Prime Esperienze
Al mare 2 - Partita sulla spiaggia

10.05.2025 |
2.080 |
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"Luca si è unito alla squadra di Mirco, io a quella di Mattia..."
Ci siamo voltati a vedere chi arrivava: ancora distante, c’era un gruppetto di persone, che sembravano tutte abbastanza giovani e di ambo i sessi. Il mio pene era ormai in una situazione gestibile, ma ovviamente mi sono fatto prendere dal panico. Fingendo una calma che non avevo, ho detto: «Sta arrivando gente, dobbiamo vestirci.» Luca e Sara erano abbastanza nervosi. Mirco invece, nonostante fosse nudo anche lui, non ha avuto dubbi: «Le regole non cambiano. Nudi siamo e così restiamo.» «Ma ci vedranno!» ho esclamato. «E qual è il problema? È una spiaggia libera e piuttosto isolata. Puoi fare come ti pare qui. Ho già visto persone nude su questa spiaggia in passato. Non ci noteranno neppure.»Il gruppetto era ormai così vicino che riuscivamo a vedere da chi era composto: cinque ragazzi e due ragazze, tutti più o meno della nostra età. Si sono avvicinati abbastanza da poterci vedere. Tre ragazzi completamente nudi dovevano essere uno spettacolo abbastanza originale per chi non se lo aspettava. Io stavo semplicemente morendo dalla vergogna. Tuttavia, la loro sorpresa è durata solo un attimo. Dopodiché, sono tornati a parlottare tra loro come prima.
Sono andati a piazzarsi a una certa distanza da noi, posando asciugamani e borse sulla sabbia e preparandosi per un bel bagno. Si sono tolti i vestiti, rivelando i costumi che indossavano sotto: tutti a eccezione di un ragazzo coi capelli corti e il viso affabile, che non aveva il costume ma le mutande. Gli altri non erano sopresi: doveva esserci una ragione per cui il ragazzo non indossava il costume sotto i vestiti. Il ragazzo ha chiesto qualcosa ai suoi amici, sorridendo, poi si è voltato, dando loro la schiena e si è tolto le mutande, rimanendo nudo. Le ragazze del gruppetto, che potevano vedergli il culo, hanno lanciato una risatina d’imbarazzo. Tuttavia, il ragazzo ha preso il suo costume e lo ha indossato rapidamente. Dopodiché, il gruppetto si è buttato in mare.
Anche noi abbiamo deciso di tornare in acqua. Era molto imbarazzante stare nudi tra così tanta gente: io e Luca ci distanziamo un poco dagli altri e ci mettiamo a chiacchierare tra noi, provando a calmare la nostra ansia. Dopo circa mezz’ora, il gruppetto è tornato sulla spiaggia. Le ragazze si sono stese sugli asciugamani a prendere il sole, mentre i ragazzi hanno preso un pallone da spiaggia da una delle loro borse e hanno segnato delle “porte” usando le borse stesse. Si sono messi a giocare a calcio, due contro tre. Nel mentre, anche noi siamo tornati sulla spiaggia.
Mentre uscivamo dall’acqua, il loro pallone viene nella nostra direzione. Non appena Mirco, che era ancora in piedi vicino all’asciugamano, ha visto la palla allontanarsi dal gruppetto, si è mosso per fargli la gentilezza di recuperarla. Arrivato al pallone, ha iniziato per gioco a palleggiarlo trai piedi senza farlo cadere a terra, poi lo ha tirato ai ragazzi. Uno di loro si è congratulato: «Sei proprio bravo!» Mirco lo ha ringraziato, mentre un altro di loro gli ha proposto: «Non ti va di unirti alla nostra squadra?» Mirco era un attimo sorpreso, ma non ha avuto dubbi: «Certo!»
Uno dei ragazzi era un po’ a disagio, ma, capendo che la cosa avrebbe potuto dar fastidio a Mirco, ha chiesto sottovoce agli altri: «Ma perché non si mette il costume prima?» Tuttavia, Mirco è riuscito a sentirlo e ha risposto: «Vedi, non sono nudista. C’è una ragione se non indosso il costume!» Una delle ragazze del gruppo si è vivamente incuriosita: «Dai, racconta!» Mirco si è avvicinato al loro asciugamano e ha raccontato di come io sono stato spogliato, di come Joele lo abbia visto nudo per sbaglio, di come io abbia visto Sara nuda per errore e che, sdoganata la nudità, abbiamo deciso di giocare a un gioco mettendo in palio i nostri costumi e abbiamo perso.
