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Prime Esperienze

Il servizio fotografico


di verpad
15.02.2019    |    38.950    |    48 9.9
"Fu così che, dopo la capitolazione di Anna e dopo lunghe ricerche per trovare uno studio fotografico che lo convincesse, Pietro prese contatto con un..."
“Va bene, se organizzi tutto tu, sono disposta a farti questo regalo”.
Era iniziato tutto da questa risposta di Anna all’ennesimo tentativo di Pietro di convincerla a farsi fare un servizio fotografico. Era da tempo che Pietro sognava di vedere sua moglie in posa davanti ad una macchina fotografica professionale. Certo, si scattavano spesso fotografie con lo smartphone quando uscivano insieme, a volte scatti anche un po’ audaci, provocanti. In casa capitava che Pietro le facesse qualche foto in intimo, o addirittura nuda, ma questo gioco eccitante durava poco perché non resistevano a lungo prima di buttarsi sul letto a fare l’amore. Succedeva anche che Anna, a casa da sola, mandasse qualche selfie erotico via Whatsapp al marito mentre era al lavoro sapendo così di torturarlo. A Pietro non bastavano mai le foto che riceveva e ogni volta insisteva con Anna per avere immagini sempre più spinte; naturalmente Anna, che si eccitava molto scattando ed inviando selfie al marito, accontentava spesso le insistenti richieste con immagini veramente erotiche del seno scoperto, di parti intime ben curate e depilate, o di lei mentre si toccava. A Pietro diventava estremamente duro quando pensava a sua moglie che godeva nel fare queste fotografie per lui. Lo faceva impazzire immaginarsi sua moglie che si masturbava e, quando tornava a casa la sera, pretendeva che lei gli raccontasse nei particolari come aveva goduto, a cosa aveva pensato… Si, perché niente eccitava Pietro più che vedere sua moglie godere! A letto non era un toro che scopava per ore, ma gli piaceva far raggiungere l’orgasmo a Anna con la lingua o con le mani; ed era effettivamente bravo in quello. Ma il suo sogno più grande era vedere la moglie godere con un altro uomo; si immaginava di baciarla mentre l’altro uomo la massaggiava ovunque o di venirle in bocca mentre l’altro la scopava a pecorina. Ma era rassegnato sapendo che queste sarebbero rimaste solamente fantasie. Raccontava spesso a Anna queste sue voglie e lei regolarmente chiudeva con “Ma tu sei tutto scemo!”. D’altronde si erano conosciuti molto giovani ed erano insieme da sempre; non avevano mai avuto esperienze con altri partner e di conseguenza non era semplice immaginare di trovarsi in intimità con degli estranei. Si erano anche registrati come coppia su un sito di scambisti per provare ad approcciare quel mondo che li incuriosiva, ma che li spaventava un po’: scambiavano messaggi con altre coppie, leggevano sul forum le esperienze di altri, amavano leggere i racconti erotici pubblicati, ma non avevano mai avuto il coraggio di incontrare qualcuno.
Pietro desiderava veramente che Anna fosse un po’ più esibizionista, che si sentisse bella e sensuale, mentre lei era convinta di non essere per niente attraente. Forse un servizio fotografico realizzato da un professionista, oltre ad accontentare lui e le sue voglie, avrebbe contribuito a regalare a Anna un po’ di autostima e di sicurezza. Fu così che, dopo la capitolazione di Anna e dopo lunghe ricerche per trovare uno studio fotografico che lo convincesse, Pietro prese contatto con un fotografo che frequentava quello stesso sito internet e sembrava una persona seria e affidabile. Perché comunque Pietro voleva un book fotografico con un’impronta un po’ trasgressiva e non tutti i fotografi erano in grado di capirlo. Doveva essere un servizio tipo boudoir, in lingerie sensuale e in pose accattivanti, magari con scatti di nudo, sempre che sua moglie si lasciasse convincere ad arrivare fino a quel punto. Anna sarebbe stata la modella ideale: appena passati i quarant’anni, statura media, occhi verdi, capelli ricci e biondi, non troppo magra ma con le curve giuste e soprattutto con un seno spettacolare, una quarta misura che Pietro non si sarebbe mai stancato di ammirare e baciare.
Quando arrivarono davanti allo studio fotografico Pietro percepiva la tensione che attanagliava sua moglie e temeva un ripensamento dell’ultimo minuto. Anna aveva accettato a condizione che fosse sempre presente anche lui e non l’avesse lasciata da sola, ma se ora non se la fosse sentita di entrare? Davanti al portone la trascinò a sé, la strinse forte e la baciò per tranquillizzarla e farle sentire la sua vicinanza. “Ti amo” le disse e lei, nonostante l’agitazione, gli sorrise dicendo: “Andiamo. Spero di riuscirci”.
