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Sara, la ragazza di mio cugino - Capitolo 6


di 36degrees
04.05.2018    |    18.069    |    9 9.4
"Una ad una tutte e quattro le palline trovarono spazio nel suo ano da cui ora spuntava soltanto il cerchietto per estrarle..."
Sara succhiò i nostri cazzi senza darsi tregua; mentre ne prendeva uno in bocca maneggiava l’altro segandolo dolcemente.
Tutto sommato non mi dispiaceva la piega che aveva preso la serata; Sara alla prese con due cazzi era più eccitante di qualsiasi filmato porno avessi mai visto in vita mia.
I suoi lunghi capelli castani strisciavano continuamente per terra mentre Sara sputava sui nostri membri e li sollevava per concederci e concedersi una rinfrescante leccata di palle.
“Vai a prendere la scatola”, le disse Marco dopo che Sara si lasciò uscire di bocca il suo scroto; si alzò quindi in piedi sorridente e si recò nella stanza che fin da piccola condivideva con suo fratello. 
Tornò poco dopo con una scatola nera in mano che appoggiò sul letto sedendosi di fianco ad essa, della dimensione di una scatola da scarpe.
Quando Marco ne sollevò il coperchio scoprii che al suo interno però c’era ben altro che un paio di scarpe.
La scatola era infatti piena di giochi erotici; c’erano un grosso dildo di colore rosa, un plug anale, manette, palline anali e una boccetta di lubrificante.
Mi chiesi dove Sara tenesse quella scatola dal momento che in quella stessa stanza viveva anche suo fratello; probabilmente la teneva nascosta fingendo che al suo interno ci fossero appunto delle scarpe ma mi piacque pensare che la lasciasse semplicemente sotto il suo comodino alla portata di tutti, come se ormai anche i suoi familiari fossero rassegnati al fatto di avere a che fare con una ragazza spudoratamente troia anche di fronte agli affetti più cari.
Mi eccitai persino al pensiero che suo fratello avesse potuto usare quegli stessi oggetti per divertirsi con lei, scopandosela poi nel più classico degli incesti.
Certo era una ipotesi remota che Sara avesse scopato con suo fratello, ma nella mia mente non volevo certo porre limiti al suo essere troia; del resto aveva appena spompinato il cugino del suo ragazzo e si apprestava a farsi fottere dallo stesso, il tutto con la partecipazione di un amico.
“Decidi tu da cosa cominciare, sei pur sempre la padrona di casa”, disse Marco a Sara che per tutta risposta prese in mano il grosso dildo rosa.
“È sempre stato il tuo preferito, non è così?”, le disse ancora Marco sorridente guardandola con il dildo in mano.
“Non lo so, a dire il vero...”, rispose Sara; “anche le palline mi piacciono”, aggiunse sorridendo a sua volta e portandosi il dito indice alle labbra in segno di indecisione.
“Basta che si possa infilare in culo e a te piace tutto, non è così?”, disse ancora Marco accarezzandole i capelli; “ma stai tranquilla, stasera non dovrai scegliere”, aggiunse scostando la mano dai capelli di Sara e passandola sugli oggetti presenti nella scatola.
“Apri la bocca”, le disse poi prendendole il dildo dalle mani; Sara ubbidì e Marco, dopo averle appoggiato l’oggetto in bocca, cominciò a spingerglielo avanti e indietro.
“C’è qualcosa in questa casa che non hai provato a metterti nel culo?”, le disse continuando a spingerle il dildo in bocca; “secondo me no...sei talmente troia che hai provato a infilarti in culo anche il comodino”, aggiunse sogghignando.
Io restai impalato a guardare Sara spompinare il dildo come aveva fatto poco prima con i nostri cazzi, ipnotizzato dal rumore che proveniva dalla sua bocca e dalla vista dei filamenti di saliva che cominciavano a bagnarle le labbra.
Mi alzai impaziente e mi posizionai in piedi davanti a Sara; Marco le tolse il dildo di bocca permettendole di prendere nuovamente il mio cazzo e di ricominciare a succhiarlo.
