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Dal rimorso al rimpianto


di Zindo
24.01.2024    |    8.976    |    11 9.7
"Uno dei tanti altri, ma nessuno più con uomini..."
Tanti anni fa, quando ero ancora giovane, anzi giovanissimo, intorno ai diciotto anni o poco più, ho vissuto una esperienza per me indimenticabile.
Per molti anni sono stato tormentato dal ricordo che avrei voluto rimuovere senza riuscirci, vivendolo come un incubo, nel timore, oserei dire terrore, che qualcuno potesse venirne a conoscenza.
Da alcuni anni il ricordo permane ma non è più un incubo, anzi è quasi un rimpianto. E' una specie di desiderio di poter rivivere qualcosa di simile che si va facendo sempre più nitido. Sono passato dal timore che qualcuno potesse venirne a conoscenza, alla tentazione di provarci io ad espormi con qualche persona interessante ai miei occhi, per poter rivivere qualcosa di simile o comunque di quel genere di esperienze tanto criticato ma che sto scoprendo essere anche praticato da molti.
Certo sono cambiato anche io, ma sono cambiati anche i tempi. Ora l'omosessualità è considerata accettabile da quasi tutti, a quei tempi assolutamente no. Infatti ci ho messo anni ad accettare che tutto sommato quella prima, anzi unica, esperienza omosessuale mi piacque tantissimo ed oggi, solo oggi, dopo anni mi pento non di averla vissuta ma di aver rinunciato a viverne altre analoghe per una immotivata vergogna ed una inspiegabile paura.

Era d'estate. Me lo ricordo perché ero andato in città a vedere l'esito degli esami di maturità presso il liceo che avevo frequentato e verso le undici, felice dell'ottimo esito, stavo ad aspettare all'apposita fermata il pullman che avrebbe dovuto riportarmi al paese dove vivo, ad una quindicina di chilometri di distanza.
Durante i quasi dieci minuti trascorsi da quando ero arrivato non era transitato neanche un autobus.
Una signora mi informò "Se stai aspettando gli autobus perdi tempo, oggi sono in sciopero dalle dieci alle sedici".
L'informazione scombussolò tutti i miei programmi, facendomi vedere una serie di problemi e poche soluzioni. Io dovevo, necessariamente dovevo, tornare a casa entro l'una. L'unico mezzo era l'autobus di linea. Ero abbastanza preoccupato quando una vettura si fermò per darmi la stessa informazione "Che aspetti l'autobus?" mi chiese l'uomo che guidava.
"Sì ma mi hanno detto che sono in sciopero"
"Infatti. Ti ho visto in attesa già quando sono andato in là e ti ritrovo qui anche adesso. Vuoi un passaggio? Da che parte devi andare?"
"Magari!" bisbigliai quasi tra me e me e poi, con tono scoraggiato aggiunsi il nome del mio paesino, certo che quello mi avrebbe detto che non intendeva portarmici. Era troppo lontano.
Con mia grande sorpresa mi disse "Sei fortunato allora, devo andare in quella direzione e posso darti un passaggio io. Sali, dai"
Per me era stato come una vincita alla lotteria. Subito salii ringraziando. Quello prima di ripartire mi squadrò guardandomi da capo a fondo. Solo dopo essersi immesso sulla corsia di marcia mi tese la mano presentandosi come Enrico. Io gli porsi anche la mia mano dicendogli anche il mio nome. Lui la strinse trattenendola per qualche istante di troppo e lanciandomi di nuovo uno sguardo questa volta con un sorriso e mi disse "Sei un gran bel ragazzo, sai"
"Grazie"
"Quanti anni hai"
"Diciotto e mezzo, quasi diciannove"
"Indovina quanti ne ho io?"
Lo guardai, sorrideva ancora, secondo me era sui trentacinque più o meno. Io per fargli una specie di complimento abbassai la stima chiedendo "Più o meno di trenta?"
Rise ed esclamando "Trenta? Magari", con un eccesso di confidenzialità mi diede una pacca sulla coscia e strinse pure le dita, aggiungendo "Sei gentile, ne ho ben trentaquattro". Poi lanciò un fugace sguardo alla mano con la quale mi palpeggiava la coscia disse "Carino e pure muscoloso. Fai sport?".
