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Ad Alice piace nero - Capitolo 2


di 36degrees
01.06.2018    |    27.363    |    9 9.5
"Era come aveva immaginato prima che il ragazzo entrasse in casa? Sarebbe forse andato a rubare qualcosa e poi scappato mentre lei era lì che come una stupida..."
Aliou non esitò ad accettare l’invito ed i due si recarono verso casa della ragazza.
L’abitazione di Alice non era molto distante dal parco e in una quindicina di minuti furono arrivati a destinazione.
Alice trasudava sesso da ogni centimetro della sua pelle; durante il tragitto prese per mano Aliou incrociando volutamente lo sguardo dei passanti, che fossero ragazzi giovani, uomini in età avanzata, ragazzine o donne.
Si eccitò in modo particolare quando incrociò un gruppetto di ragazzini che camminavano in direzione opposta alla loro; il più grande del gruppo avrà avuto 17 anni.
Alice spostò rapidamente lo sguardo in modo da incrociare quello di ognuno di loro mantenendo un sorrisino beffardo sul volto.
Una volta che il gruppetto fu passato lo sentì schiamazzare, ridere e scambiarsi commenti. 
Si eccitò terribilmente pensando alle cattiverie che stavano dicendo su di lei; sicuramente la stavano definendo come una troia a cui piace succhiare cazzi neri e tutti loro, probabilmente, si sarebbero masturbati pensando a lei nel primo bagno che avrebbero incrociato sulla loro strada.
Alcuni di loro, presumibilmente, si erano già bagnati nelle mutande.
Anche Alice era già fradicia, ma lei le mutandine aveva proprio omesso di metterle quando era uscita di casa.
Lasciò la mano di Aliou soltanto a pochi metri dalla sua abitazione, quindi chiese al ragazzo senegalese la cortesia di fermarsi per un momento.
Alice indicò ad Aliou il palazzo ed il piano in cui abitava e gli riferì che, essendo fidanzata, avrebbe preferito che i due non si facessero vedere entrare nell’appartamento insieme.
Aliou fece cenno con la testa di aver capito ed Alice si avviò quindi verso casa, aprì il portone lasciandolo accostato e una volta salita entrò nel suo piccolo appartamento.
Solo dopo aver appoggiato le chiavi di casa sul tavolo si rese conto del rischio che avrebbe potuto correre.
Stava infatti portando un estraneo in casa, una persona di cui non sapeva assolutamente nulla soltanto per soddisfare la sua voglia di trasgressione.
Sebbene da un lato questo pensiero la incupì, dall’altro la eccitò più di quanto già fosse eccitata.
“Cosa potrà mai succedere?”, mormorò sottovoce accarezzandosi i capelli.
“Non può stuprarmi, visto che sono ben contenta di farmi sfondare”, disse ancora sottovoce parlando tra se e se.
Al massimo può rubare qualcosa dopo avermi scopata, ma non c’è molto da rubare qui e i pochi contati che abbiamo in casa sono ben nascosti”, aggiunse.
Aliou bussò alla porta togliendo il tempo alla ragazza di formulare ulteriori cattivi pensieri; “entra pure”, disse Alice.
Il ragazzo entrò e si chiuse la porta alle spalle senza distogliere lo sguardo dal corpo della ragazza.
“Hai sete?”, disse Alice aprendo lo sportello del frigorifero.
Aliou si avvicinò ad Alice e senza perdere troppo tempo le sollevò il vestitino scoprendo che la ragazza non portava intimo.
“Bevo succo della tua fica bianca”, rispose Aliou; “meno male che no eri troia”, aggiunse ancora il senegalese riferendosi all’assenza delle mutandine e strisciando delicatamente un dito tra le natiche della ragazza.
Alice richiuse lo sportello del frigorifero senza aver estratto nulla e si voltò mostrando ad Aliou la sua vagina in tutto il suo splendore, ben depilata eccetto per una strisciolina di pelo sopra le labbra.
Aliou si inginocchiò di fronte a lei ed infilò la sua lingua tra le labbra della figa cominciando a farla roteare vorticosamente dentro di essa mentre Alice poggiò una mano sulla testa del ragazzo e la spinse verso di se per sentirla ancora più dentro.
Aliou sollevò poi di peso Alice e la posò facendola sedere sul tavolo della cucina.
Alice aprì spontaneamente le gambe ed Aliou, dopo essersi rapidamente abbassato pantaloncini e boxer, fece uscire davanti alla ragazza il suo marmoreo membro di 24 centimetri già in erezione.
Gli occhi di Alice brillarono alla vista di un simile cazzo; Aliou ne strofinò la cappella sulle labbra della vagina di Alice, quindi glielo spinse dentro con forza facendole tirare un urlo spaventoso.
