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Pagamento in natura


di verpad
20.10.2019    |    41.859    |    45 9.8
"Il primo orgasmo l’aveva lasciata con una voglia ancora più pressante che la costrinse poco dopo a rituffarsi nuda sul letto a masturbarsi freneticamente, ..."
“Cosa mi sta succedendo?” si chiese Laura risvegliandosi sul proprio letto, nuda, rabbrividendo con i capezzoli turgidi per la brezza fresca che entrava dalla finestra in quel tardo pomeriggio autunnale, l’interno coscia ancora umido per l’ultimo intenso orgasmo dopo il quale si era immediatamente assopita.
“Cosa mi sta succedendo?” si chiese osservando il vibratore abbandonato sul letto accanto al suo fianco, ancora frastornata da quel terzo intenso orgasmo che si era procurata masturbandosi. Un record per lei che amava certamente procurarsi piacere con l’autoerotismo, ma mai aveva provato più di una volta in un solo giorno. E da quella mattina era successo addirittura tre volte!
Quella mattina. Tutta colpa di quella mattina. E di quel cretino di suo marito Paolo!
“Stamattina passa Roberto a vedere il rubinetto” le aveva ricordato il marito prima di uscire di casa.
Roberto, il loro vicino di casa, era un uomo sui 40 anni, un bravo idraulico, che viveva da solo nell’appartamento sopra il loro. Si conoscevano da diversi anni ed erano diventati amici; spesso Roberto passava a salutarli, si fermava a cena o li invitava per una grigliata la domenica. Era un bell’uomo, alto, robusto con capelli neri e chiari occhi verdi. Era quello che si poteva definire un brav’uomo, gran lavoratore, ma non aveva mai trovato la compagna ideale. Capitava occasionalmente che portasse a casa una ragazza, ma non erano mai storie serie o troppo lunghe.
“Cerca di trattarlo bene e poi mi racconti come è andata” aveva aggiunto Paolo, lanciando uno sguardo complice a Laura e facendole l’occhiolino con un sorriso provocatorio prima di chiudere la porta.
“Cretino!”. La risposta di Laura l’aveva raggiunto da dietro la porta ormai chiusa, mentre scendeva le scale ridendo.
La loro intesa sessuale, dopo vent’anni di matrimonio, era ancora ottima, ma da qualche tempo Paolo la rendeva partecipe delle sue fantasie in cui la condivideva con altri uomini e sognava di vederla godere con un estraneo. Queste fantasie trasgressive di suo marito avevano il potere di accendere anche i suoi desideri più incoffessabili e si trovava spesso a fantasticare su incontri con più uomini. Si erano iscritti come coppia ad un sito di scambisti e anche Laura si eccitava leggendo i racconti erotici, curiosando i profili, le foto ed i video delle coppie sul sito. Ma non prendeva proprio in considerazione la possibilità di realizzare queste fantasie. D’altronde si erano conosciuti molto giovani, e non avevano mai avuto altre esperienze al di fuori della coppia.
Con Roberto aveva ormai una tale confidenza che non si preoccupava di essere vestita in modo troppo succinto quando lui entrava in casa, mentre lui si divertiva a prenderla in giro spesso con battute spinte anche in presenza di Paolo.
“Che tette stupende oggi Laura!” evidenziava Roberto ridendo quando lei indossava una maglietta senza reggiseno o troppo scollata.
“Wow, che sexy” quando la sorprendeva girare per casa indossando solo una magliettina che copriva a malapena le mutandine.
Lei sorrideva compiaciuta, sapendo che era il suo modo di fare, senza troppa malizia, senza doppi fini, confortata dal fatto che si comportasse allo stesso modo anche davanti a Paolo.
Ogni volta che effettuava qualche lavoretto di idraulica per loro, alla richiesta del conto rispondeva guardando Laura con la sua ormai tipica, ma innocua battuta: “Pagamento in natura”, scatenando l’ilarità di tutti.
Paolo più volte punzecchiava la moglie cercando di accendere qualche fantasia erotica che coinvolgesse il loro amico: “Non ti piacerebbe vedere com’è il cazzo di Roberto?” “Non vorresti provare a toccare Roberto?” “Secondo me gli piaci e ti scoperebbe molto volentieri” le diceva mentre erano a letto.
“Quanto sei scemo!” era la solita reazione di Laura, che però non rispondeva apertamente alle domande. E questo faceva eccitare Paolo ancora di più. Egli sapeva infatti che non c’era speranza di riuscire a realizzare il suo sogno di vedere Laura godere fra le braccia di un altro, ma questo gioco fra di loro lo eccitava troppo e aggiungeva un pizzico di trasgressione al loro rapporto.
