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Un desiderio avverato


di Sexyalessia
27.06.2018    |    16.091    |    42 9.6
"Era giunto il momento del trucco e parrucco!..."
Era tanto tempo che lo desideravo. Fino a quel giorno non avevo avuto il coraggio. L'attesa sembrava finita: superate finalmente tutte le paure, mi stavo recando al mio primo appuntamento con un uomo. Ho impiegato troppo tempo per arrivare a questa decisione. Eppure, già da ragazzina mi piaceva indossare abiti femminili. Mi ci vedevo bene, perfettamente a mio agio. Mentre percorrevo quel tratto di GRA che mi stava portando all'appuntamento, pensavo alle prime volte che ho sperimentato il trucco. Dapprima, timidamente, con la paura di non saperlo rimuovere e farmi scoprire in famiglia. Poi, sempre più sicura, sulla scia di un entusiasmo che mi faceva scoprire sempre più femmina.
Freccia a destra e virata verso un autogrill: è il luogo prescelto dove cambiarmi e sistemarmi prima di incontrare quell'uomo. Entro nei bagni e indosso un reggiseno push up, creando un buon effetto di seno artificiale. Sopra metto un bel corpetto sexy nero e un vestitino estivo corto. Sotto i pantaloni indossavo già il perizoma e un paio di calze autoreggenti a rete: non c'era bisogno di alcun intervento, bastava sfilarsi i pantaloni in prossimità dell'incontro. Per evitare di essere riconosciuta come trav dagli utenti di quell'autogrill, ho coperto tutto con un camicione largo. Non credo di essere stata molto abile nel nascondermi. Ricordo ancora lo sguardo perplesso della donna delle pulizie, che mi osservò incuriosita, anche perché infastidita dal tempo forse eccessivo che avevo passato dentro quel bagno.
Tornata in macchina, dovevo ancora mettere a punto qualche particolare. Era giunto il momento del trucco e parrucco!. Così parcheggiai accuratamente la macchina in un posto lontano da occhi indiscreti. Fui abbastanza rapida a truccarmi, anche perché ero uscita da casa con un po' di base pronta di fondotinta e correttore. Un tocco di mascara, qualche pennellata di ombretto, un filo di matita e una sfumata di fard. Perfetta: guardandomi allo specchio della trousse mi vedevo molto carina e intrigante, pronta ad indossare una bella parrucca, comprata nel primo pomeriggio in un negozio vicino la stazione Termini. Mi piaceva molto: nera con qualche riflesso sul rosso, di media lunghezza, dal taglio scalato con un bel ciuffo di capelli sugli occhi, come a coprire la mia timidezza per quell'avvenimento così importante. Sistemai la parrucca, fissandola per bene. Indossai anche una bella collanina da bigiotteria. Non avevo purtroppo lo smalto sulle unghie, ma non si può aver tutto dalla vita. Non ero affatto male, grazie anche al mio fisico da bambolina minuta, essendo piuttosto bassina e magrolina, che ha sempre facilitato la mia trasformazione en femme.
Uno sguardo all'orologio: ero un pochino in ritardo. Squllò infatti il telefono. Era il maschio che era già arrivato all'appuntamento e mi reclamava. Lo sentivo parecchio eccitato. Rimasi contenta che continuava a parlarmi allo stesso modo di come l'avevo conosciuto in chat, in modo diretto, autorevole e anche volgare come piace a me: "Zoccola, quando arrivi? Io sono già qui e mi si sta ingrossando di brutto pensando a te".
Lo rassicurai che di lì a 5 minuti sarei arrivata. Dovevo soltanto mettermi il rossetto, ingranare la prima e partire. Il luogo dell'appuntamento era a pochissima distanza. Presa la prima uscita dopo l'autogrill, dovevo semplicemente imboccare una strada di campagna, desolata e selvaggia come ce ne sono tante nella cintura periferica romana. Era uno di quei classici posti frequentati da prostitute con i loro clienti e coppie segrete di amanti.
In quel breve tratto pensai a quanto internet avesse cambiato la mia vita, facendomi trovare il coraggio di incontrare un uomo: uno sconosciuto con cui avevo intrapreso un bel rapporto empatico via chat. Pensai anche che quella prova avrebbe rivelato finalmente se tutte le mie fantasie che mi vedevano sempre posseduta da maschi corrispondevano al vero. Era il mio primo reale incontro con un cazzo: ne ero fortemente attratta ma non ero così tanto sicura che mi piacesse per davvero. Chissà? Per andare sul sicuro avevo pattuito un incontro per solo un pompino. Non me l'ero sentita per quell'occasione di promettere qualcosa in più.
