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Vizi di quartiere (3)


di LeoneDiana
15.07.2018    |    4.434    |    2 9.8
"Decisamente ristorata dalla cena, dalla doccia e dalle pratiche connesse, arriva il momento della vestizione..."
Al risveglio il tuo umore è decisamente migliore. Il bruciore del tuo buchino ti ricorda l’esperienza passionale vissuta ieri sera, e sulle tue labbra spunta un sorriso appagato, come dopo un weekend di fuoco con un amante in carne ed ossa. Sei soddisfatta, la tua vita sessuale è una bomba, risvegliata come non mai da un gioco che anni fa non ti sarebbe nemmeno mai passato per la testa di intraprendere, e che ora la tua testa se l’è presa tutta, irrimediabilmente.
Fai colazione in quella terrazza che è stato il teatro della tua libidine, ma da cui ora non puoi vedere i tuoi amanti, perché il riflesso del tuo palazzo illuminato dal sole non consente al tuo sguardo di oltrepassare la finestra. Hai già in mente il prossimo passaggio della tua avventura perversa e quindi sparecchi in velocità, per dedicarti alla ricerca virtuale dei tuoi vicini di casa. Appena fatto l’accesso ti accorgi della valanga di messaggi in arrivo. Saranno certamente i soliti pervertiti alla ricerca disordinata di prede su cui sfogare la propria insoddisfazione sessuale. Non hai tempo da perdere, e con un solo click cestini gli oltre cento contatti in ingresso, per dedicarti alla tua accurata ricerca.
Trovi un po’ di tutto: coppie ormai veterane dello scambismo con decine di foto all’attivo, che testimoniano la loro prolungata carriera; coppie alla ricerca di esperienze precise, soprattutto nell’ambito fetish e sadomasochistico; coppie nuove di quella realtà, con descrizioni timide quanto il loro atteggiamento nei confronti di un nuovo mondo inesplorato. È proprio sui profili di quest’ultima categoria che concentri maggiormente l’attenzione, nella speranza di trovare qualche dettaglio, qualche appiglio che ti faccia riconoscere i tuoi compagni virtuali di letto.

Hai scorso ormai decine di pagine, e non hai trovato quasi nulla. Sul quadernetto hai annotato solo un paio di nickname che potrebbero corrispondere alla coppia che cerchi, tuttavia le informazioni e le foto sono molto vaghe, e comunque intuitivamente non ti convincono. Mancano solo 4 o 5 profili per completare la tua indagine, ma gli occhi ti bruciano troppo e decidi di uscire per fare una passeggiata. Cerchi di compensare la delusione per l’ormai quasi certo insuccesso fantasticando su cosa vorresti fare se riuscissi a stabilire un contatto online. Ormai sei sicura, vorresti incontrarli: è un po’ assurdo, ma ti sembra di sentirti in confidenza con loro e pensi che non avresti problemi a lasciarti andare. Il corpo di lui ti attrae decisamente, gli unici dubbi che ti restano riguardano il contatto con lei.
Non sei molto avvezza di rapporti saffici: l’unico episodio di questo tipo avvenne quando avevi 17 anni. In un giorno in cui eravate entrambe particolarmente e forse immotivatamente tristi, tu e una tua amica vi stavate dando a vicenda conforto, abbracciate sul divano, in silenzio. Come era successo altre volte, vi facevate qualche leggera carezza con le mani, sulle braccia, sui capelli, ma quel giorno c’era qualcosa di più nell’atmosfera. Uno strano calore stava avvolgendo entrambe. Ti staccasti quel pochino che serviva per guardarla negli occhi e riconoscesti sul suo viso, come in uno specchio, l’emozione che stavi vivendo tu. Senza che fosse necessario dirsi nulla, le vostre labbra si avvicinarono, e si dischiusero in un bacio dolcissimo. Anche l’abbraccio divenne più passionale e le vostre mani cominciarono a scorrere sul corpo della rispettiva compagna. La tua amica, più intraprendente, fu la prima a raggiungere il tuo seno, slacciando quasi a tradimento due bottoni della tua camicia. Il tuo corpo, che era appoggiato sopra al suo, cominciò a muoversi, istintivamente: strusciavi il pube sulla sua coscia, mentre il respiro di entrambe si faceva più corto. Quella danza di mani e di lingue durò ancora per qualche manciata di minuti, poi la passione, come era venuta, se ne andò, e ritornaste spontaneamente nella posizione tenera e rilassata di partenza. Nessuna fece mai riferimento a quell’episodio, successivamente, e tu classificasti l’evento più come un momento di dolcezza che come rapporto erotico lesbico.
