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Anna e... il vecchio compagno di classe (2)


di LeoneDiana
29.01.2019    |    12.897    |    6 9.6
"Matteo, come previsto, si avventa sulle tue tette… e non solo: mentre le stimola con la sua sapiente lingua, afferra con le mani le tue natiche e le guida..."
Al bar Centrale ti sembra che il tempo non sia mai passato: non solo l’arredamento non ha subito nessuna modifica, ma gli avventori sono sempre gli stessi, un po’ invecchiati… però sono sempre loro. In diversi tra i vecchi del paese ti riconoscono, e ti riempiono di complimenti su come ti sia fatta grande, e… bella. D’altra parte, ti sei messa in tiro: jeans e tacchi alti, un abbinamento che hai scoperto solo di recente, provocante ma leggero; maglioncino, capelli raccolti in alto, rossetto viola e... una spolverata di brillantini. Ti stanno tutti mangiando con gli occhi, ma l’ingresso di Matteo li distrae: tutti lo accolgono come l’eroe del villaggio. Conoscono la sua carriera e gli fanno un sacco di domande. Tuttavia, il giovane sa che sei lì per lui, e lui è lì per te, quindi cerca il prima possibile di divincolarsi e ti invita a sedervi a uno dei tavolini, a cui l’oste serve i due amari che ha prontamente ordinato.
– E così, fai la segretaria in ufficio, eh?
– Già, tutto il giorno a girare scartoffie e digitare al computer… ma almeno alle sei sono libera.
– Anche il mio servizio termina alle sei, ma dopo non c’è molto da fare, almeno nella zona in cui lavoravo fino ad ora: un paesino, grande più o meno come questo, con un’osteria. Il cinema, e qualche bar più carino, si trovano a 10 km. Gli amici sono i colleghi di caserma, ma tanti di loro sono sposati e la sera tornano dalle famiglie.
– Insomma, l’attrattiva migliore restano le mignotte sulla statale…
– Ahahah, oddio, non ti ricordavo così sfacciata…
– E tu non neghi, anche se immagino che tu non faccia fatica nemmeno a rimorchiare ragazze gratis…
– Quando se ne trovano…
– Magari tornando al tuo paese natale, no? – Scherzi facendogli l’occhiolino.
La scopata con me ti ha messo in gran forma. Lui fa fatica a star dietro alle tue provocazioni, e ordina con la mano un altro giro.
La situazione si raffredda un po’ e passate a parlare degli altri, delle amicizie comuni. Ma dopo una decina di minuti, la conversazione torna sul piccante:
– E Marco? Quante altre corna gli avrà piantato in testa Elena?
– Non saprei, ma… spero che anche lui si prenda le sue libertà. – Il tuo pensiero torna per qualche istante a me. Al fatto che non vuoi sentirti un’approfittatrice e a quello che vuoi che faccia anch’io. Forse potresti parlare di noi a Matteo, raccontargli la tua vita sentimentale e soprattutto le nostre decisioni in fatto di sesso. Ma hai paura che lui spettegoli tutto in giro, come del resto ha fatto con le storie degli altri. Strano, in effetti, che non sappia che sei fidanzata. Non ha chiesto nulla, forse appositamente: non vuole risvegliare tristezze, nel caso ci fossimo lasciati da poco, o sensi di colpa, se tu lo stessi incontrando di nascosto da me.
– A cosa pensi?
– A niente – rispondi, e trangugi l’ultimo sorso per trovare il giusto coraggio. – Ti va di prenderci una boccata d’aria?
– Volentieri.

Fuori dal locale, la temperatura è frizzante, nonostante la primavera sia alle porte. Camminate lungo le strade che conoscete alla perfezione, e in automatico raggiungete la piazza. Vi sedete su quel muretto che vi conosce fin da quando eravate bambini; non sai se quello che dice sia la verità o se stia soltanto inventando una storia per sedurti:
– Sai, un paio di volte avrei voluto baciarti, quando eravamo seduti qui.
Fai finta di crederci, e dopo aver controllato che non ci sia nessuno nei paraggi, gli rispondi:
– Beh, non è mai troppo tardi.
È più dolce di quanto pensassi ritrovarsi tra le braccia di un amico che, nonostante tutto il tempo passato a distanza, senti ancora vicino… un’emozione diversa da quello spirito da zoccola che ti ha spinto ad essere lì, stasera. Passa qualche minuto in cui le vostre lingue si accarezzano con tenerezza, quasi foste di nuovo i ragazzini di tanti anni fa. Ci pensa la tua vagina, risvegliata da quel contatto, a ricordarti che sei una donna, e che stasera punti a qualcosa di più che un innocente bacio adolescenziale.

