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Scambio di Coppia

SCIARE A COURMAYEUR


di AmaciAncora2023
29.05.2025    |    4.238    |    3 8.4
"Non sapendo bene come comportarmi, risposi alla sua stretta con una altrettanto vigorosa, ma le passai anche un braccio dietro la schiena e la strinsi a me, ..."
Abbiamo una casetta in montagna che utilizziamo spesso anche d’inverno per andare a sciare a Courmayeur, in Valle d’Aosta

Quel giorno di metà marzo non faceva particolarmente freddo, e la neve era ormai quasi troppo morbida per sciare, specie al pomeriggio; a noi di solito piace andare al mattino sul versante della val Veny, all’ombra, e al pomeriggio sul lato opposto, di nuovo senza Sole, per evitare di trovare troppi sciatori sulle piste, ma in primavera adottiamo la strategia opposta per trovare la neve in condizioni migliori.

Mentre eravamo in coda per prendere la seggiovia Zerotta, la ragazza della coppia di turisti davanti a noi cadde rovinosamente da un lato, senza che il suo compagno riuscisse ad aiutarla, segno evidente che erano dei principianti, sugli sci.
Visto l’esito della caduta, per fortuna assolutamente non grave, mi sbilanciai in avanti per aiutare la ragazza a rialzarsi, cosa di cui mi ringraziò con un sorriso, seguita da lui che fece altrettanto. In quel momento, però, scattò il cancelletto che dava accesso all’impianto, e Barbara ci superò con un balzo per non perdere il turno, spingendo avanti anche il ragazzo della malcapitata; l’esito finale di questi movimenti fu che loro due si ritrovarono insieme sulla stessa seggiovia, mentre noi, rimasti indietro, salimmo su quella successiva.
Seppi in seguito che Barbara lo aveva fatto apposta.
Durante la salita iniziai a conversare amabilmente con la ragazza accanto a me, ci presentammo e iniziammo a raccontarci alcune banalità; mi accorsi dopo alcuni minuti che davanti a noi, però, stava succedendo qualcosa di insolito, infatti Barbara si era appoggiata all’uomo che aveva accanto in modo piuttosto evidente, almeno per me che avevo l’occhio allenato; dopo poco erano spalla a spalla, malgrado sulla seggiovia da 4 posti lo spazio non mancasse affatto, segno che il contatto era tutto meno che fortuito.
Barbara d’altronde si era garantita l’assoluta libertà sessuale fin dal principio della nostra relazione, durata poi cinque anni, e non era certo la prima volta che si abbandonava tra le braccia di altri, anche in mia presenza, cosa che se da un lato mi causava sempre una morsa di gelosia allo stomaco, dall’altra mi eccitava anche parecchio.
La ragazza vicino a me non si accorse di nulla fino a che i due davanti si baciarono, con Barbara che aveva spinto la testa contro di lui, svelando chi dei due avesse iniziato; a quel punto ebbe un sussulto e mi strinse la mano per la sorpresa. Non sapendo bene come comportarmi, risposi alla sua stretta con una altrettanto vigorosa, ma le passai anche un braccio dietro la schiena e la strinsi a me, come a suggerirle che anche noi avremmo potuto fare altrettanto; lei però era quasi irretita e non rispose al mio invito, forse non se ne accorse nemmeno, concentrata com’era dalla scena che si svolgeva davanti.
Il ragazzo, dopo un primo momento di resistenza passiva, accettò poi invece di buon grado l’invito lussurioso, anche se, avvicinandosi ulteriormente a Barbara, cercò di nascondere gli eventi alla nostra vista, senza però riuscirci completamente: nei loro vestiti pesanti, erano quasi buffe quelle due sagome che si baciavano in bocca leggermente piegati in avanti, ma io mi stavo eccitando perché già sapevo che lei avrebbe presto cercato di insinuare le mani in mezzo alle gambe di lui, per toccarne il membro.
Decisi di godermi lo spettacolo senza provocare ulteriormente la ragazza accanto a me, ma dopo alcuni istanti fu lei a prendere la mia mano e a mettersela in mezzo alle gambe, cosa che feci volentieri dopo essermi tolto però il guanto da sci e averle aperto la zip dei pantaloni; a quel punto le infilai un dito a fondo nella figa con un movimento indelicato, brusco, per trasmetterle le mia voglia e virilità maschia.
Lei accusò l’intrusione inarcando la schiena e allargando leggermente le cosce, spingendo anche il bacino in avanti, facendomi capire inequivocabilmente che aveva deciso di rispondere al “cedimento” del suo ragazzo in modo altrettanto trasgressivo.
Aggiunsi allora nella figa un altro dito al precedente, e col pollice iniziai ad accarezzarle la clitoride, facilmente lubrificata dagli umori viscosi che erano immediatamente usciti dalla vagina, e le provocai quasi subito un potente orgasmo che la fece di nuovo sussultare sul seggiolino.
Con la mano sinistra la tirai per i capelli, le accostai la bocca e le introdussi la lingua a fondo: mi concesse subito anche la sua, e giocammo così per alcuni istanti. Sempre tenendola per i capelli che uscivano dal berretto di lana, interruppi il groviglio di lingue e la osservai estasiato: era molto bella, di carnagione molto chiara, con le guance rosse per il freddo e forse anche per l’eccitazione, e teneva ostinatamente gli occhi chiusi, non so se perché fosse molto concentrata o perché si vergognasse della situazione nuova che non voleva vedere, vergognandosene.
La rassicurai con qualche parolina dolce sussurrata all’orecchio, ma le mie dita continuavano a pomparle la vagina ed ebbe un ulteriore orgasmo, stingendomi a sé e infilandomi di nuovo la lingua in bocca.
Avevo il pene durissimo ma non riuscii a metterglielo in mano, perché nel frattempo la seggiovia era arrivata a destinazione ed era tempo di scendere,: sollevai anche per lei la protezione e la feci scendere sostenendola con forza per non farla cadere, poi la guidai, cingendole la vita, fino a dove si eran fermati gli altri due, appena più avanti, deponendola a fianco del suo bellimbusto: da quel momento ci separammo come se nulla fosse successo, salutandoci appena con un cenno della mano, scegliendo tutti di far finta di nulla.
Non so se fu la scelta giusta, perché sia a me che a Barbara avrebbe fatto molto piacere invitarli a cena e passare con loro anche la notte, ma in quel momento le cose si svolsero diversamente, e tutti accettammo gli eventi come se non potessimo modificarli. Andava bene così.
Quella notte comunque diedi a Barbara ciò che si meritava, la legai e la menai a dovere, prima di scoparla selvaggiamente per ore, lasciandole marcati segni rossi sul culo e sulla schiena, come piaceva anche a lei: entrambi ci eravamo eccitati molto su quella seggiovia, e quella fugace esperienza erotica ci era piaciuta tantissimo, anche se era stata breve l’avevamo vissuta intensamente entrambi, anche se forse era piaciuta più a lei che a me, almeno in senso fisico.


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