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Prime Esperienze

Anna, ancora più mia


di LeoneDiana
08.01.2019    |    9.197    |    15 9.6
"Il ragazzo prepara il tuo drink..."
Alla fine, sei davvero lì. Seduta sullo sgabello di un bar, indossi un vestito aderente con la gonna corta, calze e scarpe col tacco. Un trucco non esagerato ma che si fa notare. Tutto come avevamo pensato noi.
Non ci credi che, alla fine, l’hai fatto davvero. Dopo le serate passate a fantasticare assieme, mentre ti accarezzavo, dopo le frasi pronunciate durante i nostri amplessi, dopo che hai sentito emergere da dentro di te la tua natura libertina… sei qui, in questo bar, merce in mostra per essere acquistata dal miglior offerente.
Lo stomaco ti si stringe un po’: non sai cosa possa capitare, non sai se lo vuoi davvero, hai paura di non sapere chi si avvicinerà e un po’... temi anche di rimanere delusa, se nessuno si avvicina.
– Un gin tonic, per favore – ordini al barista.
– Sei qui tutta sola?
– Per ora, sì.
Il ragazzo prepara il tuo drink. Sembra un tipo gentile, e ti chiedi se potrebbe essere lui la tua preda. Ha un bel sorriso, delle belle mani… chissà come sarebbe sentirle sul tuo corpo. A quei pensieri un brivido percorre la tua schiena e raggiunge la tua vagina. Le premesse ci sono, quindi: potrebbe essere la serata giusta. D’altra parte, non più di un’ora prima eravamo avvinghiati l’uno all’altra a progettare questo momento di trasgressione. Mentre ti sussurravo all’orecchio “Lo vuoi, un altro cazzo?” ti accarezzavo il clitoride e tu acceleravi velocemente verso l’orgasmo, eccitata tanto dalle mie carezze quanto dalla tua voce che diceva “Sì…” dando il via al progetto di stasera: sesso fine a sé stesso, ma anche gioco di noi due. Sono infatti seduto a un tavolino nella parte opposta del bar: mi lanci uno sguardo complice, e scorgo in te tutta la tua eccitazione; so che la tua passera è ancora umida di noi, e affamata dal lavoretto lasciato intenzionalmente a metà.
Realizzi che il barman si libererà solo a fine serata, non credi di voler aspettare tutto quel tempo. Ti guardi in giro: qualche bel bocconcino ci sarebbe… noti gli sguardi astiosi delle fidanzate/compagne/mogli di un paio di loro e questo ti diverte un po’. Comunque, stasera sei davvero femmina e il tuo desiderio traspare: non ci vorrà molto perché qualcuno si avvicini per provarci...
E infatti, sei al secondo sorso del tuo gin tonic, quando scorgi di fianco a te, in piedi, un giovane. Avrà poco più dei tuoi anni, al massimo sui trenta, abbastanza alto…
– Ciao, sei qui da sola?
– Per ora, sì. – Ormai è diventata la tua risposta predefinita.
– Aspetti qualcuno? – chiede, incerto sul vero significato delle tue parole.
– Dipende. – La malizia questa volta traspare, e lui la coglie.
– Posso sedermi?
– Certo. – È carino e sorridente. Alla prima impressione ti piace, me lo comunichi con un’occhiata attraverso la stanza, e il mio pene si fa subito duro.
Ordina una birra e inizia la sua conversazione:
– Allora, cosa ci fa una ragazza tutta sola al bar?
– Quello che fai tu, credo.
– Beve un drink per rilassarsi?
– Questo di sicuro. Ma anche cerca di fare nuove conoscenze.
Sul viso di lui traspare una certa incredulità: le donne sedute al bar in attesa di uno sconosciuto da conoscere e, forse, da scopare, credeva esistessero solo nei film. Le ragazze che ha avuto finora, per una serata o per una relazione vera e propria, le ha trovate quasi sempre grazie ad amicizie comuni, e qualcuna attraverso i social più o meno specializzati.
– Io vengo qui quasi ogni giorno, dopo il lavoro. Vivo da solo e la tv mi annoia. Incontro qualche amico, scambio due chiacchiere con il barista, mi bevo la mia birra e così mi rilasso.
Ottime notizie: vive da solo, quindi appartamento libero per togliersi i vestiti più tardi. Lo inviti a proseguire la conversazione:
– Che lavoro fai?
