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Prime Esperienze

La sua fantasia


di lasuafantasia
13.09.2021    |    11.898    |    12 9.9
"Mi sorprese non sentire la minima esitazione..."
Ne parlavamo da tempo.
O forse è più corretto dire che fantasticavamo senza parlarne troppo.
Lei non amava parlare durante i rapporti, e passata l'eccitazione tendeva a schivare certi temi, anche se entrambi sapevamo bene che da quella prima volta che le avevo detto che sarei stato disposto a far entrare un altro uomo nei nostri giochi quella fantasia non era più uscita dalla sua mente.
Non eravamo però ancora riusciti a concretizzarla, un po' perché avevamo tante altre cose a riempire le nostre giornate e un po’ perché non riuscivamo a inquadrare bene come organizzare la cosa: lei diceva di non riuscire a lasciarsi andare con uno sconosciuto, io non volevo coinvolgere persone che ci conoscessero né che fossero della nostra città, sia per timore che la cosa si potesse scoprire sia per paura di dare il la a qualcosa da cui potessi poi essere escluso.
Ci eravamo iscritti a un sito e avevamo provato ad incontrare delle persone, ma lei non aveva ancora trovato chi la convincesse.
Ci contattò tra i tanti anche un ragazzo: età vicina a quella di mia moglie, garbato nei modi, bel fisico (lei ci tiene, forse anche perché è ciò che le manca con me) e senza pretese assurde. A differenza dei molti altri che ti contattano proponendosi come martelli pneumatici e promettendo prestazioni paradisiache, lui si disse disposto anche ad iniziare il gioco con un incontro che lo avrebbe visto soltanto spettatore.
Era una delle ipotesi avanzate da mia moglie: “se è uno sconosciuto la prima volta guarda soltanto…”.
Ne parlai con lei e accettò che lo contattassi, in fondo non era la prima volta che ci lanciavamo in un incontro conoscitivo.
Parlai con lui e ci accordammo per un aperitivo in un locale vicino a casa sua.
Gli chiesi soltanto una cosa. Volevo fosse elegante. A mia moglie stuzzica l’uomo in giacca e camicia e sapevo che questo avrebbe aggiunto un po’ di malizia all’incontro.
Quel giorno partimmo un pochino nervosi, come sempre, per la tensione dell’incontro. Lei mise un tubino nero, aderente ma non eccessivo, e delle splendide decolletè nere.
Durante il viaggio parlammo di altro, senza trattare dell’obiettivo del nostro viaggio. A lei avevo posto soltanto una condizione: volevo che fosse il NOSTRO gioco e che qualunque cosa desiderasse prima di farla me la comunicasse. Se fosse successo qualcosa sarebbe stato di comune accordo.
L’aperitivo fu piacevole. Lui si rivelo di bell’aspetto non solo fisicamente, simpatico e molto affabile. Lei gradiva e si notava. Di tanto in tanto i nostri sguardi si incrociavano e il suo sorriso mostrava quel lieve imbarazzo che mi stuzzicava un sacco. Era tentata.
A più riprese la sfiorai, su un fianco o su una coscia. Lei mi sorrideva complice e se esageravo mi fermava la mano ma senza smettere di sorridermi. In condizioni normali in un locale pubblico non avrebbe gradito che esagerassi con le attenzioni ma in quel momento si notava che era presa dalla situazione.
Io ero presissimo e non sapevo come rompere il ghiaccio, ma per fortuna ci pensò lui con un semplice “abito qui vicino, che ne dite se saliamo da me?”
Lei si girò verso di me, mi guardò negli occhi e mi disse “che ne dici?”. Era il suo sì, e quello sguardo e quel sorriso mi fecero impazzire di desiderio.
Saliti in casa lui ci fece accomodare in salotto. Pulito e ordinato, un grande divano e un tavolo.
Poco dopo lei chiese se poteva andare in bagno. Rimasti soli gli chiesi di mettere una sedia rivolta verso il divano e di non prendere iniziative: sarebbe stata lei a decidere man mano fin dove voleva spingersi. Gli ricordai che poteva essere tutto o niente e lui mi confermò di accettare le nostre condizioni.
Poco dopo sentimmo la porta del bagno aprirsi e il suono dei suoi tacchi. Ci speravo (e lei lo sapeva) ma non avevo osato chiedere: apparse dal corridoio con indosso un meraviglioso intimo trasparente. Non si notava vedendola camminare ma io sapevo che quel tanga era aperto sul davanti. Reggicalze, calze nere e tacchi completavano una visione meravigliosa. Bellezza, femminilità e malizia perfettamente mixati con la sua consueta eleganza.
Lui rimase a bocca aperta, io pure! Si avvicinò, gli sorrise godendosi il suo sguardo carico di desiderio e venne da me.
Un bacio appassionato aprì le danze. La abbracciai forte e le mie mani corsero a cercare il suo splendido culetto.
Un attimo dopo eravamo avvinghiati sul divano. Lui seduto sulla sedia si godeva lo spettacolo.
