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Derby di ritorno - Capitolo 2


di 36degrees
11.03.2019    |    13.010    |    2 7.4
"“Ti piacerebbe”, replicò Denise sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio..."
Arrivò quindi il fatidico giorno della partita.
Denise arrivò a casa mia una mezz’ora abbondante in anticipo rispetto ad Andrea e Roberto con al collo una sciarpa rossonera; ero stata io a suggerirle di venire prima in modo da catechizzarla ricordandole ciò che sarebbe potuto accadere quella sera accettando di partecipare alla scommessa anche se le avevo già raccontato tutto durante il nostro ultimo incontro.
La feci quindi accomodare sul divano, presi posto di fianco a lei e le ribadii che, se la nostra squadra avesse malauguratamente perso, i ragazzi non avrebbero avuto pietà per noi, che ci avrebbero insultate, scopate ed umiliate come fossimo delle vere e proprie schiave sessuali.
Denise mostrò un atteggiamento spavaldo durante tutto il mio discorso; quando ebbi terminato di parlare poggiò una mano sopra la mia.
“Non ti preoccupare Fra...ti ho già detto l’altro giorno che non succederà nulla di tutto questo”, disse mantenendo un tono di voce basso e calmo; “saremo noi a doverci preoccupare di come trattarli”, aggiunse sorridente guardandomi negli occhi.
“Che poi l’altra volta la partita era pure finita in pareggio...è stata la Ele a decidere”, dissi io.
“La Ele?”, replicò stupita Denise; “avevo capito che non partecipava alla scommessa”, aggiunse.
“Infatti non ha partecipato...ha semplicemente deciso per me e poi è rimasta tutto il tempo a guardare”, proseguii io.
“Che stronza!”, disse Denise facendo una smorfia; non si fece molti scrupoli a dirlo dal momento che, pur essendo entrambe mie amiche, i rapporti tra lei ed Eleonora non erano proprio del tutto idilliaci.
Stavo per dirle che in realtà aveva semplicemente deciso in base a quello che volevo veramente io ma non feci in tempo in quanto Andrea e Roberto suonarono al citofono; mancavano circa 20 minuti all’inizio dell’incontro.
Mi alzai dal divano per andare ad aprire; anche Denise si alzò in piedi pronta ad accoglierli.
Quando i ragazzi varcarono la soglia di casa notai subito i loro sguardi posarsi su Denise e questo mi diede non poco fastidio, tanto che cominciai a pentirmi di aver invitato proprio lei a partecipare alla scommessa.
Sebbene inizialmente l’idea di essere in due mi aveva infatti rassicurata, dall’altra parte volevo egoisticamente che tutte le attenzioni fossero rivolte verso di me.
Inoltre, oltre ad essere già di per se una ragazza attraente, Denise aveva optato per un abbigliamento decisamente più provocante rispetto alla sottoscritta.
Indossava infatti una magliettina bianca smanicata decisamente corta che le lasciava scoperto l’ombelico e le metteva in risalto il seno e una gonna nera altrettanto corta, tanto da portare chiunque a dubitare del fatto che potesse indossare delle mutandine sotto una gonna del genere; il suo abbigliamento era completato da un paio di scarpe nere con tacco a spillo.
Io invece avevo scelto un abbigliamento decisamente più sobrio con una magliettina rossa smanicata ma della mia misura, un paio di normalissimi jeans e ai piedi delle comode ciabattine che ero solita indossare quando mi trovavo in casa; non avevo dubbi che, proprio come era accaduto la volta precedente, ci avrebbero pensato i ragazzi a farmi conciare da troia qualora avessero vinto loro la scommessa.
I due ragazzi non si presentarono a mani vuote; tenevano infatti stretti davanti a loro due mazzi di rose che tesero gentilmente verso di noi.
“Grazie!”, esclamai io stupita, apprezzando davvero la carineria che ci era stata riservata ed appoggiando le rose sul tavolo.
Denise invece mantenne l’atteggiamento spavaldo che aveva dimostrato già dal primo momento in cui aveva messo piedi in casa mia; appoggiò a sua volta i fiori sul tavolo, ringraziò i ragazzi con un sorriso forzato sul viso e pronunciò maliziosamente le seguenti parole: “non pensiate che questo gesto ci servirà ad avere pietà di voi”.
Sentendo quelle parole di sfida ai due ragazzi brillarono gli occhi; “tu devi essere Denise”, disse Andrea squadrandola da capo a piedi.
“Immagino che Francesca ti abbia messo al corrente del fatto che stasera c’è una scommessa in atto”, disse Roberto; Denise fece cenno di si con il capo.
“Beh quindi...partecipi anche tu?”, si assicurò Andrea; “certo che partecipo...ho sempre desiderato avere uno schiavetto, figuriamoci se non partecipo adesso che posso averne facilmente due”, disse sorridendo dando un buffetto sulla guancia ad Andrea come se i due si conoscessero da tempo e non soltanto da un paio di minuti.
Volsi lo sguardo all’altezza del cavallo dei pantaloni dei due ragazzi e notai subito un leggero rigonfiamento; probabilmente se avessero potuto i due ragazzi la avrebbero repentinamente svestita della gonna e l’avrebbero fottuta seduta stante.