Mentre da te le cose stanno prendendo più o meno la piega che insieme abbiamo immaginato e desiderato, io a casa sono frastornato da mille pensieri: innanzitutto quello che stai facendo tu, che mi eccita non poco, poi quello che abbiamo fatto poco fa, una scopata da urlo che non dimenticherò facilmente; in parallelo, il pensiero di Marilena. E il tuo sprone a rendere concreta quella che finora è stata solo una mia, ora una nostra, fantasia. Chissà, tra l’altro, se ci starebbe: forse quegli ammiccamenti sono solo un gioco e mai, nella realtà, andrebbe oltre a un rapporto di simpatia che si è creato sul posto di lavoro. È così che mi si accende la proverbiale lampadina: un modo per soddisfare subito la mia curiosità c’è! Ho il suo numero di cellulare, finora sfruttato solo per scopi lavorativi o per i meccanici auguri telematici di Buon Natale, ecc. Finalmente, ne posso fare un uso più proficuo e mi decido a provare a sondare la situazione:
“Ciao Mari, come va? Facendo zapping sono capitato su Bake Off e mi sei venuta in mente...”
“Ehi ciao Luca! Non immagini quanto a proposito... ho appena infornato una torta👩‍🍳”
“😋 Pausa caffè calorica domani, allora?”
Marilena, di tanto in tanto, porta uno dei suoi dolci in ufficio. È da lì che mi è venuto in mente il modo di avviare la conversazione.
“Tu cosa fai? Non ti facevo tipo da tv 😜”
“Anna non c’è, quindi mi annoio un po’…”
“Dov’è andata? Sicuro che non sia a divertirsi con un altro uomo? 😜😜😜”
“In effetti è proprio così…😅”
“🤔 Non capisco… Forse frequenta un corso di ballo senza di te?”
“No no... È proprio uscita con un altro. Da un po’ di tempo abbiamo deciso di sperimentare il regime della coppia aperta 🐷”
“😱😱😱 Oddio 😱😱😱 Ma stai scherzando? Come mai? Siete in crisi?”
“No, assolutamente… Anzi! Va tutto benissimo! Abbiamo solo deciso di realizzare qualche nostra fantasia 😊”
“Mamma mia! Sono sconvolta! Mi sono dovuta sedere…”
“Ah ah ah! Immagino… Anche per noi è strano, figuriamoci per gli altri”
“Ma e tu hai già... sperimentato? 😬”
“Non ancora 😉”
Sul display leggo che sta scrivendo qualcosa… sembra esitare, poi il messaggio arriva:
“Beh, quando decidi... avvisami 😜”
Mi si ferma il cuore. Era proprio lì che volevo portarla, ma pensavo che ci sarei dovuto arrivare con un lavoro paziente... E invece: ha fatto tutto lei, e me la sta porgendo su un piatto d’argento.
“😍 Vuoi partecipare all’esperimento, quindi?”
“Tu che dici? 😜 A me non dispiacerebbe 😘”
“Non vedo l’ora 😍😍😍”
Passa quasi un minuto, lei ha letto il messaggio e non risponde più... a dire il vero non c’è nessuna domanda a cui rispondere. Sono quasi sicuro che anche lei, dall’altra parte, stia pensando la stessa cosa: “Quando?” Da una parte vorrei invitarla subito a casa nostra e soddisfare la voglia che mi è già cresciuta a dismisura... e che posso saggiare nelle nuove attenzioni che il pene mi richiede. Dall’altra, mi sembra troppo: lei sta finendo di cuocere una torta, e poi tu potresti rincasare in qualsiasi momento e, anche se sei tu a spingermi in quella direzione, forse non saresti proprio felice di trovarmi a letto con Marilena. Comunque, mi rendo conto che tocca a me proporre: sia perché l’ha detto prima “quando decidi...”, sia perché lei ha già fatto abbastanza. Domani? No, forse meglio venerdì: così avrò tutto il tempo di parlarne con te e poi di solito il venerdì vai in palestra, così ti puoi distrarre e non devi stare tutto il tempo in pena ad aspettarmi.
“Che ne dici di venerdì?”
“Perfetto 😍. Dove ci troviamo?”
“Al solito bar ci sarà un po’ troppa gente che conosciamo, il venerdì... qualche idea?”
“E se facessimo direttamente da me? Ci conosciamo già e l’aperitivo possiamo berlo anche qui. 😜”
“Sì, mi sembra la soluzione migliore 😊. Come orario, facciamo alle 19?”
“Va bene 👍 Domattina ricontrollerò i messaggi perché questa conversazione non mi sembra tanto realistica.”
“Ahahah, anche per me è strano... grazie di tutto 😘”
“Grazie a te... buonanotte porcellino 😘”
“Buonanotte anche a te 🐷”

