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Prime Esperienze

in viaggio con il mio padrino


di HoBoccaVelluto
27.02.2014    |    32.278    |    3 9.4
"" Non ci credo sotto la doccia con un uomo, poi è il suo turno mi lava la schiena e sento le sue mani tra le mie chiappe, e così pure quando mi asciuga..."
La casa dove ho trascorso la mia giovinezza, si trovava all'esterno del mio paesello, mio nonno aveva una ditta di autotrasporti, e noi abitavamo con lui, oltre alla casa c'era un piccolo capannone che serviva da officina e un piazzale dove parcheggiavano i camion, aveva una decina di camion i 3 miei zii compreso mio padre lavoravano nell'azienda di famiglia, più qualche autista.
Il sabato era il giorno che aspettavo sempre con ansia, potevo assistere all'ingrassaggio e al lavaggio dei mezzi, verso l'età di 12 anni iniziai a capire che vedere quei corpi di maschi, mi provocava un certo turbamento interiore, specialmente d'estate quando se ne stavano senza maglia a lavare i camion, e la notte nel mio letto pensavo a loro, e la mia prima masturbazione è arrivata così per caso pensando a loro.
Tra gli autisti ci stava pure il mio padrino, un ragazzo rimasto orfano troppo presto, e che mio nonno ha sempre voluto bene, tanto che gli aveva creato un piccolo appartamento nella nostra casa.
Tutti i sabati mi faceva salire sul suo camion, e mi diceva che mi avrebbe insegnato lui a guidare.
Era il mese di luglio la scuola era finita, avevo già fatto la visita di leva, i così chiamati 3 giorni, e il mio padrino decise di portarmi in viaggio con lui, pensavo lo faceva per vedere se avevo la voglia di intraprendere questo splendido lavoro.
Era mercoledì sera si stava cenando, e mi disse:
"Domani vieni in viaggio con me?"
Io guardai i miei genitori, e loro mi fecero capire che potevo andare con lui, anche il nonno, anzi lui era il più felice di questa mia esperienza, sembrerà strano ma non mi hanno mai portato con loro.
Alle 7 ero già pronto e dopo una ricca colazione preparata dalla mamma si partì.
Guardare la strada dall'alto mi emozionava, il viaggio prevedeva di restare fuori a dormire, e rientrare il venerdì pomeriggio.
Era quasi mezzogiorno e si arrivò al primo scarico, si doveva aspettare le 13e30, allora il mio padrino prese dei panini e pranzammo.
"Allora cosa ne pensi?"
"Non riesco ancora a crederci, in camion con te."
"Te lo avevo promesso e ti ho portato, ecco scendo per lo scarico poi parliamo un po' di noi."
Ci volle un buon tre quarti d'ora prima di poter ripartire, lui salì e via verso il secondo scarico.
"Dai parliamo un po' di te ora."
"Vuoi chiedermi se voglio fare l'autista?"
"Anche, ma forse è meglio studiare ancora non credi?"
"Mi piacerebbe, ma prima voglio fare il militare e poi valutare le varie offerte per aiutare l'azienda."
"Bravo, hai le idee chiare, ma ho altre domande e devi rispondermi sinceramente."
"Dimmi."
"E con le ragazze come va?"
"Non c'è nessuno sono giovane."
"Ma è l'età giusta per le prime esperienze."
"I miei vogliono sapere di me, di la verità?"
"I tuoi genitori sono persone speciali, e lo sono state anche con me."
"Ma io non li voglio deludere."
"Solo se fai cose che fanno male a te solo così saranno delusi."
Ero gelato e non si parlò per qualche minuto, presi coraggio, lo guardai e gli dissi:
"Sai, mi piace di più un uomo che una donna."
"Beh, non c'è nulla di male."
"Ma ora lo dirai ai miei?"
"Veramente lo sanno già, o meglio lo pensano, e tu sei il loro coccolo."
Mi era ritornato il buon umore, mi misi a guardare fuori dal finestrino laterale.
"Guarda che ti vedo che mi osservi nel riflesso del vetro."
"Un po' di caos mentale me lo hai procurato però."
"Eccoci arrivati allo scarico."
Lui scese io rimasi in cabina mentre la mia mente ritornava indietro negli anni.
"Apposto, sono le 17e30, possiamo dirigerci verso il ristorante per la cena così ci facciamo pure la doccia."
"La doccia?"
"Certo non vorrai dormire tutto sudato, ma ti sei portato il ricambio?"
"Ricambio?"
"Meno male che ci ha pensato tua mamma, anzi al ristorante chiamiamo casa per avvisarli che va tutto bene."
Nel parcheggio del ristorante ci sono già parcheggiati diversi camion, scendiamo, lui prende la borsa, entriamo lui saluta la signora al banco bar, si fa dare la chiave del bagno.