«Che cosa divertente! Avete giocato scommettendo sui vostri vestiti. Certo siete ragazzi alla mano!» ha ridacchiato la ragazza. «Facile a dirsi! È ben messo il ragazzo!» ha scherzato uno dei ragazzi. «Mi stai dicendo che tu avresti più problemi a spogliarti a causa delle tue dimensioni?» lo ha provocato l’altra ragazza del gruppo. «Ma no! Gli stavo solo facendo un complimento.» «Invece io penso che non saresti capace di spogliarti come ha fatto lui» ha ribattuto lei. «Ti va di vedermi il cazzo, Martina?» «Ti ho messo in difficoltà?» ha replicato la ragazza, facendo ridere gli altri. «Dai, non posso mica spogliarmi qui!» «Perché no? Guarda com’è felice lui a mostrarci il suo culo nudo. Non si copre nemmeno con le mani. Ma voi non avete le palle di togliervi il costume davanti a noi signorine.» L’altra ragazza è intervenuta: «Perché non facciamo anche noi un gioco dove mettete in palio i vostri costumi?» «Quanta voglia di cazzo che percepisco» ha ribattuto il ragazzo.
Joele ha proposto: «Scusate, ma voi state giocando a calcio, no? Quindi possiamo fare una cosa del genere: se una squadra segna, un giocatore dell’altra squadra si toglie il costume. La prima squadra a rimanere con tutti i giocatori nudi perde la partita.» I ragazzi hanno reagito a queste parole con un misto di eccitazione e di paura. Uno di loro ha provato a fermare tutto: «Dai ragazzi, mica siete seri…» Un altro ha replicato: «Perché no? Tanto per me non è un problema. Le ragazze sono single, quindi non è peccato.» «Ma dai… sei serio?» «Nessuno di noi è fidanzato, giusto? Quindi non è un problema. Poi io faccio palestra e mi faccio la doccia nello spogliatoio; quindi, non è un problema stare nudo di fronte ad altri maschi.» «Ma ci sono le ragazze!» «Beh, non credo che gli dispiaccia… guarda Martina. Ha stampata in faccia una voglia di cazzo da non credere.» «Ma come ti permetti?!» fa lei, sinceramente stizzita. «Non è così?» «Beh, diciamo che se vi spogliate non mi scandalizzo.» «Come vedi, non credo saranno loro a farsi problemi.» Era chiaro che nel gruppo c’era una certa tensione sessuale. Non che le cose fossero destinate ad andare così, ma il fatto che noi fossimo già nudi li ha spinti ha farsi meno problemi.
Mirco ha detto a me e Luca: «Vi va di unirvi a noi? Così siamo pari.» Luca era praticamente terrorizzato e anche a me non è che andasse molto di giocare nudo, ma mi sembrava scortese rifiutare l’offerta. Dopo un po’ di discussione, tutti i ragazzi hanno accettato di giocare, ma prima di iniziare c’è stato un giro di presentazioni. La squadra ha cui si è unito Mirco è composta da Giorgio e Andrea. I membri dell’altra squadra invece si chiamavano Mattia, Edoardo e Dimitri, il ragazzo che si era spogliato nudo per mettersi il costume prima. I nomi delle ragazze erano Martina e Lucia. Luca si è unito alla squadra di Mirco, io a quella di Mattia.
Come proposto da Joele, avremmo dovuto segnare i punti con i nostri costumi: per ogni goal della squadra avversaria, uno di noi avrebbe dovuto spogliarsi nudo. La prima squadra a trovarsi con tutti i giocatori nudi avrebbe perso la partita. Nella mia squadra, io sono l’unico a essere già nudo, mentre nella squadra di Mirco sia lui che Luca sono nudi; quindi, loro iniziano il gioco con un punto di svantaggio, bilanciato dal fatto che Andrea e Mirco sono i migliori calciatori tra noi. Dopo che io e Luca ci siamo alzati, Joele ha spostato il nostro telone più vicino a quello dove stavano Martina e Lucia, così da seguire meglio la partita. «Comunque, io sono Joele. Lei è Sara. I ragazzi si chiamano Fede e Luca.» Martina e Lucia ci hanno salutato sorridendo, mentre io ero ancora pietrificato dal fatto che tutte queste persone, ragazze incluse, potevano vedere il mio cazzo scoperto.
Abbiamo messo la palla più o meno al centro del campo. Dimitri è stato scelto per dare il calcio d’inizio. Andrea, della squadra avversaria, gli era di fronte. Dietro di lui, in quello che poteva essere definito “centrocampo” c’erano Giorgio e Mirco. Specularmente, dietro Dimitri c’erano Mattia e Edo. Visto che io e Luca eravamo entrambi già nudi e paralizzati dall’imbarazzo, si decise che all’inizio avremmo fatto da portieri, così da muoverci di meno. La palla era una di quelle tipiche da spiaggia, morbida e leggera; quindi, non c’era il rischio di farsi male calciandola a piedi nudi, anche se, essendo nudo, temevo di essere colpito… proprio lì. «Va bene… facciamola ‘sta stronzata…» ha sussurrato Dimitri, preoccupato, e ha passato la palla a Edo, segnando l’inizio del gioco.
