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Prime Esperienze

Un' amicizia particolare (Prima parte)


di verpad
13.01.2019    |    27.293    |    33 9.9
"Anna, scioccata da tanta sfacciataggine, avrebbe voluto girarsi e prendersela con lui, ma ancora una volta non riuscì a comandare i muscoli..."
Erano insieme da sempre. Sposati da quasi vent’anni, si erano fidanzati molto giovani, ancora adolescenti, e da allora non si erano mai lasciati. Alla soglia dei quarantacinque anni Pietro e Anna erano ancora quella che viene definita proprio una bella coppia, uniti, entrambi molto giovanili e dinamici, con due figli bellissimi, una bella casa, una vita arricchita da tante amicizie e dal costante impegno nel sociale.
Pietro un uomo intelligente, affermato, il fisico non troppo muscoloso ma mantenuto in forma dalla palestra costante. Anna era bellissima, occhi verdi, capelli ricci e biondi, una perfetta quarta misura di seno, un accenno di pancetta che stava cercando di eliminare con la dieta e la palestra, ma nell’insieme ben proporzionata. Ma quello che colpiva più di tutto era il suo carattere solare, il sorriso regalato sempre a tutti, la sua disponibilità verso chiunque avesse di fronte: sembrava una ragazzina nel corpo di una donna.
Anche la loro intesa sessuale era ancora ottima. D’altronde avevano raggiunto una tale complicità in tutti quegli anni che ormai non avevano segreti l’uno per l’altra. Certo Pietro non era un toro, non era uno di quelli che riescono a scopare per ore intere, ma sapeva come farla godere anche usando le mani o la lingua (a lui piaceva tanto leccarla fino all’orgasmo). Anna non era una pantera del sesso, anzi era un po’ timida e non si vedeva per niente sensuale, ma le piaceva far godere Pietro e non aveva problemi ad esaudire tutte le sue richieste a letto. No! In verità non proprio tutte le richieste… da un po’ di tempo Pietro condivideva con lei delle strane fantasie che la vedevano impegnata con altri uomini oltre a lui. All’inizio non capiva come potesse ammettere una cosa del genere proprio lui che era sempre stato così geloso, ma con il passare del tempo si rese conto che Pietro lo considerava come un gioco fra loro due e, continuando Pietro a provocarla con queste fantasie, scoprì che anche lei si eccitava al pensiero di queste trasgressioni. Ma mai avrebbe accettato di realizzarle e rischiare il loro rapporto per un gioco.
Ora che i figli erano cresciuti decisero di regalarsi una moto da turismo con la quale ricominciare a viaggiare. Si godevano le domeniche scorrazzando per le valli e lungo i laghi del nord Italia, scavallando i passi delle montagne che li circondavano. Ad Anna piaceva molto la sensazione di libertà della moto e le piaceva il suo ruolo di passeggero dietro Pietro, ogni tanto lo abbracciava da dietro mentre lui, impegnato nella guida, con una mano le accarezzava la gamba come per sincerarsi che fosse vera e non un sogno.

Fu durante una di queste uscite che conobbero Marco e Chiara.
Una calda domenica di giugno dopo aver cavalcato la moto tutta mattina lungo i tornanti che salivano fino al passo godendosi il panorama e la piacevole brezza che si infilava sotto la visiera del casco, parcheggiarono nei pressi di una piccola area pic-nic come ce ne sono tante in montagna e si sedettero all’unico tavolo in legno per consumare tranquillamente i panini che avevano preparato a casa. Fu allora che una moto parcheggiò vicino alla loro e due figure bardate con casco, guanti, giacca e pantaloni da motociclista si diressero verso di loro.
Sfilandosi il casco un uomo si rivolse a Pietro:
“Ciao ragazzi. Possiamo sederci anche noi qui?”
“Ma certo, prego. C’è posto per tutti”
“Piacere Marco. E lei è mia moglie Chiara” si presentò indicando la moglie che nel frattempo si era tolta il casco e aveva rivelato un viso incantevole con chiarissimi occhi azzurri circondato da lunghi capelli biondi e lisci.
“Ciao. Noi siamo Pietro e Anna” rispose Pietro protendendosi verso Marco e stringendogli la mano.
Anche Chiara gli strinse velocemente la mano e, saltellando da un piede all’altro con le ginocchia strette, con una piacevole voce giovanile disse:
“Mi scappa troppo la pipì! Dove vado a farla?”
Tutti scoppiarono in una risata spontanea.
Pietro rimase fulminato da Chiara: aveva detto le stesse parole con la stessa innocenza che avrebbe usato la sua Anna. Gli sembrò di vedere in Chiara la stessa aura che illuminava Anna, la stessa spensieratezza, la stessa purezza.
Chiara era poco più giovane di loro, ma il suo viso pulito e il fisico da modella toglievano altri anni alla sua età anagrafica. Era proprio una bella donna, non molto alta con un seno piccolo, ma sodo e proporzionato e soprattutto un culetto invidiabile. Nonostante la sua innegabile bellezza però non si atteggiava a strafiga, non guardava gli altri con superiorità. Gli occhi sinceri e il sorriso accogliente mettevano tutti a proprio agio come se la conoscessero da sempre.
Anche Marco era un bell’uomo: all’incirca coetaneo di Pietro, aveva bel fisico asciutto, una voce profonda, la barba curata incorniciava un bel viso con la carnagione un po’ scura. Anche lui aveva un bel sorriso e irradiava una simpatia naturale.
Chiara tornò dalla sua missione dietro un albero poco lontano, Pietro e Anna ammiravano il suo incedere allegro quasi saltellante, mentre Marco descriveva il percorso della mattina che per gran parte coincideva con il loro. Pietro e Marco finirono subito a parlare di motociclette, a confrontare le escursioni scambiandosi pareri sui tragitti migliori. Scoprirono di avere molto in comune oltre alla passione per la moto. Uscì anche che Marco lavorava per una azienda che forniva quella dove era impiegato Pietro, quindi si trovarono a ridere di alcune conoscenze comuni a tutti e due.
Anna e Chiara da parte loro entrarono subito in sintonia come spesso capita alle mamme con figli di età simile, quindi si scatenarono nel raccontarsi della scuola, degli sport, dell’amichetto della figlia…ma la loro intesa andava oltre la condivisione degli argomenti, era una intesa che nasceva dalla sintonia fra le loro anime candide, quasi innocenti, che le faceva sentire bene una vicina all’altra.
“Voi continuate a parlare di moto che io e Anna ci godiamo un po’ questo bel sole”
Cinguettò Chiara stendendo un piccolo plaid sull’erba.
“Si dai, rilassiamoci un po’ prima di rimetterci in moto. Tanto non c’è fretta” Le fece eco Anna.
Con estrema naturalezza si tolsero entrambe la maglietta e, restando in reggiseno, si sdraiarono una accanto all’altra. Pietro si stupì del coraggio di Anna, solitamente poco esibizionista e restìa a mostrarsi in pubblico. La vista di quelle due belle donne in reggiseno stese al sole era impagabile. Pietro intuì che anche Marco era incantato dallo spettacolo, probabilmente stava ammirando il seno di Anna che, vicino a quello di Chiara, non sfigurava certamente; anche coperto dalla stoffa del reggiseno si intuiva essere bello pieno, ancora tonico. Quello di Chiara era più piccolo, ma bello rotondo e sulla sua figura era perfetto.
