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Prime Esperienze

La nostra estate - 1


di toplessbeach
14.04.2020    |    8.824    |    5 8.7
"Per non perdere altri minuti e goderci almeno un'oretta di mare, ci sistemammo proprio davanti all'entrata principale e notammo subito che il 99% delle..."
Bel posto l'Argentario ed anche il campeggio era molto curato e ben organizzato, affacciato sulla lunghissima spiaggia della Feniglia, intervallata sui lati da roccia e scogli che stringevano qualche caletta più appartata.
Arrivammo nel pomeriggio e dopo aver sbrigato le pratiche amministrative e piantato la tenda, rimase il tempo solo per una rapida visita perlustrativa della spiaggia. Per non perdere altri minuti e goderci almeno un'oretta di mare, ci sistemammo proprio davanti all'entrata principale e notammo subito che il 99% delle persone si accalcavano nei primi 100 metri di arenile, mentre i restanti 6 chilometri di spiaggia erano quasi deserti, calette comprese. La folla peraltro comprendeva quasi completamente chiassose famiglie con bambini ed i vecchietti habitué del camping che fiutarono velocemente i nuovi arrivati forestieri... Diana ed io trovammo subito un altro elemento che ci accomunava: odiavamo la confusione e l'invadenza, anche in vacanza, quindi decidemmo da subito che il giorno seguente avremmo fatto una passeggiata sul bagnasciuga per trovare un posto più solitario e soprattutto abbastanza lontano da urla e pettegolezzi.
Per fortuna, invece, le tende che avevamo a fianco e di fronte alla nostra erano occupate da giovani coppie o piccole comitive di soli ragazzi, abbastanza tranquilli e discreti, al nostro rientro dalla spiaggia facemmo conoscenza con quasi tutti i vicini.
La mattina seguente, mentre Diana si era allontanata in bagno, tirai fuori il suo costume sexy e lo nascosi in fondo alla borsa della mia fotocamera in cui avevo sistemato anche le chiavi della macchina, i soldi e il cellulare da portare in spiaggia: non volevo lasciare nulla di prezioso nella tenda, non si sa mai.
Rispettammo i patti e, giunti in spiaggia, ci incamminammo per altri 300 metri circa, prima di trovare un posto che ci convincesse. Quel tratto era pressoché deserto, a parte un paio di pescatori e qualcuno che correva o passeggiava sul bagnasciuga. Dopo essersi piazzata, Diana si tolse pantaloncini e maglietta: indossava un bikini nero a bordi bianchi, con slip molto castigato ma con un reggiseno a triangolo piuttosto "interessante", senza imbottitura e che sembrava facesse fatica a contenere degnamente le sue tettone... meglio per me, pensai! Per prima cosa andò a sentire l'acqua e, trovandola ancora freddissima, tornò subito all'asciugamano e tirò fuori la crema solare. Si sedette e mi chiese di spalmarla sulla schiena: si slacciò entrambi i lacci del reggiseno, aiutandosi con le mani a tenerlo ben saldo alle tette. Era una bella sensazione poter vagare liberamente sulla sua schiena nuda senza essere disturbato dai lacci, ma, finita l'operazione, si riannodò il laccio sul collo e chiese a me di fare lo stesso per il laccio sulla schiena. Peccato!
Iniziò a spalmarsi la crema davanti, prima sulle gambe, poi sulla pancia e mi spostai di fronte a lei per dare un'occhiata: notai subito che il reggiseno non aderiva perfettamente alle sue tette, forse era stato riannodato senza stringere troppo i lacci: quando arrivò il momento di spalmare la crema sul petto, i suoi capezzoli fuoriuscirono quasi in contemporanea: si coprì subito il seno destro, senza accorgersi che anche il sinistro era in bella vista: feci finta di nulla anche perché sopraggiungeva un ragazzo che passeggiava sul bagnasciuga e non si perse la scena. Solo allora Diana si accorse e si coprì anche l'altra tetta, brontolando: "le mie tette sono sempre state ribelli, escono quando dicono loro e fanno come vogliono, sono grandi, libertine e indisciplinate".
Prima di pranzo iniziò ad arrivare gente anche intorno a noi, era Domenica porca miseria, non ci avevamo pensato, la spiaggia si sarebbe riempita ancora di più e io dovevo ancora proporle di indossare il costume sexy che avevo nascosto: non era la giornata giusta, decisamente no. Mi annoiavo un pò e le chiesi se aveva voglia di fare una partita a carte, a scala 40: accettò: inizialmente mi stava massacrando, aveva raggiunto il triplo dei miei punti e beffardamente mi propose il premio partita: se avesse vinto le avrei dovuto pagare la cena: colsi la palla al balzo e, almeno per farle sapere della presenza del mio costume preferito, le controproposi di indossarlo se avessi vinto io: le mostrai il costume, lei rimase un pò sorpresa, tra l'offeso e l'ironico, ma non si scompose più di tanto, era certa di vincere e ne aveva tutte le ragioni. Continuammo a giocare ma nel frattempo la spiaggia si era riempita anche ben oltre la nostra postazione, lei guardandosi intorno affermò che comunque non avrebbe indossato oggi quel costume, "troppa gente ormai, non se ne parla, semmai dovessi vincere tu, e sottolineo semmai, vediamo domani, il Lunedì spero sia più tranquillo".
Terminammo un'altra partita e recuperai qualche punto. Poi ce ne tornammo in campeggio perché la confusione ed il caldo erano eccessivi. Dopo esserci rifocillati in bagno, rientrammo in tenda, lei si tolse la maglietta per il caldo e notai che il bordo di uno dei suoi capezzoli era di nuovo visibile. Le proposi di metterci fuori a giocare, non si respirava in tenda e la luce era scarsa: mentre sistemavamo gli asciugamani all'ombra, sotto alcuni alberi, il suo capezzolo uscì ancora di più ma lei non se ne avvide. Sembrava che la ruota fosse girata a mio favore, dimezzai lo svantaggio, poi lei ristabilì in parte le distanze, ma infine feci un filotto di quattro o cinque partite a mio favore e la superai, vincendo, senza nemmeno barare. Lei, incredula, si piegò in avanti verso di me per picchiarmi scherzosamente e la sua tetta uscì quasi del tutto, senza che lei se ne accorgesse, tanto era presa a schiaffeggiarmi sulle gambe e sui fianchi. Nel frattempo arrivavano due ragazzi di Napoli con la tenda di fronte alla nostra, si avvicinarono per salutarci, curiosando su cosa stessimo facendo e, dall'alto della loro ammirevole intraprendenza con le ragazze, scrutarono il suo seno con un sorriso di ammirazione, senza tralasciare nessun particolare. Diana notò che non la stavano guardando propriamente negli occhi, si accorse di essere quasi in topless e si ricoprì in tutta fretta, scherzando ancora sulla poca disciplina del suo seno mentre loro continuavano a sorriderle maliziosamente..
Quella sera ero proprio eccitato: tre ragazzi giovani avevano intravisto il seno di Diana, la cosa mi intrigava molto e mi piaceva... in più il giorno successivo l'avrei vista sfoggiare il suo costume sexy: quindi pagai volentieri la cena, nonostante la vittoria.

Che faccio, continuo?
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