Furono accolti da Carlo, un bell’uomo che riuscì subito a farli sentire a proprio agio offrendo loro da bere e presentando la sua attività di cui andava molto fiero. Effettivamente lo studio era ricavato in un ambiente molto accogliente, un open space con soffitto molto alto e grandi vetrate oscurate da eleganti tende; sui muri prevalevano i colori neutri sui toni del grigio che si integravano benissimo con un bellissimo pavimento scuro. Alle pareti erano appesi diversi specchi che davano profondità all’ambiente mentre nel lato più lontano dall’ingresso era ricavato il set fotografico: un ampio telo bianco scendeva dalla parete e continuava sul pavimento infilandosi sotto un raffinato divano tipo Chaise Longue in velluto bordeaux appositamente posizionato per l’occasione. Grossi riflettori illuminavano quell’angolo facendolo emergere dalla penombra diffusa nel resto dell’ambiente.
Si capiva che Carlo era molto appassionato al suo lavoro da come cercava di spiegare con grande foga alcuni aspetti tecnici che a Pietro e Anna interessavano relativamente, ma comunque li confortava il fatto che quell’uomo fosse veramente competente. Chiacchierarono a lungo per conoscersi meglio ed entrare in confidenza: a Carlo serviva capire bene il carattere, le motivazioni e le aspettative dei due nuovi clienti prima di iniziare il lavoro. Il fotografo fu positivamente colpito dalla timidezza di Anna che contrastava con la sua bellezza e con le sue forme provocanti e comprese subito con piacere che Pietro, oltre a godere nell’esibire la moglie, voleva questo servizio soprattutto per aiutare Anna ad aumentare la propria autostima ed a prendere coscienza della propria sensualità. Carlo era intrigato da questa sfida e non vedeva l’ora di iniziare il lavoro: se Anna fosse riuscita a fidarsi di lui ed a lasciarsi guidare ne sarebbe uscito qualcosa di veramente interessante.
“Ok. Per iniziare vorrei qualche scatto così come sei in modo da verificare le luci e gli effetti. Sei pronta?” si rivolse a Anna con un sorriso caldo e tranquillizzante e, prendendola per mano, la accompagnò verso il set. Lei era tremante, non sapeva cosa aspettarsi da questa esperienza, ma Carlo le ispirava fiducia e con la sua voce profonda riusciva anche a calmarla un po’. Era un bell’uomo, fra i quaranta e i cinquanta, capelli brizzolati e una barba curata, alto come Pietro e con un fisico asciutto. Le piaceva anche come la maglietta nera attillata, che indossava su un paio di jeans, evidenziasse un corpo allenato, ma non troppo muscoloso. Si lasciò accompagnare verso quell’angolo mentre suo marito che li seguiva si posizionò su una sedia addossata ad una parete in penombra; rimase un po’ frastornata quando, entrata nel fascio della luce abbagliante dei riflettori, tutto il resto della stanza sparì dal suo campo visivo: le sembrava di galleggiare nel vuoto su una nuvola di luce avvolta dal buio più assoluto. Si preoccupò per un attimo di non riuscire più a vedere Pietro, ma si tranquillizzò subito sapendo che non si sarebbe mosso per niente al mondo dal suo posto in prima fila dietro quelle lampade accecanti. Carlo la fece sedere sul divanetto, girata leggermente di tre quarti con le gambe incrociate e le mani appoggiate sul ginocchio. “È bellissima” pensò Pietro guardandola: si era truccata pochissimo, il leggero rossetto incorniciava le labbra carnose tirate in un sorrisetto imbarazzato. Indossava una camicetta bianca sotto la quale traspariva il reggiseno di pizzo nero e una gonna a tubino nera lunga fino al ginocchio e un paio di scarpe nere con un po’ di tacco; purtroppo non amava i tacchi troppo alti, non si sentiva adatta per indossarli.
Clic... Clic… clic… lo scatto della macchina fotografica risuonava nell’ambiente silenzioso.
“Alza un po’ il mento” Clic... clic… clic… “Perfetto”
“Girati verso di me” Clic... clic… clic… “Bravissima”
Carlo si era lanciato nel suo creativo lavoro scattando fotografie a raffica, impartendo delicati ordini a Anna su come posizionarsi, controllando il display della macchina dopo alcuni scatti.
Anna sembrava rilassata, quasi divertita dal suo ruolo di modella, ed eseguiva gli ordini alla lettera cercando di accontentare il fotografo.
“Bene” disse Carlo “la luce mi piace e tu sei bellissima”
“Grazie” rispose lei arrossendo e cercando con lo sguardo il marito che però le era invisibile all’ombra di quei riflettori.
“Che ne dici sbottonarti leggermente la camicetta? Te la senti?”
Lo chiese con una tale gentilezza che Anna non se lo fece ripetere e aprì due bottoni della camicia: adesso spuntava il reggiseno nero che comprimeva il bellissimo seno evidenziando un décolleté fantastico.
Clic... clic… clic… “Bellissima”
“Incrocia le mani sotto il seno” Clic... clic… clic… “Ottimo”
“Appoggiati allo schienale e metti le mani dietro la testa” Clic... clic… clic…
“Adesso piegati un po’ su un lato…no, non così, abbassa il braccio sinistro…no, aspetta” e avvicinandosi al divanetto posando le mani sui fianchi di Anna la aiutò a mettersi in posa. Lei rimase un po’ scossa da questo contatto, ma capì che era più semplice così piuttosto che cercare di spiegare a parole.