Quella mattina Roberto aveva suonato alla porta proprio mentre Laura era sotto la doccia; fu quindi costretta ad accoglierlo con indosso solo l’accappatoio allacciato in vita, ma che lasciava scoperto gran parte del generoso decolleté.
“Ciao Roberto. Scusa ma stavo facendo la doccia”.
“Wow. Che spettacolo. Ti aiuto ad asciugarti?” rispose lui sorridendo con la solita aria scanzonata.
“Ah ah ah… Ti piacerebbe, vero?” lo provocò Laura continuando il loro solito innocuo gioco di provocazioni reciproche.
“Preparo il caffè intanto che guardi il rubinetto di là in bagno”
Bastarono pochi minuti a Roberto per smontare il rubinetto e capire il problema e, tornato in cucina, la informò che avrebbe dovuto tornare in seguito con un pezzo di ricambio.
“Certo che oggi sei ancora più sexy del solito” le disse.
“Ma va! Mi prendi sempre per il culo, ma vedo le ragazze che ti porti a casa. Sono tutte giovani e belle, non guarderai certo una vecchia come me”.
“Ma quali ragazze, sono sempre solo come un cane” rispose.
“Non fare il furbetto. La tua camera è sopra la nostra e sento i “rumori” quando sei in compagnia…” si bloccò all’istante abbassando lo sguardo imbarazzatissima e pentita di aver sollevato l’argomento.
Roberto sembrò quasi divertito da questa rivelazione. “Scherzi? Che rumori?” chiese.
Laura si sentì avvampare per la vergogna, ma con Roberto era ormai abituata a parlare senza freni, quindi continuò: “Sento il letto che sbatte ritmicamente contro il muro e dei gridolini di piacere della ragazza di turno. A volte anche qualche urlo più… ma non preoccuparti, non ci disturbi” aggiunse quasi preoccupata di averlo offeso.
Ma lui colse l’occasione per l’ennesima provocazione: “E quando ci senti vorresti essere al posto della fortunata ragazza, vero???”
“Scemo!” riuscì solo ad esclamare Laura. Quello scambio di battute eccessivamente esplicite, aggiunto alle insinuazioni di suo marito Paolo e al fatto di essere completamente nuda sotto l’accappatoio l’avevano turbata al punto che aveva dovuto girarsi verso il bancone della cucina e dare le spalle a Roberto, sia per nascondere il rossore che le aveva improvvisamente colorato le guance sia per trovare un sostegno a cui aggrapparsi in preda a forti brividi di eccitazione che erano partiti dal sesso facendole tremare le gambe.
“Dai, scherzo. Non te la sarai mica presa?” cercò di tranquillizzarla Roberto avvicinandosi da dietro e cingendole i fianchi in un abbraccio impacciato. Quel contatto inaspettato aumentò però l’eccitazione di Laura: con il petto di lui appoggiato alla schiena, le braccia attorno alla vita e le grosse mani allacciate sotto il suo seno non si accorse che l’accappatoio tirato verso il basso aveva quasi scoperto del tutto il generoso seno regalando a Roberto una chiara visione, da sopra la spalla, dei suoi capezzoli turgidi. Quando finalmente lui si staccò, Laura cercò di riprendere un respiro normale e, voltandosi con un sorriso un po’ forzato, fece il possibile per nascondere il turbamento che la stava sconvolgendo.
“Vado a lavorare. Grazie del caffè. Ti faccio sapere quando passo con il pezzo di ricambio.” La salutò lui come se niente fosse successo e, lanciandole un bacio da lontano con la mano, si richiuse la porta alle spalle.
Il tempo per Laura di slacciarsi l’accappatoio, sdraiarsi sul letto e già si stava sfiorando il clitoride con una mano ed i capezzoli con l’altra per raggiungere in brevissimo tempo il primo sconquassante orgasmo di quella strana giornata.
Continuava a ripensare alle parole di Roberto, al contatto con il suo corpo e a come quell’episodio l’aveva scombussolata. Mai prima di allora si era eccitata pensando all’amico. Con lui era sempre stato un gioco di provocazioni senza secondi fini, senza malizia. Ma quel crescendo di stimoli aveva scatenato una tempesta nella sua mente: prima Paolo che la assillava con le sue fantasie, poi il fatto di trovarsi da sola, quasi nuda, con Roberto a parlare di sesso. Ora non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di quell’uomo che la sbatteva sul letto facendola urlare come se fosse una delle sue amiche occasionali.