Nel resto della tua vita, non hai mai cercato contatti con il tuo stesso sesso. Non che il corpo femminile ti dispiaccia: capita spesso che il tuo sguardo si soffermi su un sedere sodo e rotondo, o su una scollatura provocante. Tuttavia, hai preferito relegare l’eccitazione omosessuale solo alla visione di video pornografici a tema durante qualche sessione di autoerotismo, preferendo di gran lunga l’odore, i muscoli, e il pene eretto di un uomo, per soddisfare del tutto i tuoi appetiti sessuali.
In questa stagione di scoperte, un nuovo evento inatteso ti attende. Mentre percorri i familiari vialetti del giardino pubblico del quartiere, noti una donna, ferma a circa cinquanta metri di distanza da te. È lei: la tua preda, la tua gemella, la tua amante. Lo stupore ti blocca, ma solo per qualche secondo. Forse per non dare troppo nell’occhio, riprendi subito a camminare, proprio nella sua direzione. Quando l’hai scorta per la prima volta, era ferma, girata verso di te, e ora si mette in movimento. Benché sia impossibile che ti conosca, che sappia cosa rappresenta lei per te, non puoi che ammettere che ti sta fissando. E il tuo cuore sta battendo più forte che mai. Vi state avvicinando, hai l’impressione che debba succedere qualcosa che non può succedere, e infatti lei ti supera senza accennare nessun contatto oltre a quello degli occhi, lasciandoti intontita e ferma in mezzo al viale, circondata dal suo profumo.
Quando rientri in casa sei ancora parecchio confusa. Non avendo lo stomaco disponibile per affrontare un pranzo vero e proprio, opti per prepararti una tisana. Mentre l’infuso si sta preparando, ti siedi al computer, indecisa se continuare la ricerca o distrarti leggendo le ultime notizie. Il sito di annunci erotici è ancora aperto e il pallino delle notifiche dei messaggi lampeggia. Non è una novità e ci clicchi sopra per provvedere a una nuova pulizia della casella. Prima che tu lo faccia, l’attenzione viene catturata dal messaggio più recente, che risale solo a pochi minuti fa:
“Ciao, ho visto che sei on-line e mi chiedevo se avessi letto il nostro messaggio di prima.”
Il nome del profilo è “2souls”: due anime, una coppia. Che cerca te? Incredibile…
La parte razionale di te risorge improvvisamente e ti dici che quasi sicuramente si tratta di un fake, di qualche maniaco che si spaccia per coppia per avere più probabilità di instaurare un contatto. La curiosità però prevale e così vai alla ricerca della cartella “Cestino”, per recuperare il messaggio perduto a cui è stato fatto riferimento. Con un rapido passaggio al setaccio giungi al tuo obiettivo:
“Ciao Principessa27, ci chiamiamo Max ed Elisa e siamo alla ricerca di una donna per realizzare le nostre fantasie. Il tuo profilo è interessante e ci piacerebbe approfondire la tua conoscenza.”

Passi al profilo vero e proprio, che contiene innanzitutto una descrizione:
“M. ed E. di 32 e 30 anni. Belli, tranquilli e, insomma… normali. Cerchiamo singole per realizzare le nostre fantasie erotiche. No uomini soli, no trans, valutiamo coppie solo con il lui contemplativo.”

E quindi le fotografie. Sono quattro, principalmente dettagli dei corpi di lei: il sedere, la vulva, il seno. L’unica immagine dal raggio un po’ più ampio è quella che ritrae lui: il corpo è ripreso dalle spalle fino alle cosce. Il pene, in bella vista, è di dimensioni più che dignitose. Ti fermi a immaginare che possano essere i tuoi bramati vicini: le informazioni in tuo possesso sono troppo vaghe, ma coerenti con quello che conosci di loro, e poi sarebbe solo l’ultima di un’intrigante serie di sorprese… È in quel momento che nell’ultima fotografia scorgi un particolare familiare: sullo sfondo noti un’abat-jour di colore marrone, con il paralume bianco, a forma di tronco di cono. In un attimo ti alzi in piedi e con un balzo arrivi alla porta della terrazza. Esci con il binocolo in mano e metti a fuoco l’interno della camera, ora visibile grazie al cambio nella direzione di provenienza dei raggi solari. Hai un tonfo al cuore. Ti siedi su quella sedia che ha ospitato le esperienze sessuali più forti della tua vita. Ancora non ci credi. Ti ci vogliono dieci minuti buoni per smettere di scuotere la testa esprimendo la tua incredulità.