Aliou cominciò a fotterla avanti e indietro mettendo a serio rischio la resistenza del tavolo e della stessa vagina della ragazza, spingendoglielo dentro sempre più forte e spostando il tavolo stesso di qualche centimetro.
Alice urlava talmente forte che Aliou dovette metterle una mano sulla bocca prima che qualcuno bussasse alla porta per vedere ciò che stava succedendo o chiamasse direttamente la polizia.
Aliou le chiese poi di scendere dal tavolo e la fece inginocchiare di fronte a se; Alice iniziò leccando la cappella del senegalese, quindi lentamente cominciò a infilarselo in bocca.
Pur ritenendosi una buona pompinara era ben consapevole che non sarebbe certo riuscita a prendere in bocca per intero un membro di tali dimensioni.
Fece comunque del suo meglio arrivando a prenderlo in bocca almeno per metà, alternando i tentativi con delle leccate allo scroto del ragazzo.
Dopo averle fottuto la bocca per diversi minuti Aliou ritenne che era arrivato il fatidico momento di fotterla in culo.
La fece quindi alzare in piedi e si tolse la maglietta restando nudo davanti a lei; chiese poi ad Alice di sollevare le braccia e le tolse il vestito di dosso lasciandola anch’essa nuda con le sole scarpe addosso, dal momento che, così come per le mutandine, anche del reggiseno non c’era traccia.
Gettato a terra il bel vestitino della ragazza Aliou alzò Alice di peso e la portò in camera da letto; dopo averla lanciata sul letto senza troppo riguardo le chiese di mettersi a pecorina, prese in mano il membro, lo puntò verso il buco del culo della ragazza e dopo averle strofinato per qualche secondo il glande sull’ano glielo spinse dentro senza pietà.
L’urlo di Alice fu ancora più spaventoso e rumoroso del precedente; questa volta però era un urlo di dolore molto più che di piacere.
Alice si sentiva infatti come se tutto d’un tratto fosse stata impalata, come se qualcuno le avesse infilato un bastone di legno su per il culo.
Aliou cominciò a spingere dentro di lei finché dopo solo pochi secondi accolse la richiesta di Alice di fermarsi.
Ci mise almeno un minuto la ragazza a riprendere il fiato necessario per avvisare Aliou che nel cassetto del comodino c’era del lubrificante che Alice avrebbe gradito Aliou utilizzasse prima di sfondarle il culo come stava facendo.
“Scusa”, disse Aliou facendo uscire il membro dal culo della ragazza.
Aprì quindi il cassetto del comodino, recuperò il lubrificante e ne fece scivolare un po’ sulle mani e tra le natiche della ragazza.
“Abbonda, per favore”, chiese Alice impaurita dal dolore che stava provando; nonostante tutto però una parte di lei non vedeva l’ora che il membro di Aliou tornasse a penetrarla.
Il ragazzo le lubrificò il culo utilizzando quasi mezza  boccetta del prodotto; Alice fece quindi cenno ad Aliou che poteva riprendere.
Quando il senegalese appoggiò il proprio membro tra le natiche di Alice e glielo spinse dentro la ragazza scoprì suo malincuore che non era cambiato nulla.
Le sembrava di avvertire lo stesso identico dolore di prima mentre Aliou glielo spingeva dentro sempre più forte.
Alice strinse i denti ed Aliou andò avanti a fotterla in culo per una decina di minuti abbondanti in cui spesso fu costretto a schiacciarle la testa contro il cuscino per attutire le sue urla disperate.
Al termine di questi per Alice interminabili minuti la ragazza sentì come se un fiume in piena stesse inondandole il suo fondoschiena; si trattava del caldo sperma di Aliou che stava venendo proprio dentro il suo bel culo.
Ad Alice sembrò un flusso interminabile, come se Aliou stesse riversando litri di sperma dentro di lei ed effettivamente, nonostante non si trattasse proprio di litri, era una quantità non certo irrilevante.
Nonostante il dolore si era fatto ora persistente, il sollievo che provò Alice quando Aliou glielo sfilò dal culo fu qualcosa di indescrivibile. 
Non appena il membro del senegalese uscì dall’ano della ragazza, lo sperma cominciò a scivolare fuori dal culo di Alice.
La ragazza fece di tutto per cercare di trattenere il liquido dentro di se; non avrebbe infatti voluto sporcare eccessivamente il copriletto, considerando anche il fatto che il suo fidanzato sarebbe rientrato a casa nel giro di poche ore.
Tenendo strette le natiche cercò goffamente di alzarsi per svuotarsi in bagno sulla tazza del cesso ma Aliou aveva idee differenti dalle sue.