"Pratico un poco il calcio"
"Uhm, si vede e si sente"
Il dover effettuare una svolta lo obbligò a riportare la mano al volante, ma continuò a dire"Sei fatto proprio bene. Mi sa che tu fai strage di ragazzine"
Arrossii e confessai "Per il momento no"
"Non hai una ragazza?"
"Al momento no"
"Strano. Eh... e come te la cavi con certi desideri di un certo genere, senza una ragazza?"
Arrossii ulteriormente senza rispondere e lui incalzò "Ho capito, ti fai seghe e raffica! Ho indovinato?"
Con tanto impaccio dissi "una ogni tanto sì"
"Da solo?"
"In che senso"
"Te le fai tu o te le fai fare dalle mani di qualche altra...o altro?"
Ero stupido al punto da non capire ancora che cominciava a provarci. Pensavo che volesse solo canzonarmi. Non gli risposi. Ero in imbarazzo.
Lui no, lui era disinvolto nel dire "Fammi un po' sentire come sei messo|" riportando la sua mano rapidamente su di me, questa vola sul pacco tra le mie gambe. Palpeggiò spudoratamente aggiungendo "Interessante. Se ti va di provare a me non dispiace mica fartela io una sega. Dicono che sono piuttosto bravo, quelli che hanno provato già"
Allora, afferrando il suo polso pensando di spostare la mano dal mio inguine, trovando non so dove il coraggio, forse nella incoscienza che si ha da giovani, gli chiesi "Ma che sei frocio?"
Opponendo una forte resistenza al mio tentativo di spostargli la mano, sorrise e disse "Non del tutto, ma abbastanza. Sta tranquillo che mi piacciono anche le donne ma non disdegno neppure i bei maschi, specie se piacenti e ben fatti come te". Intanto al suo persistere nel palpeggiamento spinto, il mio pene cominciò a lievitare ed indurirsi.
Disse "Se vuoi toccarmi anche tu, non farti problema. Mi piace essere anche toccato".
"Non ci penso proprio"
"Non sai che ti perdi. Dai, slacciati i calzoni libera sto bel cazzo che te lo lavoro per bene"
"Pensa a guidare"
"Infatti sto pensando anche alla guida se no te l'avrei già aperta io la patta, ma con una mano non ci riesco e senza mani non potrei guidare. Dai, tiralo fuori, fammelo almeno vedere"
Stavo per dire "fermati e fammi scendere" ma subito mi ricordai della necessità assoluta di dover tornare a casa almeno per l'una e della mancanza di altri mezzi per poterlo fare. Fu per questo che scesi a patti "Solo se mi porti fino a destinazione"
"Certo che sì, che pensi che una volta fatto ti lascio a piedi? Sono una persona seria io"
"Comunque non mi va che di distrai dalla guida."
"Vuoi dire che se ci fermiamo ci stai a masturbarci a vicenda?"
"Diciamo che ci posso provare a farmi masturbare da te"
"Perfetto. L'importante è cominciare, dopo vedremo come andrà a finire.".
Sembrò mettersi diligentemente alla guida, riportando entrambe le mani sul volante, Fu quando mi venne a mancare il suo palpeggiamento che mi resi conto di quanto la cosa mi fosse piaciuta, quasi pentendomi di averlo indotto a spostare la mano. Per questo fui io a dirgli "Comunque se vuoi, i pantaloni me li posso anche abbassare un poco, visto che hai detto di volerlo vedere"
Sembrò esagitato, nel dirmi "Sì, sì, dai, tiralo fuori"
Feci quello che lui desiderava (e forse un poco lo volevo anche io).
Lanciò uno sguardo ed esclamo come estasiato "Che meraviglia" e aggiungendo un concitato "lo voglio, lo voglio" ci riportò sopra la mano, lo accarezzò con contatto diretto, pelle su pelle, strinse anche un poco delicatamente per un poco poi stringendo due o tre volte esclamando ancora "bello, bello" e cominciò a menarmelo,
Ora lo ammetto, quel contato mi piacque moltissimo, rimosse ogni mia titubanza. Volevo che facesse quello che desiderava e gli dissi "Però se ti fermi mi sa che puoi fare meglio".
Rispose. "Infatti, tra non molto c'è una strada che va verso il fiume e li staremo a nostro agio"
Fu una questione di pochi minuti e ci ritrovammo nel bel mezzo di un boschetto, anzi un canneto al limitare del boschetto che costeggiava il vicino fiume.