Poi ti rendi conto che nell’altra stanza c’è un messaggio che aspetta una tua risposta. Vorresti precipitarti e scrivere subito “Sì sì sì!”, ma pensi che un testo simile, per quanto spontaneo, non sia credibile. Trovare la concentrazione necessaria non ti è per nulla facile, sei immersa in un bagno di emozioni e… c’è qualcos’altro di bagnato fra le tue gambe. Forse dovresti proprio masturbarti, per tranquillizzarti, ma non c’è tempo: potrebbero disconnettersi e tu dover attendere per giorni una nuova risposta. Ti rimetti davanti al computer e per fortuna risultano ancora online. Digiti “Ciao Elisa, ciao Max, piacere di conoscervi. Sono contenta che mi abbiate contattata. Dalle foto sembrate carini e, sì, non mi dispiacerebbe conoscervi.” e speri che leggano subito il messaggio. La risposta non tarda ad arrivare:
“Grazie mille, Principessa27. È da qualche settimana che siamo online e sei la prima a risponderci positivamente! Noi non siamo molto per le lunghe chat, pensiamo che per capire se c’è davvero interesse reciproco e decidere se le nostre fantasie corrispondono alle tue, sia meglio incontrarci dal vivo, in un locale pubblico, per una chiacchierata. Che ne pensi?”
“Sì sì sì!” è di nuovo la risposta che producono i pochi neuroni non impegnati nel festeggiare questa rapida evoluzione che sta avverando tutti i tuoi desideri sessuali.
“Sono d’accordo con voi, i mezzi elettronici trasmettono solo un’immagine fredda e costruita delle persone.”
“Benissimo, quando ti va meglio incontrarci?”
“Proponete pure voi. Io dopo le 19, di norma, sono libera.”
“Allora si potrebbe fare domani sera, verso le 21, al James Joyce? Lo conosci?”
Come non conoscerlo, è il bar serale del quartiere! Ci hai passato tante serate a base di pettegolezzi con le tue amiche, accompagnati da cocktail niente male. Hanno scelto un posto vicino a casa loro. Chissà se per semplice comodità, o se per poter concludere la serata nella loro camera da letto, nel caso in cui tutto vada per il meglio. Oddio, potrebbe succedere già domani! L’emozione ti suscita una catena di pensieri tipicamente femminili: “Devo depilarmi!” “Cosa mi metto?” “Dove ho messo il mio completino intimo più bello?” E quasi ti dimentichi di rispondere “Ok”.
Pensavi che la conversazione potesse dirsi conclusa, invece ricevi un ulteriore messaggio:
“Come possiamo riconoscerti?”
Vorresti rispondere: “Non c’è problema, vi riconoscerò io!”, ma forse non sarebbero ancora intenzionati ad incontrarti se sapessero che sei la loro stalker numero uno.
“Indosserò una giacca leggera di colore rosso, e una borsetta in tinta. Comunque questo è il mio numero di telefono, se ci fosse qualche disguido.”
“Grazie Principessa27, ora ti faccio uno squillo così avrai anche il nostro, insieme alla conferma che siamo persone reali. Ci vediamo domani, buona serata!”
La chiamata arriva quasi sincronicamente al messaggio: lo sapevi che sono persone reali, ora sai anche che hanno davvero l’interesse a fare la reciproca conoscenza. E soprattutto hai un appuntamento per domani!

Per tutto il giorno hai le farfalle nello stomaco. Forse neanche nel giorno del primo appuntamento con il tuo primo ragazzo non eri così agitata. “E se poi non gli piaccio?” “E se dico qualcosa di sbagliato?” L’unico aspetto su cui sei tranquilla è quello della sicurezza: sai che sono davvero una coppia, che sono delle persone perbene, anche se con qualche vizietto in camera da letto, e sai che sono interessati alla stessa esperienza che desideri tu. O almeno credi. Insomma, non ti sei fatta uno schema preciso di quello che deve succedere tra voi, ma a questo punto è chiaro che tutti e tre avete l’interesse a finire a letto, nudi, e certamente non solo per restare a contemplarvi.