Pian piano mi sbottonò la camicia e mi tolse i pantaloni. Si inginocchiò e abbassò i miei boxer. Sentire la sua bocca calda fu come una scossa. Da in piedi potevo ammirare il suo splendido lato b con quel tanga da urlo, meravigliosamente incorniciato dai nastrini del reggicalze. Volevo sentire la sua eccitazione.
Mi sedetti sul divano a gambe aperte e la feci sedere tra le mie gambe, con la schiena appoggiata a me. Davanti a lei a pochi metri c’era lui seduto ad ammirarla.
Baciandola sul collo le mie mani cercarono l’apertura del suo tanga e affondarono nel suo calore. Era molto bagnata e potevo sentire contro il mio petto i brividi lungo la sua schiena mentre la toccavo.
Le sussurrai all’orecchio “ti piace come ti guarda?”. Mi disse di sì girando leggermente la testa e guardandomi con la coda dell’occhio.
“Non ti piacerebbe che tirasse fuori il cazzo per te?” le dissi ancora diventando volutamente un poco più volgare.
“Si.”
“E allora diglielo. Voglio sentirtelo dire”.
Mi sorprese non sentire la minima esitazione. “Tiralo fuori!” le sentii ordinare.
“Amore…tiralo fuori…cosa?” le sussurrai malizioso. Sentirla finalmente rompere gli indugi mi aveva eccitato da impazzire.
Non si fece pregare. “Tira fuori il cazzo!”
Lui sbottonò il pantalone, aprì a cerniera e abbassando il boxer tirò fuori tutta la sua eccitazione.
Lei grondava di piacere.
Io a questo punto le avrei concesso qualsiasi cosa ma mi piaceva mantenere il gioco tra noi. Volevo vederla totalmente abbandonata alle sue pulsioni, quelle pulsioni che faticava a condividere, forse perché invise alle convenzioni sociali, forse perché mai abbastanza esplorate mentalmente.
Ma io lo sapevo che sentirsi puttana la eccitava, e a me faceva impazzire il pensiero di aiutarla ad esserlo fino in fondo.
“Ti piacerebbe avvicinarti e toccarlo?” le domandai.
Esitò. Non era nei piani ma sentirmelo domandare la eccitava. Non aspettai la sua risposta.
“Puoi andare da lui a patto che tu ci vada gattonando. Voglio godermi il tuo culo”.
Rimase immobile per un attimo. Poi si staccò da me e scivolò in avanti, prima in ginocchio e poi a quattro zampe. Mai mi sarei immaginato che l’avrebbe fatto.
Me ne stetti estasiato a guardarla gattonare verso di lui, con una mano sul cazzo e le dita fradice del suo piacere in bocca. Inebriato del suo sapore la vidi a metà strada girarsi e lanciarmi un’occhiata a metà tra la provocazione e la richiesta di approvazione. Vedermi in quello stato dovette convincerla che quello che stava accadendo mi piaceva perché si rigirò e prosegui verso di lui.
Lui non si mosse. Lei arrivò tra le sue gambe, si mise in ginocchio e iniziò a slacciargli cravatta e camicia, lentamente e guardandolo negli occhi.
Quando fu a dorso nudo, senza smettere di guardarlo, afferrò il suo cazzo e iniziò a muovere la mano. Lui chinò la testa indietro per il brivido di quel primo movimento. Io impazzivo di piacere vedendo il meraviglioso corpo di mia donna e vedendola dare piacere ad un altro uomo.
Mi alzai e mi avvicinai a loro. Mi inginocchiai dietro di lei, le accarezzai la schiena e il fondoschiena e mi avvicinai nuovamente al suo orecchio con le mie labbra.
“Ha un bel cazzo vero?” domandai provocatorio.
Fece di sì con la testa.
La mia mano tornò a giocare con le sue mutandine. “Sei una puttana lo sai?”
Fece di sì con la testa.
“Puttana lo so che vuoi succhiargli il cazzo…ma prima me lo devi chiedere…e senza tanti giri di parole”.
Un attimo di silenzio, poi finalmente sentii ciò che desideravo sentirti dire.
“Voglio succhiarlo…”
“Vuoi succhiare cosa?”
“Voglio succhiargli il cazzo!”
Non le risposi. La mia mano afferrò i suoi capelli e spinse la sua testa in avanti. Lei socchiuse le labbra e lasciò che il suo cazzo le scivolasse in bocca.
Sentivo i gemiti di lui e il suono di mia moglie che lo succhiava.
Mi chinai sul suo culetto e scostando il tanga iniziai a leccare avidamente il suo buchetto. Lei doveva essere davvero eccitata perché non me lo impedì. Con la lingua spingevo infilando un poco la punta e di tanto in tanto infilavo la punta di un dito. Lei gemeva e se esageravo scuoteva piano il culetto, ma sentivo che si stava rilassando.
Mi ritirai su e appoggiai il mio cazzo alla sua figa. Una spinta delicata ma profonda ed entrai per intero. Fradicia e bollente, per un attimo liberò la bocca, inarcò la schiena e sentii il suo gemito. Iniziai a scoparla con foga, sentivo i suoi gemiti soffocati dal cazzo che teneva in bocca, con il pollice giocavo col suo culo sempre più bagnato e rilassato. Non mi sembrava vero. Un sogno di entrambi che diventava realtà con la massima naturalezza.
