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Prime Esperienze

Le chiavi del peccato


di Membro VIP di Annunci69.it Piacerissimo77
23.04.2025    |    80    |    0 8.0
"La sua mano calda entrò in contatto con la mia intimità, accarezzandola con una sicurezza inaspettata..."
Le porte dell'ascensore si aprirono al piano terra del centro commerciale ed entrai. Ero di fretta, dovevo prendere una cosa al volo. Premetti il pulsante per il terzo piano e mi appoggiai alla parete metallica. Un attimo dopo, una donna entrò. Ada. Capelli scuri che le incorniciavano un viso dai lineamenti delicati, un’aria un po’ pensierosa che non le toglieva un grammo di fascino. I nostri sguardi si incrociarono per un istante, e notai un mezzo sorriso sulle sue labbra mentre i suoi occhi si posavano sui miei.
Lei premette il pulsante per il mio stesso piano. Silenzio. Un silenzio strano, quasi elettrico. Sentivo il suo sguardo su di me. Poi, improvvisamente, sentii un tintinnio metallico. Ada aveva fatto cadere un mazzo di chiavi. Si chinò a raccoglierlo, e in quel movimento, la sua gonna si sollevò leggermente, rivelandomi un dettaglio inaspettato: un perizoma di pizzo scuro. Lo fece con una lentezza studiata, come se volesse mostrarlo. Il mio cuore perse un battito. I nostri occhi si incontrarono di nuovo mentre lei si rialzava, un’ombra di malizia danzava nei suoi. Sentii un’ondata di calore salirmi al viso.
Al terzo piano, le porte si aprirono di nuovo. Uscimmo insieme, come se fossimo d’accordo. Ci sfiorammo un braccio e una piccola scossa mi attraversò. Entrammo in un negozio di abbigliamento. Io finsi di guardare delle magliette, ma in realtà non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. La vedevo muoversi tra gli appendiabiti, la sua presenza discreta aveva un non so che di provocante dopo quella piccola messa in scena nell'ascensore.
Poi i nostri occhi si incontrarono di nuovo. Questa volta il suo sguardo fu più aperto, un invito sfacciato. Un sorriso più ampio le illuminò il viso. Sentii il cuore battermi all’impazzata. Senza pensarci troppo, mi diressi verso i camerini. Un attimo dopo, la vidi seguirmi.
La trovai in un camerino semiaperto. Mi guardò, un’ombra di un desiderio non più nascosto negli occhi. Senza dire una parola, mi fece un piccolo cenno con la testa per farmi entrare. Il profumo delicato del suo corpo mi avvolse appena varcai la soglia di quello spazio ristretto, mescolandosi a una sottile fragranza di trasgressione.
Ci guardammo negli occhi per un tempo che sembrò sospeso, carichi di un’intesa appena nata ma già potente. Poi, lentamente, allungai una mano e le sfiorai una guancia. La sua pelle era liscia, calda. Chiuse gli occhi per un istante, abbandonandosi a quel contatto. Le mie dita scesero lungo il suo collo, sentendo il battito accelerato del suo cuore sotto la mia pelle. Un brivido mi corse lungo la schiena, amplificato dal ricordo di quel piccolo, audace gesto nell’ascensore.
Riaprì gli occhi e si avvicinò. Le nostre labbra si sfiorarono, poi si unirono in un bacio timido all’inizio, che si fece subito più intenso, più desideroso, portando con sé la consapevolezza di un gioco appena iniziato. Le mie mani si insinuarono tra i suoi capelli morbidi, stringendoli dolcemente. Le sue braccia mi cinsero la vita, avvicinandomi sempre di più, il suo corpo premeva leggermente contro il mio.
Il bacio si fece più appassionato, le nostre lingue si cercavano, si intrecciavano. Sentivo il suo respiro farsi corto, proprio come il mio. Le mie mani iniziarono a esplorare la sua schiena, scendendo lentamente, ricordando la visione fugace di quel perizoma. Sentii le sue mani stringersi alla mia maglietta, tirandola leggermente, come a voler continuare quel gioco iniziato nell'ascensore.