Sul lavoro non combini un bel nulla, per fortuna il tuo capo non è un maniaco del controllo, fossi stata al suo posto non avresti esitato a scriverti una lettera di richiamo. A pranzo ti ritrovi a giustificare la tua aria assente con le colleghe, riferendo di una notte insonne a causa del mal di testa. Per distoglierti dai pensieri apprensivi sulla serata, provi a fare un bilancio mentale della tua vita sessuale passata, ora che forse stai per affrontare la nuova esperienza del sesso con una coppia. Anche se a dire il vero non sarà la tua prima volta in tre. Eri quasi ventenne quando frequentavi un ragazzo di un solo anno più grande di te. Era bellissimo, con tutti i muscoli al posto giusto e un pene da favola. Sarà stato lui o la tua giovane età, fatto sta che avevi sempre voglia, quando lo vedevi. Anche se lui non era il tuo fidanzato. Non aveva mai accennato a mettersi insieme, né usava parole dolci o romantiche con te. Sapevi benissimo che non eri la sola con cui scopava, probabilmente era conscio della sua bellezza e non voleva perdersi alcuna occasione, per questo non era intenzionato ad intraprendere una relazione seria.
Quella sera eri a casa sua. Viveva con i suoi, ma disponeva di un seminterrato che usava come camera e come salotto per ricevere gli amici. Aveva un divano e un divano letto, una televisione, un piccolo frigo sempre pieno di alcolici… un paradiso per passare serate tranquille tra adolescenti o poco più. Insieme a voi c’era l’eterno amico di lui, un ragazzo simpatico e pure abbastanza carino, anche se un po’ oscurato dall’adone che si ritrovava per amico. La serata era trascorsa davanti a un film, accompagnata da una serie di drink discretamente alcolici, per cui eravate tutti e tre brilli, tanto che facilmente la conversazione prese la piega delle confessioni sessuali. Soprattutto, ci si trovava a riportare racconti di amici e amiche, che si vantavano di esperienze paranormali con divi del cinema e pornostar. A un certo punto, dopo l’ennesimo racconto su fatti altrui, fu lui a rivolgerti la domanda:
– E tu, faresti mai sesso in tre?
Quella virata improvvisa che chiamava in causa i presenti, provocò un’ondata di disagio in te e nell’ospite. Interpretasti la domanda come trabocchetto: se avessi risposto di sì, saresti inevitabilmente stata etichettata come troia; un no, per quanto corrispondente a verità, sarebbe stato più accettabile, ma comunque avrebbe spostato la tua immagine un po’ più sul prototipo “santarellina” che soprattutto a quell’età non volevi ti si associasse. Fu così che l’alcol che ti scorreva in corpo reagì chimicamente con la tua eccitazione latente, tra l’altro ben stimolata dai discorsi osceni, concretizzandosi in un’idea a dir poco sfacciata: ti alzasti in piedi, trangugiasti tutto in un sorso il drink rimasto nel bicchiere, ti inginocchiasti davanti al “tuo” lui e, nel silenzio e nello sbigottimento generale, cominciasti a sbottonargli la patta dei pantaloni. Non ti ci volle molto per risvegliare il suo cazzo, già mezzo in tiro a parlare di scopate di tutti i generi e, quando la verga fu abbastanza dura, iniziasti a leccarla piano piano, per tutta la sua lunghezza, coinvolgendo il “malcapitato” in una sorta di lenta tortura, sotto gli occhi increduli dell’altro ragazzo presente. Ad un certo punto, pensasti che fosse ora di terminare il supplizio, e schiudesti le sue labbra sulla sua cappella, ormai gonfissima, e cominciasti a scorrere su e giù, accompagnando questa stimolazione con un’altra, interna, della tua lingua sul suo frenulo. Quella tua peculiare tecnica lo mandava in estasi: andasti avanti così per un paio di minuti e poi la sfrontatezza da cui eri posseduta ti fece estrarre il primo cazzo a tua disposizione e dire, rivolgendoti all’amico:
– E tu, non vieni a prenderti la tua parte?
