria di Rocca Vecchia e avevano vissuto lì da sempre, così come altre famiglie rimaste ancora ad abitare lì, peccato che nessuno avesse meno di 50 anni. Tutti i loro figli erano andati a vivere nelle grandi città e nessuno aveva la benché minima idea di tornare un giorno! Ero sconvolta dalla tristezza, si tristezza, passatemi il termine, sconvolta da come si poteva percepire l’enormità del disagio provato da Laura e Giuseppe nel vedere la loro casa “morire” davanti ai loro occhi.
Sembravano vogliosi di condividere, o meglio, di sfogarsi con me di quanto tenevano dentro.
Mi raccontarono di come avessero cercato di vendere alcuni possedimenti, non solo loro, anche altri abitanti, a prezzi stracciati, pur di poter avere la possibilità che qualche coppia giovane, con figli o volenterosi di averne, si trasferisse nel loro paese ma niente.
La serata è continuata con la coppia che mi raccontava la storia del paese e di dove mi avrebbero accompagnata il giorno successivo per farmi raccontare altre storie del loro incantevole angolo di paradiso.
Quella notte non dormii bene e mi svegliai presto, ma rimasi ad ascoltare. Sentivo gli uccellini cantare, il borgo che lentamente si svegliava, un trattore che passava, poi una bicicletta forse. Nel frattempo anche la casa si svegliava, sicuramente Laura stava preparando la colazione.
Scesi le scale e rimasi sorpresa di trovare Giuseppe che stava versando il caffè in tre tazze diverse..
“Buongiorno Giuseppe, non ti credevo già sveglio a quest’ora” gli dissi assonnata e rendendomi conto solo ora che indossavo solamente una vestaglia e sotto, assolutamente nulla.
Da sempre dormivo nuda e a casa, quando mi svegliavo, indossavo la vestaglia e andavo alla ricerca di caffè… strano, mi ero comportata esattamente come a casa.
“Mia cara, le vecchie abitudini sono dure a morire… mi sono sempre svegliato a quest’ora. Caffè e poi via nell’orto prima di andare a lavorare” - Giuseppe era il postino del posto, alla mattina presto riceveva il furgone con la posta, la portava in casa e la suddivideva per vie, contrade disperse, paesini e abitazioni isolate, e partiva per il suo giro e tornava dopo pranzo se non nel pomeriggio. A seconda da chi andava, mi aveva raccontato, si fermava a parlare o gli leggeva la corrispondenza perché non sapevano leggere, chi lo invitava a pranzo.
“E tu invece, sono io sorpreso nel trovarti qui a quest’ora..” mi disse squadrandomi un po’ e porgendoli la tazza del caffè.
“Grazie. Ci voleva de buon caffè” dissi prendendone una sorsata “non sono abituata ai suoni della campagna!” E scoppiammo entrammo a ridere!
Giuseppe mi ricordò che mi aveva promesso di portarmi a fare il giro della posta con lui e così abbiamo fatto.
Con il suo furgoncino andammo in giro tutto il giorno, conobbi praticamente tutti gli abitanti del paese. Luigi, il “sindaco”, era una persona molto rispettata nel paese, infatti la sua posta era la prima ad essere consegnata. Un signore distinto, vestito elegante al nostro arrivo, con il caffè caldo per il postino e per la sua ospite. Era l’ex rappresentante comunale del borgo.
Mentre bevevamo il caffè mi raccontò che era tutt’ora la persona a cui si rivolgevano gli abitanti per consigli e per risolvere piccole incomprensioni.
Il giro continuò fra stradine impervie e casette isolate. Conobbi una strana coppia, entrambi ex insegnanti da poco in pensione, che avevano insegnato ai pochi bimbi di tutti i paesini attorno nella scuola del loro paese, ora chiusa per mancanza di iscritti. Erano giovanili e nonostante questo mi dissero, tornando sempre al discorso dello spopolamento del luogo, che loro non avevano potuto avere figli perché Emma era sterile e Franco non aveva voluto saperne di adottarne uno o usare la fecondazione artificiale.
Incontrai anche Ottavio, il dottore del paese che praticava ancora. Era rimasto vedovo molto giovane e non aveva mai trovato altra compagna, dedicandosi al lavoro, che lo aveva portato in giro per l’italia da giovane ma che poi aveva scelto di legare indissolubilmente a casa sua.
L’ultimo del giro era anche il più particolare.
Incontrai Roberto. Il signor Roberto era un signore sulla sessantina, forse meno, che era tornato a vivere nel paese una decina di anni or sono dopo essere stato all’estero molti anni per lavoro, era andato via da giovane per studiare, agraria, e poi aveva seguito l’onda del lavoro. Una volta tornato però non raccontò mai molto di quello che aveva vissuto. E si era dedicato alla sua passione, l’agricoltura, praticamente Roberto riforniva tutti gli abitanti del borgo con verdure di stagione durante tutto l’anno.

Arrivammo a casa nel tardo pomeriggio, neanche il tempo per la doccia che Laura chiamava per la cena.
Ero stanchissima per la lunga giornata e non riuscivo a togliermi dalla testa le storie raccontatemi dagli abitanti del posto. Ero evidentemente distratta a cena perché ad un certo punto sentii silenzio e vidi che Laura e Giuseppe avevano smesso di parlare e mi guardavano fissi.
“Vedi Peppe, l’hai distrutta questa povera ragazza!” Disse infine Laura.
Giuseppe era evidentemente imbarazzato dalla situazione.
“No Laura, scusatemi, non sono abituata alla sveglia così presto, sono stata benissimo con Giuseppe e lo rifarei anche domani!” Dissi convinta.