Le ore passarono fra chiacchiere spensierate, risate allegre, qualche battuta anche spinta, ma mai volgare. Fu così che nacque una bella amicizia fra i quattro che, scambiatisi i numeri di telefono, si diedero appuntamento per un’uscita in moto la domenica successiva.

Da quel giorno seguirono diverse gite in compagnia. Marco e Chiara abitavano a qualche decina di chilometri di distanza, ma i quattro non perdevano occasione per sentirsi e organizzare un giro in moto. Ogni volta si conoscevano meglio, la confidenza aumentava e la loro amicizia si rafforzava. Pietro e Anna avevano diverse coppie di amici in paese, ma erano amicizie nate dalla condivisione di interessi comuni: i figli che frequentavano la stessa classe, l’impegno nelle stesse attività di volontariato, colleghi di lavoro...
Quella con Marco e Chiara, pur se nata per caso, era un’amicizia diversa, libera dai vincoli della quotidianità, senza obblighi o impegni. Cosa c’è di più bello e coinvolgente che spendere il tempo libero con qualcuno a cui si vuole bene, con cui ci si sente sereni. Il tempo passato con Marco e Chiara era spensierato, senza fretta. Spesso nelle loro escursioni con le moto si fermavano sulla spiaggia di qualche lago e passavano ore a chiacchierare, leggere, prendere il sole, giocare. Sì. Giocavano come i bambini in acqua: si spingevano, cercavano di annegarsi, nuotavano in apnea sotto le gambe degli altri. Pietro aveva notato che a Marco piaceva tantissimo Anna, lo sorprendeva spesso ad osservarla mentre prendeva il sole, ma lo capiva: come non voler bene a Anna? I giochi in acqua erano anche un’occasione per Marco e Pietro per creare quel contatto furtivo con un seno spingendo le donne per farle cadere o, quando sollevando una gamba della sfortunata per ribaltarla a testa in giù nel lago, la mano maldestramente si appoggiava sul sedere o addirittura premeva la stoffa del costume a contatto con la vagina. Ma era un gioco quindi le ragazze non consideravano questi contatti troppo maliziosi. Certo, Anna ogni volta che Marco la sfiorava sentiva un brivido attraversarle tutto il corpo, combattuta fra il desiderio e il senso di colpa.
Si, perché anche a lei Marco piaceva. E ci si metteva anche Pietro quando erano in intimità a provocarla:
“Ti immagini se ci fosse anche Marco qui che ti massaggia le tette?” le sussurrava mentre le mani esploravano il suo sesso.
“Chissà come sarebbe avere Marco che ti scopa a pecorina?” diceva mentre lei a quattro zampe gli regalava uno dei suoi magnifici lavoretti con la bocca.
“Dai scemo, smettila!” esclamava Anna ogni volta, ma contemporaneamente sentiva i suoi umori colare lungo le cosce eccitata come non mai e raggiungeva orgasmi inimmaginabili.
Pietro si divertiva a vedere la sua reazione combattuta ogni volta che Marco le si avvicinava troppo: ad ogni nuovo incontro si scambiavano tutti i soliti amichevoli tre baci sulle guance, ma Marco stringeva Anna in un abbraccio e a volte ruotava il viso all’ultimo momento spostando il bacio che era diretto alla guancia verso un incontro rubato di labbra che lasciava Anna imbarazzata, ma lusingata. A volte Pietro, uscito prima dall’acqua, osservava dalla spiaggia gli altri giocare in un intreccio di gambe e braccia che sicuramente offriva l’opportunità a Marco di assaggiare il desiderato corpo di Anna, la quale poi, uscendo dall’acqua, lanciava sguardi colpevoli e imbarazzati verso il marito mentre si sistemava il top del costume che aveva lasciato scoperto un capezzolo o si raddrizzava le mutandine spostate a causa di qualche mossa azzardata durante la lotta.
Al ritorno dalle gite domenicali si trovavano spesso a passare la serata insieme, di solito a casa di Marco e Chiara dato che abitavano in una bella villettina con una piscina interrata sul retro della casa.

Quella sera faceva molto caldo, gli ultimi raggi del sole scaldavano ancora l’aria afosa. Le due coppie di amici sorseggiavano un aperitivo sulle sdraio a bordo piscina ridendo e ricordando una delle avventure affrontate insieme in moto sotto un temporale improvviso. Anna sentiva già l’effetto del Campari con il bianco che le avevano versato; proprio non reggeva l’alcol a stomaco vuoto e la testa cominciava a girarle. Al segnale di Chiara tutti posarono i bicchieri e, sfilate magliette e pantaloncini restando in costume, si tuffarono in piscina per rinfrescarsi prima della cena. Come al solito non ci volle molto prima che iniziassero i giochi infantili che contraddistinguevano i loro momenti in acqua.
“Vai con la guerra dei giganti” propose Chiara avvicinandosi a Pietro per salire sulle sue spalle. La guerra prevedeva che ognuna delle donne, a spalle di un uomo, cercasse di far cadere l’altra in ogni modo. Aveva fatto tutto Chiara, aveva deciso lei che le coppie dovevano essere miste e tutti si adeguarono. Pietro quasi non credeva di avere quel culetto perfetto così vicino, a contatto con le sue spalle, e un sottile strato di tessuto che separava il suo collo dalla vagina di Chiara.
A sua volta Anna, non senza imbarazzo, stringeva le gambe attorno al collo di Marco per non cadere e lui teneva le sue mani strette attorno alle sue cosce, forse un po’ troppo in alto, ma bisognava vincere! Lo sfregamento del suo sesso contro il collo di Marco rendeva difficile a Anna la concentrazione nella battaglia, l’eccitazione rischiava di prendere il sopravvento quindi lei stringeva le gambe ancora di più per non aumentare la frizione delle sue parti intime. Fra spinte, colpi bassi e tentativi di sorprendere l’avversaria usando addirittura l’arma del solletico, la lotta sembrava equilibrata, fino a quando a causa di un colpo andato a vuoto la mano di Chiara strappò di netto l’elastico del reggiseno di Anna che le restò in mano lasciando quelle magnifiche tette scoperte. Subito Anna si coprì il petto con le braccia imbarazzatissima, Pietro restò a bocca aperta vedendola così vulnerabile sulle spalle di un altro uomo mentre Marco malediceva la sua sfortunata posizione che non gli permetteva di godere di quello spettacolo che aspettava da tempo.
“Scusami tanto Anna, ti giuro non l’ho fatto apposta, mi dispiace” si scusava continuamente Chiara, ancora sulle spalle di Pietro, cosciente di aver messo Anna in difficoltà.
“Ascolta, per farmi perdonare ho deciso di subire la stessa punizione!” e così dicendo, con un gesto rapido, si sfilò il top del costume e lo gettò lontano a bordo piscina liberando i suoi piccoli bellissimi seni.