Il primo orgasmo l’aveva lasciata con una voglia ancora più pressante che la costrinse poco dopo a rituffarsi nuda sul letto a masturbarsi freneticamente, sdraiata sulla pancia, i seni schiacciati contro il materasso e i capezzoli sensibili che strofinavano sulla coperta ruvida, le mani infilate sotto di lei a raggiungere l’apertura umida e gonfia. Dietro le palpebre chiuse aveva impressa chiara la figura di Roberto che la penetrava violentemente da dietro facendo sbattere ritmicamente la testata del letto contro il muro.
Bastarono pochi minuti per raggiungere il culmine del piacere: dall’interno delle cosce dove le mani si erano improvvisamente bloccate immerse negli abbondanti umori, una serie di potenti spasmi si sprigionò, facendole tremare tutto il corpo, dalle gambe lungo la schiena fino alla testa.
Più tardi non aveva potuto resistere a quei pensieri conturbanti che non l’avevano ancora abbandonata dalla mattina e, aiutandosi con il suo fedele vibratore, un regalo azzeccato di Paolo, aveva raggiunto l’ultimo orgasmo della giornata.
“Cosa mi sta succedendo?” Era turbata da quei pensieri. Amava suo marito, ne era certa, così come era certa di non amare Roberto. Razionalmente non provava nemmeno tanta attrazione fisica per l’amico, ma il suo corpo sembrava pensare il contrario.
Quella sera, abbracciata a Paolo, sapendo quanto lo eccitava sentirla parlare di sesso, gli confidò di aver raggiunto il record personale di orgasmi in un giorno.
“Davvero? Mi è già diventato duro solo al pensiero! Raccontami: come è stato?”
“Per i primi due è stato abbastanza semplice e naturale, per il terzo ho faticato un po’ di più e ho usato il vibratore, ma alla fine…”
“Quanto mi ecciti quando mi racconti queste cose” disse Paolo stringendola a sé. “A cosa hai pensato per eccitarti?” le chiese.
“Sicuro che vuoi saperlo?”
“Ovvio”
“Ho immaginato di farlo con un altro uomo, come una delle tue fantasie” spiegò lei, raccontando una mezza verità. In preda ai sensi di colpa non se la sentiva di confidargli che l’altro uomo, al cui pensiero si era masturbata ben tre volte, era il loro amico Roberto. “E c’eri anche tu lì che mi baciavi e mi stringevi mentre l’altro mi prendeva da dietro” aggiunse per compiacere il marito, sapendo bene di interpretare le sue fantasie.
“Cazzo, mi stai facendo morire dalla voglia. Allora potrebbe anche succedere davvero?” cercò di incoraggiarla Paolo.
“Non credo proprio. Un conto è la fantasia, un altro la realtà. Non credo che riuscirei mai a farlo davvero. Quindi non illuderti, continua a sognare!”
Lo fece sdraiare sulla schiena e gli prese in bocca il membro turgido e pulsante. A detta di Paolo era veramente brava con la bocca e a lei piaceva molto farlo godere in questo modo.
“Stasera accontentati di questo, la mia farfallina oggi è già stata troppo stimolata” gli sussurrò con un sorrisetto complice.
Carponi fra le gambe di Paolo, appoggiata sui gomiti e le ginocchia, le mani ad avvolgere l’asta che spariva ritmicamente nella sua bocca, la schiena inarcata e il sedere nudo sollevato in aria, non riuscì a non immaginarsi Roberto inginocchiato dietro di lei che la penetrava in profondità. Non ebbe il coraggio di condividere con il marito questa fantasia, pur sapendo che l’avrebbe immediatamente portato al culmine del piacere. Troppo era il senso di colpa per aver pensato di nuovo a Roberto mentre era in intimità con il marito! Forse proprio per il rimorso, forse solo per fare un regalo a Paolo che provava spesso a chiederglielo, per la prima volta dopo aver accolto i ripetuti fiotti di seme caldo nella bocca, guardandolo intensamente negli occhi ingoiò tutto lo sperma ripulendo con la lingua anche il membro che stava tornando flaccido. Non era stato orribile come si era immaginata; anzi, l’espressione sorpresa e compiaciuta del marito la rese fiera di sé stessa e fu ripagata da un abbraccio avvolgente di Paolo che dopo averla baciata intensamente, stringendola a sé le sussurrò “Ti amo da morire. Sono troppo fortunato!”.
