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In ginocchio da te (solo storie vere)


di stayfree
16.01.2020    |    7.388    |    0 6.0
"All'ora stabilita la vidi arrivare, vestita con un tubino nero e gli occhiali da sole, si guardava intorno disinvolta ma cercandomi..."
Federica è la classica bella mamma e moglie mediterranea. Altezza media, 1.68 circa, mora con bei capelli mossi, occhi scuri, carnagione scura, una seconda abbondante di seno, un culo bello pieno. Non passava certo inosservata. Fu lei a fare la prima mossa, un biglietto scritto a penna e consegnato a mano, in cui mi chiedeva se con le donne ci sapessi fare come coi bambini (mi aveva visto allenare la squadra di basket di suo figlio).
Non mi aspettavo quell'approccio, Fede è una donna timida, e proprio per questo motivo la cosa mi intrigò parecchio. Nel giro di pochi giorni riuscimmo ad organizzarci per il primo incontro a casa mia. Mi disse che era la prima volta che le succedeva di incontrare un altro uomo ma voleva assolutamente conoscermi meglio...diventai il suo amante. Aveva poco meno di 40 anni, molto focosa a letto ma poco esperta, mi divertivo molto ad alzare l'asticella ad ogni appuntamento per vedere fin dove potessi farla arrivare.
La volta che ricordo più volentieri è quella che vi vado a narrare.
Luglio di 5 anni fa, mi manda un messaggio sul cellulare dicendo che è libera nel pomeriggio, perfetto le rispondo e quando sta per arrivare a casa mia, le scrivo di seguire le seguenti istruzioni.
Ecco il testo che le mandai: Fede, troverai il portone aperto ed anche la porta del mio appartamento, dovrai entrare, spogliarti completamente, prendere la mascherina che troverai sul letto (quelle che si usano per dormire e non far passare la luce). A quel punto sarai pronta e dovrai aspettarmi in ginocchio davanti alla porta in corridoio col viso rivolto verso la porta. Avevo osato parecchio, nulla di studiato, un'idea venuta lì per lì senza pensarci molto, d'altronde non mi aveva mai negato nulla, ero semplicemente colui che realizzava le fantasie di una donna che non aveva avuto molte esperienze in gioventù.
All'ora stabilita la vidi arrivare, vestita con un tubino nero e gli occhiali da sole, si guardava intorno disinvolta ma cercandomi. Io ero nascosto in auto che spiavo il suo arrivo. Non le mandai nessun messaggio, ero curioso ed eccitato all'idea di trovarmela di fronte come le avevo detto.
Dopo 5 minuti entrai nel portone, feci le scale col cuore in gola ed infine aprii la porta: quella che mi si presentò fu una delle visioni più eccitanti che mi fossero mai capitate.
Avevo lasciato le tapparelle semi abbassate, in modo tale che filtrasse non troppa luce...mi apparve in ginocchio, col sedere appoggiato indietro sulle caviglie, il busto eretto, le mani congiunte dietro la schiena, il viso rivolto verso di me, le labbra leggermente socchiuse.
Uno spettacolo, la sua pelle liscia completamente nuda nella penombra non la scorderò mai. C'era un silenzio irreale, eravamo a 5/6 metri di distanza e per almeno mezzo minuto nessuno dei due parlò nè si mosse.
Aprii l'armadio in ingresso e presi una corda che avevo nascosto lì, andai dietro di lei, le presi le mani, le incrociai e le annodai, non troppo strette. Sentii il suo profumo, sapeva di buono Andai in camera, socchiusi la porta e, cercando di non farmi sentire, mi spogliai completamente. Tornai in ingresso, non si era mossa di un centimetro ma il suo respiro era un po' più affannoso. Mi posizionai di fronte a lei, in piedi, a pochi centimetri. Il mio sesso non era a più di una spanna dal suo viso. Il mio sesso iniziava a reagire. Le accarezzai delicatamente i capelli con una mano, lei iniziò a far dondolare la testa per godersi quel tocco. Avvicinai anche l'altra mano per toccarle il viso, la sua pelle era calda ma delicata. Le passai un dito sulle labbra, le aprì per prenderlo in bocca, ma non glielo permisi. Continuai questo giochino per mezzo minuto, poi mi avvicinai di quel tanto che bastava per introdurre il pene in bocca. Fu come prendere la scossa. Federica portò tutto il corpo in avanti per poterlo prendere meglio ed io le tenevo le mani sulla testa, ma solo per tenerla in equilibrio, aveva le mani legate, volevo che ci giocasse come voleva lei, senza nessuna forzatura. Iniziò a leccarlo, baciarlo, succhiarlo, ingoiarlo, ormai era diventato duro come non mai. Dopo non so quanti minuti mi staccai da lei, la feci alzare, mi posizionai dietro di lei e, tenendola per le mani, la portai in salotto. Nessuno aveva ancora proferito parola, forse non c'era niente da dire, l'atmosfera era elettrica.
La misi in ginocchio sul tappeto, con il busto appoggiato sul divano, le allargai leggermente le gambe. Era a pecorina di fronte a me, legata e bendata, col culo rivolto in alto...ero in estasi. Iniziai a leccarle la schiena, le gambe,le chiappe, faceva fatica a stare ferma ed iniziò ad ansimare ma con la bocca chiusa, Quando iniziai a leccarle la patatina ed il clitoride le uscì un "sìiiiiiii" lungo ma sottovoce. Si abbandonò alla mia bocca che la esplorava vogliosa. Sarei rimasto ore in quel rifugio amico, ora la sentivo godere con gusto e le sentivo colare gli umori nella mia bocca. Presi un preservativo e me lo misi senza smettere mai di leccarla. Poi lo appoggiai all'ingresso del suo sesso, le labbra si aprirono completamente, entrai piano, piano, ma fino in fondo, uscii piano, piano, completamente, eseguii questa operazione per un po'. Era a bocca spalancata, col viso di lato, iniziai a dare sempre più ritmo, a prenderla sempre più con maggiore impeto. La prendevo per i fianchi, per le tette, per i capezzoli, per i capelli, per le spalle. Ogni tanto le tiravo uno schiaffo sul culo. Ora volevo guardarla negli occhi, le tolsi la mascherina, aveva una smorfia che non scorderò mai. La slegai, a quel punto si girò e, con tutta la forza che aveva nelle braccia mi lanciò sul tappeto, si avventò sopra di me, impugnò il cazzo, se lo infilò nella figa ed iniziò a cavalcarmi senza tregua. Mi teneva giù, con le mani sul mio busto e continuava a spingerlo dentro andando a tratti veloce ed a tratti più lenta, per il suo ma anche il mio piacere. L'epilogo fu quello che speravo, all'apice del piacere si inginocchiò, io mi alzai in piedi, tolsi il preservativo e le venni in bocca. Come sempre ingoiò fino all'ultima goccia, lo tenne in bocca ancora un po' e poi crollammo abbracciati e sudati sul tappeto. Federica, non ti scorderò mai...
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