“Eh no carina!” Mi disse scherzosamente “domani mattina devi aiutare me! Come ogni domenica vengono a pranzo il sig. Roberto, il sindaco, Ottavio e I Percelli. E tu mi aiuterai a preparare un vero pranzo domenicale!”
Chissà perché ma ne ero entusiasta!
Mi trascinai in camera dopo aver dato la buona notte e non appena mi buttai nel letto crollai nel sonno. Mi svegliai dopo poche ore perché avevo caldo, infatti ero ancora vestita. Mi spogliai completamente e mi misi di nuovo nel letto.
Questa volta però non riuscivo a dormire…
Continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto ma proprio il sonno non voleva arrivare.. ero accaldata però anche, si anche un po’ eccitata, facendo mente locale era più di una settimana che non mi davo un po' di piacere e involontariamente, mentre la mente pensava a questo fatto, la mia mano era già scesa ad accarezzare il mio interno coscia… sfiorandomi le labbra… e il brivido che ne ricevetti mi fece capire che era proprio quello il motivo del mio “non riuscire a dormire”.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalle sensazioni, il tocco delle mie dita che lentamente si facevano strada fino al mio clitoride, stimolandolo lentamente e la mia mente che si andava riempiendo di immagini che mi avrebbero accompagnata nel piacere. Normalmente, quando mi toccavo, mi immaginavo di fare del sesso con persone che incontravo, una delle mie passioni era il garzone del fruttivendolo, mi era successo di immaginarmi alcuni colleghi o semplicemente degli sconosciuti notati in metrò. Quella sera le immagini che mi scorrevano nella testa erano meno definite, più confuse ma ugualmente stimolanti… raggiungi l’orgasmo dopo pochi minuti, godendo silenziosamente nel letto, ma non ero ancora soddisfatta, cosi, sempre ad occhi chiusi, non smisi di toccarmi e iniziai lentamente a penetrarmi prima con un dito… passando a due dita subito dopo…
Oramai mi stavo lasciando andare al piacere, abbandonandomi alle sensazioni.. le immagini nella mia mente mi stavano accompagnando verso un altro inteso orgasmo quando da poco definite e sfocate si misero a fuoco…tanto da permettermi di “vedere” cosa e con chi stavo godendo… Aprii gli occhi di scatto trattenendo a stento un urlo di sorpresa… nella mia mente stavo facendo sesso con Giuseppe… mi accaldai ancora di più di quanto non lo fossi già.. un po’ timorosa richiusi gli occhi tuffandomi ancora in quel mondo e mi ritrovai, questa volta molto chiaramente, in una scena molto particolare..
Eravamo in una stradina di campagna, esattamente come una di quelle che avevo percorso quella mattina, vicino ad un campo coltivato dove c’era un trattore parcheggiato.
Il furgoncino di Giuseppe era parcheggiato sul ciglio della strada, i portelloni posteriori aperti, Giuseppe seduto sul cassone posteriore mentre io ero piegata in avanti e stavo succhiando il suo cazzo duro e vibrante… ma non era finita qui. Sentivo chiaramente che un altro uomo mi stava scopando da dietro, tenendomi per i fianchi e spingendo con foga il suo cazzo dentro di me. Mi girai a guardare ed era il Signor Roberto che mi stava scopando con un ritmo deciso e profondamente…
Giuseppe mi venne copiosamente in bocca mentre glielo succhiavo e cercai di non farne cadere neanche una goccia… poco dopo anche il Sig Roberto mi venne dentro, riempiendomi del suo seme caldo.
Non appena ebbero finito entrambi mi rizzai in piedi e quello che vidi mi sconvolse completamente, tanto sconvolgente che venni, questa volta non riuscendo a trattenere un urlo di piacere, e per la prima volta dopo tantissimo tempo, venni cosi intensamente che bagnai completamente le lenzuola con i miei umori…
Con il respiro affannoso e ancora scossa dall’orgasmo appena avuto ripensai a quella strana cosa che aveva immaginato la mia mente e che mi aveva fatta godere molto più intensamente del solito…. Quando mi rizzai in piedi, nel mio sogno ad occhi aperti, mi vidi incinta, di almeno 4/5 mesi data la dimensione della mia pancia e dei miei seni altrimenti più che nella media.
Con questo pensiero in testa mi addormentai pacificamente e dormii fino a quando non suonò la sveglia, che mi ero messa per aiutare Laura in cucina come mi aveva chiesto.

Nonostante avessi dormito profondamente dopo quel fantastico orgasmo quando mi svegliai ero tutta sottosopra, le immagini di poche ore prima continuavano a ronzarmi nella mente.
Scesi in cucina dove trovai sia Laura che Giuseppe intenti a preparare la colazione. Non posso nascondere che trovarmi faccia a faccia con Giuseppe, protagonista del mio sogno ad occhi aperti di poche ore prima, mi diede un forte brivido lungo la schiena.
“Buongiorno a tutti!” Esclamai cercando di dissimulare il mio lieve disagio ed imbarazzo.
“Buongiorno cara” mi disse Giuseppe “sei pronta per il lavoraccio domenicale?” Disse sorridendo..
“Smettila Peppe, lasciale prendere il caffè prima di molestarla…” chiosò Laura di rimando.
Chiacchierammo del più e del meno durante la colazione fino a quando arrivò il momento di iniziare a preparare il pranzo domenicale.
Laura era un’ottima cuoca, soprattutto molto paziente, visto che io non ero affatto brava in cucina, mi spiegava tutto lentamente e io l’aiutavo come potevo.