Il piccolo camerino divenne il nostro mondo segreto. Ci spogliammo in fretta, i nostri corpi fremevano di un’attrazione improvvisa e potente, alimentata da quella scintilla iniziale. Ci stringemmo, pelle contro pelle, assaporando ogni contatto, ogni sfioramento che sembrava una naturale conseguenza di quel primo, audace gesto. I nostri baci si fecero sempre più urgenti, le nostre mani si muovevano con una nuova libertà, spinte dal desiderio di scoprire di più l’uno dell’altra.
Il desiderio crebbe rapidamente, diventando un’urgenza irrefrenabile, un’escalation di quella provocazione iniziale. Uscimmo dal camerino, tenendoci per mano, senza preoccuparci di chi potesse vederci, il desiderio di trasgredire ogni regola ormai troppo forte. Attraversammo il negozio, salimmo le scale mobili, fino a raggiungere l’uscita del parcheggio sotterraneo, il luogo perfetto per dare sfogo a quella tensione crescente.
L’aria era fresca e umida. Ci appoggiammo a una colonna, ancora stretti l’una all’altra. I nostri baci ripresero, ancora più affamati di prima, carichi della consapevolezza di aver superato un confine. Le mie mani la sollevarono, le sue gambe si strinsero intorno alla mia vita, quel perizoma che avevo intravisto ora era una promessa mantenuta. Sentii il suo corpo aderire al mio, il suo desiderio farsi sentire chiaramente, una risposta diretta alla mia attrazione.
...Lì, nel buio del parcheggio seminterrato, tra le auto silenziose, ci abbandonammo a una passione inaspettata e travolgente, nata da un mazzo di chiavi caduto e da uno sguardo complice. I nostri corpi si unirono in un’esplosione di piacere, i nostri gemiti si mescolarono all’eco del luogo, sigillando quell’incontro nato da un piccolo, audace segreto.
Quando l'intensità del primo impeto si placò leggermente, Ada, ancora stretta a me, iniziò a muovere le labbra sul mio collo, lasciando piccoli baci umidi che mi fecero rabbrividire. Sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle. Poi, lentamente, scese con la bocca sul mio petto, baciando e lambendo la pelle, soffermandosi sui capezzoli che si indurirono al suo tocco. Le sue mani vagavano sulla mia schiena, stringendomi e graffiandomi leggermente, un contrasto eccitante con la delicatezza delle sue labbra.
Il suo percorso di baci si fece sempre più basso, scivolando lungo il mio addome, ogni suo tocco leggero accendeva nuove fiamme in me. Arrivò al bordo dei miei pantaloni, indugiando un istante prima di abbassare la zip con una lentezza che mi fece trattenere il fiato. La sua mano calda entrò in contatto con la mia intimità, accarezzandola con una sicurezza inaspettata.
Poi, con una lentezza che mi torturava dolcemente, prese la mia erezione tra le labbra. I suoi movimenti lenti e profondi con la testa mi fecero gemere di piacere, un’ondata di calore mi invase il corpo. Ogni sua sferzata delicata, ogni suo sospiro caldo sulla mia pelle mi mandava in estasi, un piacere così intenso da farmi perdere il contatto con la realtà circostante. Le mie mani si strinsero tra i suoi capelli, guidando istintivamente il suo movimento, desideroso di quella sensazione che mi stava portando al culmine. Il buio del parcheggio seminterrato si trasformò in un’esplosione di sensazioni, concentrate unicamente su quel piacere proibito e inaspettato.
Quando tutto finì, ci guardammo negli occhi. Un sorriso complice e carico di desiderio si dipinse sui nostri volti. Non dicemmo nulla. Sapevamo entrambi che quello era stato un momento unico, un’ parentesi imprevista e incredibilmente eccitante, iniziata con una provocazione sottile e culminata in un’intimità inaspettata. Ci vestimmo in silenzio, consapevoli di aver condiviso qualcosa di intimo e proibito, nato da un gioco di sguardi e un perizoma mostrato con intenzione.
Ci separammo vicino all’uscita del parcheggio. Un ultimo sguardo intenso, un sorriso che prometteva forse un seguito a quel gioco pericoloso, e poi ognuno andò per la sua strada, portando con sé la scossa di quell’incontro inatteso e incredibilmente eccitante con Ada, un ricordo indelebile iniziato con un mazzo di chiavi caduto e culminato in un piacere indimenticabile.
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