Che scena fantastica: due sensuali donne con indosso solo una sottile mutandina, a cavallo di due uomini che fino ad oggi avrebbero pagato per partecipare ad un tale spettacolo, ma mai avrebbero osato immaginare di viverlo davvero.
La battaglia riprese più aggressiva che mai, le mani di una che spingendo colpivano i seni dell’altra che a sua volta cercava di pizzicarle i capezzoli per farla arrendere e buttarla in acqua. Fra fragorose risate di tutti e quattro la spuntò Anna che riuscì a far cadere Chiara all’indietro trascinandosi anche Pietro sott’acqua.
Riaffiorando dal pelo dell’acqua Pietro riuscì finalmente ad ammirare da vicino i seni di Chiara, due belle tette piccole, ma rotonde e sode con due bei capezzoli che svettavano turgidi e dritti forse per la reazione all’acqua. I capezzoli di Anna erano decisamente più piccoli, anche quando, eccitati, si indurivano, non sporgevano come quelli di Chiara.
“Complimenti. Sei bellissima” le disse Pietro aiutandola a riprendere l’equilibrio.
“Grazie, ma vorrei avere io le tette di Anna” rispose lei con espressione imbronciata.
“Ma scherzi? Le tue sono bellissime, sembrano quelle di una ventenne!!”
Sul viso di Chiara si aprì un grande sorriso riconoscente e, con un balzo improvviso, saltò in braccio a Pietro cingendogli i fianchi con le gambe, le braccia attorno al collo e gli stampò un bacio sulle labbra. Lui restò impietrito: il contatto del suo petto con quei capezzoli duri e quel bacio inaspettato gli provocarono un’erezione improvvisa che non poteva essere nascosta a Chiara che la sentiva crescere sotto di lei.
Si staccò da lui e con il solito sorriso sincero e affascinante, passandogli accanto appoggiò la mano sul costume di lui sussurrandogli: “Ti faccio questo effetto?” e si allontanò ridendo, salì la scaletta della piscina sporgendo il fenomenale fondoschiena messo in risalto dal costume che si era infilato nel solco fra le natiche, e si diresse correndo verso casa. Pietro era scioccato. La leggerezza e la spontaneità di quella donna lo turbavano. Ma adesso aveva un problema più impellente, nascondere la dolorosa erezione che minacciava di tracimare dal costume. Uscì velocemente dalla piscina, si avvolse in un telo e corse verso il bagno per calmarsi un po’.

Intanto Marco stava aiutando Anna a scendere dalle sue spalle; si abbassò leggermente e prendendola per i fianchi la sollevò per riadagiarla nell’acqua di fronte a lui. Nell’operazione le mani di Marco erano passate sui seni di Anna e avevano indugiato più del necessario in quel contatto che, accompagnato dallo sguardo lussurioso di chi poteva finalmente ammirare quello che da tempo sognava di vedere, aveva procurato a Anna un fremito di piacere che l’aveva turbata non poco. Come poteva lasciare che un altro uomo la toccasse così? Non solo non aveva reagito, ma le era anche piaciuto il contatto con quelle mani grandi.
“Certo che se quel cretino di Pietro non mi avesse messo in testa tutte quelle fantasie su Marco adesso non sarei qui in preda ad un sentimento che mi spaventa, combattuta fra l’attrazione fisica verso questo uomo e la voglia di mollargli una sberla e andarmene” pensava spostandosi verso il bordo della piscina allontanandosi da lui per evitare di dovergli parlare; in quel momento, così turbata, non ce la faceva proprio a mostrarsi spensierata; inoltre si era ricordata di avere ancora il seno nudo esposto allo sguardo dell’amico, quindi con le braccia incrociate appoggiate al bordo della vasca diede le spalle a Marco guardando verso la casa sperando che Pietro tornasse al più presto. Lo sciabordio dell’acqua le annunciò l’avvicinamento di Marco che, arrivatole alle spalle, la cinse con le braccia e le sussurrò all’orecchio: “Sei bellissima!”
Una scossa di piacere fece rabbrividire Anna che si irrigidì al contatto della schiena con il petto di lui. Le mani di Marco iniziarono senza pudore a perlustrarle il seno appena sotto il livello dell’acqua regalandole scariche di lussuriosa eccitazione ogni volta che passavano sui capezzoli sensibili.
“Devo farlo smettere” pensava preoccupata, con il battito del cuore accelerato, ma non riusciva a reagire come avrebbe dovuto. Forse non voleva veramente che lui smettesse: quel contatto rovente fra la sua pelle e quella dell’uomo contrastava fortemente con il fresco dell’acqua in cui erano immersi. Anna avvertì sempre più prepotente l’erezione di Marco che, racchiusa nel costume, premeva contro il solco del suo fondoschiena; non capiva cosa la sconvolgesse di più: il contatto duro contro il suo sedere o il tocco soffice sul suo seno o il respiro affannoso di Marco vicino al suo orecchio. Stava perdendo il controllo del proprio corpo, voleva comandare alle sue gambe di allontanarla da lì, ma quelle non ubbidivano. I suoi movimenti erano scollegati dai suoi pensieri: ordinava alle braccia di respingerlo, invece la schiena si inarcava contro la sua volontà spingendo il culo contro quel pezzo di marmo. Cosa le stava succedendo? E se Pietro o Chiara fossero tornati adesso cosa avrebbero pensato?
Probabilmente la sua reazione e i sospiri che le uscivano dalla bocca socchiusa incoraggiarono Marco ad essere più audace perché, mentre con una mano continuava la tortura ai suoi capezzoli turgidi, lo percepì staccarsi brevemente dalla sua schiena per poi riavvicinarsi, ma ora il pene era stato chiaramente estratto dal costume e premeva in mezzo alle sue cosce. Aumentando la pressione Marco riuscì ad infilarlo tra le gambe strette facendo spuntare il glande davanti a lei. Anna, scioccata da tanta sfacciataggine, avrebbe voluto girarsi e prendersela con lui, ma ancora una volta non riuscì a comandare i muscoli. Non poté trattenere la propria mano quando si abbassò al livello dell’inguine a toccare quel membro che sporgeva davanti a lei. Non aveva mai toccato in vita sua il pene di nessun altro che non fosse suo marito Pietro, quindi non trattenne la curiosità di provare la sensazione di avvolgere quell’asta con la mano e valutarne la consistenza e la dimensione. Si sorprese a confrontarlo mentalmente con quello di Pietro che conosceva bene e che non era certo piccolo, ma questo… la lunghezza era paragonabile, ma il diametro era impressionante, notevolmente più largo e soprattutto era durissimo, un pezzo di marmo. Quell’asta premeva per tutta la lunghezza contro il suo sesso, a separarli solo la striscia di stoffa del piccolo costume e la cappella sporgeva davanti a lei che la circondava con la mano. Cosa le stava succedendo? Possibile che fosse diventata così porca da lasciarsi toccare così intimamente da un uomo che non era suo marito? Non riusciva spiegarsi perché fosse ancora lì in balia di Marco quando suo marito e Chiara erano a pochi metri di distanza all’interno della casa.