Clic... clic… clic… “Sei fantastica” Ad ogni serie di scatti seguiva un complimento rivolto alla modella e lei sembrava apprezzare: non c’era niente di volgare nei modi di Carlo e sembrava che stessero giocando amichevolmente. Questo rasserenò Anna al punto che non ebbe problemi a togliersi la camicetta e restare in reggiseno. Si stava divertendo e sembrava quasi essersi dimenticata che suo marito era lì da qualche parte e assisteva allo spettacolo.
Carlo continuava a scattare senza perdersi alcuna espressione, alcun movimento di Anna; anche mentre si muoveva per cambiare posa lui scattava cercando di cogliere immagini più naturali, meno impostate. Era affascinato da quella donna, dalla sua semplicità, quasi ingenua, ma allo stesso tempo così erotica. Ammirava quei seni pieni e sodi coperti dal pizzo nero, si perdeva in quel solco che scendeva e si perdeva nel reggiseno.
Clic…clic…clic… “Magnifica così!” Fotografò un’infinità di pose: seduta, in piedi, stesa sul divano… Spesso si avvicinava per sistemare qualche dettaglio e nell’occasione era costretto a prenderle una mano, a spostare una ciocca di capelli, a spostare una spallina del reggiseno facendola distrattamente scendere lungo la spalla. Ma a lei non dava fastidio, si stava veramente godendo quel gioco.
“Madonna mia!” scappò a lui quando Anna si posizionò in piedi dietro lo schienale del divano e si sporse in avanti appoggiando le mani sulla seduta, e il seno, attratto dalla forza di gravità, quasi traboccò dalla stoffa e lasciò intravedere il capezzolo che usciva dal reggiseno. Per fortuna fu pronto a scattare e ottenne quella che, secondo lui, fino ad allora era la fotografia più erotica.
“Wow, sembri una modella professionista!”
“Si certo, mi prendi in giro… chissà quante ne hai fotografate, io ti sembrerò un elefante in confronto alla loro grazia. Non so neanche muovermi”
“Fidati, me ne intendo, sei una bomba e sei molto naturale. Ora che hai preso coraggio e ti stai divertendo riesci a toglierti anche la gonna?”
Anna cercò con lo sguardo suo marito sperando di trovare conforto. Sapeva che Pietro avrebbe voluto che continuasse e forse anche lei voleva proseguire, ma aveva comunque bisogno di avere l’appoggio di suo marito. Pietro, che la conosceva bene, emerse dall’ombra avvicinandosi al set ed entrando nel cono di luce dei riflettori: “Va tutto bene amore. Sei fantastica e mi sto godendo lo spettacolo. Se te la senti vai avanti” e lanciandole un bacio sparì di nuovo nell’oscurità.
Anna con gli occhi bassi e l’imbarazzo evidente dal colore delle guance abbassò la zip e lentamente fece scendere la gonna fino alle caviglie liberando un culo spettacolare incorniciato dal quel perizoma di pizzo nero che si infilava nel solco fra i glutei.
Carlo non si era perso una mossa di quello spogliarello così erotico proprio perché così innocente e per niente volgare: continuava a scattare fotografie a raffica cercando di cogliere anche quello sguardo timido che rendeva tutto ancora più eccitante. Ci volle poco a Anna per abituarsi anche a quella ulteriore nudità perché Carlo era bravissimo a farla concentrare sull’effetto che voleva ottenere e a farle dimenticare di essere così esposta e vulnerabile. Fra un’infinità di pose era riuscito a rubare anche qualche dettaglio un po’ più intimo quando ad esempio in ginocchio sul divano con le gambe leggermente divaricate, appoggiata con le braccia allo schienale, gli dava le spalle sporgendo un po’ in fuori il sedere e il tessuto del perizoma non copriva del tutto il suo sesso e le labbra della vagina si intravedevano ai lati della mutandina. Ancora più eccitante fu quando lei, sempre in ginocchio sul divano, si piegò in avanti appoggiando la testa alla seduta con il sedere sollevato in una posa provocante: girandole intorno con la macchina fotografica in mano non gli fu possibile evitare un primo piano a quelle natiche esposte con il filo della mutandina che si infilava in mezzo alle labbra lasciando ben poco all’immaginazione. Forse Anna, immersa nel ruolo di modella e continuamente incoraggiata dai complimenti espliciti di Carlo, non si rendeva nemmeno conto di esporre così la propria intimità e proprio per questo le foto riuscivano più naturali e senza la malizia impostata di certe modelle, ma non per questo meno erotiche.