Non l’avessi mai chiesto… O forse, qualsiasi fosse stata la tua domanda, l’esito sarebbe stato lo stesso: un monologo da quindici minuti buoni sui problemi degli autisti degli autobus al giorno d’oggi: il traffico, le persone maleducate, gli stipendi in ritardo… Argomenti che potrebbero essere anche vagamente interessanti in pausa caffè, ma di certo non è la conversazione che vorresti per essere sedotta. Dalla mia posizione vedo la noia che cresce dentro di te, e l’eccitazione che smonta a poco a poco… E pensare che lui crede di essere interessante, e di conquistarti con il suo parlare a macchinetta. Nessun complimento, nessuna domanda rivolta a te… proprio un tipo egocentrico, di quelli che non riesci a sopportare. Per un attimo pensi alla soluzione di zittirlo mettendogli la lingua in bocca e proponendogli di andare subito da lui a scopare in cambio del suo mutismo, ma… no: come dici tu, ormai la vagina ti si è asciugata e così anche in me cade l’entusiasmo.
Mentre ti arrovelli per cercare un escamotage per scaricarlo, la sua attenzione viene catturata da una persona che fa il suo ingresso nel locale. Mentre si scambiano un saluto da lontano, ti dice:
– Scusa, è arrivato ora un mio amico a cui devo dare i biglietti per una partita, ti dispiace se lo faccio venire qui un momento?
Perfetto:
– Oh, non preoccuparti. Vai pure tu da lui. Io stavo quasi pensando di andare a casa…
– Ma come, di già?
– Sono stanca, e mi è venuto un po’ di mal di testa… – Scusa classica.
– Ok, capisco… Mi lasci il tuo numero?
– Oh, non do mai il numero a chi ho appena conosciuto… – Già, fosse stato un po’ meno concentrato su sé stesso, gli avresti dato la vagina… – Mi trovi su Facebook. – Amicizia da bloccare il giorno dopo, naturalmente.
Due baci sulla guancia, una vaga delusione sul suo volto, e tanti saluti. Mi guardi e ti alzi con l’intenzione di raggiungermi, capisco che la serata volge al termine. Ad un tratto, però, senti l’essenza di un suadente profumo da uomo e incontri lo sguardo di due occhi verdi.
– Stai già andando a casa?
Lo avevi già notato prima. Un uomo sui trentacinque anni, in piedi non lontano dal bancone, che conversava insieme a un gruppo di amici. La barba di un giorno, la camicia aderente, un sorriso affascinante… Insomma, ci avevi appoggiato gli occhi per un attimo.
Ti stupisce un po’ l’avere sempre le risposte giuste, stasera:
– Dipende. – Messaggio inviato e, stavolta, prontamente ricevuto.
– Posso offrirti qualcosa?
Io noto tutto da lontano e mi rimetto a sedere. Ti guardo, mi guardi, annuisco. D’altra parte non si è ancora fatto troppo tardi, e magari questa seconda chance porterà a esiti migliori della prima.
Mentre ti risiedi sullo sgabello senti la presenza del tuo clitoride: si è appena rigonfiato, non sai se per il fascino del tuo partner o per la ripresa del gioco che, ormai, avevi dato per concluso.
– Sai, ti avevo notata prima, sei uno schianto.
Decisamente un altro stile rispetto al tipo di prima.
– Grazie.
Sorseggi il tuo secondo gin tonic mentre lui ti chiede di te, del tuo lavoro, delle tue passioni. La conversazione procede fluida e ti perdi nei discorsi, tanto che da un pezzo ormai non rivolgi lo sguardo a me. Un moto di gelosia, un dubbio mi percorre: e se trovassi un uomo che ti piace più di me, e volessi qualcosa in più di una semplice scopata?
Per fortuna intercetto i tuoi occhi: ti sei ritrovata a immaginare che fisico abbia sotto a quella bella camicia e hai sentito l’eccitazione salire… Pensi che ci potresti stare, che potresti scopartelo, ma questo è il nostro gioco, è qualcosa che stiamo facendo insieme. Per questo, cerchi la conferma della mia approvazione: se mi vedessi preoccupato, o poco convinto, ti tireresti indietro senza rimpianti.
Lui ha notato che il tuo drink è quasi finito e, con l’esperienza di chi queste cose le ha già fatte altre volte, ti propone:
– Ti va di uscire a prendere un po’ d’aria?
Ci siamo. Se dici di sì, sarai a un passo da finire nel suo letto. Lo guardi: ti piace, non hai dubbi al riguardo. Guardi di nuovo me, cerchi il mio consenso: ti sorrido, ce l’hai eccome, non vedo l’ora di saperti troia nelle mani di un altro.