“Non stiamo scopando” pensò cercando almeno una giustificazione per il proprio comportamento.
Ma il suo corpo in preda ad una eccitazione mai provata era completamente fuori controllo, a tal punto che i fianchi iniziarono di loro iniziativa un lento movimento avanti e indietro sfregando il clitoride, attraverso la stoffa del costume, contro quel palo avvolto dalle cosce serrate. La schiena ancora più inarcata, il culo che scivolava avanti e indietro su quel bel cazzo, la testa appoggiata all’indietro sulla spalla di Marco che sentiva ansimare vicino all’orecchio: stava perdendo del tutto il controllo di sé, non si preoccupava nemmeno più di assicurarsi che nessuno uscisse dalla casa trovandoli così vicini. Se qualcuno li avesse visti dall’esterno della piscina avrebbe creduto che stessero scopando. Ma Anna, pur travolta dall’eccitazione, non avrebbe mai permesso che succedesse! Il movimento inarrestabile, lento e regolare, stava procurando un piacere intenso anche a Marco a tal punto che le sembrava che quel membro, già enorme, aumentasse ancora di dimensione. Percepiva umori abbondanti colare dalla vagina protetta dal costume ogni volta che spingendo i fianchi indietro contro l’addome di Marco faceva apparire il cazzo per quasi tutta la sua lunghezza e lo circondava con la mano, per poi spostare il corpo in avanti staccandosi da lui e facendolo sparire fino alla cappella fra le sue cosce.
Indietro…Avanti…Indietro…Avanti…Indi…
“No! No! Nooooo!”
La frizione fra i loro sessi aveva spostato leggermente il sottile costume di Anna e nell’ultimo movimento indietro il grosso cazzo non era riapparso davanti, ma si era involontariamente infilato per tutta la lunghezza, senza trovare alcuna resistenza, all’interno della vagina ormai dilatata e grondante per l’eccitazione.
Si arrestarono entrambi. Anna ancora con quel coso enorme che la riempiva come non aveva mai provato prima, sconvolta da quello che era accaduto, mai avrebbe voluto arrivare a tanto: perché non si era fermata prima? Come aveva potuto lasciare che accadesse? Non aveva mai tradito Pietro, ma soprattutto non aveva mai avuto altri uomini, nemmeno prima di conoscerlo. Questa era la prima volta che veniva penetrata da un altro. Era la sua seconda “prima volta”. Si sentiva come se avesse perso la verginità per la seconda volta. Era una sensazione completamente nuova, quasi bruciante. L’ingresso di quel grosso pene era stato scioccante, l’aveva sentito scivolare dentro fino allo stomaco costringendola ad espirare rumorosamente tutta l’aria. Rimasero immobili per diverso tempo cercando di recuperare la lucidità sufficiente per affrontare la situazione. Lei, rimasta senza fiato, sentiva quel membro durissimo quasi pulsare dentro di lei, le labbra della vagina tirate ad avvolgere la larga base nel punto di contatto, aveva quasi necessità di orinare da tanto quel cazzo la riempiva premendo contro le pareti.
Probabilmente anche Marco non avrebbe voluto che succedesse così ed era preoccupato per lei. Forse temeva anche la sua reazione. Ma Anna non si era ancora ripresa e non aveva ancora recuperato il comando del proprio corpo che, a dispetto del conflitto che stava attraversando la sua mente, incurante del rimorso che la attanagliava, riprese a muoversi lentissimamente avanti e indietro, ma stavolta impalandosi sul quel grosso membro che ad ogni movimento veniva sfilato fino quasi ad uscire del tutto per poi infilarsi completamente strappandole incontenibili gemiti di piacere.
Avanti… Indietro… Avanti… Indietro…
Sentiva ormai vicino l’orgasmo che le cresceva dentro quando sentì il rumore della porta a vetri che si apriva e intravide Pietro uscire e dirigersi verso la piscina. L’istinto guidò i suoi movimenti e, sfilando quasi dolorosamente il membro ancora duro, allontanò con irruenza il povero Marco, si lanciò fuori dalla piscina e correndo verso la casa tenendosi il seno ballonzolante con le mani, passò a fianco di Pietro che la osservò preoccupato: “Tutto bene amore? Cosa succede?”
Lei non si fermò e non rallentò, ma dirigendosi verso il bagno riuscì a rispondergli con voce tremante: “Devo andare in bagno”.
Si chiuse dentro e, seduta sul bordo della vasca da bagno, si portò una mano sulla vagina e, con movimenti rapidi delle dita sul clitoride, tappandosi la bocca con l’altra mano per non farsi sentire, raggiunse velocemente quell’orgasmo che non aveva potuto lasciare esplodere poco prima. Fu un orgasmo devastante, il corpo sconquassato dai sussulti non la sorresse e si ritrovò seduta in terra, la schiena appoggiata alla vasca, una mano ancora premuta sulla bocca e l’altra stretta fra le gambe tremanti.
Aspettò lì seduta che si placassero gli effetti per poi scoppiare in un pianto irrefrenabile scaturito forse dal rimorso, dal senso di colpa, dal rancore verso Marco, ma anche dalle emozioni vissute e forse dalla spossatezza che ora la teneva incollata a quel pavimento. Passò un tempo interminabile prima che riuscisse a ricomporsi e potesse raggiungere gli altri in giardino, già seduti per la cena.
La serata trascorse un po’ anomala. Chiara intratteneva tutti con la solita allegria, mentre Anna parlava poco, non partecipava alle discussioni, ma soprattutto evitava gli sguardi degli altri commensali.
“Non ti senti bene?” Le chiese Pietro preoccupato.
“No, no, tranquilli. Sarà un po’ di stanchezza, oppure quel bagno in piscina” rispose guardando di traverso Marco che distolse immediatamente gli occhi con fare colpevole.
“Avrai preso un po’ di freddo in acqua, vedrai che dopo una bella dormita ti riprenderai” consigliò Chiara.

A casa si infilarono subito nel letto, accoccolati come loro solito prima di addormentarsi. Pietro capì che c’era qualcosa che la turbava, non poteva essere solo stanchezza, e, abbracciandola più stretta, aspettò che fosse pronta per raccontargli i suoi pensieri.
Ad Anna bastarono un po’ di coccole e qualche bacio delicato sulla fronte per convincerla che doveva raccontare a suo marito quello che era successo. Non avevano segreti, si raccontavano proprio tutto, addirittura lui voleva che gli raccontasse anche quando, a casa sola, veniva colta dalla voglia e si masturbava: in alcune di queste occasioni lei gli inviava qualche selfie erotico scattato con il telefono divertendosi a farlo eccitare al lavoro. No, non poteva tenersi questo segreto, le pesava troppo.
“Sai oggi in piscina?” esordì “E’ successo che Marco mi ha toccato le tette”
“Eh vabbè. Non sarai sconvolta solo per questo? Sai che Chiara mi ha dato un bacio sulla bocca e mi ha sfiorato il pacco?” replicò lui cercando di confortarla.