Si sentì amata e innamorata. Ma quella strana giornata le aveva lasciato una sottile inquietudine, un vago senso di insoddisfazione che la accompagnò mentre scivolava nel sonno fra le braccia del suo amore.

Nei due giorni successivi Laura si sforzò di non ripensare agli eventi che l’avevano turbata. Le capitò spesso di impegnarsi per ricacciare indietro l’immagine di Roberto sul letto dietro di lei che involontariamente le si riproponeva nella mente; non riteneva rispettoso nei confronti del marito indugiare su fantasie che coinvolgessero l’amico comune, ma non era semplice toglierselo dalla testa.
Il terzo giorno Roberto si presentò alla porta senza preavviso, ma fortunatamente quella volta Laura era vestita con un abbigliamento comodo da casa: un paio di leggings e una camicetta, forse un po’ troppo trasparente considerato che, come d’abitudine, in casa non indossava il reggiseno.
Alla vista dell’uomo si sentì avvampare, quasi vergognandosi come se lui conoscesse i pensieri che le avevano attraversato la mente in quei giorni. Ma si tranquillizzò quando Roberto, con il solito modo provocatorio, lanciò un fischio di ammirazione e squadrandola come un fotografo davanti ad una modella disse: “Wow, Laura, che bel culo! Quei leggings ti stanno proprio bene”.
Per fortuna era il solito Roberto con le sue battute tanto oscene quanto innocue, quindi il loro gioco di provocazioni poteva continuare: per lui niente era cambiato. Meglio così.
“Che stronzo che sei! Magari fosse così. Non ce l’ho il culo!” si sforzò di ribattere lei.
“Lascia stare che me ne intendo. Non sarà un culo da brasiliana, ma mi ci butterei senza pensarci!”
Ecco, di nuovo. Perché quei commenti a cui era abituata da tempo e che fino ad allora l’avevano lasciata indifferente, ora le provocavano fitte intense al basso ventre? Solitamente avrebbe risposto con una battuta altrettanto provocatoria, ma non riuscì ad emettere suono, la testa era in confusione, la mente annebbiata. Dovette far finta di niente e nascondersi in cucina per riprendere finalmente a respirare.
Roberto nel frattempo si era già spostato in bagno con la borsa degli attrezzi e, canticchiando spensierato, si mise all’opera per riparare il rubinetto difettoso. Gli bastarono pochi minuti per concludere il lavoro poi raggiunse Laura in cucina dove il caffè era già pronto.
“Tutto a posto. Sembra nuovo” la informò soddisfatto.
“Grazie mille. Adesso però dimmi quanto ti devo” lo incalzò lei.
“Pagamento in natura!”
Quante volte l’aveva sentito rispondere con quello scherzo? E perché ora ne era rimasta così sconvolta?
“Stai attento” balbettò incerta cercando di stare allo scherzo “che se prima o poi qualcuno ti prende in parola…”. Quelle parole le erano uscite dalla bocca nonostante la confusione che le riempiva la testa, ma non aveva considerato le implicazioni nascoste in quella risposta.
“E’ quello che mi auguro: che prima o poi una donna bella come te mi risponda: ok”
“E tu cosa faresti se una donna come me ti rispondesse così?”
“Non esiterei un attimo e la spoglierei subito”
Ad ogni scambio di colpi Roberto si avvicinava di un passo a Laura, la quale indietreggiando era ormai a ridosso del bancone della cucina e non poteva allontanarsi.
Il gioco fra di loro era diventato troppo esplicito e Laura era completamente in balia di emozioni che non riusciva a controllare, combattuta fra la ragione che le diceva di fermare quel rischioso duello e il desiderio di abbassare le difese ed abbandonarsi ai pensieri peccaminosi che la torturavano da giorni.
“E cosa faresti se io ti rispondessi così?” Ecco. L’aveva fatto. Aveva superato il limite del gioco innocente.
“Sinceramente? Se tu non fossi sposata con il mio amico ti avrei già strappato quei vestiti di dosso. Sei una donna fantastica, simpatica, ironica, ma soprattutto super sexy”.
Laura si sentiva come una ragazzina: lo sguardo basso, le gote in fiamme, le mani tremanti. Roberto, ormai vicinissimo, aveva capito di essere stato la causa del turbamento e cercando di confortarla le carezzò teneramente una guancia.
Laura, guardandolo intensamente, confessò: “Sai, io amo tantissimo Paolo e con lui sono felice e soddisfatta, da tutti i punti di vista...” precisò con un sorriso imbarazzato. “E’ stato l’unico uomo della mia vita, non ho mai avuto esperienze con nessun altro. Ma da qualche tempo, anche per colpa sua e delle sue fantasie, ho dei pensieri strani che non riesco a togliermi dalla testa…”
“Che tipo di pensieri?” domandò incuriosito.