Di fronte al cenno di assenso, solo vagamente distinguibile nell’espressione generale di smarrimento sulla faccia del compare, il ragazzo si sbottonò i pantaloni, liberando finalmente il suo pene in preda forse alla più vigorosa delle sue erezioni. Con depravata voracità, ingoiasti subito la seconda asta, provocando nella tua nuova “vittima” l’emissione di un urlo quasi animalesco... e cominciasti a spompinarlo avidamente. Nel frattempo il tuo vero amante, finalmente destatosi dal suo stato confusionale, prese l’iniziativa e ti sfilò pantaloni e mutandine, mettendoti a 90 gradi. Da parecchi minuti ormai la tua vagina implorava attenzioni emettendo litri di succo lubrificante. Con nessuna difficoltà il membro del tuo uomo le regalò la soddisfazione che cercava, procurandogli a tua volta un estremo piacere, grazie allo stretto abbraccio fornitogli dalle tue giovani pareti, vigorosamente elastiche. Gli ci volle poco ad arrivare all’orgasmo, e anche tu riuscisti a raggiungere l’apice in sincrono, grazie ai suoi affondi ritmicamente regolari, mentre eri in preda alla sensazione di potere data dall’aver sedotto e compiaciuto due uomini contemporaneamente. Con un po’ di delusione accogliesti invece la venuta dell’altro, che non poteva più trattenersi nel sentirsi parte integrante della scena: peccato, avresti davvero voluto sentire un altro cazzo dentro di te, quella sera. Ti accontentasti di ingoiare tutto il suo sperma, dopodiché ti rivestisti rapidamente e ti congedasti dai due giovani, stremati e ancora ammutoliti, con un trionfante:
– Ora avrete anche voi qualcosa da raccontare, no?

Mentre rivivi il tuo glorioso passato da puttanella, non ti accorgi che è quasi giunta l’ora di chiusura dell’ufficio. Non ti senti in colpa ad andare via puntuale, visto che comunque non avresti potuto produrre niente di buono. Rientri a casa e ti prepari una cena leggera: la serata potrebbe rivelarsi impegnativa e, comunque, il tuo stomaco non è molto ricettivo. Mancano poco più di due ore all’appuntamento e la tensione è salita parecchio. Mentre affetti le verdure per l’insalata, ripassano nella tua mente le immagini degli ultimi mesi, i rapporti sessuali vissuti con loro alla distanza di meno di trenta metri. Ti fai trasportare dai pensieri e avverti un crescente desiderio sessuale, che si mescola all’ansia per la serata, al punto che stai quasi per tagliarti un dito.
Decidi che forse è meglio calmarti un po’, e sai qual è il modo più semplice per farlo. Inverti il tuo programma e anticipi il momento della doccia. Ti spogli, e ti osservi allo specchio. Speri che le foto abbiano dato un’idea abbastanza precisa di te, di essere il loro tipo. Un rifiuto ti farebbe stare parecchio male. Ti guardi di profilo, contempli il tuo sedere. Non sei una dea, ma il tuo corpo ti pare offrire ancora sufficienti elementi di seduzione. Apri il rubinetto e fai scorrere l’acqua su di te mentre provi a immaginare quello che potrebbe succedere stasera. Lei che avvicina la sua bocca alla tua vulva, e comincia a leccarla, a succhiarla con movimenti lenti e delicati. È la combinazione di dito e doccino a fare da sostituto alla lingua della ragazza. La immagini avvolgersi attorno al clitoride, esplorare il tuo orifizio, mentre con una mano – tua? sua? – ti accarezzi il seno. Il piacere cresce, ma senti che manca ancora qualcosa. E immagini lui, con il suo pene eretto, che si avvicina a te e ti prende a pecorina. Mentre chiudi gli occhi non esiti a infilarti, da dietro, due dita nella vagina, mentre il doccino resta al suo posto, continuando la stimolazione esterna. Muovi il bacino avanti e indietro, ansimi e cominci a sentire gli spasmi… uno, due, tre, quattro… e vieni da sola, mugolando leggermente, appoggiandoti alla parete interna della doccia.

Decisamente ristorata dalla cena, dalla doccia e dalle pratiche connesse, arriva il momento della vestizione. Per fortuna, avevi già passato una buona parte della domenica sera a scegliere gli abiti più adatti: camicetta bianca, gonna corta in jeans senza calze vista la temperatura, scarpe con tacco medio, di bianco smaltato. E, naturalmente, completino intimo verde, il tuo preferito. I tuoi capelli lunghi non hanno bisogno di grandi trattamenti: dai una spazzolata finale e scegli un trucco leggero, unico tocco più accentuato il rossetto, dello stesso rosso della giacca e della borsetta. Sei perfetta. O almeno speri. Mancano quindici minuti all’appuntamento, apri il computer per dare una rapida occhiata a Facebook, e poi ti avvii verso il tuo nuovo destino.
(continua)
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