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All'università (solo storie vere)


di stayfree
15.05.2018    |    36.339    |    4 9.6
"Ora va velocissima con la mano, i miei occhi sono fissi sulle sue tette che saltano maestose, i suoi sono catalizzati sul suo "lavoro"; una sua..."
Dopo aver frequentato un pessimo istituto tecnico commerciale, mi ero iscritto a Giurisprudenza all'Università Statale di Milano. Una scelta dettata più dalla voglia di continuare a "cazzeggiare" che non di studiare. O meglio, non ero proprio un pessimo studente, ma sicuramente avevo ancora troppa voglia di divertirmi e non avevo già voglia d'iniziare a lavorare a 19 anni.
Premetto che, anche se con qualche anno di troppo di fuori corso, e seppur lavoricchiando sempre, alla fine mi sono anche laureato!!
L'ambiente della Statale alla fine degli anni '80 era decisamente intrigante, c'era un pò di tutto: figli della borghesia milanese, studenti fuori sede, studenti pendolari, figli del proletariato, i primi ragazzi del progetto Erasmus, i cielle, i compagni, le assemblee, l'occupazione della Pantera nel '90...ecc ecc.
Insomma la situazione era decisamente stimolante...e poi ragazzi, non per essere volgare...ma era veramente pieno di figa!! Oh, l'ho detto!!
Nel primo periodo avevo legato soprattutto con un ristretto gruppo di ragazzi che frequentavano i miei stessi corsi del primo anno. Uno era un mio vecchio compagno di classe (Francesco), un suo amico (Marco), la sua fidanzata (Renata) e un'amica di lei di fuori Milano (Milena). Col passare dei mesi l'amicizia si saldò sempre di più ma, alla fine, ci si vedeva quasi esclusivamente in facoltà, a lezione o per pranzare insieme.
Le due ragazze erano molto diverse ma entrambe carine. Renata, la fidanzata di Marco, era bionda riccia, non tanto alta, 1.65 al massimo, carnagione molto chiara, occhi azzurri, parecchio formosa, una 4^ abbondante di seno. La sua amica, Milena, era invece alta e slanciata, castana, carnagione scura, occhi scuri, un bel sorriso, una 3^ di seno. Renata era un tipo più socievole, sempre pronta a ridere e scherzare, Milena invece era abbastanza timida, ma comunque cordiale.
A metà anno Renata iniziò a dirmi che secondo lei Milena mi veniva dietro e che sarebbe stato carino uscire in quattro insieme a lei e Marco. Io non le diedi tanto retta, anche perchè ero felicemente fidanzato in quel periodo, con una ragazza di Torino.
All'inizio del secondo anno però la mia situazione sentimentale era completamente cambiata: il mio primo grande amore era finito con l'arrivo dell'estate, soprattutto per problemi di distanza (sigh!); insomma, era arrivato il momento di muoversi e fare nuove conoscenze femminili.
Renata continuava a volermi spingere fra le braccia di Milena ma, la cosa strana era che me lo diceva in uno strano modo, come se fosse un pò troppo interessata.
Un giorno Renata venne a casa mia a studiare Diritto (se non ricordo male Pubblico)e, ad un certo tratto, di punto in bianco, mi fece una confessione: "Non ho mai fumato una canna, non so che effetto potrebbe farmi, un pò ho paura ma mi piacerebbe provare. Marco è assolutamente contrario, so che tu ogni tanto fumi e...se rimanesse un segreto fra me e te...".
Rimasi abbastanza allibito, Renata era la classica ragazza di buona famiglia, tendenzialmente borghese, che manco si avvicinava ai centri sociali per intenderci. Io ero più da pub, lei più da discoteca e locale pettinato.
Ma era un'amica, quindi, messi da parte i libri, preparai una canna non troppo pesante di fumo; ci sistemammo in sala ed iniziammo a fumare.
La situazione era gradevole, non so se vi è mai capitato di vedere le facce e le espressioni di un amico o amica che fuma per la prima volta...uno spasso!! All'inizio la classica frase: "Mah, non mi fa niente sta roba", poi "Beh però, inizio a sentire qualcosa di strano nella mia testa", e poi la classica ridarola con due fessure al posto degli occhi.
Renata ora rideva sdraiata sul divano e mi disse: "Mi spieghi perchè non ti sei mai fatto Milena, non vedeva l'ora!", al che le risposi: "A parte che l'anno scorso ero felicemente fidanzato, e poi mi spieghi perchè insisti così tanto con sta storia?"; la sua risposta fu per me una vera sorpresa: "Perchè se non fossi fidanzata ci avrei già provato io con te...".
Pochi secondi, il fumo nella stanza, i suoi occhi splendenti che mi guardano, la sua bocca chiusa che ride, un silenzio totale in cui sembra che si sia spento anche lo stereo...i nostri corpi che sembrano muoversi in maniera indipendente dal nostro volere, il mio braccio che le tocca lievemente il collo e la mia mano che le accarezza i capelli, le nostre bocche che si avvicinano lentamente, per paura che la velocità rovini tutto, le labbra che si uniscono, si aprono, le lingue che si cercano, si assaporano, fanno conoscenza.