Ormai Anna si era lanciata e si stava divertendo a posare per Carlo sotto gli occhi di Pietro: si sentiva bella, ammirata, desiderata e questo la incoraggiava ad essere più audace. Si lasciò guidare senza reagire quando il fotografo si avvicinò cingendola in vita e facendola sedere sullo schienale del divanetto con i piedi appoggiati alla seduta, soffermandosi un po’ troppo a lungo con le mani all’interno delle cosce quando le divaricò leggermente le gambe esponendo la mutandina; poi da dietro le sganciò il reggiseno che lei trattenne con le mani sui seni per non lasciarlo cadere. “Ferma così! Sei perfetta, sembri una dea” continuando a scattare fotografie da ogni angolazione. Ogni tanto si avvicinava per sistemare una ciocca di biondi riccioli che le ricadeva sul volto e ogni volta la mano si soffermava sulle guance per una tenera carezza che lei sembrava apprezzare. Guardandola negli occhi sperando di convincerla a lasciarlo fare, prese fra le dita il reggiseno ormai sostenuto solo dalle mani di lei tirandolo dolcemente per toglierlo. Anna lo trattenne per un attimo prima di rassegnarsi a lasciarlo cadere, ma tenne le braccia conserte e le mani ben posizionate a coprire più superficie possibile di quei magnifici seni. Quello sguardo intimorito su quel corpo quasi nudo stava facendo perdere il controllo a Carlo che nulla poteva per evitare l’erezione che prepotente spingeva all’interno dei jeans stretti. Era costretto a concentrarsi e continuare a scattare fotografie cercando di ricacciare indietro quei pensieri che lo turbavano immaginandosi di perdersi nel corpo di quella donna stupenda che, timida e imbarazzata, era lì esposta al suo sguardo e alla macchina fotografica.
Pietro non riusciva a credere ai propri occhi: sua moglie era riuscita a lasciarsi andare fino al punto di restare con le sole mutandine davanti ad un estraneo che per di più, con la scusa di predisporre le pose, non si preoccupava di evitare occasionali contatti con il corpo nudo di lei. Era eccitatissimo, il membro eretto costretto nei pantaloni era quasi doloroso. Lo eccitava che un estraneo potesse godere di quella vista che fino ad oggi era stata riservata solo a lui. Sperava quasi che Carlo avesse il coraggio di osare qualcosa di più per vedere la reazione di Anna, la quale sembrava sì intimorita e imbarazzata, ma era sicuro che fosse anche eccitata dalla situazione. La conosceva troppo bene: era sempre trattenuta e troppo razionale, troppo controllata, convinta che certi comportamenti fossero sbagliati, ma in fondo sapeva che era una donna molto calda, che si eccitava facilmente con il pensiero e a cui piaceva godere; se solo fosse riuscita ad abbandonarsi ai propri istinti senza pensare troppo, si sarebbe trasformata nella donna più sensuale che avesse mai conosciuto.
“Possiamo fermarci un attimo? Così mi rinfresco un pochino e magari mi cambio?” chiese timidamente Anna che aveva evidentemente bisogno di recuperare un po’ di lucidità. Era spaventata dal fatto di essersi eccitata trovandosi quasi nuda di fronte ad un estraneo! Non si aspettava di reagire in quel modo!
“Ma certo. Fai con calma” rispose gentilmente Carlo che non vedeva l’ora di ammirarla in una nuova lingerie.
Quindi Carlo si avvicinò a Pietro offrendogli qualcosa da bere: “Tutto bene? Ti stai divertendo?”
“Benissimo. Non speravo di meglio. Mia moglie è veramente fantastica e sono contento perché mi sembra che si stia anche divertendo. E tu sei bravissimo a metterla a proprio agio. Grazie”
“Figurati, mi sto divertendo anche io e Anna mi piace veramente. So che anche tu lo vorresti quindi se sei d’accordo vorrei provare ad andare un po’ oltre e vedere fino a dove è disposta a spingersi; mi piacerebbe scattare qualche foto più trasgressiva, con più nudo esplicito, con qualche posa più…hard. Ma solo se capisco che lei ci sta!”
“Non chiedo di meglio” reagì subito Pietro “È il mio sogno vederla più disinibita e sicura di sé. Fai quello che vuoi, ma sempre rispettando la sua volontà”.
In quel momento rientrò Anna e i due uomini rimasero incantati ammirando quella sfilata lungo il percorso dal bagno verso di loro: adesso era a piedi nudi e indossava un babydoll rosso in seta, lungo fino a metà coscia, sotto il quale traspariva un perizoma dello stesso colore. Dalla scollatura di quella veste restava scoperta buona parte della curva dei seni che, nonostante non fossero sostenuti da alcun reggiseno, restavano belli pieni e si muovevano appena seguendo l’incedere della donna. Dal pizzo che orlava il babydoll sembrava intravedersi la macchia scura dei capezzoli: Pietro l’aveva già vista in quella veste, le aveva regalato lui quel coordinato, ma vederla passare ora, sotto quei riflettori e davanti ad un uomo che conoscevano da poco… sembrava veramente un’altra donna! E che donna! Aveva uno sguardo diverso dal solito, più lussurioso; si avvicinò al marito, gli gettò le braccia attorno al collo e lo baciò appassionata. Pietro, il quale aveva già problemi a nascondere la violenta erezione, ricambiò il bacio e la tenne stretta a sé per un lungo momento che servì ai due innamorati per assicurarsi che tutto fosse a posto e che entrambi si stessero godendo quell’esperienza.