Parlammo della loro vita nel borgo e anche con lei toccammo l’argomento della prossima “morte” del loro piccolo paradiso. Laura preparò cibo per un esercito, quasi non mi accorsi nemmeno che era ora di pranzo e quando me lo fece notare mi resi conto che ero praticamente ancora in tuta. Corsi di sopra a cambiarmi e senza rendermi conto mi ritrovai davanti allo specchio con l’unico vestitino estivo che avevo messo in valigia e indossando un paio di tacchi. Mi guardai nello specchio quasi non riconoscendomi. I miei capelli erano lucenti, non avevo le occhiaie che mi accompagnavano perennemente e il mio viso era disteso e solare. La mia pelle aveva preso un colorito sano e non giallognolo dovuto al troppo tempo passato in ufficio sotto la luce del neon.
Mi ritrovai a dirmi che ero proprio carina.
Scesi allegra in soggiorno dove trovai già tutti gli ospiti in salotto che chiacchieravano con Giuseppe. Mi salutarono allegramente dato che li avevo incontrati tutti il giorno precedente durante il “giro della posta”.
Dopo pochi istanti Laura chiamò tutti a tavola dove ci sedemmo e Giuseppe mi fece sedere alla sua destra, nel posto d’onore, e vicino a me c’era il Sig Roberto. Ancora una volta il mio corpo fu scosso da un brivido di eccitazione, che cercai di reprimere. I commensali erano tutti molto socievoli, vuoi per la compagnia, vuoi per il buon pranzo preparato da Laura, vuoi per il vino di casa che Giuseppe versava abbondantemente nei bicchieri, il pranzo fu davvero molto piacevole. Tutti erano molto curiosi del mio lavoro e della mia vita, sul perchè non avessi un compagno visto che ero una bella figliola, parole del “sindaco”, fino ad arrivare al Dottor Ottavio che sosteneva che la vita nelle grandi città fosse aberrante e non civile, parole sue.
Mentre partecipavo a questo evento genuino la mia mente non smetteva di pensare al fatto che angoli di paradiso e tranquillità come questo stavano pian piano scomparendo e dentro di me ne soffrivo immensamente, molto più di quanto avessi immaginato.
Terminato il pranzo luculliano era ormai pomeriggio inoltrato e, come consuetudine gli uomini si spostarono in giardino per chiacchierare sorseggiando un amaro mentre io mi ritrovai ad aiutare Emma e Laura's sparecchiare e sistemare la casa.
Le due donne erano molto amiche e si vedeva da come erano coordinate nelle faccende di casa. Ovviamente, una volta sole, l’argomento ricadde nuovamente sulla situazione in cui si trovava il paesino, Emma era molto dispiaciuta dalla situazione e nel bel mezzo del discorso, ad un certo punto, disse sorridendo “Cara, se solo avessi un compagno potresti trasferirti te! Così porteresti un po' di allegria in paese e magari qualche bel bambino!! Sono sicura che riusciremmo anche a trovarti una sistemazione gratis, ci sono cosi tante case libere nel borgo!”
Sorrisi contenta ad Emma ma quell’affermazione mi fece tornare indietro alla notte precedente e ancora una volta un forte brivido mi percorse la schiena fino alla nuca. Questa volta flash delle immagini del mio sogno ad occhi aperti mi tornarono in mente e quasi ruppi un piatto che stavo asciugando quando mi accorsi di avere le mutandine bagnate a causa di questi pensieri.
Il resto del pomeriggio trascorse fra risate e chiacchiere frivole in giardino, qualche bicchiere di amaro e molte risate.
Durante il tempo trascorso con loro mi sentii come mai mi ero sentita. Rilassata, ben voluta, a casa… mi ero estraniata dalla conversazione involontariamente mentre pensavo che dopo pochi giorni sarei dovuta tornare alla mia vera vita e non riuscivo a rassegnarmi.
Quando rivolsi nuovamente l’attenzione ai discorsi l’argomento era tornato lo stesso di sempre.

“Si Luigi te lo confermo!” Stava puntualizzando Roberto “Io sarei disposto a dare alloggio gratis e un lavoro nella mia tenuta a qualunque coppia giovane si trasferisse a Rocca Vecchia per costruire una famiglia! Abbiamo già tutto, scuola, dottore, connessione ad internet…”
“Roberto capisco il tuo intento…” stava rispondendo il sindaco quando una voce lo interruppe. E quella voce era la mia!!!
“Lo stesso discorso vale per le donne single Sig Roberto?”
Oh mio Dio! Cos’avevo appena chiesto??? Un brivido mi penetrò la schiena…e partiva dal mio inguine.
Tutti si azzittirono e il Sig Roberto mi guardò fissa negli occhi ma la prima a parlare fu Emma
“Vorresti trasferirti qui Beatrice??” Disse cristallina. “Ma dovresti trovarti un compagno per procreare….”
“Non necessariamente” intervenì il dottore “esiste anche la fecondazione assistita. Questo mi fa venire in mente un articolo che lessi molti anni fa, forse ero ancora all’università” continuò perso nel suo pensiero e nei suoi ricordi, alla costante ricerca di una soluzione “lessi che nei paesini sperduti nelle grandi distese americane hanno sperimentato quello che stiamo sperimentando noi, in alcune comunità, gli abitanti, di comune accordo, sceglievano di eseguire un atto di ripopolamento utilizzando, comunitariamente, le donne ancora fertili come nutrici della comunità, e non essendoci all’epoca la fecondazione assistita, a turno, gli uomini del paese fecondavano la o le donne ancora fertili.”
Laura intervenne lanciando un grido! “Dottore non mi sembra questo il caso…” ma nuovamente fu interrotta da una voce, ancora la mia!!!!
“Mi sembra un metodo perfetto.”
