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Il camionista Rumeno


di HoBoccaVelluto
29.07.2018    |    27.693    |    7 9.6
"A quel punto decido di usare la bocca, do qualche leccatina allo cappella, lui mi ferma, mi son detto, ho fatto qualcosa di sbagliato, invece lui si alza..."
Prima di iniziare il racconto, una precisazione, i miei sono racconti di fatti realmente accaduti, dove sono stati cambiati solo i nomi, e anche se non scritto si parla sempre di rapporti protetti.

Siamo nell’anno 1987, erano i primi giorni di settembre e le temperatura ancora alta, mi invogliarono a inforcare la mia bicicletta, (la bicicletta compagna dei miei pomeriggi, delle mie avventure).
Volevo sfruttare gli ultimi minuti di luce, erano appena passate le 20 e il tramonto sarebbe arrivato in meno di 30 minuti.
Abito vicino all’autostrada e pedalare per le stradine che i contadini usavano con i loro trattori mi piaceva assai, il granturco era quasi pronto e alto, in pochi minuti arrivai vicino all’autogrill, la stradina fiancheggiava il parcheggio e poi si andava verso il paesello.
La mia passione per i mezzi pesanti, ( e non solo), mi portava spesso verso il parcheggio, e li sostavo qualche minuto.
Vicino alla rete c’era un camion rumeno, allora i camion dei paesi dell’est erano tutti uguali, di proprietà dello stato e quelli rumeni avevano la scritta RO-TIR e il modello del camion era un RO MAN.
Tendine chiuse ma la porta lato passeggero aperta, all’interno seduto dal lato passeggero, un uomo non avrà avuto più di 40 anni, per il caldo stava in cabina senza maglietta, aveva un bel fisico e un bel pelo non eccessivo, la vista del pelo mi ha sempre eccitato.
Lui mi guarda, io faccio l’indifferente, so che di solito, i camionisti dell’est viaggiano in coppia, vado avanti un po’ per la stradina e poi decido di ritornare indietro.
Lui mi guarda ancora, mi fermo in un punto dove c’è un po’ di vegetazione e riesco a vedere la cabina, lui si gira indietro e mi guarda, si alza dal sedile, non scende, e si sfila la cintura.
Tra me e me dico: me ne sto tranquillo qua e in caso il camionista si arrabbiasse (cosa che mi è successa alcune volte), con uno scatto sarei fuggito.
Invece tolta la cintura inizia a toccarsi il pacco, io me ne sto fermo, lui da un’occhiata in giro e poi si sbottona la patta e mi mostra il suo membro, con la mano lo scappella.
Decido di avvicinarmi, lui si risiede, mi avvicino ancora di più , e lo vedo che si masturba e il suo membro si sta ingrossando sempre di più, mi guarda e sorride, e continua a masturbarsi, capisco che sta viaggiando da solo, l’oscurità inizia a scendere, con una mano si masturba con l’altra si massaggia il capezzolo.
Io fermo impietrito lo osservo, lui mi guarda e in inglese mi dice “come on”, saranno le uniche parole in inglese che mi dice in tutta la serata.
Metto la bici nel campo di granturco, e mi dirigo verso il cancello pedonale usato dai dipendenti dell’autogrill, entro e passando dietro ad alcuni camion arrivo alla cabina, il buio è sceso e il camionista ha acceso la luce della cabina e continua a masturbarsi.
Non conosco nessuna parola di rumeno e i cellulari con il traduttore non c’erano, ma gli occhi miei e suoi parlavano, lui si sposta dal sedile verso l’interno, e la sua mano mi invita a salire, salgo mi siedo e mi fa cenno di chiudere la porta, io la chiudo, con un altro cenno di mano mi dice di chiudere la tendina, una tendina damascata di quelle confezionate in casa, la cabina pulita e profumata, anche lui profumato, si vede che si era fatto la doccia in autogrill.
Mi guarda sorride e mi prende la mano e me la fa appoggiare sul suo membro, io inizio a masturbarlo, lui mi accarezza la faccia, come per farmi capire che non ha intenzioni cattive.
Il suo membro si fa sempre più duro, siamo sui 18 centimetri, lo guardo lui mi sorride sempre. A quel punto decido di usare la bocca, do qualche leccatina allo cappella, lui mi ferma, mi son detto, ho fatto qualcosa di sbagliato, invece lui si alza e si toglie completamente i pantaloni e i boxer, un paio di boxer di tela bianchi, e si sdraia sul lettino, il suo membro svetta, e inizio ancora a lavorarlo di lingua, la mia bocca inizia a pompare, lo faccio lentamente e con la mano gioco con le sue palle, capisco che gli piace, decido di leccare le sue palle e piano piano salire e poi di nuovo tutto in gola, la sua mano accarezza la mia testa.
Non ci sono parole tra di noi, ma capisco dai suoi gemiti che la mia bocca gli piace.
Il camionista continua ad accarezzarmi la testa, ad un tratto lascio che sia la mia mano a giocare con il suo membro e con la lingua vado a cercare i suoi capezzoli, lui mi lascia fare, gli piace sentire la mia lingua.
Gioco un poco con i capezzoli che sono diventati belli turgidi, ma è lui che con le sue mani, dolcemente, riporta la mia testa su quell’asta che sembra scoppiare, le mie labbra la stringono, la mia lingua rotea intorno alla cappella, lui si inarca geme e me la spinge in fondo alla gola, io seguo i suoi movimenti, alternando la bocca e la lingua, lecco quella meravigliosa asta come fosse un cono gelato, è tutta bagnata dalla mia saliva, sento che inizia ad ansimare di più, do un ultima leccata e poi con la mano lo masturbo, lui prende la mia mano e insieme masturbiamo il suo membro.
Lo vedo inarcarsi e gemere, mentre 5 schizzi di seme bianco finiscono sulla sua pancia, rimane immobile con gli occhi chiusi qualche istante, mentre io con la mano do gli ultimi colpi al suo membro, da cui non esce più nulla.
Allunga la mano prende una salvietta e si pulisce, si siede sulla brandina, io gli chiedo: “Ok?”
Lui mi risponde “Good”.
Si rimette i boxer da un’occhiata fuori e apre lo sportello, mi stringe la mano e mi fa capire di non parlarne con nessuno di cosa abbiamo fatto.
L’ho rivisto altre 2 volte, poi con la caduta del muro e la privatizzazione dell’autotrasporto anche in Romania non ho più avuto il piacere di incontrarlo.
Anche a distanza di tanti anni da questi fatti ho ben presente il sorriso di questo camionista, e il solo pensiero mi eccita ancora.

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