Per un po’, è sembrata una normale partita di calcio: io, dalla mia posizione, potevo osservare il gioco in relativa tranquillità. Dopo un poco, Mirco, che era rimasto in disparte, è entrato nel vivo del gioco, provando a sottrarre la palla a Mattia. Il ragazzo era intimorito da quest’uomo nudo che gli correva contro e, dopotutto, data la prossimità fisica del calcio, c’era la possibilità di qualche contatto… indesiderato. Grazie al timore del suo avversario, Mirco è riuscito a prendere la palla e ad avanzare verso la porta. Dimitri e Edo sono stati incapaci di fermarlo e quindi io ero l’ultima speranza della mia squadra, ma per me essere nudo era un problema ben peggiore del destino della partita e ho iniziato a muovermi solo quando la palla era ormai alle mie spalle. Un goal innegabile. Mirco ha esultato un poco, dando il cinque ai suoi compagni di squadra, mentre noi eravamo nel panico.
Martina ha esultato: «Forza! Nudi! Nudi!» Edo ha domandato: «Chi si spoglia, ragazzi?» Dimitri ha sorriso: «Vado io…» e, con un gesto rapido, si è tolto il costume. Ha un cazzo leggermente peloso e abbastanza piccolo, ma non sembra farsi troppi problemi per le sue dimensioni. Anzi, ha fatto un piccolo show alle ragazze, indicandoselo in maniera plateale e urlando: «Apprezzate lo spettacolo?» Per tutta risposta, Joele ha riso. Edo ha proposto: «Fede, ti va di scambiarci i ruoli? Faccio io il portiere.» Ho compreso che questa richiesta proveniva dal fatto che mi ero fatto fregare da Mirco. Per evitare lamentele da parte dei compagni di squadra, ho deciso di accettare la proposta, anche se questo implicava correre nudo in mezzo al campo, che non vedevo come un’esperienza proprio piacevole.
La partita è andata avanti: all’inizio, sia io che Dimitri eravamo paralizzati dall’imbarazzo, ma pian piano uno strano spirito goliardico e competitivo ha iniziato a impadronirsi di noi, sostituendosi alla vergogna. A un certo punto, Mirco e Dimitri sono finiti uno di fronte all’altro, con Mirco in possesso palla. I due si sono scambiati un’occhiatina imbarazzata, poi Dimitri ha provato a prendere la palla. C’è stato un frenetico gioco di gambe. Era strano, e in un certo modo divertente, vedere ragazzi nudi lottare in quel modo, con i cazzi e i coglioni che ballonzolavano da tutte le parti. Alla fine, Dimitri è riuscito a sottrarre la palla all’avversario ma, nella confusione generale, una mano gli è caduta sul culo di Mirco. Le ragazze hanno riso di gusto. I due si sono guardati per un momento, imbarazzati. Mirco ha colto l’occasione al balzo e si è rimpadronito subito della palla, segnando poi in porta. «Non è giusto! Ero distratto!» ha protestato Dimitri. «Di che ti lamenti? Io ho fatto goal, ma tu hai avuto l’occasione di toccare quest’opera d’arte» ha controbattuto Mirco, mostrando il culo all’avversario a mo’ di scherno. Abbiamo tutti riso, incluso il povero Dimitri, rosso d’imbarazzo.
Si è deciso che sarebbe stato Mattia a spogliarsi. È un ragazzo basso, molto muscoloso, con dei capelli rossicci. Compensa la bassa statura con un cazzo sottile ma parecchio lungo. Avevamo subito due goal e ora solo Edo, nella nostra squadra, indossava il costume. Un altro goal e avremmo perso. L’umiliazione della sconfitta ha iniziato a prevalere sull’imbarazzo causato dalla nudità. C’erano ormai cinque giocatori nudi, di fronte a un gruppo di quattro ragazze. L’aria era pervasa da una forte eccitazione sessuale, unita a un sincero spirito competitivo. Abbiamo iniziato a giocare sul serio, senza farci troppe fisime per il contatto fisico. Quand’ero arrivato sulla spiaggia quella mattina ero un ragazzo timido, ma adesso stavo giocando completamente nudo con dei ragazzi che non conoscevo (alcuni dei quali nudi), con il mio migliore amico (anche lui nudo) e con un amico della mia famiglia (idem), di fronte alla quasi-ragazza di questo mio amico, a due ragazze sconosciute e auna mia compagna di classe. Il fatto che tutte queste persone, cui intrattenevo rapporti diversi, potessero vedere il mio corpo nudo mi causava sensazioni particolari e una grande eccitazione. Durante il gioco, mi sono sporcato con la sabbia, la palla mi è arrivata quasi… sulle palle, e ho toccato per sbaglio il culo (e altro!) degli altri giocatori nudi. Alla fine, mi sono abituato alla sensazione di correre e giocare nudo. La mia squadra, con la grinta di chi cerca una rimonta, è riuscita a segnare. La squadra di Mirco ha deciso che era Andrea a doversi spogliare. È un ragazzo alto, con capelli ricci e un aspetto un po’ effeminato. Ha il cazzo completamente glabro.