COOOSA???!! Avevo appena suggerito che gli abitanti del paese dovevano fecondarmi?? Cosa mi stava succedendo, parlavo senza pensare… o meglio, parlavano i miei istinti e non la mia mente.
Tutti i presenti si zittirono nuovamente mentre mi fissavano…
Ora non sapevo proprio cosa dire…
“Io.. ehm io cioè, intendevo…” cominciai a farfugliare diventando rossa come un peperone.
“Stai parlando sul serio Beatrice?” Disse con calma olimpica il Sig. Roberto.
Mille cose mi passarono per la testa in un istante comode un flash… questa volta stavo usando il cervello per parlare.
“Si dico sul serio, vorrei trasferirmi qui e contribuire, per quel che posso, a non far scomparire questo angolo di paradiso.” Oh dio, l’avevo detto.
In un secondo tutti scoppiarono a parlare contemporaneamente uno sopra all’altro. Chi era entusiasta dall’idea, chi subito mi chiese come avrei fatto con la mia vecchia vita, chi con il lavoro, creando una grande confusione.
Dopo un po’ di caos, Luigi, il sindaco, zittì tutti e prese la parola.
“Beatrice, mia cara, sei una ragazza gentilissima e con un cuore d’oro ma voglio chiederti se ti rendi veramente conto di quello che stai dicendo” disse seriamente.
“Sig Luigi, sono serissima. Come vi ho raccontato è come se il fato mi avesse portata qui. Da un banale articolo di giornale letto di sfuggita una sera dopo una insoddisfacente giornata di lavoro, sempre uguali una con l’altra. Mi ritrovo qui in un posto dove si può vivere la propria vita, tornando alle origini, serenamente e assaporandone il vero valore. Sono anni che cerco un fidanzato per creare una famiglia ma non riesco a trovarne uno neanche pregando. Non perchè io sia brutta o sgarbata credo, ma semplicemente perchè quelli che trovo non mi vanno mai bene.”- Dissi tutto d’un fiato - “credo che sia arrivato il momento di dare una svolta alla mia vita, il momento di crearmi una famiglia. E da quando sono arrivata in questo magnifico luogo voi tutti e specialmente Giuseppe e Laura, mi avete fatto sentire bene come mai mi era successo, mi avete fatta sentire in famiglia”
Ancora una volta tutti rimasero in silenzio, chi a bocca aperta, chi visivamente commossa come Laura.
Feci per riprendere la parola ma mi fermai quando sentii la mano di Giuseppe, seduto al mio fianco, appoggiarsi sul mio polso.
“Credo di parlare a nome di tutti” disse incontrando con lo sguardo tutti i presenti “ nel dire che siamo incredibilmente felici della tua decisione, anche noi abbiamo parlato di te in questi giorni e tutti concordiamo che sei una ragazza rara e semplice, la tua scelta di aiutarci ha un valore incredibile per noi, è come un vero e proprio miracolo. Grazie di cuore.” E mi baciò il dorso della mano.
In quel momento ebbi nuovamente un brivido lungo la spina dorsale e nuovamente certe immagini mi passarono per la mente…
Franco a questo punto prese la parola entusiasta “Peppe credo sia il caso di aprire quella bottiglia che tenevi da parte per le occasioni speciali!!!” Disse rivolto all’amico. “Emma, appena torniamo a casa devo andare in soffitta a recuperare tutti i contatti delle cliniche che abbiamo visitato per aiutare Bea con la fecondazione artificiale”.
Tutti cominciarono nuovamente ad intervenire, creando una gran confusione, il dottore che diceva la sua, il sindaco che già parlava di sistemazione e residenza e via cosi… Alla fine sopra tutti intervenne Laura dopo aver confabulato con Emma.
“Scusatemi, state parlando per dare aria alla bocca? Per dare nuova vita alla comunità non credo che basterebbero un bambino o due, si tratta di un discorso molto più serio, e se anche Bea fosse disposta a darci più di un bambino, non credete che sarebbe sospetto andare in clinica ogni 12 mesi per una fecondazione?”
Tutti si zittirono nuovamente sorpresi.
A quel punto mi schiarii la voce ed intervenni “Effettivamente Laura ha ragione, ma scusate, a questo punto, non potremmo fare come suggerito dal Dottor Ottavio?” Dissi sfacciatamente.
Calò il silenzio sotto il portico di Laura e Giuseppe e tutti mi guardavano senza sapere cosa dire.
“Scusatemi, non volevo offendere nessuno con la mia affermazione, è che mi sembrava la cosa più semplice e privata possibile... ma magari sbaglio...” dissi cercando di rompere il silenzio imbarazzata per la mia sfacciataggine.
Laura mi sorrise “Mia cara, mai mi sarei aspettata solo tre giorni fa, di sentire cosi dolci parole a casa mia. Sei un vero angelo mandato dal signore, ma sei veramente sicura di quello che stai dicendo? Sei sicura di non esserti fatta trasportare dal momento?”
“Laura, credo di non essere mai stata più sicura di così!” Dissi questa volta con un gran sorriso.

A quel punto la tensione era sciolta e tutti si alzarono in piedi per festeggiare, Giuseppe andò a prendere quella famosa bottiglia e tutti insieme brindammo a me e alla mia folle decisione.

Si era fatto tardi ed era ormai ora di cena, tutti gli invitati alla fine decisero di rimanere a casa di Laura e Giuseppe anche per cena e mentre ognuno faceva qualcosa per preparare la tavola o in cucina il dottore mi prese da parte per parlare con me dei prossimi step.
Mi fece un po’ di domande ginecologiche e poi mi chiese se poteva farmi una breve visita per controllare che tutto fosse ok.