“Ti amo” sussurrò Anna “non so cosa mi stia succedendo, ma sono super eccitata!”
“Lo so, lo vedo e questo mi fa eccitare ancora di più! Non vedo l’ora di vederti posare nuovamente. Pensa poi quando a casa ci divertiremo a scorrere le fotografie insieme” e con una affettuosa manata sulla natica soda la invitò a proseguire verso il set dove Carlo stava controllando l’attrezzatura.
L’imbarazzo non l’aveva abbandonata del tutto, ma ora era anche intrigata dal ruolo di modella per un giorno ed era curiosa di vedere il risultato una volta terminato; se il risultato finale fosse stato proporzionale all’effetto che stava facendo su quei due uomini nella stanza non poteva certo essere male. Si era infatti resa conto della difficoltà di Carlo a nascondere l’erezione e questo l’aveva lusingata oltre che averle aumentato l’eccitazione.
“Allora, vado bene vestita così?” chiese timidamente a Carlo, il quale, non trattenendo un sorriso per l’affascinante innocenza di Anna, rispose: “Non vorrei sbagliarmi, ma credo che saresti perfetta con qualsiasi cosa addosso, o meglio ancora con niente addosso…”
“Ti piacerebbe vero? Tanto so che lo dici solo per non offendermi! Chissà quante donne stupende hai fotografato qui dentro. Comunque grazie, mi ha fatto piacere sentirmelo dire” e, abbassando lo sguardo per nascondere il viso che avvampava per l’imbarazzo, si diresse verso il divanetto per riprendere la sessione interrotta.
“OK, potresti sederti con la schiena appoggiata al bracciolo e stendendo le gambe sul divano”
Clic, clic.
“Così, perfetto, ora guarda distrattamente verso di me”
Clic, clic.
“Bene, piega un po’ la gamba sinistra…no, più giù…Aspetta” si avvicinò e. infilandole la mano sotto il ginocchio, posizionò la gamba e riprese a scattare. Erano sempre più frequenti i contatti fra i due con la scusa di semplificare i comandi, ma ad Anna non dispiaceva il tocco delicato di Carlo anche se spesso insisteva chiaramente troppo a lungo nel contatto con la sua pelle. Più di una volta, cercando di sistemarle il babydoll per lo scatto seguente, la mano di Carlo aveva sfiorato i suoi capezzoli sensibili, o i glutei o l’interno coscia provocandole brividi lungo tutto il corpo. Più il servizio andava avanti, più Anna sentiva crescere l’eccitazione: forse il fatto di essere al centro dell’attenzione sotto i riflettori come una diva, forse la consapevolezza di provocare una tremenda erezione a suo marito che assisteva lì vicino o forse essere cosciente che Carlo la desiderasse, sia per i continui complimenti espliciti, sia per i contatti rubati fra le mani di lui ed il corpo di lei, ma soprattutto per l’evidente rigonfiamento che insisteva sul davanti dei jeans, ma lei si rendeva conto che il suo corpo stava reagendo contro la sua volontà. Le girava quasi la testa ad ogni contatto con le mani calde del fotografo, il suo sesso era ormai un lago di umori e le procurava scariche di desiderio che faticava a tenere a freno. Avrebbe voluto correre da Pietro, tirargli fuori il membro che sicuramente era di marmo e cavalcarlo fino all’orgasmo; ma doveva resistere e cercare di dissimulare quei pensieri.
Anche ai due uomini era evidente lo stato di agitazione di Anna e percepivano il suo sforzo nel mantenersi calma, ma il suo respiro affannoso non lasciava dubbi sulla sua eccitazione.
“Anna, se te la senti vorrei provare qualcosa di più…diciamo erotico?” provò a proporre Carlo approfittando della situazione. “Ad esempio: potresti abbassarti le mutandine fino alle caviglie? Tanto stai tranquilla che il babydoll ti copre tutto”
Anna, quando aveva accettato la proposta di Pietro, era cosciente che non sarebbe stato un servizio fotografico standard, ma che avrebbe dovuto concedere qualche ripresa più “esplicita”, ma fra il dire e il fare… lei non si era mai spogliata davanti a nessuno che non fosse suo marito e ora un estraneo le stava chiedendo di togliersi le mutandine! Ma non poteva e non voleva fermarsi proprio ora, così prese coraggio e, sollevato l’orlo della sottoveste, sfilò il perizoma chinandosi e calandolo fino alle caviglie e restando in piedi con le gambe leggermente divaricate. Era stato un movimento talmente lento e sensuale che i due uomini si accorsero di aver trattenuto il fiato solo quando lei si era rialzata fissando Carlo come sfidandolo. Che visione erotica quella bellissima donna coperta solo da uno svolazzante pezzettino di stoffa rossa, in piedi con le braccia incrociate sotto i seni.