Ora i nostri corpi si avvicinano, si stringono, vogliono sentirsi; le braccia di entrambi stringono il corpo altrui, lo vogliono addosso! Le nostre bocche sembrano sigillate con la fiamma ossidrica, le nostre lingue non si staccherebbero nemmeno con un colpo d'accetta.
Ora le mani iniziano a studiare i corpi; prima le tocco il culo, pieno, sodo, poi salgo e vado verso quelle belle tette che avevo sempre ammirato, le tolgo la maglia, le slaccio il reggiseno e mi trovo di fronte un ben di dio!
Due tette maestose, le tocco, le stringo, le lecco, le mordicchio i capezzoli; la sua testa è reclinata all'indietro sul divano, ogni tanto salgo e la bacio, le lecco le orecchie e il collo; è completamente nelle mie mani.
Intanto una mano sta scendendo piano piano verso la sua gonna, si insinua sotto e va diretta verso gli slip, non chiede permesso e si infila sotto: è un momento elettrizzante, nel momento in cui infilo un dito nella sua figa pelosa (eh sì, siamo ancora negli anni '80!), la sento avvinghiarsi a me, mi butta le braccia al collo e mi incolla di nuovo la lingua in bocca.
Non è bagnata, di più, un dito, due dita, in rapida successione, le spingo dentro, a volte velocemente, a tratti lentamente, faccio ruotare i polpastrelli in fondo...non ce la fa più...nemmeno io...le apro le gambe e mi metto velocemente in ginocchio di fronte a lei sul tappeto, le tolgo gli slip e mi tuffo con la testa nella sua figa.
E' solo in questo momento che risento la sua voce:" Oddio mi stai facendo impazzire", "continua, non ho mai goduto così tanto", "leccami e infilami ancora un dito dentro", "ecco sì sì vengoooooooooo!!!".
Con la bocca piena dei suoi umori, mi rimetto sul divano accanto a lei e la bacio con passione e veemenza, ora le lingue sono fameliche, si cercano anche fuori dalle bocche.
Il mio membro non sta più nei jeans, le metto una mano sul rigonfiamento, lo tasta, lo misura, lo accarezza, lo studia, lo vuole! Sbottona i jeans, entra con la mano nei boxer e lo tira fuori; la sua mano è ferma in fondo al mio cazzo, lo tiene come si tiene un trofeo appena vinto.
Per un attimo si ferma, lo guarda, mi guarda, mi sorride e inizia a segarlo lentamente e mi dice: "E' stato stupendo, mi hai fatto sentire veramente donna e femmina, ma oggi non me la sento di tradire Marco con sesso completo, devi accontentarti".
Il tempo di replicare: "Ma no eccheccazzo, non si fa così..." e sento la sua bocca avventarsi sulla minchia ormai scappellata e dura come il marmo.
E' un pompino famelico, senza indugi, senza complimenti, senza pause, un pompino come quelli che piacciono a me, in cui Renata non si preoccupa del mio piacere, ma lo fa proprio perchè le piace!!
Sono sdraiato sul divano, sento la musica in sottofondo, sento la sua voglia sul mio fallo, la testa in estasi, non credo di resistere ancora molto, la avviso, continua a pompare, poi lo tira fuori, si avvicina col petto al mio uccello.
Ora va velocissima con la mano, i miei occhi sono fissi sulle sue tette che saltano maestose, i suoi sono catalizzati sul suo "lavoro"; una sua mano continua a segarmi, l'altra è sotto la gonna, non la vedo, ma posso immaginare!
"Vengooooooo!!!", il mio è un urlo liberatorio, uno schizzo parte dritto sul collo, lei ha un sussulto, poi la pioggia di sperma si riversa su quelle splendide tette, mentre lei piano piano rallenta il movimento della mano, forse per godersi meglio quel momento. Ha gli occhi che brillano e, fino a quando non esce l'ultima goccia non mi degna di uno sguardo, ha solo occhi per il mio cazzo e per quella gigantesca sborrata.
Siamo sfiniti, è stato tutto tanto inaspettato quanto travolgente. Ci ricomponiamo, c'è anche un pò di imbarazzo. Metto in ordine il salotto, vivo ancora con i miei, meglio non lasciare tracce compromettenti.
Dopo poco Renata mi dice che deve andare, Marco la aspetta, un bel bacio per salutarci come si deve e poi lei: "Mi raccomando, non dire niente a Marco e agli altri, ok??", "ma Renata, per chi mi hai preso, sei matta??", "intendevo dire della canna...per il resto non abbiamo ancora fatto nulla...vedremo la prossima volta..." e mi fa l'occhiolino.
Scoppiamo in una risata liberatoria e ci salutiamo: "Ci vediamo in facoltà!".

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