Prese la macchina e andò a casa a prendere la sua borsa con gli strumenti mentre io mi recavo in camera. A dire la verità ero un po’ tesa dalla situazione e camminavo su e giu per la stanza. Il Dott Ottavio arrivò accompagnato da Laura.
“Ti dispiace se assisto Bea?” Mi chiese Laura “Aiutavo Ottavio all’ambulatorio quando ancora ne avevamo bisogno”. Annuii rincuorata dalla sua presenza.
Mi sfilai le mutandine e mi misi a pancia in su sul letto, non avendo un lettino appropriato, e mi sollevai il vestito scoprendo la mia intimità.
Le mani del dottor Ottavio erano calde fortunatamente e con molta gentilezza fece i suoi controlli ginecologici. Passato il momento di tensione mi rilassai e, senza volerlo, mi eccitai, molto, anzi moltissimo. Mi sentivo tutta bagnata.
Ottavio infatti non ebbe nessuna difficoltà ad esaminarmi, nemmeno quando fu il momento di inserire lo speculum, non dovette nemmeno lubrificarlo. Alla fine della visita mi misurò la temperatura vaginale e poi mi disse che avevo finito.
Mentre mi sistemavo, visivamente “accaldata”, Ottavio cominciò a parlarmi “Bene Beatrice, per quello che posso vedere sei una giovane donna in ottima salute, tutto mi sembra in regola e se ti interessa saperlo, in questo momento stai ovulando e sei al massimo della fertilità” io arrossii ancora di più alla sua osservazione mentre Laura mi strinse la mano per rassicurarmi.
“Quale notizia migliore! Bea, mia cara, se sei d’accordo credo che sarebbe il caso di cominciare oggi stesso visto che sei nel periodo giusto, che dici?”
Rimasi stupita dalla velocità con cui Laura mi propose di fare del sesso con uno degli abitanti del paese ma mentre ci pensavo mi eccitai ancora di più... quanto era passato dall’ultima volta?
“Ma certo, credo che non dobbiamo perdere quest’occasione, ma come faremo a scegliere con chi?” Dissi assecondandola.
“Non saprei proprio mia cara” disse con un enorme sorriso “parliamone a cena con gli altri, ti va?”

A quel punto il dottore ci precedette e noi raggiungemmo, dopo pochi minuti, gli altri in sala da pranzo. Da come mi guardavano, soprattutto gli uomini, ero sicura che il dottore avesse già comunicato la mia “situazione clinica” al resto dei presenti. Ricevetti molti sguardi intensi... e sicuramente il vestitino che indossavo spiccava chiaramente e soprattutto non credo che fossero abituati a vedere belle ragazze con i tacchi...
Sorrisi e arrossii visivamente. Mi avviai a sedermi al posto d’onore per gli ospiti, come a pranzo, vicina a Giuseppe e si cominciò a mangiare.
La cena era self service e l’atmosfera era rilassata mentre tutti discutevano su dove mi sarei sistemata, su come mi avrebbero aiutata e via dicendo..
Mentre ormai sazi concludevamo la cena chiacchierando ancora seduti a tavola mi accorsi ancora che tutti i presenti stavano evitando l’argomento “sesso”. Io invece volevo affrontarlo, soprattutto perché ero “vergognosamente” bagnata!!!
Stavo raccogliendo il coraggio per intervenire quando Giuseppe mi afferrò il polso sinistro e zittì i presenti.
“Amici miei, credo che ci abbiamo girato intorno abbastanza. È giunto il momento di prendere una decisione.” Disse solenne.
Il sindaco intervenne ”Scriviamo i nostri nomi su un foglietto di carta e poi Bea ne pesca uno a caso. Per la comunità”
Io annuii sentendomi vibrare dentro.
“Che cosa asettica...” comincio a dire Laura “credo che Bea dovrebbe essere libera di scegliere, alla fine è una sua decisione...”
Quando inspiravo per intervenire Giuseppe mi stringeva il polso per fermarmi, lasciando che gli altri continuassero a discutere.
Ad un certo punto intervenne il dottore e tutti si fermarono ad ascoltarlo “Da un punto di vista meramente medico la soluzione migliore è quella con le massime probabilità di riuscita. Ai giorni nostri si dovrebbe analizzare la carica spermatica di ogni uno degli abitanti del paese e monitorare attentamente il ciclo di Beatrice e poi fare in modo che l’inseminazione avvenga nel giusto periodo con il partner più fertile. Ovviamente questo comporta molto tempo, circa un paio di mesi.” Disse sospirando “ripensando all’articolo di cui vi accennavo oggi pomeriggio, mi ricordo che analizzarono anche i diversi risultati ottenuti sperimentando empiricamente, dall’estrazione casuale a la scelta per grado di importanza all’interno del paese, tutti i metodi di scelta si rivelarono fallaci. I metodi che riscossero maggior successo in termini di procreazione/tempo erano quelli che includevano l’assioma che la donna veniva fecondata da tutti i maschi abili della comunità, a turno privatamente o contemporaneamente in occasioni create ad hoc...”
Tutti erano ipnotizzati dalle sue parole mentre io non potevo distogliere i miei pensieri dal completo lago che mi ritrovavo fra le cosce e i capezzoli turgidi che si vedevano chiaramente attraverso il vestitino!
Questa volta non potei resistere, feci per parlare e mi bloccai pensando che Giuseppe mi avrebbe fermata e invece niente, mi fece semplicemente un cenno di parlare.
“Per me va bene” dissi debolmente, nessuno mi sentì “per me va bene” ripetei a voce alta e tutti si voltarono verso di me. “Per me va bene” continuai “sono qui per dare a questo angolo di paradiso un futuro, facciamo come ha suggerito il dottore, dovreste prendermi tutti. E’ la soluzione migliore per il nostro piano.” E sospirai incrociando casualmente lo sguardo di Laura, carico di approvazione e... si, carico di eccitazione.
