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Prime Esperienze

LE ESPERIENZE ANALI DI MIA MOGLIE - gli esordi


di Membro VIP di Annunci69.it nudofoto
20.12.2023    |    15.995    |    7 8.4
"Aveva avuto giusto un paio di flirt con ragazzi appena più grandi, anche se sempre del solito giro del paese..."
Pianura padana fine anni ’80, lo scenario è quello grigio e noioso della periferia emiliana, ma non appare certo opprimente agli occhi di chi deve solo crescere o di chi, già ampiamente cresciuto, ha semplicemente lo scopo di divertirsi.
L’adolescenza ha confini sfumati, sogni e desideri spesso banali, qualche volta inarrivabili. Quelli di Elena, quattordicenne, non si discostano molto dallo stereotipo corrente: sensazione di inadeguatezza totale e orologio biologico che batte impazzito, per la voglia di avere esperienze e per smentire lo specchio, che tutte le mattine rimanda un’immagine inquieta in cui acne e peluria imperversano fuori controllo: il suo trucco marcato è una maschera non fa che aumentarne l’evidenza. Tipo mediterraneo, scura di pelle e di chioma, taglio classico per i tempi, più corto davanti e incolto dietro, non è quasi mai l’oggetto del contendere degli amici o dei compagni di classe. Anche il fisico si presta a recriminazioni, per le tette piccole e la gamba troppo muscolosa e corta, fattezze poco coordinate con il sedere tondo e sporgente. Aveva avuto giusto un paio di flirt con ragazzi appena più grandi, anche se sempre del solito giro del paese. Storie di seghe e di pompini, conoscenza del proprio corpo e di quello altrui in giro per i prati e le campagne, niente di così serio da poter dire di essere fidanzata e rompere il cliché della secchiona occhialuta che compensa le poche attenzioni con ottimi voti a scuola. Non avrebbe mai pensato che il cruccio per l’assenza di un ragazzo e la vaga infatuazione nei confronti di Mario l’avrebbe portata a sperimentare un campionario degno di un film porno, benché vissuto con l’incertezza e l’incoscienza tipiche dell’età.
Era il fratello maggiore di Giulia, personaggio chiacchierato perché spesso coinvolto in risse da bar, faceva parte della compagnia degli adulti, avendo da un paio d’anni superato i trenta. Già separato, era tornato a vivere con la madre vedova e la piccola sorella. Visto che aveva dovuto chiudere l’attività in proprio, il suo stile di vita brillante comportava qualche temporaneo compromesso. Aveva già avuto modo di incrociare Elena in quanto amica della sorella e il suo personalissimo radar aveva già captato possibili incroci, senza per questo destare in lui un particolare interesse, se non per il fatto di essere per il momento a corto di appuntamenti e per la novità legata alla prima sperimentazione di un divario anagrafico così ampio.
Tardo pomeriggio, Mario sente suonare il campanello. È Elena che cerca Giulia, non ancora rincasata dalla scuola. La fa entrare e accomodare sul divano e le chiede se gradisce qualcosa da bere.
“Cosa ti posso offrire? Un succo, una coca cola…”
“Mi va bene anche solo un bicchiere d’acqua…grazie!” risponde lei sorridente.
Mentre riempie il bicchiere in cucina quell’insano e confuso pensiero diventa decisamente più concreto. Si avvicina, le allunga da bere e si siede al suo fianco giusto per iniziare a fare due chiacchiere, che terminano presto perché si sporge verso di lei spavaldo ad abbreviare le distanze e comincia a baciare deciso, subito ricambiato. Si rende conto di avere di fronte una ragazzina, ma i filtri saltano immediatamente, la tocca voglioso e viene toccato, le cerniere si aprono e i rispettivi pantaloni calano bruscamente sotto le ginocchia, dai baci e dalle carezze avide si passa velocemente al sesso, ognuno assaggia quello dell’altro in un primo circospetto approccio, con l’ansia dettata dal rischio dell’imminente rientro di Giulia…ma è tempo di sfilarsi i pantaloni e stare comodi, Mario le fa capire che vuole che insista con la bocca, ne apprezza la tecnica canonica, ma le spinge più a fondo la testa come a farle prendere confidenza con il suo pene dalle misure davvero cospicue, misure che Elena sarà obbligata in seguito a prendere come pietra di paragone per il resto della sua vita. È perfettamente in grado di spompinare e fare godere anche un uomo maturo e navigato come lui che infatti viene solerte schizzando sulla lingua, mentre lei lascia subito la presa e si defila.