“Si, ma non è finita lì.”
Detto questo si fece silenziosa e lasciò che questa pausa durasse a lungo.
Era riuscita a risvegliare la curiosità di Pietro che intuì la difficoltà della moglie a raccontargli il resto, ma lui aveva bisogno di sapere. Allora spense la luce, la strinse ancora di più a sé cercando di tranquillizzarla e attese pazientemente che riuscisse a parlargliene.
“Quando sei uscito dalla piscina siamo rimasti soli in acqua. Marco si è avvicinato a me da dietro, mi ha abbracciata, ha iniziato a palparmi le tette e io non l’ho allontanato” raccontò quasi sull’orlo del pianto. “Sentivo anche il suo uccello duro dietro il sedere” proseguì.
Pietro non credeva alle sue orecchie. Il loro amico ci aveva provato con sua moglie e lei era stata al gioco. Ma questo pensiero, anziché irritarlo, lo stava eccitando. Anche Anna lo sentì diventare duro contro la sua pancia e questo bastò a darle il coraggio di continuare:
“Poi il suo pisello è uscito dal costume e si è infilato in mezzo alle mie cosce strusciandosi contro la mia vagina. Mi dispiace, ma io non ho fatto niente per fermarlo”
Pietro non aveva mai avuto un’erezione così!
“Com’è il suo cazzo? È grosso?”
“Sei sicuro che è quello che vuoi sapere?”
“Si, tranquilla, voglio i dettagli.”
“Se proprio vuoi saperlo…si, è molto grosso. Più o meno lungo come il tuo, ma molto più largo!”
Pietro temeva di eiaculare solo sentendola raccontare queste cose. Allungò la mano infilandola dentro le mutandine di Anna e la trovò completamente bagnata: si stava eccitando anche lei ripensando a quegli eventi e raccontandoli a suo marito!
“E poi?” la incitò lui.
“Mentre il suo grosso cazzo era fra le mie gambe non ho potuto resistere ed ho iniziato a muovermi come se lo masturbassi con le mie cosce. Intanto con la mano segavo la cappella che sporgeva davanti a me. Poi sei uscito dalla casa e ci siamo allontanati.”
“Allora è per quello che ti ho vista correre via, ti vergognavi.”
“Proprio così.” Mentì lei.
Dopo un attimo di silenzio che impiegarono a toccarsi a vicenda aumentando l’eccitazione reciproca Pietro concluse:
“Sai cosa mi dispiace di tutta questa storia? Non essere stato lì presente per vederti.
È il mio sogno vederti toccare un altro uomo e vedere lui che ti fa godere!”
Detto questo fecero l’amore in modo animalesco, con passione, come non avevano mai provato prima.
Mentre Anna cavalcava suo marito impalandosi su di lui al buio, si scoprì a pensare di scopare Marco, di calarsi su quel grosso cazzo che l’aveva quasi fatta godere poche ore prima, si immaginò di trovarsi in mezzo alle attenzioni di Pietro e dell’amico che si dividevano la sua bocca e la sua vagina e raggiunse l’ennesimo potente orgasmo della giornata accasciandosi stremata fra le braccia di Pietro.
Come aveva potuto mentire a Pietro? Non aveva avuto il coraggio di confessargli che quel grosso cazzo l’aveva penetrata e a lei era piaciuto! Non gli aveva detto che, una volta dentro, lei aveva iniziato a muoversi per scoparlo ed era quasi arrivata a godere, se solo lui non fosse tornato proprio in quel momento.
In preda ai sensi di colpa per non essere riuscita a raccontare tutta la verità a suo marito si addormentò con il suo pene ormai flaccido ancora dentro di lei.

La loro amicizia non fu comunque intaccata dall’episodio di quel giorno, ma continuarono a vedersi ed organizzare gite in compagnia. Certo, Anna evitava in tutti i modi di ritrovarsi sola con Marco, era ancora troppo turbata da quegli accadimenti per affrontare l’argomento a quattrocchi con lui. Durante i giochi nell’acqua Marco si teneva distante da Anna temendo una sua reazione davanti agli altri due. A Pietro non sfuggiva che fra i due non ci fosse un’atmosfera serena e questo gli dispiaceva molto, soprattutto perché si eccitava da morire immaginando di assistere di persona a qualche gioco un po’ più spinto fra sua moglie e l’amico.
Riuscirono finalmente a liberarsi dagli impegni per quel week end di agosto ed organizzarono tre giorni di escursioni in motocicletta, camminate nei boschi e relax tra le montagne del Trentino. Sfruttarono come base il piccolo bilocale che il padre di Anna possedeva in quel remoto paesino di montagna dove era nato, e dove, con tutta la famiglia, trascorrevano spesso le vacanze estive e invernali.
Percorsero chilometri di curve attraversando montagne, fermandosi frequentemente a scattare fotografie e ristorarsi prima di raggiungere il piccolo caratteristico paesino che li avrebbe ospitati per quei tre giorni. Si sistemarono nell’accogliente appartamento che, oltre ad una piccola camera matrimoniale dove avrebbero dormito Marco e Chiara, conteneva solamente un altro spazio adibito a sala da pranzo, cucinino e camera da letto sfruttando un ampio divano letto matrimoniale, in quell’occasione destinato a Pietro e Anna.
Dopo una bella doccia ristoratrice e una frugale cena accompagnata da una buona bottiglia di Teroldego, stanchi per la giornata trascorsa in sella alle potenti moto, decisero di guardare un film sull’unico schermo televisivo posizionato di fronte al divano letto. Gli uomini in boxer e maglietta sdraiati alle estremità del letto con la testa appoggiata ai cuscini sollevati; le mogli in mezzo, coperte da leggerissimi pantaloncini di un pigiama estivo e una maglietta talmente fine che lasciava trasparire il loro seni liberi dalla costrizione di inutili reggiseni, ciascuna con la testa appoggiata alla spalla del rispettivo marito che la cingeva con il braccio.
Le luci spente, i quattro venivano illuminati a intermittenza dai bagliori azzurrognoli dello schermo su cui scorrevano le immagini del film. Si stavano godendo la pace di quel posto: le finestre socchiuse lasciavano entrare la piacevole brezza serale, dall’esterno giungeva solo il rumore ipnotizzante della fontana poco distante che sputava costantemente acqua fredda e limpida, il profumo umido del bosco lì vicino che avvolgeva i loro sensi.
Anna si sentiva a casa; conosceva quel posto da sempre, aveva trascorso in quella casa tutte le sue vacanze fin da piccola e, dopo aver conosciuto Pietro, era stata la loro alcova preferita dove si rifugiavano già da fidanzati passando intere giornate in quel letto fra coccole e sesso sfrenato intervallato da riposanti letture. Era contenta di condividere quel momento con i loro amici, si sentiva bene, in pace confortata dal profumo legnoso di quella stanza che le ricordava i bei momenti trascorsi lì dentro. Non doveva preoccuparsi di apparire bella perché con loro tre si sentiva già bella.
Avvolta nell’abbraccio del suo Pietro, la schiena quasi a contatto con quella di Chiara, si sentiva felice.