Intervenne lei alzandosi in piedi. “Bea, credo che tutti i presenti siano pronti” Disse girandosi a guardare gli uomini presenti, camminando si avvicinò a me “Vuoi che ti accompagni in camera a prepararti?” Mi disse appoggiandomi una mano sul braccio, ero bollente “oh mio Dio ragazza mia sei bollente!!” Mi disse alzando il tono della voce.
“Laura, amici, scusatemi, so che non sarò opportuna ed educata in quello che sto per dirvi...” venni percorsa da un brivido e mi alzai in piedi davanti a tutti girando la testa verso Laura “credo di essere già pronta qui ed ora...” dissi sollevandomi il vestito fino alla vita mostrando così le mie mutandine completamente bagnate con una chiazza che arrivava praticamente fino al mini elastico... e le mie cosce luccicare di bagnato sotto le luci della sala da pranzo.
“Oh mio Dio!! Ragazza mia... sei eccitatissima...” mi disse abbracciandomi forte... mi mise le mani sulle spalle e mi spostò davanti a lei guardandomi negli occhi e annuendo.
“Emma, mia cara, fai spazio sulla tavola...” Disse sempre guardandomi...
Emma sparecchiò in un nano secondo metà della grande tavolata mentre io ero un po’ confusa... ero eccitata come mai mi era successo prima in vita mia... mi sembrava tutto ovattato e vedevo solo il viso sorridente di Laura che mi accompagnò vicino al lato sgombro della tavola facendomi girare e sedere sul bordo del tavolo.
Mi resi conto che mi stava sfilando le mutandine quando ormai erano alle caviglie, mi parlava continuamente ma io ero completamente persa nell’eccitazione...
Quasi rinvenendo da un sogno profondo ritornai lucida quando mi ritrovai in piedi, davanti a me. il “sindaco” Luigi che si stava sbottonando i pantaloni. Ero seduta a capotavola, il vestitino sollevato in vita, le mutandine sul pavimento, le mie gambe oscenamente aperte con i piedi appoggiati su due sedie messe ai miei lati... oh mio Dio!
Ormai Luigi aveva sbottonato i pantaloni e dalla patta svettava un cazzo duro e tozzo. Mi si avvicinò guardando in basso fino a quando la punta del suo arnese non era appoggiato sulla mia fighetta completamente lucida di umori e gonfia...
Alzò lo sguardo verso di me e io gli annuii mordendomi le labbra... lo sentii spingersi dentro di me deciso... ero talmente eccitata che mi penetrò senza alcun sforzo, accolto dal mio eccitamento. Spinse fino a quando non fu tutto dentro. Si fermò per alcuni istanti dentro di me, come assaporandomi.... e poi cominciò a scoparmi lentamente ma costantemente... solo allora mi accorsi che aveva gli occhi chiusi mentre mi prendeva...
Più lo sentivo entrare e uscire e più mi lasciavo andare, perdendo rigidità... il mio respiro si faceva affannoso.
Non facevo assolutamente caso al fatto che praticamente mi stavo facendo prendere davanti e da dei perfetti sconosciuti, sentivo solo un fortissimo calore pervadermi sempre più dal ventre. I capezzoli mi facevano male da quanto erano turgidi. Luigi non si fermava e aveva un respiro profondo e affannoso per lo sforzo... per il piacere che stava provando.
Stava aumentando involontariamente il ritmo penetrandomi a fondo e con movimenti decisi e io mi sentii pervadere dai principi di un orgasmo... sentivo chiaramente un brivido cominciare a salirmi lungo le gambe partendo dai piedi, su su fino al ventre fino a quando mi colse completamente di sorpresa, nonostante lo stessi aspettando...
Urlai di piacere senza vergogna.... mentre i miei umori invadevano la mia fighetta... solo a quel punto mi accorsi che Luigi aveva finalmente aperto gli occhi e mi fissava mentre godevo apertamente. Aprì la bocca in un urlo soffocato e tremando riverso il suo caldo seme dentro di me. Sentii chiaramente i fiotti del suo sperma schizzare dentro di me. Pervasa dal piacere mi morsi le labbra mentre Luigi sfilava il suo cazzo dalla mia patatina eccitata e bagnata.
Luigi si allontanò un po’ instabile sulle gambe raggiungendo una sedia e sedendosi con il volto colmo di soddisfazione ed appagamento.
Mentre mi rendevo conto che stavo gocciolando sul pavimento un misto di sperma e umori vidi farsi avanti dalla cucina Franco, nudo dalla cintola in giù e con il cazzo già in tiro, venne deciso verso di me e una volta puntato il suo pene sulla mia fighetta lo infilò dentro senza neanche batter ciglio. Cominciò a scoparmi molto velocemente, mentre assorbivo i suoi colpi, vidi Emma uscire dalla cucina, da dove era uscito anche Franco, visibilmente arrossata in viso. Sicuramente l’aveva scaldato per me... neanche il tempo di finire di pensare a quanto accadeva che Franco mi venne dentro praticamente dopo un minuto scarso...
Senza neanche degnarmi di uno sguardo si allontanò e raggiunse Emma.
Ero stata appena scopata da due uomini sul tavolo di una sala da pranzo... e ne volevo ancora....
Arrivò il turno del sig. Roberto... quando lo vidi calarsi i pantaloni ritornai con la mente alla notte precedente e venni percorsa da un fremito di piacere... Devo dire che Roberto era quello messo meglio fino ad ora e l’unico che, mentre si avvicinava, mi guardava negli occhi....