Appena fermata la vettura mi cinse le spalle, mi tirò a se per deliziarmi di un bacio favoloso, certo molto più sensuale di quei pochi che ero riuscito a carpire qualche volta a qualche ragazzetta. Questo Enrico era espertissimo, mi fece avvertire una specie di vertigini con il suo modo di intrufolare la sua lingua nel mio palato, di agitarla, di succhiarmi le labbra. Che bacio, gente!
Quando smise per dirmi con evidente stato di eccitazione "dai, spogliati, spogliati", cominciò a spogliarsi anche lui, via scarpe, calzoni e slip e il mio sguardo inevitabilmente si posò sulla sua parte più intima. Mi chiesi come poteva dire che era bello il mio se lui era così fantasticamente dotato di un cazzo a mio avviso perfetto. Feci come lui, liberando dai vestiti la parte inferiore del mio corpo. Lui mi tirò su anche la maglietta e fui totalmente nudo. Un attimo dopo lo era anche lui. Prima mi baciò di nuovo, con meno impeto di prima, più dolcemente, carezzando anche il mio corpo, poi armeggiò sui dispositivi che facevano abbassare gli schienali dei sedili e mi ritrovai disteso al suo fianco sulla specie di giaciglio che si era creato. Lui non era coricato del tutto ma appoggiato su un fianco con il tronco sollevato facendo leva sul gomito. Mi guardava , accarezzava il mio corpo e con voce estasiata ogni tanto ripeteva che ero bello, Sentivo quasi come se anche il suo sguardo toccasse la mia pelle e la cosa mi eccitava terribilmente. Finalmente la sua mano, dopo aver esplorato quasi tutto il mio corpo giunse di nuovo al mio pene ed incominciò a lavorarlo in maniera magistrale. Era bellissimo essere masturbato da lui, il mio cazzo ne godeva, ma era piacevole anche osservare la sua espressione da persona felice e soddisfatta.
Come se avesse captato l'interrogativo che stava frullando nella mia mente (cioè "Chissà cosa prova lui con la sua mano"), sospese per un attimo la sua fantastica prestazione per prendere una mia mano, portarlo sul suo cazzo e mi disse "toccami, toccami anche tu".
Anche se con un certo timore (per non so cosa, ma avevo timore) osai sfiorarlo appena. Che strana sensazione. Ornai c'ero, tanto valeva verificare cosa si prova a toccare il membro di un altro e mi lasciai andare anche io, dapprima timidamente, afferrandoglielo, poi stringendolo, accarezzandolo, masturbandolo mentre mi masturbava. Cominciò a baciarmi di nuovo, con una breve serie di bacetti semplici, labbra a labbra, poi sempre più sensualmente fino a tornare alla foga del bacio iniziale, quello che mi aveva fatto provare le vertigini.
Non avrei mai pensato che stare così con un uomo potesse essere così piacevole, e..., e ...non avevo ancora visto niente. Il brivido di massimo piacere lo provai poco dopo quando anziché baciarmi ancora sulla bocca, si contorse, si spostò e andò a baciare il mio cazzo. Non solo baciarlo, ma anche leccarlo su e giù, sul prepuzio ed intorno al glande e poi, con mia sorpresa se lo infilò in bocca, tutto, fino alle sue tonsille. Allora sì che mi sono sentito al settimo cielo. Fino ad allora avevo solo sentito parlare di pompino ed immaginavo che dovesse essere una cosa schifosa l'unire la bocca alla parte del corpo con il quale si espelle l'urina, invece scoprii allora di quanto bello fosse praticare questa unione e lo dissi a voce alta "Che bello, così sì che mi piace"
Si senti spronato a fare ancora meglio, con corse più veloci, affondi ancora più spinti, palpeggiandomi anche le palle e, di tanto in tanto , dopo aver infilato una mano sotto le mie natiche osava anche sfiorami con le dita l'orifizio anale. Anche questa volta capivo il perché la cosa piacesse a me, ma non capivo come potesse piacere a lui fare certe cose. Anche questa volta, come se mi avesse letto nella mente, cambiò posizione, sdraiandosi su di me ma in posizione inversa continuando a praticarmi un fior di pompino portò il suo pene proprio sulla mia bocca, Serrai le labbra. Mi propose "provaci vedrai che ti piacerà". Non fu per me spontaneo come quando poco prima avevo accettato di fargli una sega, mi ci volle molto coraggio ad osare e forse lo feci solo per spirito di riconoscenza per quell'infinito sublime piacere che mi stava facendo provare. Fatto è che dopo molte sue insistenze gestuali (il portare spesso il suo penne sulla mia bocca) finii con il dischiuderle le mie labbra, il portare leggermente fuori la mia lingua, passarla appena sulla spunta di quel cazzo e fu allora che sentii il sapore del liquido pre-spermatico che era fuoriuscito. Altro che sensazione di schifo! Fu fantastico sentire quel sapore, annusare il particolare odore, sentire sulle labbra il contatto con quel coso possente all'apparenza, ma delicatissimo al contatto con le labbra e con la lingua. le dischiusi tutte le labbra, lui ci infilò il suo pene dentro. Forse esagerò nell'affondarlo troppo e sentendomi sfiorare l'ugola ebbi come un conato. Subito ritrassi la bocca e al suo tentativo di rimettermelo in bocca gli dissi (mentendo un poco): "No, ti prego. Ci ho provato ma non mi piace".