“Mi vergogno molto a dirlo, ma sono tormentata dalla curiosità di provare come sarebbe…” si bloccò troppo imbarazzata per continuare.
“Non preoccuparti, dimmi pure senza vergogna. Non sono certo nella posizione di giudicarti”
Vedendo che il silenzio di Laura si prolungava senza che lei riuscisse a confidarsi, disse:
“Sei curiosa di provare come sarebbe con un uomo che non sia tuo marito. E’ così?”
Lei annuì timida con la testa bassa.
“E hai pensato che quell’uomo potrei essere io”.
“Non fraintendermi. Non ti ho mai pensato da quel punto di vista e non ti amo, ma sei l’amico con cui ho più confidenza, di cui mi fido e con cui posso scherzare su questi argomenti, quindi penso che sarebbe più semplice che con un estraneo”.
“E cosa vorresti? Cosa ti incuriosisce?”
“Non sono mai stata toccata da nessun uomo oltre a Paolo e non ho mai toccato nessun altro lì” confessò guardando verso la cintura dei pantaloni di Roberto.
Lui passò lentamente le mani sulle braccia di lei, risalendo fino alle spalle, soffermandosi sul collo per poi scendere lungo il busto a sfiorare l’esterno di quei grossi seni coperti solo dal sottile velo di stoffa della camicetta. Il tocco di quelle mani calde scatenò brividi di piacere nel corpo di Laura, i capezzoli turgidi bucavano quasi il tessuto chiaro che li copriva, ma attraverso il quale si intuiva il cerchio scuro che li circondava.
“Le tue tette mi hanno sempre fatto impazzire ed ho sempre sognato di vederle” le confidò Roberto mentre una mano iniziava a slacciare i primi bottoni della camicetta.
Laura, appoggiata al bancone con le mani dietro di lei, la testa leggermente all’indietro e gli occhi chiusi, si stava godendo quelle sensazioni nuove. Era ancora impaurita dalla situazione ed era tentata di fermarlo, ma l’eccitazione stava montando velocemente e la voglia di lasciarsi andare era troppa, quindi lo lasciò continuare. La camicetta in un istante era completamente aperta esponendo completamente i seni abbondanti e sodi: una quarta misura di cui Laura andava estremamente fiera. Le mani di Roberto percorrevano senza tregua tutta la superficie soffermandosi quando passavano sopra i capezzoli duri, stringendoli fra due dita per poi tirarli delicatamente e lasciarli per ripetere il percorso dall’inizio.
Laura si lasciò sfuggire un gemito quando lui, circondando i seni con le mani, prese fra le labbra i capezzoli sensibili e ci giocò torturandoli con la lingua. Era una delle sue zone più erogene, adorava quando Paolo la stimolava con le mani o con la bocca e quel trattamento da parte di Roberto la stava facendo impazzire: sentiva il sesso pulsante completamente bagnato dagli abbondanti umori e stava trattenendo l’impulso di toccarsi per alleviare quell’urgenza. Non fu necessario: come se avesse intuito i suoi pensieri una mano dell’uomo, scivolando lungo la pancia, era scesa ad infilarsi sotto l’elastico dei leggings e cercava di farsi spazio fra le cosce strette.
Roberto cercò di rassicurarla sussurrandole dolcemente all’orecchio: “Mi fermo in qualsiasi momento, basta che tu me lo dica”.
Non servì alcuna risposta: le gambe che si aprivano a lasciare libero accesso alla mano insistente erano un chiaro segnale. Era eccitata come poche volte le era accaduto; faticava a reggersi in piedi ed ansimava pesantemente. Lui la sorreggeva tenendola premuta contro il bancone mentre la mano si insinuava più audace, allargando la fessura con le dita e massaggiandola per tutta la lunghezza. Un dito si infilava all’interno, poi usciva completamente per poi penetrare di nuovo dentro di lei mentre contemporaneamente il palmo della mano stimolava il clitoride con quel movimento lento ma continuo. Roberto aveva dita enormi, un po’ ruvide per il lavoro manuale che svolgeva, ma l’abbondante lubrificazione degli umori vaginali facilitava lo scivolamento alternato dentro e fuori. Laura sentì crescere l’eccitazione a tal punto che non riuscì più a trattenere i gemiti che risuonavano al ritmo della mano che la stava masturbando. L’orgasmo esplose travolgente nel momento in cui un secondo dito si aggiunse dentro di lei allargando ulteriormente l‘apertura. La mano di lui si bloccò assaporando con le dita le pulsazioni delle calde pareti che le avvolgevano, mentre Laura, sopraffatta dal piacere intenso, si sorreggeva con le braccia intorno al collo dell’amico e la testa appoggiata sulla sua spalla.