Questa facile resa rinfocola il desiderio e da quel momento in avanti sarà una corsa a bruciare le tappe, a cominciare ovviamente dal primo rapporto sessuale completo. Ma nei giorni seguenti per Mario è già ora di mettere a segno l’upgrade, siamo solo al terzo appuntamento, il suo obiettivo è il lato B di Elena. Nudi sul lettone, iniziano giochi orali, fino a che lei si sdraia a pancia in giù, e lui sopra disteso per poi sollevarla leggermente, compiaciuto dal suo lasciarsi esplorare e manovrare.
“Hai un sedere troppo bello vorrei infilare dentro il mio pene” preannuncia deciso.
Comincia quindi a strusciare l’uccello lungo la piega delle chiappe, solletica la fessura e i peli insolitamente folti con la punta, lascia capire che ha intenzione di insistere e che ha voglia di entrare, lei non se ne rende conto del tutto ma lascia fare. La fa mettere in ginocchio nella classica posizione, lei collabora più o meno consapevole, con il buco vergine esposto e lui che continua a giocare strofinando la cappella. A questo punto lo infila deciso, ma non entra del tutto perché lei si ritrae istintivamente, di colpo, più per la sorpresa che per il dolore…peccato che non ne abbia assolutamente il tempo! Le mani di lui rimangono salde sui suoi fianchi, la ritrae verso di sé infilandolo di nuovo e inizia a pompare lentamente poi sempre più impetuoso. Elena non sa come reagire, subisce la frenesia dei suoi colpi, si adatta a un copione che non aveva bene considerato, sopporta imbarazzata in silenzio fino a che il suo rantolo rauco sottolinea l’orgasmo intenso. Col tempo imparerà ad apprezzare quel suo modo prepotente di penetrarla analmente con un colpo secco, senza chiedere permesso. Ora però si gira e non può che notare il ghigno fiero di chi ha appena sverginato il sedere di una quattordicenne:
“Come è andata hai avuto dolore? Vedrai le prossime volte piacerà di più anche a te” le dice sicuro senza attendere una risposta.
È consapevole che da ora in poi avrà l’occasione di togliersi ogni sfizio senza grossi grattacapi, data la situazione di reciproco divieto di esposizione pubblica. Nei giorni seguenti l’umore di Elena invece è strano, inseguita dal pensiero di aver fatto qualcosa di proibito, ripensando alle mutande sporche di sperma e di sangue, alle noie nell’andare in bagno. Poi con le ore che passano anche i timori svaniscono insieme agli effetti collaterali, la mente resetta e il desiderio di salire ancora sulla giostra e dimostrarsi adulti ritorna prepotente e serio.
Dopo questo ruvido esordio nel mondo del sesso anale, gli episodi hard continueranno numerosi, Mario propositivo e vizioso, Elena con la sua capacità di adattamento alla situazione, oggi potremmo dire resiliente. Alcuni giorni dopo viene colta di sorpresa, mentre si apre la porta di casa sua. Mario la accoglie già nudo e con il cazzo in tiro, non riesce nemmeno ad esternare un sorriso di complicità che viene spinta a due mani ad abbassarsi sul membro nell’ingressino dell’appartamento. Si spostano rapidamente sul divano, lui continua a spingerle la testa con forza, ma si stanca ben presto.
“Come mi devo mettere?” chiede timidamente.
“Stai in ginocchio sul tappeto” risponde lui brusco.
Elena obbedisce tranquilla appoggiando le braccia sul divano, conosce ormai perfettamente la trama rudimentale e si mette subito a pecora in attesa del cazzo invadente di Mario col suo sfintere peloso aperto e invitante, il sesso anale è già quasi routine. Ma oggi è diverso, lui è nervoso e si percepisce benissimo che sta sfogando altro, lo aveva capito dai convenevoli ancora più telegrafici del solito. Un banale ma acceso litigio con la madre lo aveva reso scostante e incazzoso. Si accomoda dietro, le allarga le chiappe e tuffa il suo volto e la sua lingua lubrica nel buco. Entra diretto al primo tentativo e le stringe i fianchi con forza inusuale, si dimena con ritmi assurdi da film hard, lei a questo punto non può fare altro che subire, solo al massimo evitare di far vedere il suo disagio per non fare si che questa accenda ulteriormente la sua pulsione rozza. Strizza gli occhi in una smorfia e si morde le labbra sotto i suoi colpi, fino a che rapido Mario non si scarica letteralmente le palle dentro il suo ano infiammato ed offeso per quello sfregamento ossessivo costringendola a fregare ancora di nascosto la crema per le emorroidi di papà.