Proprio non mi sembra vero... erano anni che non facevo una chat di corteggiamento... anche se qui ne è servito davvero poco. Chiudo gli occhi e immagino il suo corpo, il nostro incontro... una mano scende spontaneamente a consolare il mio pene, in balia dell’eccitazione delle ultime ore.

Nel frattempo, al tuo vecchio paese sono successe diverse cose. Innanzitutto, vi siete dovuti scontrare con il problema del luogo in cui consumare l’amplesso che entrambi, dopo i primi contatti affettuosi, avete constatato di desiderare... Casa nostra, non si può. Lui è ospite dai suoi, non ti pare il caso. Avete optato per la macchina, anche se per te non è tanto comoda... ma entrambi non siete tipi da spendere soldi per un albergo, quindi questa era la soluzione più naturale. È venuto a entrambi da ridere a pensare che state vivendo una cosa che sarebbe potuta accadere quasi dieci anni fa, e anche in quel caso non avreste avuto molte altre opzioni... Una volta parcheggiato nei campi, vi siete baciati nel buio della notte, e avete cominciato l’esplorazione dei rispettivi corpi.
Lui è senza maglietta e ti dispiace un po’ che la luce sia poca per apprezzare con gli occhi quello che al tatto è un fisico perfetto. Continui a baciarlo mentre liberi il suo uccello e scopri con sorpresa che si tratta di un esemplare... king size. Non sei una fissata di cazzi grossi, anzi ti fanno un po’ paura, ma comunque resti stregata da questa dimensione che, pur nell’oscurità, spicca parecchio… e ti avventi famelica su di lui. Cominci con dei baci sulla punta, poi lungo l’asta, fino alle palle. Risali con la lingua fino al frenulo, cosa che sembra gradire: ti soffermi e lui mugola, quasi sofferente… E poi fai scomparire il glande nella tua bocca, cominciando una pompa epocale. Il membro ti riempie tutta e con le labbra non riesci ad arrivare a metà di quella verga imperiale, che ti fa perdere il controllo… vai su e giù come una forsennata e lui gradisce, tant’è vero che comincia ad accompagnare la tua nuca con la sua mano, spingendoti a fondo. Ma più di così non puoi, e per fortuna dopo poco ti interrompe, altrimenti avresti rischiato il soffocamento.
Ti invita a distendere il tuo sedile, e ti sfila i pantaloni. Stai per dirgli che preferiresti il sedile posteriore, ma quando capisci che la sua intenzione è quella di leccartela, lo lasci fare. In auto è sempre tutto complicato, ti giri un po’ per aprire le gambe a destra e sinistra del cambio, e lui riesce a districarsi per raggiungere la tua passera umida. A dire il vero è un po’ pigra, ancora inebetita dal godimento di qualche ora fa, ma non disdegna di ricevere le attenzioni del tuo amante, che si rivela subito una gradita sorpresa: è molto delicato con la lingua e inizia con lo sfiorare le diverse zone, quasi a saggiarne la sensibilità. Tu ti rilassi e lo lasci fare, come faresti con una sessione di massaggio. Mentre continua i suoi percorsi sulle grandi labbra, con una mano raggiunge i tuoi seni, che aveva già scoperto prima del tuo pompino, e che ti sembra gli piacciano parecchio. La pressione della sua mano è quella giusta per sentirti desiderata e non strizzata, e il piacere comincia a fluire, in uno scambio tra parte alta e parte bassa del tuo corpo. La lingua penetra ora più in profondità e si avventura nei meandri della tua vagina, che continua a riattivarsi lentamente. Il tutto è molto gradevole, ma non credi che potrà sfociare in un orgasmo: più che eccitata, ti senti cullata dalle sensazioni, a cui ti abbandoni compiaciuta. Le carezze delle sue dita raggiungono anche il tuo orifizio anale, da cui si diramano dei brividi diversi, più intensi. Lui capisce di essere sulla buona strada e concentra la stimolazione della sua lingua sul clitoride, che reagisce inturgidendosi. Il tuo respiro si accorcia e involontariamente muovi il bacino, per quel che si può in quella posizione, favorendo e dando ritmo a tutti i suoi gesti. La sua mano raggiunge la tua natica sinistra, a cui pratica lo stesso palpeggiamento che ha riservato al seno, quasi sapesse quanto ciò ti elettrizza… Sei eccitata, e lui lo sente… I tuoi succhi vaginali si spandono sulle tue gambe, e sul tuo buchino, tanto che il suo dito ci incappa, a causa dei tuoi movimenti e… non può essere, non lo farà davvero? Invece sì, lui aumenta di poco la pressione e ciò lo fa scivolare… dentro. Vorresti ritrarti, quella stimolazione l’hai fatta fare solo a me, raramente, e a volte non ti piace; non sai se sei pulita, non sei preparata, ma la posizione non ti consente di scansarti. Stai per dire un no chiarificatore, ma proprio in quel momento lui affonda in maggiore profondità, approfittando dell’abbondante lubrificazione, e ti esce solo un “Aaaaah” dopodiché ti senti avvolgere da un calore strano, crescente, e involontariamente emetti una serie di urli sempre più forti e vibri mentre l’orgasmo, inaspettato quanto forte, ti invade tutta…
Rimani immobile, sconvolta dalla svolta imprevista e dall’intenso appagamento, mentre lui si ritrae e fissa la tua espressione trasognata, cercando di capirne il significato:
– Ehi, tutto ok?
– Sì...sono venuta!
– Lo dici come fosse un evento straordinario!
– No, è che... è stato improvviso! Non credevo di essere già abbastanza eccitata...
– Vuoi che ci fermiamo? Ti ho forse dato fastidio?
– No, no, dai… la mia vagina dice che vuole ringraziarti per il trattamento. Ti va di spostarci sul sedile dietro?