“Ferma”, le disse; “aspetta qui”, aggiunse.
Aliou si recò in cucina mentre Alice rimase impaurita a pecorina sul letto chiedendosi cosa il ragazzo potesse avere in mente.
Era come aveva immaginato prima che il ragazzo entrasse in casa? Sarebbe forse andato a rubare qualcosa e poi scappato mentre lei era lì che come una stupida cercava di non far eruttare il suo culo come fosse un vulcano di sborra impregnando così tutta la stanza?
Sebbene si sentisse il rumore di alcune ante aprirsi, Aliou non stava affatto rubando.
Tornò infatti poco dopo dalla ragazza con in mano un bicchiere; era chiaro ciò che voleva Alice facesse, ed anche alla ragazza tutto sommato non parve una cattiva idea.
Aliou avvicinò il bicchiere al culo di Alice appoggiandoglielo sotto le natiche, quindi Alice le smise di tenere strette e lasciò che lentamente lo sperma colasse dentro al bicchiere, nonostante molto di esso finì inesorabilmente per scivolarle lungo le gambe ed alcune gocce caddero sul letto.
Nonostante tutto Alice fu molto brava, in quanto quando lo sperma smise di fuoriuscire dal suo ano aveva riempito circa mezzo bicchiere.
Alice pensò a quello che sarebbe potuto succedere ora, o meglio lo aveva già immaginato, ma non credeva fino in fondo che sarebbe realmente successo.
Ed invece fu proprio quello che accadde; il bicchiere non finì certo svuotato nel lavandino.
Aliou, dopo averlo consegnato tra le mani della ragazza, torno per un momento in cucina e si ripresentò in stanza poco dopo con in mano una cannuccia che infilò nel bicchiere.
“Questo per ringraziarti”, disse il ragazzo tutto sorridente pronto a godersi una scena indimenticabile; “latte di Senegal”, aggiunse ridendo.
Alice appoggiò le labbra sulla cannuccia e cominciò lentamente a succhiare fino a che il liquido non ebbe raggiunto la sua bocca.
Il sapore dello sperma non le dispiaceva affatto, tanto che attese un po’ prima di ingoiare.
Bevette a sorsi proprio come se quello che aveva davanti fosse un comune drink; ad ogni sorso si faceva passare il liquido da una parte all’altra della bocca prima di mandarlo giù.
Quando dopo cinque o sei sorsi ebbe ingoiato tutta la sborra presente nel bicchiere, passò la lingua nello stesso per pulirlo dai rimasugli rimasti sui bordi e per dimostrarsi riconoscente nei confronti del ragazzo.
Aliou si alzò in piedi ed andò a rivestirsi; “quando ci vediamo ancora”, le chiese.
Alice esitò a rispondere, ancora per un attimo incredula riguardo tutto ciò che era stata capace di fare quel pomeriggio.
“Domani ci sei?”, le disse ancora il ragazzo comparendo nuovamente vestito sull’uscio della porta della stanza.
“Domani? Sei matto?”, rispose Alice alzandosi in piedi; “non ti piace banana nera?”, replicò perplesso Aliou.
“Mi piace, mi piace…”, rispose Alice; “ma mi ci vorrà almeno una settimana per riprendermi…”, aggiunse avviandosi verso il bagno per darsi una ripulita.
“Una settimana?”, disse Aliou quasi sbigottito, come se per lui fosse la normalità per una donna avere a che fare con un membro devastante quanto il suo.
“Mi brucia il culo, e so già che mi brucerà per giorni!”, replicò Alice dal bagno.
Aliou si avviò quindi verso l’uscita; Alice dopo essere uscita dal bagno, raccolse il vestito da terra e se lo rimise addosso giusto per aprirgli la porta prima di andare a farsi una doccia.
Già sperava che nessuno vedesse Aliou uscire da casa sua, figuriamoci se voleva farsi vedere nuda mentre gli apriva la porta.
“Vai adesso, ci penseremo”, disse appoggiandogli una mano sul sedere e spingendolo fuori; “sai dove trovarmi”, rispose Aliou sorridente.
Alice fece quindi per chiudere la porta ma un ostacolo impedì ciò; il ragazzo infatti infilò rapidamente il piede prima che la porta si chiuse.
“Prossima volta possiamo fare dove sto io”, disse ancora; “ti faccio conoscere miei fratelli”, aggiunse con un ghigno beffardo sul volto a cui Alice rispose con un sorriso.
Era vero, il culo le faceva ancora terribilmente male, ma una volta chiusa la porta si voltò, chiuse gli occhi ed appoggiando la schiena ad essa si portò una mano sulla vagina e, soddisfatta, la accarezzò dolcemente

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