Carlo cercò di riprendersi e iniziò a scattare fotografie da ogni angolazione, sfruttando anche il gioco di luci per far emergere in trasparenza il profilo del sesso nudo di lei. Quelle mutandine abbassate erano un tocco erotico incredibile, lasciavano intendere un messaggio sensuale di disponibilità e la fantasia degli uomini volava…
Gli scatti proseguirono con lei seduta prima sul divano con i piedi a terra, poi lei seduta sullo schienale con i piedi appoggiati al divano e qui dovette posizionare le mani sulle gambe per assicurarsi che il tessuto non scoprisse la sua intimità.
Si sdraiò con le gambe distese, le caviglie ancora legate dal sottile filo del perizoma, poi le piegò rannicchiandosi e stringendole contro il petto e così facendo gran parte della curva dei glutei rimaneva scoperta.
“Puoi sdraiarti a pancia in giù?” suggerì Carlo.
Anna si voltò stendendosi sul divano e tirando il più possibile il babydoll verso il basso per coprire la curva del sedere, i gomiti appoggiati e le mani a sostenere il mento; le gambe ripiegate all’indietro davano alla figura un’aria giovanile, quasi una ragazzina distesa sul proprio letto a pensare ai ragazzi e ai primi amori. Ma lei era tutt’altro che rilassata e la sua eccitazione cresceva ad ogni scatto ed a ogni nuova posa e il suo viso non nascondeva più quell’urgenza che sentiva fra le gambe: gli occhi chiusi, la bocca socchiusa da cui ormai ansimava platealmente in preda all’affanno. Ancora prona sul divano non riuscì a trattenere la mano che scivolò sotto il corpo fino a raggiungere il sesso pulsante e umido che quasi le doleva; aveva bisogno di trovare sollievo da quella fastidiosa sensazione di urgenza che non riusciva a lenire nemmeno stringendo le cosce. Carlo sperava che l’eccitazione diventasse incontenibile e prendesse il sopravvento su Anna facendole perdere il controllo, così ne sarebbero risultate fotografie estremamente sensuali e provocanti. Già quella mano nascosta là sotto e il volto così stravolto rendevano la scena molto hard, ma lui voleva qualcosa di più esplicito.
Decise di osare di più e, avvicinatosi alla donna, le cinse i fianchi sollevandoli delicatamente: Anna si trovò così inginocchiata sul divano piegata in avanti con la testa appoggiata al cuscino e il sedere proteso verso l’alto in una posizione assolutamente esplicita, esposta completamente allo sguardo dell’obiettivo. Il babydoll costretto a scivolare lungo i fianchi e a raccogliersi sotto i seni non poteva più coprire quelle natiche tonde e sode che svettavano verso l’alto. Anna, ancora con gli occhi chiusi, con la mano aperta infilata fra le gambe si copriva il più possibile le parti intime non più velate dal tessuto, mentre l’altra mano era distrattamente andata ad infilarsi sotto il seno a sfiorare i capezzoli turgidi e sensibili.
Carlo era estremamente soddisfatto della scena ed era grato a Anna per aver acconsentito ad esporsi e regalargli quegli scatti così sexy. Certo, avrebbe voluto che quella mano non andasse a coprire le parti più desiderate e irraggiungibili della donna, ma non poteva esagerare nelle richieste per non rovinare l’atmosfera creatasi, quindi riprese a scattare fotografie da ogni angolazione. Si soffermava a lungo nelle riprese da dietro con primi piani ravvicinati di quei magnifici glutei sperando di rubare qualche dettaglio attraverso i pertugi fra le dita della mano… si bloccò incantato da quello che vedeva! Non poteva credere ai propri occhi: due dita della mano, il medio e l’anulare, erano spariti all’interno, avvolti dalle labbra gonfie della vagina che ora era finalmente in vista. Anna non era riuscita a trattenersi, la mano si muoveva contro la sua volontà per cercare di lenire quell’urgenza che la stava torturando.
Anche Pietro si era avvicinato: quella nuova Anna lo stava facendo impazzire. Quelle due dita riemergevano completamente lucide di umori per poi tornare a nascondersi all’interno, incuranti del fatto che due uomini assistessero a quello spettacolo. Anna aveva perso ormai ogni inibizione e, ben sapendo che suo marito non aspettava altro, si sfilò il babydoll orami inutile restando completamente nuda ed esposta. Si sedette sul divano scivolando in avanti con il sedere ed esponendosi completamente alla vista dei due che finalmente potevano ammirare quei fantastici seni con i capezzoli piccoli ma evidentemente turgidi che si ergevano imploranti dalle rosee areole. Anna aveva uno sguardo completamente nuovo, più sicuro di sé, provocante, quasi di sfida quando, guardando il marito negli occhi, con una mano iniziò un leggero massaggio sul capezzolo duro, mentre l’altra scese lungo il corpo nudo fino ad arrivare in mezzo alle gambe aperte e iniziò a massaggiarsi senza pudore godendo dell’effetto che stava procurando agli spettatori. La mano accarezzava il clitoride per poi scendere e passare sulle labbra gonfie prima di infilare due dita in profondità, estraendole ben lubrificate per ripassare sul clitoride sensibile e ripetere il percorso.