Il sesso anale rimane una costante nelle voglie di Mario, con l’obiettivo chiaro di sfruttare il giocattolo finché rimane a disposizione. L’episodio successivo si svolge in una location oggi idealizzata nell’immaginario collettivo, ma non così inconsueta nelle campagne del tempo, ancora così poco urbanizzate. Lui ha la passione dei cavalli e ne possiede uno che tiene parcheggiato in un isolato casolare di campagna. È anche una buona scusa per fare un giro differente, visto che per loro non è previsto lo “stare in società”, così in un tardo e assolato pomeriggio fanno visita alla piccola stalla dove risiede l’amato quadrupede. Scendono dall’auto a nutrire il cavallo, ma non è l’animale il protagonista del giorno. Mario incomincia a baciarla, la palpeggia voglioso, ottenendo risposta si scopre rapido l’uccello. “Mi piace farlo nella stalla, ti va?”. La proposta non riscuote un grosso consenso, ma Elena non si ritrae e si piega sul cazzo, si fa mettere in ginocchio e succhia metodica. Ora la voglia sale, ma lei non ha nessuna intenzione di rotolarsi nella paglia, allora Mario rimedia un telo che stende sui cumuli di fieno, si sfilano i pantaloni e si sdraiano a scopare, lei viene subito, un classico ormai, lui assesta ancora qualche colpo, ma non vuole sprecare lo schizzo. Si rialzano, lei si appoggia alla staccionata, si piega e offre il suo buco che lui centra immediatamente e la penetra con grande foga. Fradici di sudore aspettano la botta di endorfine che il sesso procura.
Il maneggio sarà teatro di altre scorribande, ma l’episodio successivo si svolge all’interno dello spazioso fuoristrada. Dopo l’immancabile preliminare orale, lui è sopra e lei sotto, scopano nella più classica delle posizioni. Elena quasi non fa in tempo a venire che subito lui armeggia esperto e si infila rapido nel secondo canale, riprendendo a spingere senza soluzione di continuità. Il suo ormai tacito consenso al sesso anale lo fa sentire in pieno controllo ed è quasi sempre questa per lui la conclusione più logica dei loro incontri bollenti. Per Elena la posizione supina sarebbe anche più gestibile, se Mario non le avesse sollevato le gambe premendo con le mani sull’incavo delle ginocchia e sfruttando il peso del proprio corpo per pompare profondo, affondando l’asta fino alle palle, eccitato anche dalla vista dei suoi genitali. È così veemente che lei tenta di arginare la forza e la velocità dei suoi colpi di reni tendendo le braccia sul suo addome, ma stavolta Mario ha un impeto selvaggio, non le resta che attendere la conclusione, che arriva rapida per l’eccitazione già alta. È a questo punto però che la trama le riserva un imprevisto perché lui veloce si sfila, solleva il bacino e avvicina al pene la testa di lei afferrando la nuca con vigore. Sono istanti velocissimi, Elena non ha praticamente tempo di rendersene conto, Mario schizza sulle guance, sulla fronte, sui capelli, le intima di aprire la bocca con un ordine secco. Lei esegue forse più per la sorpresa e riceve il getto finale di una venuta copiosa. Il suo volto è una maschera di sperma, non fosse per la sua carnagione scura si noterebbe il rossore e la vergogna per questo finale così umiliante, almeno per una come lei che ha ancora scarsa conoscenza e complicità dei desideri e degli sfoghi maschili. Ma lui nemmeno se ne accorge e le porge i kleenex.
Vale la pena ribadire quanto Mario avesse pieno controllo del suo ormai navigato buchetto, la fica era solo il prologo scontato per concedere la giusta contropartita prima di possederla analmente. Spesso con lunghe sessioni e posizioni acrobatiche, a volte con brevi assalti di pura libidine prima ancora di consumare il rapporto vero e proprio. Nell’ingresso di casa con agguati che costringevano Elena a stare in equilibrio precario appoggiata al mobiletto con i pantaloni calati e il suo membro infilato nel didietro. Altre volte non riusciva nemmeno a fare un passaggio in bagno senza che lui non approfittasse della situazione per prendersi un primo assaggio della più ampia partita da replicare sul letto, sul divano, tante volte nella doccia. Ma quanto alle posizioni acrobatiche la fantasia accendeva nuove idee nella mente perversa di lui, alcune delle più scabrose consumate all’aperto in pieno campo, situazione che giustamente accende i bollori anche solo per la condivisione del nudo, figuriamoci se il banchetto prevede sesso anale spinto all’estremo.
Ma anche il sesso orale rappresenta una via veloce e sicura al godimento assicurato e sarà la più naturale variabile quando il poco tempo o la curiosità di sperimentare altre prime volte non permettono a lui di votarsi all’amato anal sex. Mario quel giorno percorre le vie del paese, hanno appuntamento in una via periferica. La vede, parcheggia e aspetta. Lei si guarda attorno timorosa, scruta pericolosi sguardi indiscreti e sale in macchina velocemente. Partono con destinazione prima collina, appena fuori dal centro abitato c’è un bosco che circonda il castello, i posti in cui appartarsi senza dare nell’occhio non mancano di certo.