Quando glielo facevo uscire di bocca Marco era pronto a riempirgliela con il dildo in modo che non fosse mai vuota.
Sara andò avanti per diversi minuti succhiando a intermittenza il mio cazzo ed il dildo rosa fino a che al dildo si sostituì di nuovo il membro di Marco.
Dopo averci spompinato a dovere e dopo averle schiaffeggiato più volte i nostri membri sulle guance, sul naso e sull’intero viso decidemmo che era finalmente arrivato il momento di fotterla.
Marco portò una mano dietro la schiena di Sara e le slacciò delicatamente il reggiseno che inevitabilmente le cadde sulle ginocchia scoprendo il suo meraviglioso seno.
Portammo entrambi istintivamente le mani sulle tette di Sara cominciando a palpargliele; Marco abbassò il viso e cominciò a leccarle intorno ai capezzoli, quindi riprese a palparle con irruenza dando ad esse anche qualche leggero schiaffo.
Il mio cazzo stava letteralmente esplodendo dall’eccitazione; chiesi a Sara di mettersi a pecorina sul letto mentre Marco mi passò la boccetta di lubrificante.
“Ci pensi tu?”, mi domandò; feci cenno di sì con la testa.
Aprii la boccetta, scostai le mutandine di pizzo di Sara e le feci colare una notevole quantità di liquido direttamente tra le natiche.
Feci poi per sfilarle delicatamente di dosso le mutandine quando Marco intervenne; “non avere tutto questo riguardo verso di lei...è soltanto una puttana”, disse portando lui stesso una mano sulle mutandine di Sara e strappandogliele con decisione di dosso.
Iniziai a spalmare il lubrificate intorno e dentro l’ano di Sara mentre quest’ultima, portando una mano sulla vagina, cominciò a toccarsi; Marco si sdraiò accanto a lei ed accarezzandole i capelli le disse quanto era stata fortunata a trovare due gentiluomini come noi in quanto, a suo modo di vedere, il culo di Sara non avrebbe certo meritato tutte le precauzioni che le stavamo concedendo ma avrebbe invece meritato di essere fottuto come fino a quel momento avevamo fatto con la sua bocca.
Feci scivolare sulla mia mano un altro po’ di liquido dalla boccetta e, dopo aver scostato la mano di Sara, la passai tra le sue gambe lubrificandole anche la vagina peraltro già abbondantemente bagnata.
Quando ebbi finito presi dal letto il dildo, lo strofinai prima tra le natiche di Sara e quindi glielo spinsi delicatamente nella vagina cominciando a muoverlo avanti e indietro facendola ansimare sempre di più.
Glielo tolsi quindi dalla vagina, lo avvicinai alle sue labbra e lasciai che Sara lo prendesse in bocca.
Marco raccolse dalla scatola le palline anali e cominciò a lubrificarle mentre Sara, prendendo il dildo dalle mie mani, se lo spinse nella vagina cominciando a fottersi lei stessa.
Marco avvicinò dunque le palline all’ano di Sara ed infilò dentro la prima. 
“Ti piacciono nel culo eh, troia?”, le disse prima di spingerle dentro la seconda.
Sara rimase muta con gli occhi chiusi continuando a fottersi la fregna col dildo; dall’espressione del suo volto era abbastanza evidente che stesse godendo come la maiala che era.
Una ad una tutte e quattro le palline trovarono spazio nel suo ano da cui ora spuntava soltanto il cerchietto per estrarle.
“A te l’onore”, mi disse Marco; mi avvicinai con piacere al culo di Sara, infilai l’indice nel cerchietto e cominciai a tirare piano piano guardando le palline sbucare fuori una per una dall’ano della ragazza.
Una volta tirate fuori le feci penzolare davanti a Sara che, appoggiato il dildo sul letto, aprì istintivamente la bocca permettendomi di fargliele scendere fino in gola; Sara riuscì a prenderne in bocca tre, poi iniziò a tossire e presa da un conato di vomito scostò rapidamente il volto.
Non mi diedi per vinto; attesi qualche secondo e riprovai di nuovo.