Restarono così a lungo, finché gli spasmi dell’orgasmo si placarono e lei fu in grado di risollevarsi e riprendere a respirare regolarmente.
“Lo sapevo che eri una donna sensuale e ne ho avuto la prova” le disse Roberto staccandosi da lei ammirandola compiaciuto.
“E’ stato molto intenso” lo ringraziò lei parlando ancora con affanno cercando di ricomporsi, ma prima che si riprendesse del tutto, Roberto le sfilò la camicetta ancora sbottonata lasciandola a petto nudo per poter ammirare ancora quel magnifico seno e i capezzoli ancora turgidi.
“Questi è meglio levarli” le suggerì lui indicando i leggings che evidenziavano una larga macchia umida all’interno delle cosce e, piegatosi sulle gambe, trascinò delicatamente verso il basso l’elastico dei pantaloni, sfilandoli dai piedi e gettandoli lontano.
Laura era ancora troppo confusa per poter reagire, ma stranamente non era a disagio in piedi davanti ad un uomo che non era suo marito indossando solo le mutandine talmente inzuppate dei suoi fluidi da essere quasi trasparenti.
Era lusingata dagli sguardi lussuriosi di Roberto che la squadrava con desiderio percorrendole tutto il corpo e soffermandosi più a lungo ad osservare la piccola striscia di peli chiari che risaltava sotto il tessuto e si fermava dove iniziava il solco fra le labbra ancora gonfie.
Stava provando a respingere il senso di colpa che la attanagliava per aver tradito Paolo, ma ormai era andata troppo oltre, aveva goduto per il tocco di un altro uomo e non voleva perdere l’occasione di provare la sensazione di essere lei a toccare lui.
Roberto non la stava forzando a fare qualcosa contro la sua volontà, anzi sembrava che fosse in attesa di un suo cenno per capire fino a dove lei volesse spingersi. Prendendogli una mano lo trascinò in camera da letto camminando sensualmente davanti a lui e regalandogli lo spettacolo impagabile del suo culo contornato solo dalla sottile stoffa delle mutandine che si infilavano nel solco fra i glutei sodi.
La camera era illuminata solo dalla tenue luce che filtrava dalle tende. Si sedette sul bordo del letto trovandosi con la faccia davanti alla cintura di Roberto, in piedi davanti a lei. Si fece coraggio e sbottonò lentamente i pantaloni, abbassò la zip e li fece scivolare in basso in modo che lui se li sfilasse dai piedi. Nel frattempo si era tolto anche la maglietta restando quindi solo con i boxer. Laura non riusciva a distogliere le sguardo dal rigonfiamento che aveva davanti: si fece coraggio e abbassò i boxer liberando il membro eretto che puntava verso di lei. Si regalò un attimo per ammirarlo e confrontarlo mentalmente con quello che conosceva bene: fu un po’ sorpresa di vedere che non era depilato, mentre Paolo lo teneva rasato, ma per fortuna era coperto solo una peluria corta e non indecente. Era un bel pene, lungo quasi come quello di suo marito, forse un po’ più largo di diametro con grosse vene in rilievo, ma fu colpita dalla dimensione del glande, molto più largo e grosso. Allungò le braccia avvolgendo completamente l’asta con entrambe le mani e tenendola stretta: era veramente duro a conferma dell’eccitazione che gli stava provocando. Le piaceva il contrasto fra la forza del pene rigido e la consistenza vellutata della pelle che lo ricopriva, fra la potenza che trasmetteva il contatto con quelle vene gonfie e la consistenza più soffice del glande. Iniziò un lento movimento su e giù per tutta la lunghezza dell’asta assaporando la sensazione di potere che una donna prova quando provoca piacere ad un uomo. Con una mano continuò quel movimento mentre con l’altra scese ad avvolgere i grossi testicoli, sempre attenta a cogliere le reazioni di Roberto temendo di sbagliare qualcosa. Con suo marito era abituata e sapeva cosa gli piaceva, ma era lo stesso per tutti gli uomini? E se non fosse stata capace? Ma l’espressione estasiata di quell’uomo il respiro affannoso e il suo sguardo fisso sulle sue tette che accompagnavano i movimenti delle braccia le confermarono che il trattamento era efficace. Laura si stava eccitando di nuovo: sentiva i capezzoli indurirsi e tendersi, la vagina percorsa da scosse elettriche che si irradiavano in tutto il corpo e sentiva di nuovo il bisogno di alleviare quell’urgenza che cercò di lenire stringendo al massimo le cosce.