Dal canto mio, ogni minuto che passava rimpiangevo sempre di più il fatto che con me ci fosse lei e non la mia migliore amica Eleonora.
Capii che in qualche modo dovevo riprendere in mano la situazione; presi quindi parola invitando i ragazzi a togliersi il giubbotto e a prendere posto sul divano visto che mancava ormai solo una manciata di minuti al fischio di inizio.
“Come ci disponiamo?”, chiese Denise; “tu davanti e dietro tutti quanti!”, le rispose goliardicamente Andrea gettando ulteriore benzina sul fuoco.
“Ti piacerebbe”, replicò Denise sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Mi sedetti al centro del divano; volevo infatti evitare di rimanere defilata ed avere almeno uno dei due ragazzi al mio fianco; mi sentivo eccitata e vogliosa di sesso ed avrei gradito volentieri avere di fianco uno dei due ragazzi su cui provare a strusciarmi il più possibile durante la partita.
“Ci sono anche io comunque, eh”, dissi stizzita dopo essermi seduta riferendomi al fatto che i ragazzi sembravano avere occhi solo per Denise.
“Ma infatti non ci siamo mica dimenticati della padrona di casa”, replicò subito Andrea.
“A proposito”, intervenne Roberto frugando nella tasca interiore del giubbino che si era appena tolto; “ti abbiamo portato un altro pensierino oltre alle rose, poi non dire che non ti pensiamo!”, aggiunse.
Detto questo agitò davanti a me una scatola di croccantini per cani.
“Non ci siamo dimenticati di come è finito il nostro ultimo incontro...l’hai raccontato alla tua amica?”, disse Andrea divertito.
“Stasera però mi sa che servirà una seconda ciotola!”, aggiunse Roberto.
“Auguratevi che la vostra squadra di merda vinca stasera altrimenti ve li faccio ingoiare uno ad uno”, replicai fingendomi infastidita; il fatto che mi dessero della cagna in realtà non faceva che aumentare il mio senso di eccitazione.
“Perché? Preferivi l’umido?”, replicò prontamente Roberto ridendo.
“Sì, la Fra mi ha raccontato tutto”, intervenne Denise con un po’ di ritardo; “state certi che non sarete così fortunati questa volta”, aggiunse prendendo posto alla mia destra sul divano.
Roberto si sedette a fianco a me sul lato sinistro mentre Andrea, mantenendo fisso lo sguardo sulle gambe scoperte di Denise, si sedette alla sua destra.
La partita stava ormai per cominciare; “vai Maurito!”, disse Andrea mentre l’inquadratura indugiava sul capitano nerazzurro Icardi nel tunnel degli spogliatoi con le squadre che si apprestavano a scendere in campo.
“Che cesso di giocatore...sopravvalutato come pochi”, replicò Denise sentendo di dover dire ancora una volta la sua; “ma stai zitta...”, replicò Andrea.
“Siete voi che dovrete tacere, stasera vi sfondiamo il culo”, rispose Denise; “per ora l’unico culo che ho visto sfondato qui dentro è quello di Francesca”, aggiunse prontamente Roberto accarezzandomi i capelli.
Gli scostai la mano fingendomi ancora una volta infastidita mentre in realtà il mio livello di eccitazione saliva sempre di più.
“Secondo me le fa ancora male dall’ultima volta!”, aggiunse divertito Andrea.
“Non siete Rocco Siffredi...”, replicai io facendo ironia sulla dimensione dei loro membri che, seppur ben dotati, non erano certo della stessa dimensione di quello del noto pornoattore.
In realtà, sebbene fossi decisamente abituata da tempo al sesso anale grazie alla pratica costante cui mi sottoponeva il mio ex, ci misi davvero diversi giorni a riprendermi dal bruciore dopo quella sera.
Le squadre si erano nel frattempo schierate nella relative metà campo.
“Ah, una cosa...”, disse Denise; “qualora per puro culo doveste riuscire a pareggiare potete sognarvelo che divento la vostra schiavetta”, si sentì di puntualizzare la mia amica visto quanto era capitato alla sottoscritta.
“In tal caso possiamo chiamare Eleonora e far decidere lei...che ne pensi, Francesca?”, disse Roberto sogghignando.
“Questa volta ve lo potete proprio scordare”, risposi seccamente; in realtà, se l’alternativa era quella di non combinare nulla, l’avrei volentieri chiamata ed avrei accettato il suo verdetto a costo di essere ancora una volta degradata dai due ragazzi; che poi forse, in fondo in fondo, era quello che desideravo, ben più di vincere la scommessa.
Inoltre, per l’arroganza che stava mostrando Denise, avrei gradito non poco veder crollare il suo castello di convinzioni a costo di veder perdere la mia squadra del cuore; diventando loro schiava per una sera ero certa che i ragazzi le avrebbero dato una lezione che difficilmente avrebbe dimenticato.
Verder perdere la mia squadra del cuore per vedere Denise perdere la dignità; il gioco valeva decisamente la candela.
“Va bene dai...per questa volta in caso di pareggio mi sembra giusto soprassedere”, rispose Roberto a chiusura del discorso.
La palla fu posizionata al centro del campo, quindi il direttore di gara mise il fischietto in bocca e decretò l’inizio del match che avrebbe deciso il destino della nostra serata.

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