Questa volta mi divertii a farle scendere e risalire piano piano facendole uscire e rientrare di bocca continuamente in modo che si formassero dei filamenti di saliva che inevitabilmente le ricadevano sul viso.
Gliele spinsi per un’ultima volta in gola fino a che Sara scostò di nuovo la testa tossendo presa da un nuovo conato di vomito.
Posai le palline sul letto e appoggiata la mano sul viso di Sara le spalmai la sua stessa saliva su tutto il volto.
Mi avvicinai poi alle sue natiche, presi stretto in mano il dildo e glielo spinsi nel culo facendole cacciare un urlo di piacere.
Mentre le fottevo l’ano con il dildo Marco avvicinò il suo cazzo al viso di Sara e dopo averglielo schiaffeggiato più volte sulle guance glielo mise in bocca.
Tolsi poi il dildo dall’ano di Sara, lo appoggiai sul letto, presi in mano il membro e glielo infilai con decisione nel culo.
Questa volta il suo grido fu attutito dal cazzo di Marco che continuava senza sosta a spingere nella sua bocca.
Abusammo di ogni singolo buco di Sara invertendoci continuamente i ruoli e riempiendole le natiche di sonori schiaffi; Sara accoglieva con disinvoltura i nostri cazzi nella sua calda bocca da troia sebbene pochi secondi prima si trovassero nel suo buco del culo.
Ogni tanto, a seconda dell’orifizio che le restava libero, le spingevamo dentro il dildo in modo che potesse avere sempre riempito ogni buco.
La scopammo senza sosta per una mezz’ora abbondante; per non farle mancare nulla prendemmo dalla scatola anche le manette e le ammanettammo i polsi dietro la schiena continuando a fotterla a nostro piacimento.
Ad un certo punto Marco si alzò dal letto ed uscì dalla stanza tornando poco dopo con un pennarello rosso in mano; chiese a Sara di sdraiarsi a pancia in su, quindi togliendo il tappo al pennarello ne avvicinò la punta al ventre della ragazza e disegnò un grosso cerchio attorno all’ombelico.
Successivamente completò l’opera aggiungendo due lettere davanti e due dietro finché la parola T R O I A campeggiò a caratteri cubitali sulla pancia della ragazza.
Richiuse il pennarello con il tappo e dopo averle sollevato e spalancato le gambe la penetrò con lo stesso spingendoglielo avanti e indietro nella vagina prima di toglierlo e sostituirlo di nuovo con il suo membro.
Presi il pennarello dalle mani di Marco e lo strofinai sulle labbra di Sara, quindi glielo misi in bocca permettendole di leccarlo; a mia volta sostituii il pennarello con il mio cazzo, prima strofinandole la cappella sulla lingua e poi mettendoglielo in bocca.
Ci scambiammo per l’ennesima volta i ruoli. Sfilai le scarpe dai piedi di Sara e li appoggiai sulle mie spalle; glielo infilai quindi prima nella vagina e poi nel culo mentre Marco riprese a fotterla in bocca.
Passai la lingua sulla pianta dei suoi meravigliosi piedi dopo averli presi in mano uno alla volta senza smettere di spingerglielo dentro.
Leccai una per una tutte le dita per poi prendere a turno per intero in bocca entrambi gli alluci dei suoi piedi leccandoli come una caramella.
Avvicinai poi i piedini di Sara cercando per quanto possibile di infilarmeli contemporaneamente in bocca.
Smettemmo di fotterla soltanto quando il cellulare di Sara, appoggiato sul comodino, cominciò a suonare.
Marco lo prese in mano; il nome sul display era quello di Cristiano.
Fece per riappoggiare il telefono sul comodino quando gli venne un’idea illuminante.
“Ti va di far sapere al tuo fidanzatino quanto sei cagna?”, le disse.
“Non fare cazzate”, rispose Sara stizzita mentre cercava di riprendere fiato.
Marco sorrise beffardamente.
Non avrei mai pensato che lo facesse, eppure strisciò il dito per rispondere alla chiamata e avvicinò il dispositivo all’orecchio della ragazza.

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