Voleva provare di più: era una cosa molto intima, ma voleva assaporare il gusto di quel cazzo, voleva capire se fosse buono come quello di Paolo. Lentamente avvicinò le labbra alla punta provando a percepire prima il profumo. Assicuratasi di non sentire odori sgradevoli appoggiò le labbra sul glande che al contatto con la sua bocca sembrò aumentare ancora di dimensione. Mentre le mani continuavano la stimolazione si decise ad infilarlo più in profondità all’interno della bocca avvolgendolo e stimolandolo anche con la lingua, applicando le tecniche imparate in tutti quegli anni di esperienza con suo marito. Roberto ansimava sempre più forte a ritmo con la testa e le mani di Laura che aumentava progressivamente il ritmo. Quel primo pompino ad un altro uomo la stava portando al culmine dell’eccitazione, al punto che le risultava quasi doloroso sopportare quel tormento fra le cosce strette: non ce la faceva più, non poteva resistere! Doveva averlo a tutti i costi dentro di sé, anche se avrebbe significato tradire definitivamente il suo amato Paolo.
Allungò la mano per aprire il cassetto del comodino dove tenevano i preservativi e ne estrasse uno porgendolo a Roberto. Quasi sperava che lui si rifiutasse impedendole di compiere quell’atto fedifrago che era sicura l’avrebbe tormentata da quel giorno in avanti, ma sapeva che troppo era il desiderio accumulato dall’amico che avrebbe fatto di tutto per poter trovarsi in quella situazione.
Mentre lui si infilava rapidamente il profilattico, Laura si posizionò carponi sul materasso rivolgendo il culo verso l’amico: lo voleva nella posizione che aveva tormentato i suoi pensieri nei giorni passati.
In ginocchio dietro di lei, Roberto le abbassò le mutandine e avvicinò la bocca al sesso grondante di lei passando ripetutamente la lingua fra le labbra e raccogliendo i succhi che colavano copiosi a lubrificare l’apertura. Laura credeva di svenire tanta era l’eccitazione che questa nuova esperienza le stava procurando; avrebbe voluto gridargli di muoversi e decidersi a sfondarla, ma attese trepidante il momento tanto temuto e tanto sognato. E il momento arrivò: Roberto, raddrizzata la schiena, con due dita di una mano allargò la fessura e con l’altra mano accompagnò il suo grosso cazzo, appoggiando la cappella gonfia all’apertura e muovendola su e giù ripetutamente fra le labbra umide, torturando Laura ancora di più.
“Ti prego, non ce la faccio più” si lamentò lei straziata da quel supplizio.
Roberto temporeggiò ancora un po’, poi, senza preavviso, affondò la grossa asta dentro di lei per tutta la lunghezza restando fermo completamente avvolto dentro quella vagina accogliente.
Quell’affondo improvviso le aveva fatto espellere tutta l’aria dai polmoni: era stato quasi doloroso. Aveva come la sensazione di aver perso la verginità per la seconda volta.
Intanto Roberto aveva cominciato un movimento ritmico dentro e fuori, colpi forti, rapidi, con una frequenza elevata: TUM, TUM, TUM, TUM… Gli stessi colpi che sentiva dalla camera quando lui era di sopra con la ragazza di turno. TUM, TUM, TUM, TUM… Continuava incessante con il suo ritmo frenetico: sfilava completamente la lunga verga e riaffondava violentemente fino a sbattere i testicoli contro il clitoride.
Era completamente nuovo per Laura. Completamente diverso dai suoi rapporti con Paolo.
Con suo marito era tutto più dolce, più intimo, più lento, più sussurrato.
Con quest’uomo era più animale, selvaggio, istintivo, quasi violento.
Con Paolo faceva l’amore.
Con Roberto stava facendo sesso. Quello che stavano facendo era semplicemente scopare!
Si sentiva usata da quell’uomo, come se fosse una puttana, ma questo non le dispiaceva, anzi!