Non vedevo l’ora che mi prendesse!! Si avvicinò, posizionandosi tra le mie gambe, con le mani mi prese il sedere e si aiutò a spingersi dentro di me.
Provai una sensazione stupenda una volta che fu tutto dentro di me... senza perdere tempo anche il sig Roberto cominciò a scoparmi con foga e forza, sentivo le sue mani stringermi forte il sedere, una presa forte e possente. Fra i presenti era il più atletico apparentemente... e non solo... quando mi penetrava lo sentivo spingersi a fondo dentro di me e ogni spinta mi dava un piacere enorme... venni dopo pochi istanti, sconquassata da un orgasmo molto inteso e profondo... ancora una volta “mugolai” dal piacere e venni scossa da tremiti e brividi...
Sentivo chiaramente rivoli del mio piacere colarmi lungo l’inguine e cadere a terra..
Senza che me ne accorgessi le spalline del vestito mi erano scese dalle spalle, facendo intravedere il mio seno nudo nella scollatura... Roberto spostò le mani dal mio di dietro e le appoggiò sulle mie cosce, allargandole ulteriormente... in questa posizione riusciva ancora meglio a entrarmi tutto, proprio tutto dentro. Venivo percorsa da continui fremiti di piacere... e venni nuovamente, meno acutamente di prima, un orgasmo profondo e duraturo... che non fece altro che aumentare la mia eccitazione! Mi accorsi allora che il sig Roberto si stava trattenendo dal venire mentre io ero già venuta ben due volte sotto i suoi colpi... Sollevai un piede dalla sedia e con la gamba cinsi la sua vita, appoggiando il piede sul suo sedere, “incitandolo” a spingere ancora di più... il mio tocco quasi lo svegliò da un sogno, facendogli perdere la “concentrazione” e lo sentii tremare mentre mi veniva dentro copiosamente! Non lascio sfuggire nessun forte gemito di piacere, nessuna esclamazione, ma l’espressione del suo viso e dei suoi occhi era di estremo godimento.
Rimase fermo dentro di me per un tempo indefinito, quasi assaporando il suo piacere, sentendo il suo seme entrare nella mia fighetta arrossata e dilatata, già piena di sperma ma ancora vogliosa.
Si sfilò lentamente e, nonostante fosse appena venuto, era ancora duro...
In quell’attimo di pausa mi risistemai sul bordo del tavolo, pronta ad accogliere il prossimo, e mi resi conto che a terra ormai c’era praticamente un lago, sperma dei miei “benefattori” misto ai miei umori... non credo di aver mai avuto cosi tanti orgasmi facendo sesso in vita mia prima di allora, e non era ancora finita!
Vidi avvicinarsi il Dottor Ottavio, anche lui con la patta sbottonata e un cazzo di ragguardevoli dimensioni che svettava fiero verso di me.
Mi scostai i capelli che mi erano andati a finire sul volto e, in un moto di “Troiaggine” mi sfilai definitivamente le spalline del vestito rimanendo con il seno scoperto e in bella vista. Ottavio non si fece problemi e con modi da uomo navigato, nonchè dottore, mi si piazzò fra le gambe e mi infilò il suo bel cazzo dentro in un colpo solo fino alla base. Non incontrò molte difficoltà visto lo stato della mia passerina completamente aperta e “lubrificata”....
Ottavio si dimostrò molto intraprendente, più dei suoi predecessori, dopo aver preso il ritmo, devo dire sostenuto per un uomo della sua età, non si limitò al compitino, anzi... prese a palparmi i seni con le mani, a giocare con i miei capezzoli. Come potete immaginare questo mi eccitò ancora di più... venni praticamente subito inondando letteralmente Ottavio con i miei umori... aveva perfino i pantaloni bagnati dai miei umori... Devo confessare che ormai ero in preda ad un estasi duratura... la larghezza del cazzo di Ottavio e la sua intraprendenza, stava abbattendo le ultime barriere di pudicizia che ancora reggevano. Cinsi il busto del dottore con entrambe le gambe, accompagnando il suo ritmo e spingendolo più a fondo dentro di me, misi le mani sulle sue spalle per facilitarmi il compito... Venni nuovamente una seconda e una terza volta mentre l’insospettabile Ottavio continuava a pomparmi come un pazzo...
Anche uno stallone come Ottavio però doveva avere un limite e quando lo raggiunse se ne accorsero tutti.... con entrambe le mani mi strinse i seni, afferrandoli con forza, e utilizzandoli come sostegni diede quegli ultimi 3/4 colpi con foga quasi animale fino a liberarsi completamente dentro di me... quando sentii il suo seme caldo aggiungersi a quello degli altri dentro di me non riuscii a resistere e venni per la quarta volta nel giro di pochi minuti... ero ormai spossata e mi adagiai sul tavolo con la schiena per riprendere fiato.
Quando sfilò il suo arnese quasi si senti un rumore di risucchio tanto la mia fighetta era piena di liquidi... dopo qualche minuto alzai la testa per guardarmi attorno e vidi che il Dottor Ottavio stava salutando Giuseppe e Laura avviandosi verso la porta. Non vedevo nessun altro attorno.
Quando tornarono in sala da pranzo entrambi chiesi che fine avessero fatto tutti gli altri, mi risposero che erano andati a casa perchè si era fatto tardi. Laura mi disse che mi avrebbe accompagnata a farmi una doccia prima di mettermi a letto perchè dovevo essere esausta. La interruppi: “ ma scusa Laura, non abbiamo ancora finito, manca Giuseppe.” Dissi guardandolo, ma soprattutto guardando quell’enorme rigonfiamento che vedevo nei pantaloni.