Il tempo di farmi avvolgere da questi pensieri ed ero già arrivata. Riconosciuta la sua auto, descritta in precedenza, mi fermai poco distante, accostando sul ciglio della strada. Prima di scendere, un'ultima guardatina allo specchio. Mi tolsi quindi e l'orrendo camicione, indossando anche degli stivaletti con il tacco. Dopo un grosso respiro di incoraggiamento, aprii la portiera ed uscii dalla macchina. Quei pochi metri percorsi all'esterno e quell'entrata quasi furtiva nella sua macchina mi hanno davvero eccitata. Un po' perché stavo andando al mio primo appuntamento con un maschio. Un po' anche perché mi sentivo tanto puttana, come pensato e sognato molte volte durante le mie fantasie.
"Ciao, eccomi sono Alessia! Piacere di conoscerti".
La mia voce era come un refolo, tradiva una forte emozione. Questo tono lieve e sussurrato si è rivelato però fantastico perché ha dato maggiore femminilità al mio timbro. Era come se andassi con il pilota automatico. La femmina che è in me aveva ormai preso il sopravvento.
"Sei proprio carina, Alessia! Ed anche parecchio sexy ... sei vestita proprio da troia, hai forse intenzione di farmi esplodere stasera?"
Ecco, quel maschio che stava lì accanto mi stava facendo i complimenti e dandomi la conferma che non l'avevo deluso, che, insomma, ero davvero credibile come femmina. Così risposi con più sicurezza rispetto a prima:
"Ti ringrazio ... vuoi forse farmi arrossire? Comunque anche tu non scherzi, ti trovo davvero attraente ed eccitante. Sono davvero contenta di essere qui con te".
Lui era un uomo dal fisico ordinario. Abbastanza alto, robusto e un po' in carne, sulla cinquantina, capelli pochi e corti brizzolati, piuttosto villoso. Per me era un uomo speciale, perché sarebbe stato il primo. Il primo e l'ultimo se tutte le valutazioni sui miei desideri sessuali si fossero rivelate sbagliate. Il primo di una lunga lista nel caso avessi scoperto che quel che stavo cercando da tempo era rappresentato proprio da una voglia smisurata di cazzo.
Cominciai a tastaglierlo mentre aveva ancora i pantaloni. Lo trovai piacevole: sentivo già crescere il suo cazzo che diventava sempre più duro a seguito di quella azione ancora un po' innocente. Lui si calò presto i pantaloni e vidi finalmente dal vivo il primo cazzo da prendere della mia vita. Era davvero grande, molto di più del mio: al primo colpo avevo beccato un dotato e questa cosa non faceva che accrescere il mio desiderio. Lo toccai, segandolo un po' e tastandogli anche le palle, mentre lui mi diceva che ero una gran troia e che si vedeva che ero tanto affamata di cazzo. Dopo pochi istanti, passai alla bocca. Lo slinguazzai prima un po' lungo tutta l'asta, per poi arrivare alla cappella e infilarmela in bocca, dando vita così a un meraviglioso bocchino.
E' difficilissimo descrivere quelle sensazioni vissute per la prima volta: ero estasiata dall'odore, dagli umori, dai sapori emanati da quel cazzo. Era per davvero qualcosa di fantastico. Stavo capendo in quegli istanti che quello era il mio destino. Dal punto di vista sessuale e dell'attrazione fisica non c'era per me niente di più esaltante di un cazzo di un maschio voglioso, arrapato ed eccitato. Lui mi diceva a ripetizione "Succhia troia!", "Ma quanto ti piace il cazzo eh?", "Vai zoccola, sei bravissima", e frasi simili. Io continuavo ad impegnarmi nell'arte del bocchino, che stavo conoscendo per la prima volta ma è come se l'avessi fatta da una vita.
Fui davvero brava ad eccitarlo. A un certo punto, mi è venuto in bocca, schizzandomi nel palato una bella dose di sborra. L'ho bevuta tutta, terribilmente compiaciuta e soddisfatta del suo sapore. Bene! Ora sapevo che neanche quella mi faceva schifo ed anzi mi resi subito conto di esserne ingorda. Leccai tutto il cazzo fino a raccogliere l'ultima goccia. Glielo restituii pulitissimo ... come nuovo. Io ero soddisfattissima. Tutto era andato per il meglio, forse al di sopra delle mie più rosee previsioni.
Ci salutammo in fretta, anche perché si era fatto piuttosto tardi, con la promessa che ci saremmo rivisti altre volte (come è effettivamente avvenuto). Uscii dalla sua macchina davvero emozionata. Sentivo l'odore di cazzo su di me, sulle mani, sul mio viso. Una sensazione davvero piacevole che non volevo andasse più via. Dopo essermi struccata, tolta la parrucca e rimessa gli abiti maschili per coprire quelli femminili sottostanti, mi fermai in un bar. Presi un caffé ed ero tanto contenta. Su di me, un po' di quella scia di maschio era ancora presente e mi faceva sentire femmina al 100%. Ero certa che stavo per iniziare una nuova vita.
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