tradimenti
Erasmus al caffe latte

12.10.2021 |
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"Aldo continuava con il suo atteggiamento ostile, cosa che Pedro accettò parlandomene un pomeriggio dinanzi ad un caffè..."
Racconto già pubblicato con un altro profilo di cui ho perso le credenziali, riveduto e corretto. A breve il seguito.Mi chiamo Mara, ho da poco superato i quarant'anni ed a questa età credevo che la vita non mi avrebbe piu riservato sorprese.
Ho ancora un fisico piacente, la mia quarta di seno su un vitino da vespa ha sempre attirato gli sguardi degli uomini e nonostante le avance e le occasioni, non avevo alcuna intenzione di tradire mio marito ed ero sicura che mai lo avrei fatto.
Mi sbagliavo.
Sono sposata da vent'anni con Aldo, abbiamo due figli, Luisa di venti e Luca di diciotto.
Abbiamo una vita serena, pochi problemi economici ed ho sempre ritenuto la mia vita più che soddisfacente, nonostante aver avuto i figli molto giovane probabilmente mi ha precluso di fare quelle esperienze che avrei voluto.
Anche la nostra vita sessuale, nonostante stiamo insieme da così tanto tempo ed ormai i rapporti sono ridotti ad una o due volte al mese, la ritenevo appagante.
Tutto questo lo pensavo fino all'arrivo di Pedro, ma andiamo per ordine.
Luisa ci comunicò che aveva fatto richiesta all'università per uno scambio di ospitalità, una formula che prevedeva che sarebbe stata ospite di una famiglia a Lisbona e che noi avremmo dovuto fare altrettanto a Milano con la persona che ci sarebbe stata assegnata.
Voleva migliorare il suo portoghese, studia lingue, ed andare per sei settimane a vivere lì era il metodo migliore.
Mio marito, oltre ad essere tremendamente attaccato a lei, mosse diverse obiezioni, sopratutto perché odiava le novità e certamente non può dirsi un tipo ospitale ed aperto al prossimo.
Erano infinite le discussioni tra lui e Luisa, lei cosmopolita e solidale, lui chiuso ed, a dire il vero, anche un po' razzista.
Alla fine ovviamente capitolammo al desiderio di mia figlia e quando la accompagnai all'aereoporto, rimasi un'ora ad aspettare il volo che lo stesso giorno avrebbe portato Pedro nella nostra vita.
Mi sentivo tremendamente stupida con il cartello in mano all'uscita degli arrivi internazionali, ma il mio imbarazzo si trasformò in stupore quando si avvicinò un ragazzo mulatto alto un metro e ottanta con un fisico bestiale che mi disse, in un discreto italiano, di essere Pedro.
Cercai di ricompormi dallo sbigottimento iniziale e gli dissi che eravamo felici di averlo qui, anche se tra me e me ero preoccupata per la reazione che avrebbe avuto mio marito.
Non solo doveva ospitare in casa sua un estraneo per un mese e mezzo, ma sicuramente la pigmentazione di Pedro gli avrebbe causato un'ulteriore irritazione.
Mentre viaggiavamo verso casa, Pedro capí qualcosa, perché ci tenne a precisare che era stato adottato in Brasile dai suoi attuali genitori e che sperava, visto quello che gli avevano raccontato alcuni suoi amici, che l'Italia non fosse diventata il Paese razzista che dicevano.
Trattenni un sorriso e gli dissi di stare tranquillo, appoggiando la mia mano sulla sua.
Voleva essere un gesto affettuoso, materno, verso un ragazzo lontano da casa come lo era mia figlia, ma lui la presa tra le sue e la bacio con quelle meravigliore labbra carnose.
Lo ammetto, mi stupí quella reazione, ma non gli diedi peso, anche se notai che ogni tanto sbirciava verso le mie cosce forzatamente scoperte dalla postura in macchina.
Non nascondo che mi fece piacere che le mie gambe attirassero ancora lo sguardo di un ventenne che, bello com'era, non doveva avere problemi a trovare ragazze della sua età molto compiacenti.
Arrivammo a casa, mentre Pedro socializzava con Luca, avvisai mio marito della sorpresa che avevo avuto in aereoporto e gli raccomandai di comportarsi da buon ospite, mi promise di sforzarsi di digerire la cosa, ma di non farmi troppe illusioni.
Preparai la cena dopo aver fatto vedere al nostro ospite dove trovare asciugamani che gli permettessero di fare una doccia.
Notai uno sguardo molto particolare dopo che involontariamente mi ero piegata di fronte a lui per prendergli un plaid in una cassettiera.
Lo notai, e mi piacque.
Aldo purtroppo non fece nulla a cena per nascondere la sua ostilità, per fortuna sia io che Luca cercavamo con qualche battuta e facendo domande a Pedro sul Portogallo di mitigare la situazione.
Quella sera litigai con Aldo per il suo atteggiamento, mi rispose che a casa sua credeva di avere il diritto di ospitare o meno chi volesse e che non sopportava che quel "negro" dormisse in camera di nostra figlia.
Gli sguardi di Pedro mi avevano scatenato gli ormoni, ma dopo la lite non avevo assolutamente voglia di fare sesso con quello stronzo di Aldo.
Trascorse una settimana dall'arrivo di Pedro, la mattina seguiva dei corsi all'università ed al pomeriggio era spesso impegnato con Luca che lo portava in giro con il suo scooter per fargli conoscere un po' Milano.
Aldo continuava con il suo atteggiamento ostile, cosa che Pedro accettò parlandomene un pomeriggio dinanzi ad un caffè.
- Mara tu sei una bella persona, mi hai fatto subito sentire a casa, ma non piaccio ad Aldo, forse perché sono troppo "nero" per i suoi gusti?
- Ma no, Pedro, cosa vai a pensare, è solo che gli manca Luisa.
- Io non credo che sia per questo, ma a me non importa, a me importa di piacere a te.
Così dicendo mi accarezzò la mano e mi guardò intensamente negli occhi sorridendo.
Ebbi un leggero capogiro e cercai di nascondere l'imbarazzo dicendogli che era un bravo ragazzo ed era molto simpatico.
Ero appoggiata al lavello mentre parlavo, lui si alzó, si avvicinó a me ed appoggiando le sue gambe contro le mie mi baciò sul collo e mi disse
- Lo sai cosa io dico a te, non fare, come dite voi italiani, la gnorri.
Si mise a ridere e mi lasciò lì, sbigottita ed eccitata con la figa che aveva inondato le mie mutandine di umori.
Un'ora dopo mi chiamarono dal lavoro, era saltata una commessa importante e mi chiesero se volessi smaltire un po' di ferie.
Accettai subito, un po' perché sentivo di aver bisogno di riposo, un po' perché una parte di me voleva trovare l'occasione per verificare se quello che immaginavo corrispondesse al vero.
Quella sera Aldo mi disse che l'indomani sarebbe partito per un viaggio di lavoro, io non gli dissi che sarei rimasta a casa qualche giorno.
Ero ancora arrabbiata con lui, ma nonostante questo, dopo cena ero carica di voglia e lasciai che mi scopasse, ma solo dopo avermela mangiata per una mezz'oretta.
In qualche modo dovevo fargliela pagare, o no?!?
L'indomani preparai la colazione per i ragazzi, Aldo era già partito molto presto.
Continua
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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