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Scambio di Coppia

Oltre la soglia


di Membro VIP di Annunci69.it PinoStella
23.03.2025    |    43    |    0 8.7
"Le luci soffuse danzavano sulle pareti..."
Non siamo mai stati una coppia estroversa. Anzi, io e Sara siamo sempre stati descritti come timidi, riservati, quasi impacciati quando si trattava di esternare i nostri desideri più profondi. Ma dietro ai nostri sguardi silenziosi c’era sempre stato un fuoco nascosto. Una complicità fatta di carezze lente, sospiri trattenuti e voglia di esplorare oltre la routine.

Un giorno, quasi per gioco, abbiamo parlato di una spa naturista con area privé, in provincia. Avevamo letto qualcosa online, recensioni che parlavano di un ambiente rilassato, sensuale. Non ce lo siamo detti chiaramente, ma eravamo entrambi incuriositi. E così, senza troppi giri di parole, abbiamo prenotato.

L’arrivo è stato un piccolo terremoto di emozioni. L’atmosfera era calda, vaporosa, avvolgente. L’idea di spogliarci nudi davanti a perfetti sconosciuti ci aveva fatto tremare le gambe, ma in quel luogo nulla sembrava volgare. Corpi naturali, rilassati, sguardi tranquilli ma con una scintilla viva sotto la superficie. In vasca, le mani si sfioravano con naturalezza. Alcuni si baciavano con lentezza, altri si accarezzavano con discrezione tra il vapore del bagno turco.

Io e Sara ci tenevamo per mano. Lei era visibilmente emozionata. Piccola, minuta, con lunghi capelli neri e un viso che sembrava sempre un po’ imbarazzato e un po’ complice. I suoi seni, tondi e sodi, si tendevano ad ogni respiro, e il suo sedere alto, compatto, era una calamita di sguardi. Nel silenzio umido dell’idromassaggio, le sue dita sono scivolate sulla mia coscia. Un cenno muto. Ci siamo guardati. Senza parlare, abbiamo deciso di salire al piano superiore.

La zona privé era avvolta da una penombra rossa. Luci basse, stanze divise da tende leggere. Alcune semiaperte, altre chiuse. Entrammo in una di quelle, ma bastarono pochi istanti. L’emozione era troppa, il cuore batteva forte. Troppo. Siamo scesi ridendo, come due adolescenti in fuga da un gioco proibito.

Fu tornando in vasca che li vedemmo.

Pietro e Claudia. Una coppia sulla trentina. Lei era una visione: lunghi capelli castani, occhi profondi, labbra piene e quel tipo di corpo che ti cattura al primo sguardo. Seni abbondanti e pieni, perfettamente sodi, che sembravano voler sfuggire all’acqua. Il suo sedere era rotondo e sensuale, la pelle ambrata, liscia, luminosa. Si muoveva con una grazia naturale, felina.

Pietro era più discreto. Un fisico asciutto, normale, ma curato nei dettagli. Totalmente depilato, pelle liscia, odorava di sapone e pelle calda. Aveva uno sguardo tranquillo, ma deciso, e un mezzo sorriso che diceva più di qualsiasi parola.

Si avvicinarono con gentilezza. Iniziammo a chiacchierare. Le voci erano basse, risate leggere, qualche battuta maliziosa. La loro calma ci metteva a nostro agio. Il modo in cui ci guardavano, mai invadente ma pieno di attenzione, era come un invito morbido a lasciarsi andare. E quando ci proposero di salire insieme, stavolta accettammo.

Entrammo in una stanza dal profumo dolce e leggermente speziato. Le luci soffuse danzavano sulle pareti. Chiudemmo la tenda, e il silenzio ci avvolse.

Claudia si avvicinò subito a Sara. Le sorrise con dolcezza, e senza dire nulla, iniziò a sfiorarle il fianco con una lentezza che sembrava studiata. Le sue mani erano calde, morbide. Sara tremò appena. Claudia la spogliò dell’asciugamano, lasciandola completamente nuda davanti a noi. Le passò le mani sui seni, li accarezzò con polpastrelli esperti, poi si abbassò e iniziò a baciarle il ventre.

Pietro ed io stavamo fermi, guardando. Ma nel mio respiro pesante c’era tutta l’eccitazione del mondo.

Poi Claudia scese ancora, tra le gambe di Sara. Le aprì piano le cosce e iniziò a leccarla con maestria. La sua lingua si muoveva con precisione, indugiando sul clitoride in piccoli cerchi umidi, poi spingendosi più in basso, leccandola tutta, con passione. Ogni tanto le inseriva un dito, poi due, con dolcezza ma decisione, mentre la guardava con lussuria. Sara gemeva senza più trattenersi, con le mani tra i capelli di Claudia e il bacino che si muoveva da solo. La guardavo e sentivo le pulsazioni nel petto esplodere.

Pietro mi si avvicinò, accennando un sorriso. Claudia si voltò verso di me, si inginocchiò e iniziò a prendermi in bocca senza esitazione. Le sue labbra erano morbide, calde, e mi scivolavano attorno con una lentezza che mi faceva impazzire. Mi guardava fisso, ogni tanto spingendosi più a fondo, fino a farmi gemere, poi tornando su con la lingua che mi avvolgeva tutta la lunghezza. Con una mano mi accarezzava i testicoli, con l’altra si sfiorava da sola, eccitata anche lei.

Intanto, Sara era con Pietro. Gli stava facendo lo stesso, con passione. Lo prendeva dentro la bocca con naturalezza, a tratti profonda, fino a farlo indietreggiare dal piacere. Le sue mani lo accarezzavano ovunque, il ritmo della testa sempre più fluido, mentre ogni tanto si voltava verso di me. I nostri occhi si incontravano sempre, continuamente. Anche se avevamo altre bocche, altre mani addosso… era nei nostri sguardi che cercavamo la vera eccitazione. Era come dire: “guardami, sto godendo anche per te.”

Poi, come guidati da un’intesa muta, cambiammo.

Claudia si stese sopra di me. Entrò lentamente, facendomi scivolare dentro di lei con un movimento pieno, profondo. Mi montava con eleganza e potenza, il suo seno rimbalzava davanti al mio viso, e io lo prendevo tra le mani, lo leccavo, lo stringevo. I suoi gemiti erano aperti, veri, vibranti. Le sue unghie sulla mia pelle, le sue anche che mi stringevano, il suo bacino che si muoveva con padronanza.

Pietro prese Sara da dietro, mentre lei era a carponi, e le affondava dentro con colpi lenti e profondi, tenendola per i fianchi. Il suo sedere si muoveva a ritmo, e lei, ogni tanto, si voltava per guardarmi. E io facevo lo stesso. I nostri occhi erano un filo continuo tra quelle onde di piacere. Una linea rossa che non si spezzava mai.

Tutto si fondeva. Il suono delle spinte, i respiri, i gemiti, i sussurri sporchi. Le lingue che si intrecciavano, le mani ovunque. Era istinto, libertà, abbandono. Ed era nostro.

Arrivammo quasi insieme. Claudia si strinse a me, le unghie sulla mia schiena. Sara gridò piano, afferrando Pietro per le braccia. Sudati, ansimanti, tremanti. Ci lasciammo cadere sui cuscini morbidi. Silenzio, solo i nostri respiri.

Sara mi guardò. Nuda, spettinata, gli occhi lucidi. Io le presi la mano, e lei la strinse forte.

Avevamo attraversato una soglia. E ora, niente sarebbe più stato come prima.
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