Il film non era granché, la trama stentava a decollare e non catturava la loro attenzione tranne in alcune scene di sesso fra i protagonisti, mai troppo esplicite ma comunque eccitanti che, ogni volta, complice la vicinanza della loro donna, procurava ai due uomini un’erezione che gonfiava i boxer e non passava inosservata allo sguardo ammonitore delle mogli.
Era evidente a tutti che quella situazione, l’isolamento del posto, la condivisione del letto, le scene erotiche sullo schermo, stavano creando un’atmosfera elettrica che stava sovraccaricando di stimoli le loro menti portandoli a fantasticare immaginandosi protagonisti di chissà quale scena hard di un improbabile film porno. Anna iniziava ad eccitarsi vedendo il gonfiore nei boxer di Pietro, e non riuscì a trattenere una soffocata esclamazione di sorpresa quando, buttando l’occhio verso l’altra coppia, intravide la mano di Chiara sparire sotto la stoffa delle mutande di Marco. Sentì istantaneamente accendersi il desiderio in mezzo alle gambe, un calore che si diffondeva da quel centro nevralgico verso l’addome e le zone circostanti. La mano di Pietro si era appoggiata distrattamente su uno dei suoi seni sopra il tessuto della maglietta facendole immediatamente indurire i capezzoli. Non resistette e, sorprendendo il marito che non si sarebbe mai aspettato una mossa del genere, appoggiò la mano sopra i boxer stringendo il membro già duro e iniziò un lento movimento che ne aumentò l’erezione fino a far spuntare il glande dall’elastico superiore delle mutande. A Chiara e Marco non era sfuggita questa scena, più eccitante anche del film su cui stava scorrendo l’ennesima scopata tra i due protagonisti. Pietro, con la mano infilata all’interno della maglietta che stimolava il sensibile capezzolo della moglie, si stava godendo quel massaggio improvvisato riempiendo di baci la testa di Anna appoggiata sulla sua spalla. La situazione rischiava di degenerare; Pietro sapeva che anche gli altri erano eccitatissimi, sentiva i sospiri di tutti e quattro, ma lui era troppo vicino all’orgasmo e non voleva venire così, rovinando la serata.
“Pausa grappino?” propose
“Ci vuole proprio” approvò Marco.
Dopo aver stampato un bacio sulle labbra sorridenti di Anna che naturalmente aveva capito il motivo di quella sosta, si alzò cercando di nascondere al meglio l’erezione e versò due bicchierini di grappa al mirtillo per sé e per l’amico. Da quella posizione, in piedi davanti al divano letto, vide le due donne ora girate l’una verso l’altra, con i visi vicinissimi, che confabulavano fittamente senza farsi capire dai mariti. Cosa stavano escogitando?
Tornato al proprio posto tutti ripresero la posizione iniziale. Si aspettava che Anna riprendesse da dove si era fermata, invece, togliendogli il bicchierino di mano, tracannò tutta la grappa rimasta in un solo fiato, gli stampò un caldo bacio sulle labbra e, dopo avergli sorriso guardandolo fisso negli occhi si girò verso Chiara.
Lo spettacolo che si presentò davanti agli occhi di Pietro fu indimenticabile: Anna aveva abbracciato Chiara e si stavano baciando sulla bocca con passione come due amanti consumate!
Anna gli aveva esternato in passato la sua curiosità verso esperienze omosessuali, sapeva che i racconti erotici preferiti di Anna erano quelli di genere lesbo, ma mai avrebbe creduto che sua moglie sarebbe riuscita a mettere in pratica questa sua fantasia. Non credeva ai suoi occhi. Il bacio fra quelle due dee continuava, sensuale, appassionato. Si immaginava le due lingue che si cercavano e si avvolgevano, le labbra morbide che si aprivano e chiudevano mordicchiandosi a vicenda. Non c’è niente di più erotico che vedere due donne baciarsi con trasporto. Se poi una delle due è tua moglie!
Senza mai staccare le labbra e ancora avvinghiate in quell’abbraccio stretto, Chiara roteò trovandosi così sopra il corpo di Anna che, come suo solito, teneva gli occhi chiusi persa nel trasporto di quel bacio saffico che non aveva niente di peccaminoso, di trasgressivo: era come una poesia erotica che solo due donne così possono incarnare.
Ormai erano in un loro universo che sembrava escludere gli uomini presenti relegati al ruolo di semplici spettatori. Se all’inizio l’avevano pianificato come un gioco per provocare i mariti, ora si era trasformato in un’inarrestabile eccitazione che teneva incollate quelle due bocche che quasi non prendevano fiato. Pietro comprese che, ormai così trasportate dalla passione, difficilmente si sarebbero fermate.
Chiara afferrò l’orlo della maglietta di Anna e gliela sfilò da sopra la testa liberando quel seno spettacolare che ormai tutti conoscevano bene; anche la sua maglietta seguì quella di Anna sul pavimento così che quelle due paia di fantastiche tette potessero schiacciarsi le une contro le altre.
Anna non capiva più niente. Si era chiesta spesso come sarebbe stato baciare una donna, ma mai avrebbe pensato che un bacio potesse essere così sensuale ed eccitante. Baciare suo marito era bellissimo, certo, ma questo… niente a che vedere: le labbra di una donna sono morbide, non ruvide come quelle di un uomo. Non c’era la sensazione della barba ispida ma il tocco della pelle liscia e soffice che sembrava scivolare sulla sua. Le labbra di Chiara erano carnose, sensuali, belle da baciare. La lingua più piccola e delicata regalava stimoli diversi da quella più irruenta del marito.
In più si era aggiunto quel contatto tra i loro capezzoli nudi che le stava facendo girare la testa. “Non sarò lesbica?” pensava mentre si godeva quel primo bacio con una donna. Finalmente si staccarono, si guardarono negli occhi sorridendosi come per ringraziarsi a vicenda di quell’esperienza e con un ultimo bacio fugace Chiara rotolò scendendo da Anna verso il lato di Pietro. Probabilmente anche questo era già stato concordato tra le due streghe che sembravano completamente trasformate rispetto alle dolci mogli che pensavano di conoscere.
“Vi abbiamo regalato un bello spettacolo, vero? Adesso tocca a voi ringraziarci con un bel massaggio!”. Ecco la solita Chiara che miscelava perfettamente quell’aria infantile e goliardica con un atteggiamento estremamente sexy e provocante.
Pietro se la ritrovò al proprio fianco, distesa a pancia in giù con la schiena nuda, coperta solo da quei corti pantaloncini leggeri che non riuscivano a nascondere il culo più bello che avesse mai visto.
Anna sembrava invece meno convinta. Era sdraiata sulla schiena, vicina a Marco, con le braccia incrociate a coprire il seno. Faticava ancora a dare confidenza a quell’uomo che sicuramente le piaceva, ma l’aveva indotta a tradire suo marito; non l’aveva ancora perdonato del tutto anche se sapeva che lui non era l’unico responsabile. Però avrebbe potuto evitarlo. Ma Chiara non sapeva niente e lei non voleva che lo scoprisse, quindi era stata al gioco e le aveva promesso di lasciarsi massaggiare da Marco. Il loro intento era quello di far eccitare gli uomini al massimo per poi abbandonarsi ad una scopata memorabile ognuna nel proprio letto con il proprio marito.
