Pomeriggio di Fuoco

D'estate, qualche anno fa abbiamo vissuto un pomeriggio che dire "di fuoco" è molto riduttivo. Dopo mesi di corteggiamento sul Sito che all'epoca si frequentava, ci recammo a Roma per incontrare un giovane uomo dii colore, zona S. Eustacchio. Per la fretta, visto che era davanti al palazzo in attesa, parcheggiammo nella piazzetta davanti ad una Edicola chiusa; in verità l'eccitazione era al massimo e, per una volta tanto, non mi interessai alle probabili multe. Lei era meravigliosa come al solito, ci scambiammo subito i saluti con il nuovo amico e decidemmo di andare a prendere una pizza, soprattutto per ... rompere il ghiaccio. Si parlò un po' dell'Africa, ma più per cortesia che per altro poiché il pensiero di noi 3 andava a quello che a momenti avremmo realizzato. Salimmo quasi di corsa le scale di questo palazzetto d'epoca ed entrammo in un appartamento che dava direttamente sulla piazza, il finestrone aperto per permettere il passaggio di un po' d'aria: il condizionatore era rotto. Lui la spogliò con molta fretta, senza indugiare, non sono nemmeno certo che abbia goduto nel vedere i particolari e gli abbinamenti che mia moglie aveva ricercato per vestirsi nell'intimo per lui, per me, per noi Lui fece cadere i vestiti per terra e portò fuori una vera "zucchina romana" nera, turgida, puntata sul mondo, mise il mio Tesoro alla pecorina, su un mobiletto basso e calzato un preservativo iniziò a pomparla. Più che a pomparla in effetti prese a squassarla sul serio, tant'è che, contrariamente alle mie abitudini, appena la lasciava un attimo, anziché scoparla come mi sarebbe piaciuto, la lasciavo un po' riprendere fiato. Il nostro mandingo credo che arrivò a consumare tra i 4 e i 5 profilattici; la fica di mia moglie era tutta aperta, ma la sua gola ancora di più; le uscivano delle vere e proprie grida. Nonostante fosse agosto e la piazza piena di turisti, il vociare pazzesco, le sue grida ogni tanto coprivano per un attimo il tutto e in tanti alzavano lo sguardo ma non riuscivano a vedere niente poiché i due "amanti" si dimenavano lontano dalla finestra ed io osservavo la piazza nascosto, per vedere ma non essere visto. Per la prima, e forse l'unica volta non scopai, ma la libidine nel cervello era tanta, ma proprio tanta, sembrava dovesse scoppiare. Come tutte le cose l'incontro ebbe fine; quando salutammo per andare via, tutti e 3 ci rendemmo conto che lei non era in condizione di camminare, né tantomeno di scendere le scale....aveva le gambe molli come avesse bevuto a non finire. Così la prendemmo sotto le ascelle e, uno per lato, l'accompagnammo, sostenendola, fino vicino alla macchina. Nelle scale incontrammo una signora matura che incrociandoci lanciandoci uno sguardo di condivisione, quasi di complicità; tra il portone e la macchina una coppia della nostra età e lei, che con l'intuito femminile aveva capito tutto, fu meno carina, anzi ci guardò con un misto tra l'invidia e la disapprovazione; ma niente ci poteva privare del piacere avuto. per strada, in macchina, muti pensavamo tutti e due a quella grande scopata e così in silenzio, senza dirci niente, le nostre menti decisero per noi; parcheggiai l'auto ai margini della SR e la scopai con grande ardore, riversandole nella vagina tanto, molto, tantissimo sperma, tutto quello che si era "accumulato" durante il lungo periodo in cui non mi ero .... intromesso, per non rompere l'incantesimo e permettere a lei di vivere una grande avventura "africana", in una piazza di Roma, ma con un clima torrido, un misto di seduzione, piacere e sudore.