Prima di arrivare al bagno ci fermiamo alla cabina e chiamiamo casa tutto bene gli dice è un bravo ometto, mi passa la cornetta e dall'altra parte le solite raccomandazioni: fai il bravo, fai quello che dice lui.
Entriamo nel bagno, la stanza è grande profumata e pulita.
Rimango imbambolato mentre lui si spoglia, mi guarda mi da una pacca sulla spalla e mi dice:
"Ma non ti spogli?"
"Ma la fai prima tu la doccia."
"Dobbiamo fare in fretta ci sono altri camionisti che si vogliono lavare, e poi non avrai vergogna, come farai al militare che si fa la doccia tutti insieme?"
Mi spoglio mentre lui inizia a lavarsi, cerco di pensare ad altro per non eccitarmi.
"Dammi una mano a lavarmi la schiena."
Non ci credo sotto la doccia con un uomo, poi è il suo turno mi lava la schiena e sento le sue mani tra le mie chiappe, e così pure quando mi asciuga.
Usciamo dal bagno e andiamo a cenare, verso le 21e30 ritorniamo al camion.
"Ti sei portato il pigiama?"
"Il pigiama? ma siamo a luglio! pure il pigiama ti ha dato mia mamma?"
"Certo non si dorme senza."
"Almeno ti avrà dato quello corto?"
"Ma guarda che sto scherzando, niente pigiama non lo uso nemmeno d'inverno io."
"Dove dormo? sopra o sotto?"
"Dormiamo tutte e due sotto, la branda è grande e sopra non ci sono le lenzuola."
Lui accende la radio e io mi metto in brandina, volgo le spalle ai sedili mentre lui scrive qualcosa su un diario, dopo 5 minuti spegne le luci interne e si mette pure lui in branda.
Il suo braccio sinistro mi abbraccia e mi massaggia i miei capezzoli, io rimango fermo, nel piacere di sentire una mano che mi accarezza, e mi sussurra nelle orecchie:
"Se ti do fastidio smetto."
"No, non smettere."
La sua mano prende il mio braccio, lo porta dietro alla mia schiena e fa si che la mia mano tocchi il suo cazzo.
Lo sentivo già grosso ma era ancora a metà eccitazione, mi girai e la sua lingua mi leccava il collo e le sue mani portavano le mie sempre sul suo cazzo, e mi sussurrò di nuovo:
"Quanti uomini hai già fatto godere?"
"Nessuno."
"Sei sincero mai fatto con un uomo?"
"Solo qualche sega con i miei amici, cose da ragazzi."
"Io sono bisex, i tuoi lo sanno, vedi che non hanno problemi a lasciarti fuori una notte con me, ma se tu non vuoi fare niente non ci sono problemi."
"Tu sei il mio padrino, e sai ho sempre sognato di vederti nudo."
Senza accorgermi mi misi a cavalcioni sopra di lui e iniziai a leccargli il cazzo lui mi lasciava fare, mi massaggiava la testa, le mie mani si erano posizionati sui suoi capezzoli, mi accorsi che erano duri pure loro ,lasciai il cazzo e con la lingua sali verso l'ombelico e verso i suoi capezzoli.
"Ma sei un esperto chi te lo ha insegnato?"
"Nessuno, mi sta venendo tutto così naturale."
"Sei bravo ma ora ritorna giù."
Ripresi in bocca il suo cazzo, ora le sue mani guidavano la mia testa nel movimento, ad un tratto me lo tolse di bocca diede un paio di colpi di mano, io ero sopra con la faccia e mi inondò il viso con il suo sperma, prese la salvietta e mi pulì.
Pensavo di aver finito e mi sdraiai al suo fianco, lui mi girò mi spogliò gli slip e lui dietro di me mi masturbava e mi sussurrò:
"Quando abbiamo fatto la doccia mi è sembrato di vedere che sei ancora vergine?"
"Si è vero."
"Allora te lo appoggio solo un poco, per certi giochetti ci vogliono dei preliminari, li faremo la prossima volta che verrai con me, sempre se tu lo vuoi."
Mentre me lo diceva io ero al settimo cielo, lui mi appoggiava la sua cappella al mio buchetto e stavo per venire lui se ne accorse, mi mise supino e mi fece sborrare sulla mia pancia.
Era la prima volta che sentivo il mio getto caldo sulla mia pancia, lui si chinò sul mio cazzo e me lo pulì con la sua bocca, riprese la salvietta e mi pulì.
Ci siamo dati la buona notte e abbiamo dormito abbracciati e nudi.
Quando mi sono svegliato eravamo già ripartiti e vicini al posto di carico, in serata eravamo nel piazzale di casa, ci venne incontro il nonno e mia madre.
"Tutto apposto, ve lo riconsegno, è un uomo con le idee già chiare per il suo futuro:"
"Salite che la cena è pronta." Disse mia madre.
A tutt'oggi non so cosa avrà raccontato a casa, ancora oggi lui è parte della mia famiglia, e devo ringraziare i miei genitori che hanno accettato la mia omosessualità.




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