Pensate che abbia insistito? Affatto. Come se gli avessi detto la cosa più bella del mondo cominciò a baciarmi tutto e a dire "Cavoli, sei proprio etero allora? Il sogno più bello della mia vita è sempre stato farmi fare da un maschio veramente maschio. Mi vuoi scopare davvero?"
"Perché cosa stiamo facendo?"
"No, non solo cosi, vienimi dentro, scopami, oggi sono io la tua donna, sfondami, riempimi"
Dicendo così con una agilità acrobatica si mosse non so come dentro lo stretto e non comodo spazio dell'abitacolo e si pose disteso, tirandomi sopra di lui. Afferrò il mio cazzo con una mano lo inumidì con abbandonate saliva presa dalla sua bocca, poi inumidì anche il suo orifizio anale, sollevò le gambe quasi a far toccare le sue ginocchia alle sue spalle,ed infine guidò lui il mio cazzo su quel buchetto e mi sollecitò "Sì dai ora, dai che ti voglio tutto"
Ero proprio un principiante e mai avrei immaginato che tra uomini si potesse scopare stando faccia a faccia, Per me tutto era una scoperta di un universo molto più bello e piacevole di come lo avessi potuto immaginare, se lo avessi già immaginato. Di fare sesso con un maschio, invece, non mi era mai passato neanche per l'anticamera del cervello, mai.
Non so come lui valutò la mia prestazione, forse non bene se alla fine mi chiese "E' la prima volta in assoluto che scopi o avevi già fatto all'amore prima?"
Risposi con una mezza verità cioè "con un uomo è la prima volta". Se non avessi detto "con un uomo" avrei detto la verità.
A me piacque tutto, tantissimo, persino vederlo schizzare sborra mentre io lo inculavo e poi quando esagerò nel raccogliere con un dito parte della sua sborra e portarla alla bocca poi, nel finale, rileccarsi tutto il mio cazzo ancora bagnato del mio sperma ma anche dei suoi umori. Questo oggettivamente mi fece un po schifo e non gli consentii di darmi l'ultimo bacio che lui cercò di darmi nonostante avesse appena ciucciato il suuo ed il mio sperma.
Fu allora che forse mi resi conto di aver fatto una cosa che non si doveva fare, una cosa "contro natura" come si diceva a quel tempo e la colpa più grande che mi feci fu quella di aver goduto molto nel farle certe cose, provando soddisfazione anche per quel senso di schifo per il finale.
Di tutta questa soddisfazione, appena lui mi lasciò a poca distanza da casa mia, incominciai a vergognarmi e me ne vergognai per molti anni. Come detto all'inizio, ho vissuto con vergogna e con timore che la cosa potesse arrivare ad essere a conoscenza di qualcuno.
Mi ci sono voluti anni per arrivare a considerare quella prima e sinora unica esperienza omosessuale, uno dei momenti più belli che io abbia vissuto.
Uno dei tanti altri, ma nessuno più con uomini.
Non lo dico con orgoglio ma con un poco di rammarico.
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