Mentre indossa il preservativo, ti chiede quale posizione tu preferisca e tu rispondi:
– Il buchino, per oggi, lasciamolo stare… – dopodiché ti predisponi a quattro zampe slanciando verso l’alto il tuo sedere…

Senti la vagina dilatarsi, più del solito… e sai benissimo il perché. Lui è abbastanza delicato e compie l’operazione con calma. Dopodiché, accelera gradualmente il ritmo fino a raggiungere un’andatura più sostenuta e regolare… la vista del tuo didietro lo manda in visibilio e, come succede a me, riesce a risvegliare tutto il suo istinto animale. Tu ti rendi conto per un istante della situazione: un tuo vecchio amico militare con una nerchia XXL ti sta sfondando la vagina sul sedile posteriore di un’auto, in mezzo ai campi del tuo paese natale. Il tuo fidanzato è d’accordo sul fatto che ti stai facendo stantuffare da questo tizio, che tra l’altro ti ha appena fatta godere grazie a un cunnilingus con opzione non richiesta “dito nel culo”, e tu… tu stai godendo doppiamente: per il riempimento intermittente della tua fregna, e per il sentirti una grandissima troia per tutto quanto detto sopra.
Dopo un tempo che non sapresti misurare, percepisci che lui è un po’ stanco, e proponi un cambio di posizione. Lui seduto sul sedile e tu a cavalcarlo: è di gran lunga la posizione migliore in macchina ma, visto che eri stanca, avevi preferito proporre la classica pecorina, sperando che accelerasse i tempi del suo godimento. Quella speranza è andata a farsi benedire, e allora ti presti volentieri a questo cambio, sperando che il poterti toccare le tette sortisca effetto migliore. Dopo il necessario assestamento su quelle grosse dimensioni, cominci i tuoi esperti movimenti di bacino, che fanno scorrere le pareti della tua vagina sul suo membro, aderendovi perfettamente. La lubrificazione, indispensabile, è favorita da quello che finalmente, complice l’adeguamento dello sguardo all’oscurità, riesci a scorgere con più chiarezza. Di certo è il più bel torace che tu abbia mai visto dal vivo… e non riesci a trattenerti dal toccarlo ed apprezzarlo, nonostante sia tutto sudato per la lunga performance da dietro di poco fa. Matteo, come previsto, si avventa sulle tue tette… e non solo: mentre le stimola con la sua sapiente lingua, afferra con le mani le tue natiche e le guida nel ritmo a lui più consono per raggiungere più velocemente il finale. I suoi gemiti si fanno via via più forti e incitano gli slanci del tuo corpo: desideri come non mai di farlo venire, di essere l’artefice del suo piacere. Finalmente, mentre solleva il viso alla ricerca della tua bocca, le vostre lingue si ritrovano e con gli ultimi tre affondi più lenti e profondi lo senti esplodere dentro di te, soddisfatto.
Sei stanca, e la tua vagina più di te. Sfilandoti quel grosso pene senti un certo bruciore e… un po’ di sollievo. Matteo ti guarda appagato, e tu ti avvicini a lui. Siete accaldati, gli prendi la mano, poi ti inclini sul suo petto e ti fai abbracciare. Niente a che vedere con il calore dei nostri abbracci, ma… è stato bello condividere questo momento di passione con una persona con cui ti piace confidarti, e passare del tempo insieme. Vi rivestite e ti riaccompagna al parcheggio del bar, ormai chiuso. Scesi dall’auto, vi concedete un ultimo abbraccio, poi lui attacca un:
– Io…
– Grazie – lo interrompi subito e lo coinvolgi in un ultimo bacio, prima che possa fare qualsiasi genere di discorso. Non vuoi che parli di possibili storie sentimentali tra voi (nel tuo caso impossibili), non vuoi che si giustifichi perché non vi vedrete più, non vuoi nulla.
– Grazie a te. – Non può che rispondere, alla fine.
– In bocca al lupo per tutto!
– Anche a te! Buonanotte!
– Notte! – dici salendo in auto.