“Mettiamoci dietro, così stiamo più comodi” propone.
Entrambi si tolgono i pantaloni e si posizionano sugli ampi sedili ribassati del Range Rover. Baci e altri preliminari sono ridotti al minimo sindacale. Elena inizia subito a succhiarlo, si gonfia, le piace. Rimane solo interdetta per un attimo quando sente le sue mani salde sulla testa, lui la guida a dettare il ritmo, sempre più rapido, la testa diventa un oggetto dentro la jeep, ancora pochi colpi, si sta per svuotare.
“Mi raccomando…non tirarti indietro! Lo so che ti piace il mio sperma…” è il suo approccio un po’ ridicolo, quasi da giornaletto porno.
Elena non risponde, preferirebbe sfilarsi come fa di solito, il getto è abbondante, troppo, ma le mani rimangono ferme, lui non vuole rovinarsi il finale… Elena non può muoversi fino a che lui non ha terminato di godere, sa bene che non deve sfregare la cappella fino a che il pene si contrae, è costretta ad inghiottire quella sostanza vischiosa, con cui non ha mai simpatizzato.
Una lieve smorfia di disgusto, ma non lascia andare nemmeno una goccia. Mario si compiace rilassato, sdraiato sul sedile, fissando il tettuccio in silenzio.
E non si trattò dell’unico assaggio fuori programma. Nei giorni seguenti è una casa colonica immersa nella notte a far da teatro alla festa di giovani, alcool e canne in salsa di paese, non che occorra immaginare chissà quale trasgressione, certo qualche ragazzo inesperto starà male per il miscuglio di sostanze. Si incontrano, un cenno furtivo e separatamente si allontanano dal frastuono di un dj improvvisato, per ricongiungersi dietro i cespugli dell’ampia area verde. Mario è eccitato e vuole ottimizzare, vuota la vescica riempita dai troppi gin tonic sorseggiati in fretta, è eccitato e allegro. Si fa leccare subito il cazzo ancora gocciolante, ma il sesso orale in quel momento non gli basta, posa la giacca sul prato, propone di sdraiarsi, ha voglia di scopare. Elena però non si sente a suo agio, troppe persone intorno che si appartano a fumare e pisciare, gente conosciuta, non vuole spogliarsi e lui è contrariato.
“Allora stavolta il pompino me lo fai come dico io…”, azzarda. Lei annuisce, si mette in ginocchio, non ha capito come, ma le sembra un buon compromesso. Lui glielo infila in bocca e preme a fondo la nuca con entrambe le mani, il suo membro entra ed esce e le maltratta la gola, qualche colpo di tosse, ma Elena resiste bene aggrappata alle cosce. Arrivato al giusto grado di eccitazione, si stacca e inizia a masturbarsi.
“Apri la bocca!!”. È un ordine secco, dettato dalla comprensibile paura di vanificare il tutto per pochi secondi. L’apertura è timida, la cappella si posa sulla lingua penzolante, mentre continua a segarsi con frenesia. “Apri di più!!” rantola Mario. Ora i denti sono scoperti e la lingua di fuori, gli occhi semichiusi. È il momento giusto, partono gli schizzi nella bocca spalancata, nell’agitazione un paio le sporcano la faccia e il vestito. Elena si ricompone e si pulisce alla meglio. Si separano di nuovo e rientrano nella bolgia ebbra.
Se parliamo di sesso orale, una sua ulteriore specificazione la possiamo considerare la pratica del pissing. Lui è ormai sfrontato, osa senza farsi il minimo scrupolo. Sono sul prato vicino al maneggio, lei coricata e lui sopra a scoparle la bocca. Poco prima di venire le solleva la testa e la agita con forza prima di scaricare tutto il suo sperma nella gola. Riprendono poco dopo a baciarsi e torna una debole erezione, con essa un pensiero perverso. Elena si abbassa e pensa a un pompino, ma lui le dice candidamente che ha voglia di pisciarle in bocca. Rimane interdetta ma ancora una volta non si sottrae e rimane con la bocca semiaperta a ricevere il getto della sua urina aspra cercando di lasciarla tracimare fuori il più possibile. Succhia il pene controvoglia ancora gocciolante e di nuovo tornano nella medesima posizione con un lungo e faticoso secondo pompino.
Poi arriva l’autunno, la scuola, gli impegni. Il fuoco erotico che in maniera certamente molto differente ha guidato entrambi si spegne senza un motivo, bastano un paio di telefonate e di appuntamenti non concretizzati per perdere reciprocamente la voglia di impiegare altro tempo.
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