Carlo non si sarebbe aspettato una trasformazione così da parte della donna, ma fu ben contento di assistere a quell’esibizione scattando distrattamente qualche fotografia per non perdersi neanche un secondo. Guardando Pietro gli fece cenno di raggiungere la moglie: gli sarebbe piaciuto aggiungere qualche scatto esplicito dei due coniugi insieme.
Pietro non se lo fece ripetere e si sedette sul divano a fianco della moglie.
Anna si alzò lentamente dal suo posto e, una volta davanti al marito, gli sfilò la maglietta e i pantaloni lasciandolo con i soli boxer. Inginocchiatasi fra le gambe di lui estrasse il grosso membro duro di Pietro e accompagnando i movimenti con le mani avvolte attorno all’asta, iniziò un fantastico lavoro con la bocca. Pietro non poteva resistere più a lungo e, attento anche ai bisogni di sua moglie, la sollevò e, facendola sedere a cavalcioni sulle proprie gambe, entrò dentro di lei. Sembrava che stessero facendo l’amore per la prima volta tanto erano diverse le sensazioni: forse perché l’eccitazione prolungata aveva raggiunto livelli mai provati prima, forse perché per la prima volta avevano uno spettatore, forse perché Anna sembrava completamente trasformata. Ora lei si muoveva con foga su quell’asta che entrava in profondità e se la sentiva arrivare allo stomaco per poi sfilarsi quasi completamente quando si alzava e tornava a riempirla quando si lasciava cadere, quasi con violenza. Non l’avevano mai fatto con tanta foga, di solito il loro rapporto era molto dolce, delicato, lento. Ma ora stavano veramente scopando con desiderio, con una passione bruciante, come due amanti più che come una coppia consumata e abitudinaria. Lui appoggiato allo schienale con le mani sui fianchi della moglie, lei che cavalcava freneticamente con le mani appoggiate sul petto di lui con la schiena inarcata e la testa gettata all’indietro.
Raggiunsero un orgasmo devastante nello stesso momento: Pietro riempì Anna con diversi e prolungati fiotti di seme caldo. Anna si lasciò andare ad un urlo di puro godimento accompagnando poi le contrazioni dell’orgasmo con ritmici gemiti di estremo piacere, prima di accasciarsi fra le braccia del marito lasciando spegnere lentamente gli ultimi fremiti che le scuotevano tutto il corpo.
Carlo era stremato da quella giornata e dall’eccitazione persistente che lo torturava nei pantaloni. Era molto soddisfatto del risultato raggiunto ed era anche contento della complicità e della passione che vedeva nei due innamorati, fiero di aver contribuito a rivitalizzare quell’intesa che solo due innamorati possono raggiungere. Si sedette a fianco dei due ancora abbandonati l’una nelle braccia dell’altro, fissando il viso ora rilassato di quella che era stata la sua modella, pensando che raramente gli era capitato di fotografare un soggetto così naturalmente eccitante e sensuale. Si accorse che Anna, con la testa appoggiata sulla spalla del marito, girato il viso verso di lui, lo stava fissando con un sorriso riconoscente che lui ricambiò immediatamente.
Anna era appagata e soddisfatta per essersi lasciata trasportare dai propri istinti fino a raggiungere un piacere che mai prima aveva provato. Il bell’uomo seduto lì accanto aveva certamente giocato un ruolo fondamentale in questa esperienza e lei gliene era grata, soprattutto per l’eleganza, l’attenzione e la sensibilità con cui l’aveva condotta fino a quel punto. Sapeva anche che Pietro avrebbe desiderato vederla in intimità con un altro uomo, ma lei non era ancora pronta per quel passo, non era mai stata con nessun altro che non fosse suo marito. Ma quell’erezione sembrava torturare Carlo che cercava continuamente di aggiustarselo nei jeans e, sia per regalare un’ulteriore emozione a Pietro, sia per ripagare almeno in parte il lavoro di Carlo, dopo aver baciato il marito con passione guardandolo negli occhi, si alzò e, senza dire una parola, si inginocchiò di fronte a Carlo posizionandogli le mani sulle cosce e fissandolo intensamente. Confortata dall’incoraggiamento di lui che le passò delicatamente la mano sulla guancia con una affettuosa carezza e dallo sguardo eccitato di Pietro che sperava di assistere a qualcosa che sognava da tempo, gli sbottonò i jeans calandoli fino alle ginocchia e liberando finalmente l’erezione che da troppo tempo premeva dolorosamente. Per la prima volta in vita sua prese tra le mani un pene diverso da quello di suo marito e si sorprese a confrontarlo con quello che aveva appena avuto dentro di sé e che conosceva così bene: questo era più o meno della stessa lunghezza, ma decisamente più largo di diametro e con un glande che sembrava enorme. Le mani che lo avvolgevano non riuscivano a chiudersi completamente attorno all’asta; la sensazione