Prendi un respiro e tutto il tuo coraggio, non rispondi e semplicemente gli sorridi, e ti alzi dallo sgabello. Lui paga il conto, ti prende la mano e tu, col cuore a mille, senti che ormai sei sua. Mi mandi un ultimo sguardo d’amore, varcate la porta, non fate neanche cinque passi fuori dal locale e lui ti stringe a sé. Tu socchiudi automaticamente le labbra: le vostre lingue si avvolgono, e ti perdi in quel profumo che ti terrà compagnia per la prossima ora. Un fremito ti scuote il basso ventre: il desiderio accumulato nelle ultime ore si somma, e ti assale. Ti sembra di non aver mai avuto così tanta voglia di scopare nella tua vita e anche lui non sembra essere da meno. Audace, con una mano gli tocchi il pacco da sopra i pantaloni: trovi un membro marmoreo. Ormai sei irrimediabilmente eccitata, e non vedi l’ora di sfogare tutto il tuo istinto su di lui.
Io guardo tutta la scena attraverso i vetri del locale. Forse il mio cazzo è più duro del suo, nel vederti perdere il controllo e tirare fuori tutta la tua sessualità.
– Casa mia?
– Se non è troppo lontana... – gli dici, anche perché la tua vagina non ce la fa più ad aspettare.
– Saranno dieci minuti.
– Perfetto. – Fossero stati di più, forse gli avresti proposto una sveltina in macchina.

Mentre sei nella sua auto, l’effetto dell’alcol sfuma leggermente: ti rendi un po’ più conto di quello che stai per fare, e non hai mai fatto prima nella tua vita: darla a un uomo che hai conosciuto forse da un’ora. E pensi a me: per tre anni il tuo corpo non ha conosciuto altro partner, e non te ne penti, perché tra di noi la sessualità è bellissima, come tutto il resto. Una parte di te ti dice che forse stai facendo qualcosa di sbagliato, e non sai che effetto potrebbe avere sulla nostra relazione. Ti vengono in mente le nostre fantasie, i nostri discorsi, io che ti rassicuro dicendoti che è quello che desidero, e che questo non farà che portare nuove energie al nostro rapporto.
– A cosa stai pensando? – chiede lui, preoccupato del tuo silenzio.
– A niente – gli rispondi. Per fortuna la lacrima ti è scesa sulla guancia destra, e il trucco non si è rovinato. Pensi che ormai sei lì, e vuoi portare a termine quello che abbiamo progettato insieme: prendi la sua mano con la tua, e la accompagni sulla tua coscia sinistra.
Mentre ti versa il drink che metterà definitivamente a tacere i tuoi dubbi, guardi i mobili del suo appartamento: ha gusto, anche se quello stile moderno lo rende leggermente più freddo di casa nostra… Giusto! Ti stavi dimenticando di mandarmi la tua posizione con il cellulare! Mossa oltre che di cortesia anche di precauzione: si tratta pur sempre di uno sconosciuto… ma senti che puoi fidarti. Adempiuto a questo ultimo dovere d’amore nei miei confronti, trangugi il contenuto del bicchiere tutto d’un fiato e, mentre lui cerca di iniziare un qualche tipo di conversazione, tu lo anticipi ficcandogli la tua lingua in bocca, facendogli capire che il tempo dei discorsi è finito ormai da un pezzo.
Comprese senza ombra di dubbio le tue intenzioni, indietreggia verso una porta che intuisci essere quella della camera. In un sempre più concitato momento di tua iniziativa, lo spingi sul letto e, liberati i tuoi piedi dalle seducenti scarpe col tacco, ti siedi a cavalcioni su di lui. Lo baci ancora, appassionatamente, mentre cominci a strusciarti sul suo corpo, sul suo membro che preme con forza sui pantaloni. L’alcol fa effetto ed è la tua vagina a guidarti: ci provi gusto e per poco non vieni con quel semplice movimento. Ti rendi conto del pericolo e ti stacchi, cominciando a slacciargli i bottoni della camicia sotto il suo sguardo tra l’attonito ed il rapito.
La tua bocca si sposta sui suoi capezzoli, che si inturgidiscono sotto i delicati colpi della tua lingua, mentre con le mani esplori quell’addome muscoloso che avevi immaginato mentre lo osservavi seduta al bar. È davvero sexy e questo non fa che stimolare ancora di più la tua foga. Lui ti tocca, come può, attraverso il vestito: il seno, la schiena, il sedere. Tu godi di quel contatto nuovo, di mani diverse dalle mie, forti, decise e piene di desiderio. Gli slacci la cintura e liberi il suo membro, poi fai scendere la zip del tuo vestito, di modo che sia lui a sfilartelo. Ti avventi sul suo cazzo: è duro e bello, cominci con dei baci con le labbra per poi schiuderle a poco a poco e percorrere le sue nervature con la tua dolce lingua. Lui ha liberato i tuoi seni, e mentre comincia a mugolare di piacere te li accarezza, prima delicatamente e poi lasciando trasparire tutta la sua voglia di godere... che poi è esattamente equivalente alla tua.