“Bea, mia cara, non sei distrutta? Guardati, credo che sia meglio per te riposare, Peppe non si offenderà sicuramente...” mi disse Laura con fare comprensivo.
Abbassai lo sguardo per guardarmi, effettivamente non ero un “bello spettacolo” avevo i seni arrossati dalle strette di Ottavio, il vestito era tutto stropicciato e macchiato sia da sperma che dai miei umori e non vi dico quali erano le condizioni della mia “povera” fighetta. Era completamente arrossata e mi pulsava, il clitoride era gonfio e duro e colavo ancora sperma e umori sul pavimento.
Dentro di me, e non solo, sorrisi e vidi gli sguardi interrogativi sui volti di Laura e Giuseppe, nonostante quello che mi era appena capitato ero ancora eccitata!!! Non riuscivo a credere a me stessa mentre dicevo ad alta voce “Laura, credo che anche Giuseppe abbia il dovere di riempirmi con il suo seme, per la comunità”. Ma che troia ero?
“Beh, non credo proprio che si tirerà indietro sai mia cara?” Disse Laura dandogli uno schiaffetto sul sedere “ Vai a fare il tuo dovere caro io intanto accendo l’acqua della vasca per Bea, ne avrà bisogno!” Disse sorridendo e uscì dalla stanza diretta verso il piano superiore.
Rimasti soli ci fu un momento di imbarazzo... ma, continuando a cavalcare l’onda dell’eccitazione, mi risollevai seduta sul bordo del tavolo e allargando le gambe gli dissi “Beh cosa stai aspettando??” Non se lo fece ripetere due volte... in men che non si dica si spogliò di pantaloni, boxer e maglietta e rimase completamente nudo davanti a me.
Ebbi quasi un dejavù quando lo vidi nudo, ritornando al mio sogno, e sentii un fremito pervadermi tutta. Nonostante avessi perso il conto degli orgasmi che avevo avuto quella sera.... ne volevo ancora!
Prima che si avvicinasse però mi alzai in piedi, facendo cadere a terra il mio vestitino e rimanendo a mia volta nuda come lui. Mi si avvicinò, mi mise le mani sui fianchi e mi sollevò, come fossi una piuma, rimettendomi sul bordo del tavolo. Con un movimento fluido fu dentro di me, e lo sentii... eccome se lo sentii. Giuseppe era un toro. Mi prese con forza e foga, il tavolo tremava sotto i suoi colpi... e tremavo anche io, di piacere.
Completamente disinibita, vuoi per la massiccia dose di orgasmi, vuoi per il fatto che orami eravamo soli, mi lasciai andare completamente. Non era solo Giuseppe che mi scopava, ero io che mi scopavo lui. Il mio bacino si muoveva andando incontro al suo per aumentare la forza della prenotazione, mi aggrappai al suo collo con le mani e lo cinsi con le gambe, lui naturalmente mi prese con le sue forti mani per il sedere e cominciò a stantuffarmi ad un ritmo indemoniato. Venni... fragorosamente... mugolando di piacere senza ritegno!!! Quest’ultima scopata, si perché questa era veramente una scopata, era completamente diversa dalle precedenti... prima in sottofondo c’era sempre la necessità/voglia di rimanere incinta.... in questa era pura passione.
Nella stanza, oltre ai nostri mugolii e ansimi di piacere, si sentiva solamente il rumore dei colpi di Giuseppe che mi prendeva.
Ormai avevo perso il controllo, abbassai la mia mano destra fino al mio clitoride, gonfio e ipersensibile come non mai... non appena lo raggiunsi con la punta delle dita, mi scappò un urletto. Cominciai a stimolarlo dapprima lentamente con le dita ma involontariamente il ritmo continuava ad aumentare... Giuseppe mi seguì e aumentò a sua volta il ritmo delle sue spinte... oramai ero completamente in preda al piacere che quasi non mi accorsi che Giuseppe stava per scoppiare... spalancai gli occhi e dalle labbra mi scappò a denti stretti “Riempimi tutta, riempimi ora!”
E lo sentii.. eccome se lo sentii...Giuseppe mi Esplose dentro con la E maiuscola! Venne urlando ad alta voce di piacere e io non capii più nulla.... esplosi letteralmente!
Dal ventre mi esplose un calore enorme dentro, stavo per esplodere... Giuseppe non smetteva di pomparmi anche se era venuto e la mia mano si muoveva ad un ritmo folle... successe in un istante. Reclinai la testa indietro di scatto e fermai la mano. Stavo urlando come una pazza quando cominciarono a tremarmi le gambe e venni schizzando i miei umori sul petto di Giuseppe. Dopo quelli che sembrarono minuti ma che invece furono solamente alcuni secondi, mi accasciai esausta sul tavolo con le gambe ormai penzoloni.
Non riuscivo a far alto che respirare, semplicemente respirare... affannosamente...
Quando cercai di alzarmi Giuseppe venne in aiuto, sostenendomi con un braccio visto che facevo un po’ fatica a reggermi sulle gambe.
Risi allegramente della situazione e Giuseppe mi seguì facendosi prendere dall’euforia. Quando arrivammo in bagno, entrambi completamente nudi e sporchi dei fluidi intimi altrui ancora ridendo, Laura ci guardi sorridendo a sua volta e disse “beh sicuramente vi siete divertiti!”

Mi aiutarono ad entrare in vasca e mi diedero la buona notte e così mi ritrovai sola, al termine della giornata più incredibile e pazza della mia vita... scopata da 5 uomini praticamente sconosciuti su di un tavolo da pranzo. E l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era.... ancora!!!


Spero che questo racconto vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo, potrebbe anche esserci un seguito, chi lo sa?
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