Joele, dopo aver parlottato con le altre ragazze, ci ha proposto: «Ragazzi, ora che siete pari, ho un’idea: i giocatori della squadra che riceverà il prossimo goal, perdendo la partita, dovranno subire delle penitenze scelte da noi ragazze.» L’eccitazione era ormai abbastanza alta che non ci siamo certo preoccupati delle “penitenze”. Personalmente, non è che mi andasse molto, ma la proposta ha ricevuto un’approvazione così entusiastica che sono stato costretto ad unirmi al coro. Mirco, tuttavia, ha protestato: «Non è giusto che voi ragazze possiate godervi lo spettacolo mentre noi non abbiamo alcuna soddisfazione!» «Io non mi spoglio per te, pervertito!» replica Joele, ridendo. Mirco ha replicato subito: «Beh, possiamo fare che ogni squadra “adotta” due ragazze e che le ragazze adottate dalla squadra perdente debbano togliersi almeno i top, scoprendo le tette.» «Senti, senti! E dimmi, quali ragazze vorresti “adottare”?» «Te e Sara, ovviamente!» «No, penso proprio che vincerà l’altra squadra. E poi guarda quant’è carino Mattia. Il suo culo vi batte tutti. Quindi preferisco essere “adottata” dalla sua squadra.» Lucia è intervenuta: «Quindi devo togliermi il top se la squadra di Mattia perde?» Joele ha chiarito: «Solo se ti va. Devono essere tutti d’accordo con questa proposta.» «Non è un problema per me. Anche i ragazzi si meritano di vedere qualcosa…» ha concluso Martina. Siamo tutti d’accordo, ma ciò non basta ancora a placare la crescente eccitazione. Quindi Joele propone: «Voglio dare qualche altra soddisfazione a questi pervertiti. Facciamo così: il capitano della squadra vincitrice potrà toccare le tette delle ragazze “adottate” dall’altra squadra.» «Capitani?» ho detto io, confuso. «Sì, Mattia è il capitano della nostra squadra, Mirco dell’altra» mi ha spiegato Joele, anche se ero sicuro che fino a quel momento nessuno avesse parlato di capitani.
La proposta di Joele ha reso esplicitamente erotica quella giornata che si era aperta nel segno della goliardia: se la squadra di Mirco avesse vinto, Joele e Sara avrebbero dovuto rimuovere i loro top e Mirco avrebbe avuto la possibilità di toccare i loro seni nudi, mentre se a vincere fosse stata la squadra di Mattia (di cui facevo parte), Martina e Lucia avrebbero dovuto rimuovere i loro top e Mattia avrebbe avuto la possibilità di toccare le loro tette. Questo spiega perché Joele avesse scelto di farsi adottare dalla squadra di Mattina. Se Mirco avesse vinto, avrebbe potuto toccare le sue tette. Mirco ha capito che questo era il suo piano fin dall’inizio e le ha lanciato un sorriso complice, subito ricambiato. Quanto a Mattia, il suo solo desiderio era toccare le tette proibite delle sue amiche di lunga data, quindi ha subito accettato. Gli altri ragazzi invidiano i capitani per il loro privilegio, ma i due erano chiaramente i giocatori più forti delle rispettive squadre, quindi nessuno ha avuto da ridire.
Dire che la tensione fosse alle stelle sarebbe stato un eufemismo: abbiamo giocato come bestie. Bestie nude. A un certo punto, la squadra di Mirco stava quasi per segnare, con la palla a mezz’aria a pochissimo dalla porta, quando un disperato Edo si è lanciato sulla palla toccandola per sbaglio con la mano (non era lui il portiere). Mirco ha gridato al fallo e i suoi compagni di squadra hanno parlottato tra loro decidendo infine per un calcio di rigore. Mirco ha posizionato la palla non lontano dalla porta mentre il povero Edo, causa di tutto, è stato scelto come nostro portiere. Giorgio, l’altro ragazzo ancora col costume addosso, oltre a Edo, è stato scelto per tirare il rigore. Eravamo tutti estremamente tesi ed eccitati. Giorgio, dopo un po’ di ostentata preparazione, ha tirato. Goal. Mirco ha esultato. Giorgio ha detto a Edo di togliersi il costume. Edo è un ragazzo peloso, con un cazzo molto grosso. Giorgio è rimasto l’unico maschio a indossare il costume, mentre io e i miei compagni di squadra dovremo subire le penitenze.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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