Marco era evidentemente in difficoltà, non sapeva come avrebbe reagito Anna al suo tocco dopo quello che era successo in piscina. Da allora non erano più riusciti a comportarsi come prima, evitavano qualsiasi contatto anche occasionale. Ma Anna gli piaceva veramente, non poteva permettere che la loro amicizia venisse rovinata.
Marco avvicinò il viso a quello di Anna e con una delicata carezza sulla guancia le sussurrò pianissimo:
“Mi dispiace tantissimo per quello che è successo. Se solo potessi tornare indietro…Ti voglio troppo bene e tengo molto alla nostra amicizia. Potrai mai perdonarmi?”
A Anna bastò quel gesto per capire che anche lui da quel giorno era divorato dal senso di colpa, sia nei sui confronti che verso Chiara. Sapeva che lui non aveva voluto che succedesse, era stato un caso ed entrambi erano responsabili in egual misura.
Quelle parole e quello sguardo la commossero e, prendendo il bel viso di Marco tra le mani, lo baciò regalandogli il sospirato perdono e la speranza di poter tornare confidenti come prima.
Si voltò anche lei a pancia sotto invitando quindi Marco a regalarle quel massaggio che anche Pietro stava iniziando sulla schiena di Chiara.
Il primo contatto tra la sua pelle e le mani di Marco fu come un flashback, le sembrò di rivivere le stesse sensazioni che aveva provato quel giorno in acqua.
Marco si dimostrò molto delicato, ma abile nel massaggio, facendo scorrere ripetutamente le mani sulla schiena dal collo fino all’elastico degli shorts, aumentando la pressione quando scendeva lungo la colonna vertebrale, alleggerendo quando risalendo si spostava verso l’esterno sfiorando anche l’attacco dei grossi seni schiacciati contro il materasso.
Anche Pietro, levatosi la maglietta come l’amico, si stava impegnando a fondo in quell’arte meravigliosa che è il massaggio di un corpo femminile; e che corpo aveva davanti a sé! I fianchi stretti segnavano il confine invalicabile per le sue mani oltre al quale avrebbe raggiunto quelle due forme così perfette che sembravano disegnate, coperte dal sottile strato del pantaloncino sotto il quale traspariva un perizoma chiaro che lui avrebbe strappato pur di avere accesso all’intimità che nascondeva. Doveva preoccuparsi anche della evidente erezione che non poteva certo nascondere dentro quei boxer attillati e che rischiava di metterlo in imbarazzo con Chiara se si fosse voltata. Un’erezione sicuramente causata dalla vista e dal contatto con quel corpo splendido, ma soprattutto alimentata dallo spettacolo che stava ammirando poco più in là, con sua moglie stesa che per la prima volta vedeva toccata da un altro uomo: un massaggio innocuo, certo, ma anche molto sensuale, che sfiorava il contorno dei seni e la curva dei glutei; quanto avrebbe voluto che Anna fosse completamente nuda e che il massaggio si estendesse anche oltre! Doveva fare qualcosa. Doveva prendere l’iniziativa!
Si fece coraggio e fece in modo che progressivamente le sue mani scendessero sempre di più avvicinandosi pericolosamente al fondoschiena di Chiara; c’era il rischio che lei reagisse arrabbiata mettendolo in imbarazzo davanti agli altri due e rovinando l’atmosfera, ma, conoscendo bene l’amica, era certo che non si sarebbe offesa per le sue attenzioni un po’ troppo audaci. Infatti quando arrivò a massaggiare apertamente i glutei sodi della donna per poi scendere a lavorare le gambe capì che lei apprezzava il trattamento. Vide che Marco lo seguiva copiando i suoi movimenti sul corpo di Anna che a sua volta si lasciò andare al massaggio godendosi il tocco caldo dell’amico che ora scendeva fin dietro le gambe.
Pietro si rese conto che il gioco era tutto nelle sue mani: quello che lui faceva a Chiara veniva replicato da un altro uomo su sua moglie! Che eccitazione! Il cuore correva impazzito! Poteva gestire la partita a suo piacimento, ma non poteva rischiare di rovinare tutto con scelte troppo azzardate o frettolose!
Il massaggio proseguiva lento e rilassante, dalla pianta dei piedi risalendo tutto il corpo, passando su curve, colline, valli, per poi ridiscendere lungo le braccia fino alla punta di ogni dito.
Le donne, che si stavano proprio godendo il trattamento, girando leggermente la testa, si guardarono negli occhi e, dopo un cenno d’intesa, con un movimento rapido si sfilarono entrambe i pantaloncini del pigiama, restando coperte solo dalla sottile striscia delle mutandine che spariva tra i glutei. Era un chiaro invito per i massaggiatori ad insistere su quella parte del corpo che può regalare tante sensazioni e loro non si fecero certo pregare: affondarono subito le mani ad impastare quei muscoli, schiacciando, allargando, comprimendo i glutei con movimenti rotatori.
Pietro credeva di vivere un sogno: alle prese con un culo da copertina, davanti a sua moglie che a sua volta era in balia delle mani di un altro uomo. Entrambi non provavano nemmeno più a nascondere l’erezione che ormai era incontenibile e fuoriusciva dall’elastico dei boxer.
Ogni tanto Anna lanciava uno sguardo a Pietro per accertarsi che tra di loro fosse tutto a posto e, rassicurata dal sorriso complice di lui, tornava a godersi il massaggio di Marco.
Pietro non ce la faceva più; percorrere tutto il corpo di Chiara e passare sulle sue incredibili natiche dure era già incredibilmente eccitante, ma non poteva rinunciare alla tentazione di esaminare anche quelle tettine nascoste lì sotto e soprattutto non stava più nella pelle: voleva vedere Marco giocare con le splendide tette di Anna!
Si chinò avvicinandosi all’orecchio di Chiara:
“Ti piace il mio massaggio? Ti piacerebbe se ti massaggiassi anche davanti?” le sussurrò provocandole un brivido di libidine e un sorrisetto malizioso sulle labbra sensuali. Chiara non ci pensò a lungo prima di ruotare su sé stessa e posizionarsi sdraiata sulla schiena, le braccia alzate con le mani dietro la testa, il seno bene in vista con i capezzoli ritti puntati verso il soffitto. Incredibile. Un’immagine che Pietro difficilmente si sarebbe più levato dalla testa!
