Partiamo dall'inizio

Partiamo dall'inizio.

Ma non proprio dall'inizio. Saltiamo un paio d'ore di risveglio, colazione, doccia, barba e guida nel traffico,
Arriviamo al parcheggio.
E arriviamoci, mio malgrado, in ritardo.
C'è da correre. E si corre. Che non si dica che io faccia aspettare una donna.
Arrivo al bar, apro la porta, sguardo a destra ed eccola là. Nessun dubbio su chi sia. Capelli fuoco e sorriso stampato. È certamente lei.

Mi ricompongo e inizia la danza. La danza più bella del mondo. Come definiresti quella fase del corteggiamento in cui i due si studiano per sapere se l'altro ci sta? È una mano di poker, una partita a scacchi in cui si cerca di capire senza domandare, si sacrifica un l'alfiere per far scoprire il cavallo e riuscire a mangiare la regina.

È una bella danza, ma si conclude presto. Avevo capito male. Non si tratta di un caffè prima del lavoro. I divieti cadono, le proibizioni spariscono e i "non si può fare", contro ogni aspettativa, diventano "andiamo di là". E andiamo.

Stacco di camera e siamo in un appartamento. Fa freddo fuori, ma so come ci si scalda
La mia Furia dai capelli di fuoco rivela la sua natura. Ha tanta voglia e mi piace.
Mi dice ancora di no. Il ciclo.
Balle, io ormai sono duro e l'animo animale non ha sente ragioni. Non serve nemmeno che la convinca. Si gira, mi porge il culo. La prendo da dietro.
Mi piace, ma soprattutto le piace. E mi piace che le piaccia.

Ciak, si gira. Andiamo in cucina. È coffee break signori.

Me la prendo tutta. Vorrei divorarle la figa, ma non posso e allora la divoro di baci. Mi tuffo nelle tettone piene, mi riempiono le mani, morbide sulla mia faccia.
Ho il cazzo col l'autopilota. Lei si sdraia sul tavolo e lui trova da solo la via per il paradiso.
Mi spoglio a pezzi.
Segue... boh... mezz'ora forse, forse un'ora, non so neanche ... di me che scivolo in lei. Me la godo tutta. La sua figa mi pulsa intorno al cazzo ogni volta che viene. Glielo metto dentro tutto e mi gusto lei che mi si contrae intorno al cazzo.

Volo.

Alla fine, lo confesso, lei mi dice solo "vieni" e io esplodo. Mi mordo un braccio. Ho ancora il livido. Sarà finita qui, dai.
Il mio cazzo la vuole ancora. Ma lei mi dice ancora no.
Plot twist. Ennesimo. Ma inizia a sembrare scontato.
Dopo i 10 minuti più belli della mattina (fuori da lei), in cui le strofino contro la figa il cazzo duro e lei mi dice no, alla fine cede
Andiamo in camera ed è di nuovo festa. Ho le sue tette in faccia. Ci affogo.
Sono in paradiso, con lei che mi monta. Mi chiede di spruzzarla. Lo adorerei ma è presto. È presto e tardi insieme. Devo tornare dentro di lei per regalarle un altro orgasmo.

E poi? Mi caccia
Fuori come uno zingaro, dal cancello del vicino,
Ho ancora la testa che fischia e il cazzo duro
Mi trovo a camminare per Torino, col cazzo duro, sudato. Fa un caldo tremendo
Cos'ho appena visto?
Metto una mano in tasca e mi prendo il cazzo. Devo nasconderlo.
Ho il corpo in modalità sesso. Non riesco a compiere azioni precise con le dita: scrivere messaggi sul telefono o regolare l'orologio.

Mi accendo una sigaretta e arrivo in auto.

“io non me l'ero immaginata così" (la mattina)

Bene se siete arrivati fin qui avete appena letto il meraviglioso racconto di cui sono co-protagonista. L'autore vuole rimanere anonimo, ma ci siamo confrontati e abbiamo deciso un lancio pubblico di comune accordo.
Naturalmente il racconto contiene fatti veri, verosimili e completamente inventati, altrimenti non sarebbe un racconto, un'opera di fantasia. Ed è proprio quella fantasia che vola e mi trasporta in ricordi bellissimi e mi fornisce nuovi spunti per altre avventure. E voi cosa ne pensate? Questo giovane autore non merita di essere esibito con orgoglio ?