del membro durissimo e nodoso per le vene gonfie che lo percorrevano su tutta la lunghezza, contrastava con la consistenza vellutata e soffice della pelle che lo ricopriva. Carlo appoggiato allo schienale aveva gettato la testa all’indietro godendosi quel tocco che aveva desiderato così a lungo, mentre Anna, concentrata su quelle nuove emozioni che stava vivendo, ogni tanto lanciava uno sguardo indagatore verso il marito per accertarsi della sua approvazione. Le mani salivano e scendevano lungo il membro pulsante alternando movimenti ritmici più decisi a delicate carezze; passava ruotando sulla cappella avvolgendola e stimolando il frenulo con il pollice, poi scendeva ad avvolgere lo scroto depilato giocando sensualmente con i testicoli. Quando percepì dal respiro affannoso e dal movimento dei fianchi coordinato con quello delle sue mani, che l’eccitazione di Carlo era al culmine, aumentò il ritmo muovendo velocemente le mani su e giù per tutta la lunghezza fino a che l’orgasmo esplose in potenti getti che inondarono i suoi seni di sperma caldo. Accompagnò con le dita le pulsazioni del membro fino a che sentì esaurirsi la potenza dell’orgasmo e, anche dopo che l’ultima goccia di liquido seminale era colata sul suo petto, continuò nel suo massaggio mentre il grosso pene iniziava a diventare flaccido e il respiro si calmava tornando normale. Le piaceva far godere suo marito con le mani e, a detta di lui, era anche bravissima, ma farlo su un altro uomo era stato completamente diverso: rendersi conto di riuscire a far godere chiunque oltre al marito le dava una strana sicurezza, era quasi orgogliosa di sé stessa e questo la eccitava. Certo non avrebbe mai pensato di trovarsi completamente nuda davanti a due uomini, con il seme di uno che le colava lungo le cosce e quello dell’altro che le ricopriva i seni, ma non se ne vergognava affatto; anzi, si sentiva bene e godeva dello sguardo fiero di Pietro che non si era perso un secondo di quell’esperienza trasgressiva. Si alzò, si avvicinò a Carlo ancora frastornato dal recente orgasmo, lo baciò sulla bocca e timidamente gli disse:
“Mi dispiace, ma per ora questo è il massimo che posso fare; non me la sento ancora di andare oltre. Magari la PROSSIMA VOLTA…”
“Ma scherzi? Sei stata fantastica e ti ringrazio per questo regalo inaspettato. Mi sono divertito tantissimo oggi ad averti come modella e sono contento ora di averti come amica”
Dopo avergli schioccato un ultimo bacio Anna si diresse verso il bagno.
Ora che tutti e tre si erano ripuliti e rinfrescati si ritrovarono a chiacchierare amichevolmente e si sedettero davanti al grande schermo del computer curiosi di vedere le fotografie appena scattate.
Carlo e Pietro seduti su due sedie vicine, Anna in braccio al marito che le cingeva la vita.
“Chiaramente devo lavorarci un po’ per eliminare le foto uscite male e per aggiungere qualche effetto, ma possiamo comunque dare un’occhiata così mi dite se vi piacciono”
Anna era convinta di non essere per niente fotogenica e credeva di non uscire bene in fotografia, invece dovette ammettere che queste erano spettacolari. Carlo era proprio bravo: aveva ripreso diverse inquadrature un po’ hard, soprattutto verso la fine, ma fu una sorpresa scoprire che tante fotografie la riprendevano in volto, spesso in primo piano, ed era riuscito a cogliere perfettamente l’emozione del momento: dall’imbarazzo dei primi scatti, all’eccitazione in alcune pose più azzardate fino al piacere che le si leggeva evidente negli ultimi scatti. Quell’uomo si era dimostrato attento a capire e a documentare le emozioni che la avevano attraversata durante quella strana e inaspettata giornata, piuttosto che limitarsi a fotografare un corpo nudo: ne erano uscite fotografie altamente erotiche, ma che raccontavano una storia. Erano talmente emozionanti che anche lei non si vergognava nel vedersi nuda su quel monitor, anzi ne era orgogliosa. Non trattenne una lacrima di commozione quando suo marito la strinse a sé baciandola teneramente in un gesto che lei interpretò come di riconoscenza, di ringraziamento per quel regalo tanto desiderato.
“Fra una settimana posso farvi avere la versione definitiva, oppure se preferite possiamo vederci così scegliete anche voi quelle che preferite”.
A questa proposta Anna non aspettò che fosse Pietro a rispondere, ma si affrettò a replicare:
“Penso sia meglio se ci vediamo, se vuoi anche a casa nostra. E magari la PROSSIMA VOLTA porta anche la macchina fotografica, chissà che non ti serva rifarne alcune!”
A Carlo e Pietro non sfuggì il messaggio sottinteso da quelle parole ed entrambi iniziarono a fantasticare aspettando con ansia la “PROSSIMA VOLTA”!
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