Respiri a pieni polmoni l’aria di chi ha concluso qualcosa. Un po’ come dopo un esame, ti senti più leggera: di sicuro, per essere riuscita a lasciarti andare e sciogliere la tensione sessuale che, ora capisci, covavi fin dal momento del vostro incontro. O forse, anche da prima: è come aver vissuto finalmente un capitolo inconcluso del tuo passato. Probabilmente, avevi sempre desiderato quel ragazzo, ma distratta da altri aspetti della tua vita, non te ne eri mai resa conto. Comunque, ora non ha alcuna importanza. Quella chiavata ha risolto tutte le questioni, vere o immaginarie che siano.
Appena entrata in casa lanci la borsa e corri verso di me, mentre il mio cuore sobbalza di felicità. Mi abbracci stretto stretto e mi baci con tutta la passione che hai, mentre io intuisco che tutto è andato a buon fine, dal sapore della tua bocca, diverso dal solito, probabilmente mescolato a quello di lui, e dall’odore della tua pelle, denso di profumo da uomo.
– Allora, com’è andata?
– Bene ma... sono esausta! Non finiva più!
– Ahahah… Hai dovuto usare tutte le tue armi?
– Quasi!

Ci accoccoliamo sul divano ed entri nei dettagli della tua seconda avventura extra-coniugale, provocandomi più volte delle erezioni che sarebbe impossibile calmare se non fossero indebolite dalle due sborrate avvenute nelle ore precedenti. D’altra parte, da quanto ho capito la tua passera è piuttosto provata e probabilmente non accetterebbe nuove proposte. Così, giro il discorso sulla tua dissolutezza:
– E così, ti sei riconfermata la nostra sgualdrina. Lo rifarai?
– Beh, adesso tocca a te: non eravamo d’accordo così?
Non rispondo, ma la mia espressione tradisce qualcosa:
– Ehi! Cos’è quel sorrisino?
– Ho un appuntamento per venerdì, se non hai nulla in contrario.
– Con Marilena?!

Ti faccio vedere la conversazione avuta in serata e, nonostante in alcuni punti la tua gelosia venga punzecchiata, arrivi al termine della lettura con un’aria rilassata, come se i tuoi sensi di colpa fossero finalmente placati. Mi baci profondamente, e mi dici:
– Sono felice.
– Degli sviluppi con Marilena o di esserti fatta Matteo?
– Beh, di entrambe le cose direi. Comunque… mi piace di più fare l’amore con te. Ora, mentre ci addormentiamo, ripenserò alla nostra magnifica scopata di oggi pomeriggio.
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