Anna che aveva percepito il movimento dell’amica volse lo sguardo nella sua direzione rimanendo scioccata dalla sua intraprendenza. Ma a questo punto non poteva fare la verginella, ormai il suo seno era già stato esposto alla vista di tutti loro. Inoltre non trascurava il fatto che suo marito poteva godere della vista del seno di Chiara, ma sarebbe impazzito di piacere nell’ammirare lei, sua moglie, esposta allo sguardo e al tocco di Marco. Voleva realizzare almeno in parte quella fantasia del marito e, in fondo, non dispiaceva nemmeno a lei provare le attenzioni di un altro uomo sul suo seno che, a parte quel tocco rubato in piscina, non era mai stato sfiorato da nessun altro. Quindi senza distogliere gli occhi da Pietro che la fissava con lussuria, si voltò lentamente, inizialmente coprendosi con le mani per poi spostare le braccia lungo i fianchi e liberare finalmente quelle tette meravigliose con i piccoli capezzoli turgidi e sensibili.
Pietro e Marco si scambiarono un’occhiata di approvazione assicurandosi il permesso per iniziare quel massaggio l’uno alla moglie dell’altro. Procedevano in parallelo, sulle stesse zone allo stesso momento. Dalle caviglie risalendo le gambe, soffermandosi sulle cosce, sfiorando velocemente l’inguine passando sulla pancia e su fino a raggiungere finalmente il sospirato contatto con il petto. Prima esternamente per poi circondarlo e con movimenti rotatori avvicinarsi sempre più ai capezzoli. Le mani che passavano su quella zona sensibilissima strapparono ad entrambe le donne contemporaneamente un gemito di piacere che incoraggiò i due uomini ad insistere giocando con quei bottoncini: pizzicavano delicatamente, stringevano con i polpastrelli, sfioravano con le dita l’area circostante per poi ricominciare la tortura.
Ogni volta che Pietro, imitato da Marco, ripercorreva tutto il corpo fino ai piedi per poi risalire nuovamente, passava sempre più all’interno delle cosce che erano tenute leggermente divaricate e sfiorando sempre più pericolosamente le labbra della vagina coperta dal piccolo indumento, non poteva non notare che l’eccitazione di Chiara era ormai evidente dalla macchia che inumidiva il piccolo triangolo di stoffa.
Pietro dalla sua posizione poteva vedere anche le mutandine di Anna in pizzo nero che lasciavano intuire i contorni della vagina e immaginava che anche sua moglie non potesse nascondere la sua eccitazione a Marco ogni volta che le mani avvicinavano quella zona proibita.
Era troppo eccitante. Nessuno aveva programmato che la serata si evolvesse in quel modo e nessuno era in grado di stabilire fino a dove si sarebbero spinti. Per il momento tutto era avvenuto in modo naturale, senza forzature e senza imbarazzo, ma andare oltre sarebbe stato onestamente un azzardo. Pietro non credeva di essere ancora pronto per accettare di vedere sua moglie soddisfare un altro: era una sua fantasia costante, vero, ma cosa avrebbe provato se fosse successo ora? E se la gelosia avesse preso il sopravvento? Avrebbe rovinato la loro amicizia? Inoltre non voleva forzare Anna in alcun modo a fare qualcosa per cui non si ritenesse pronta.
E lui? Sarebbe stato in grado di andare oltre con Chiara? La riteneva una bellissima donna, affascinante, ne era sicuramente attratto, ma anche lui non aveva mai avuto altre donne oltre a Anna, nemmeno prima di conoscerla.
L’unica cosa certa era che, se quel gioco fosse andato avanti ancora un po’, sarebbe venuto nei boxer talmente era eccitato. Non lo aiutò a calmarsi il fatto che Chiara avesse ora allungato un braccio e appoggiato la mano sul seno di Anna: se quelle due avessero ripreso lo spettacolino lesbo di prima non avrebbe resistito un secondo di più. Per fortuna le due donne non si gettarono l’una tra le braccia dell’altra, ma si capirono al volo quando, rotolando una sopra l’altra, si scambiarono di posto tornando ognuna al fianco del proprio uomo.
Pietro notò l’espressione delusa di Marco che sicuramente avrebbe voluto godersi Anna ancora un po’. Pietro fu contento di poter finalmente avvinghiarsi alla sua Anna perdendosi in un bacio passionale con i corpi quasi nudi a contatto, quel magnifico corpo che conosceva così bene avvolto tra le sue braccia, il seno che premeva contro il suo petto. Era chiaro che Anna era estremamente su di giri: lo sentiva dal respiro affannoso, dal movimento quasi impercettibile del bacino contro la sua erezione, dalla voracità della sua bocca che sembrava volergli strappare le labbra e la lingua tanto era violento quel bacio.
Mentre gli altri due erano persi nel loro abbraccio all’altra estremità del letto e si stavano baciando con la stessa intensità, Pietro, che non ne poteva più di quella tortura, abbassò furtivamente le mutandine di Anna che non fece nulla per impedirglielo e, dopo averla sollevata e posizionandola sopra di sé, la penetrò violentemente con quel membro che non era mai stato così duro e pronto ad esplodere.
Anna non si preoccupò minimamente della presenza dei due amici nel letto, troppo era il bisogno di soddisfare quell’urgenza che la torturava in mezzo alle gambe. Appena ritrovatasi sopra Pietro il suo corpo iniziò a muoversi quasi autonomamente alzandosi ed abbassandosi ritmicamente per sentire il cazzo del marito riempirla e sfregare sulle pareti della vagina; le dita di Pietro che le torturavano l’ano accompagnando il suo movimento sussultorio le amplificavano il piacere.
Non ci volle molto prima che tutti e due raggiungessero un orgasmo devastante, che esplose improvviso sottolineato da inconfondibili gemiti che, se non fossero stati silenziati nelle loro bocche sigillate l’una contro l’altra, si sarebbero trasformati in incontenibili urla di piacere.
Passato il tremore alle gambe e i sussulti dell’orgasmo, Anna si accasciò nell’abbraccio di Pietro con il pene ancora dentro di lei che andava pian piano ritirandosi.
Mentre lei si lasciava cullare spossata tra le sue braccia, Pietro riuscì a vedere i due amici che raggiungevano un orgasmo altrettanto intenso. Mai prima Pietro aveva assistito dal vivo allo spettacolo di due che facevano l’amore; e che scena gli si era presentata: Chiara distesa a pancia sotto con la schiena inarcata e con quel culo fenomenale proteso verso l’alto; Marco che, come aveva già avuto modo di conoscere dal racconto di Anna ed ora ne ebbe la conferma, era dotato di un membro che incuteva timore da tanto era largo e venoso; i due corpi uniti in quell’atto tanto animalesco quanto sensuale.
Lei non trattenne un verso di godimento quando Marco che la penetrava in modo animalesco sollevandosi con le forti braccia e muovendo il bacino velocemente le assestò violenti colpi da dietro finendo poi per lasciarsi cadere sopra di lei una volta raggiunto il culmine.
Restarono abbracciati a lungo lasciando spegnere lentamente le vibranti emozioni appena vissute, senza parlare, ascoltando i respiri che rallentavano gradualmente.
Non ci fu bisogno di parole nemmeno per congedarsi: prima di dirigersi verso la loro camera Chiara salutò Pietro e Anna con un affettuoso abbraccio ed un silenzioso bacio sulla bocca e lo stesso fece Marco con Anna stringendola riconoscente.
In pochi minuti Pietro e Anna si addormentarono accoccolati come loro abitudine.
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