Non servono grandi preliminari su di te, perché la tua vagina è bagnata da ore ormai, il tuo clitoride pulsa e ci metti un attimo a liberarti dalle tue mutande madide e a far scorrere via i suoi pantaloni, mentre lo inviti a indossare il preservativo. Effettuata l’operazione, lui rimane in ginocchio sul letto in attesa di capire in quale posizione tu preferisca cominciare... ma tu lo risbatti giù: è il tuo uomo-oggetto, e te lo vuoi scopare da sopra, con il tuo ritmo, pensando solo al tuo piacere. Il cazzo entra subito fino in fondo, grazie all’abbondante lubrificazione, e tu hai un sussulto di piacere, che accompagni con un gemito nitido:
– Aaaaaah!
Inizi a muovere il tuo bacino avanti e indietro e ti fa impazzire sentire il suo membro dentro di te, che scorre a tuo piacimento sulle pareti della tua vagina, mentre con la pressione su di lui stimoli contemporaneamente il tuo clitoride... Ti ritrovi in un mondo parallelo, fatto solo di godimento e voluttà: ti piace, ti piace scopare, ti piace questo sconosciuto… i sentimenti non c’entrano, io sono un’altra cosa, questo è solo semplice, puro e bellissimo sesso. Ti stai avvicinando all’apice, e pensi sia lo stesso per lui che, però, blocca il tuo movimento e ti ribalta sul fianco per poi sfilarsi e invitarti a metterti alla pecorina.
Cambio di programma e soprattutto di conduttore del gioco, ma non ti dispiace. Lo rimette subito dentro di te e godi nel sentirti nelle sue mani, presa, a disposizione del suo piacere, sentirti la sua zoccola. Mentre affonda ripetutamente nel tuo corpo perdi definitivamente il controllo e aumenti la forza delle sue spinte con i colpi sincronizzati del tuo sedere, all’indietro, verso il suo corpo vigoroso e accaldato. Sei ormai solo vagina, vagina calda e accogliente, vagina vogliosa e pulsante, vorace di puro piacere, fine a sé stesso. E da questa sensazione nasce nel tuo cervello, pur obnubilato dalla voluttà, un pensiero: quanto ti piace essere posseduta, non importa da chi, non importa perché, solo soddisfare quel bisogno animale di sentire un cazzo che spinge dentro di te. Ed è così che, mentre le dita della tua mano sfiorano il tuo clitoride rigonfio, la tua voce grida “Sì, sì, sì...” ed esplodi in un orgasmo liberatorio, in cui si scioglie la tensione sessuale delle ultime tre ore, e si scioglie il legame monogamo che ti teneva imprigionata a me, mentre cresce quello del sentimento, di un amore completo e totalizzante che non ha bisogno dell’esclusività fisica, ma è consacrato a qualcosa di ben al di là del semplice corpo. Corpo... ti riportano alla realtà gli spasmi del tuo amante, che finalmente viene dentro la tua vagina ormai stanca e appagata.
È sempre una soddisfazione sentire godere un uomo dentro di te, ma cominci a percepire una vena di freddezza: ti manca il mio corpo, io che ti avvolgo e ti scaldo dopo ogni tuo orgasmo... la tua testa e il tuo cuore tornano da me e solo il tuo corpo è lì, a fianco di quello sconosciuto, con il quale la complicità di poco prima sta lasciando spazio a un certo imbarazzo.
Prendi in mano il cellulare e trovi la risposta al tuo messaggio con la posizione “Godi amore mio, più che puoi. Ti amo tanto ❤️”. Ti emozioni… “Vieni a prendermi ❤️” è il testo del tuo messaggio, che concludi con l’emoticon a forma di cuore. Il mio sobbalza e ritrova quella gioia che per qualche minuto è rimasta sospesa. Mentre mi muovo con l’auto, tu ti risciacqui nel suo bagno, e cominci a rivestirti.
Lui ti chiede:
– Non vuoi fermarti?
E tu, con la sicurezza di quello che hai fatto e di quello che vuoi:
– No, grazie, il mio fidanzato sta venendo a prendermi.
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