Dopo un poco lo tirai fuori, mi alzai e la presi per mano. La riportai al divano. In piedi la baciai ardentemente. Potevo sentire il sapore del cazzo di lui e la cosa mi provocò un misto di gelosia e eccitazione.
Mi sedetti e la feci di nuovo inginocchiare. Spinsi la sua testa sul mio cazzo con forza e iniziai a spingerla ritmicamente. Feci cenno a lui di avvicinarsi e mettersi dietro di lei, lui mi mostrò un preservativo con aria interrogativa, feci cenno di si.
Quando fu in ginocchio dietro di lei gli feci cenno di aspettare. La presi dolcemente per i capelli e tirai su la sua testa fino a guardarla negli occhi. La baciai.
“Vuoi sentirlo in figa?”
“Si…”
“Quanto sei troia…allora voglio sentire che glielo ordini. Glielo devi ordinare guardando me negli occhi, e questa volta glielo devi dire chiaro hai capito? Fammi sentire come glielo dici puttana”
Dopo un attimo di silenzio in cui mi guardò intensamente negli occhi finalmente dalla sua bocca uscì un “mettimi il cazzo dentro!”.
Lui le appoggiò le mani sui fianchi e spinse. E io tenendole il viso potei godermi i suoi occhi che nel momento della penetrazione si socchiusero, accompagnati da un gemito. Le diedi un lungo bacio la guardai negli occhi e le dissi “ti amo puttana mia!”. Lei mi rispose un “anch’io” soffocato dai gemiti e si ributtò a succhiare il mio cazzo.
Godeva come una pazza…in un’altra posizione forse sarebbe venuta in un secondo.
Ora toccava a me togliermi qualche sfizio.
Le chiesi di alzarsi e mettersi in ginocchio sul divano con le mani poggiate allo schienale. Mi sedetti per terra con la schiena verso di lei appoggiata al divano. Chinai indietro il capo e appoggiai la nuca alla seduta, le chiesi di aprire le gambe fino a mettere la figa davanti sulla mia bocca. Iniziai a leccare e succhiare il suo clitoride e con le mani aprii piano la sua fighetta. Lui capì al volo cosa desideravo. A pochi mm dalla mia lingua sentii la sua figa dilatarsi per accogliere il cazzo di lui. Finalmente potevo leccarti mentre prendevi il cazzo di un altro. Iniziai a segarmi per l’eccitazione. Ti sentivo godere e alla fine arrivò il tuo orgasmo. Fortissimo. Il suo “vengo” (sapeva bene che mi piace sentirglielo annunciare) fu seguito da un urletto e poi potei sentire tutto il suo corpo tremare.
Mi sfilai da sotto e la vidi lasciarsi cadere in avanti sul divano.
Io e lui rimanemmo in piedi a guardarla. Meravigliosa.
“Non hai finito il lavoro…ora ci devi far sborrare!”
Il suo sguardo era tra lo stanco e il divertito. Di solito si accontenta di un orgasmo ma finalmente vidi in lei il desiderio di farmi godere.
Lo feci sedere sul divano. “Mostrami come te lo metti dentro!” ti dissi. Fece poca fatica a entrare, lui era ancora duro e lei fradicia. Salii sul divano in piedi e glielo misi in bocca. La vedevo muoversi su e giù sul suo cazzo e contemporaneamente far entrare e uscire il mio dalla sua bocca.
Avvicinandomi nuovamente al suo orecchio le dissi: “ti lascio scegliere il finale…vuoi che ti sborri in bocca o in culo?”
Un sorriso malizioso in cui vidi anche tanto amore e poi “inculami!”. Non ci potevo credere, aveva sempre escluso di voler provare questa pratica a tre.
Non me lo feci ripetere. Mi inginocchiai sul divano allargando le gambe oltre quelle di lui. Lei rallentò il ritmo, la bagnai di saliva e feci una pressione leggera. “Sei tu che lo fai entrare…voglio che sia meraviglioso” le dissi.
Lei ricominciò a muoversi sul cazzo di lui, io assecondavo sempre meno i suoi movimenti e in questo modo pian piano ad ogni penetrazione dell’altro cazzo aumentava quella del mio. Nel giro di poco ero dentro di lei abbastanza da sentirlo scorrere. La presi per i fianchi. La mia testa era un mix di amore e lussuria.
Dopo poco sentimmo che lui stava per arrivare. “non ti preoccupare amore ha il preservativo”. Continuò a muoversi.
Dopo un po’ lui venne ansimando, lei sentendolo sentì la sua eccitazione salire. Mi disse solo “inculami più forte che vengo!”.
Aumentai il ritmo mentre lui scivolava fuori. Sentii il suo corpo iniziare a tremare. Il suo grido di piacere e il mio arrivarono praticamente all’unisono.
Crollammo sul divano. Non parlavamo ma ci guardavamo e in qualche momento ci scappava usa risatina a ripensare a quanto era successo.
Appoggiò la sua testa al mio petto in un tenero abbraccio e in quel momento seppi che la amavo ancor più di prima.
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