Anche se il cazzo dei due uomini era molto simile nelle dimensioni, a causa dell’irruenza con cui Roberto la stava penetrando, a lei sembrare di essere sfondata da un palo enorme. Il piacere aumentava ad ogni colpo e arrivò quasi all’orgasmo quando lui, inumiditosi il pollice della mano, glielo appoggiò sull’ano massaggiandolo con movimenti circolari prima di infilarlo completamente in quel buchino inviolato. Scosse di piacere le partirono da quel centro nevralgico e le attraversarono tutto il corpo procurandole piccoli ripetuti orgasmi, meno intensi di quelli che provava normalmente, ma molto più prolungati.
TUM, TUM, TUM, TUM… continuava incessante il ritmo. Era veramente instancabile e durava parecchio. Laura non aveva mai provato un trattamento così. Paolo era molto attento al piacere della moglie e faceva di tutto per fare in modo che lei raggiungesse l’orgasmo: con le dita, con la lingua, facendo l’amore: si capiva che il suo obiettivo principale era far godere Laura.
Con Roberto l’obiettivo non era solo quello di raggiungere l’orgasmo. Quella scopata interminabile era un’altalena di emozioni: tanti piccoli orgasmi intervallati da momenti meno intensi, poi picchi di piacere alternati a lievi sensazioni di dolore. Durante questo tempo infinito Laura si ritrovò a pensare come sarebbe stato bello condividere questa esperienza con il suo Paolo, baciarsi e stringersi mentre l’altro dietro la scopava; prendergli in bocca l’uccello e raccogliere il suo seme in bocca ingoiandolo mentre lei godeva riempita da quell’altro. E proprio mentre si immaginava Paolo davanti a lei che le inondava la bocca raggiunse finalmente l’orgasmo più devastante che avesse mai provato: lanciando un urlo animalesco si irrigidì stringendo forte le cosce attraversate da tremiti incontrollabili che la scuotevano da capo a piedi. Il suo corpo si contorceva e si agitava contro la sua volontà, come in preda ad una crisi epilettica.
Nel momento in cui aveva stretto le cosce avvolgendo più saldamente il cazzo di Roberto con le pareti pulsanti della sua vagina aveva portato anche lui al culmine: con un verso strozzato aveva riempito il preservativo con caldi e prolungati getti di sperma, accasciandosi, sudato e senza forze, addosso a lei distesa sotto.
Restarono immobili, le menti annebbiate, godendosi la sensazione del membro che tornava flaccido ancora dentro di lei, respirando l’odore di sesso che riempiva la stanza. Si stavano preoccupando entrambi di aver commesso un errore abbandonandosi alla lussuria all’insaputa di Paolo. Ma ormai era successo ed era stato bellissimo. Dopo essere stato in bagno a ricomporsi Roberto si affacciò alla stanza dove Laura era ancora distesa nuda sul letto a pancia in giù.
”Meglio che me ne vada altrimenti non resisto e ti salto addosso di nuovo!” la salutò allegro.
Laura non si girò nemmeno a guardarlo, ma alzò semplicemente una mano mostrandogli il dito medio.
Lo sentì allontanarsi ridendo. Fu confortata dal fatto che probabilmente potevano tornare ad essere quelli di prima, a scherzare e prendersi in giro come se niente fosse. Entrambi sapevano che quello che avevano fatto quel giorno non sarebbe più successo fra di loro.
Laura si regalò un lungo momento per riprendersi e ripercorrere gli eventi e le emozioni di quella mattina. Si sentiva molto in colpa per aver tradito suo marito. Ma contrariamente a quello che pensava, quella esperienza non aveva diminuito il suo amore per lui, anzi, si era sorpresa a pensare a lui mentre scopava e quel pensiero l’aveva portata all’orgasmo. Come sarebbe stato bello condividere con il suo Paolo le sensazioni che aveva provato! Non sapeva se prima o poi avrebbe avuto il coraggio di raccontargli di quella mattina, troppa era la paura di perderlo. Aveva fatto una cazzata e lo aveva tradito, ma ora che era riuscita a superare la paura e l’insicurezza di trovarsi in intimità con un altro uomo, forse avrebbe potuto prendere in considerazione l’idea di sorprenderlo assecondando alcune delle sue fantasie erotiche.
Non vedeva l’ora che arrivasse quella sera per fare dolcemente l’amore con suo marito, ne aveva già una voglia matta, e pregustava l’effetto che avrebbe avuto su di lui quando, lei sopra di lui, abbracciati stretti, con le bocche che si sfioravano, il suo membro duro dentro di lei che si muoveva lentamente, guardandolo negli occhi gli avrebbe chiesto: “Dimmi un po’: quella tua fantasia di noi due con un altro uomo… quando pensi che potremmo provare?”. Era certa che esattamente in quel momento sarebbe esploso in un orgasmo terrificante!
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