Gay & Bisex
Salsedine e tettine

03.01.2023 |
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"All’interno c’era un vecchio divano logoro sul quale mi fecero sedere, sulle pareti intorno poster di donne nude o discinte ritagliate da vecchi giornaletti..."
Era l’estate del 1985, avevo sedici anni, anche se ne dimostravo meno a causa della mia bassa statura e della totale assenza di peli sul corpo, ad eccezione delle ascelle. Ero un ragazzino come tanti, solo un po’ sovrappeso, qualche chilo di troppo che si era andato definitivamente a stabilire sul mio culetto rendendolo tondo e femminile e sulle tettine, a guardarle sembravano quelle di un’adolescente, una seconda piena, piuttosto che quelle di un ragazzo. Per tutto il periodo estivo eravamo soliti andare nella casa al mare nel paese di origine dei miei, giú in Sicilia, mia madre insegnante poteva permettersi almeno due mesi pieni di riposo nel periodo estivo.
Io frequentavo una comitiva di ragazzi della mia etá, con qualche eccezione di un paio di diciottenni che ci comandavano a bacchetta ed erano i leader indiscussi, per quella che era la mia costituzione fisica ero considerato quasi una mascotte nel gruppo. Un giorno però mi accorsi che Alfio e Tullio, i più grandi del gruppo, mi guardavano con uno sguardo diverso e si lanciavano occhiate complici dopo avermi squadrato da capo a piede. Un pomeriggio, subito dopo pranzo, bussarono al citofono di casa nostra e mi chiesero di andare con loro a pescare. Io ero al settimo cielo, i due ragazzi più grandi avevano chiesto a me di passare del tempo con loro, misi una maglietta sopra uno di quei minuscoli costumi a mutanda che si usavano all’epoca e gli corsi incontro.
Salii sul motorino di uno dei due e gli chiesi dove fosse l’attrezzatura per pescare, di risposta Alfio mi disse che avevano con se tutto ciò che gli serviva per il pomeriggio, non indagai oltre felice di stare comunque in loro compagnia. Qualche sospetto mi venne quando ci fermammo di fronte alcuni capanni che usavano i pescatori, per lo piú abbandonati da anni, e Tullio estraendo una chiave dai pantaloncini ne aprí uno con il tetto in lamiera invitandomi ad entrare. All’interno c’era un vecchio divano logoro sul quale mi fecero sedere, sulle pareti intorno poster di donne nude o discinte ritagliate da vecchi giornaletti che all’epoca definivamo zozzi.
Chiusa la porta si sedettero anche loro, me li ritrovai uno per lato con un sorriso che mi fece rabbrividire.
“Vedi Luca” iniziò Alfio “ abbiamo notato che sei cresciuto in maniera diversa rispetto agli altri e volevamo verficare una cosa…”
“In che senso?” Risposi io un po’ stizzito, ma anche incuriosito
“Nel senso che hai il culo e le zizze come le femmine” mi disse Tullio “e volevamo capire se come a loro ti piace se ti tocchiamo in quei punti” ed inizió ad infilarmi la mano sotto la maglietta accarezzandomi una tettina.
Sentivo che la cosa era sbagliata, provai a scacciarlo e mi alzai in piedi, ma subito mi furono addosso toccandomi ovunque. Nonostante la paura, la cosa cominciava ad intrigarmi, sbarrandomi l’uscita con il suo corpo, Alfio mi disse di togliermi la maglietta e di non avere paura, eravamo tra amici e si sarebbero fermati se lo avessi voluto, ma almeno di farli provare a verificare se le loro sensazioni fossero sbagliate.
Uno strano languore mi rimescolava lo stomaco, ma intimorito dalla loro statura e maggiore età mi tolsi la maglietta lasciando libere le mie tettine, che mordide e candide apparivano ai loro occhi, questa volta con i capezzoli duri, segno che la cosa non mi dispiaceva piú di tanto.
“Guarda che meraviglia” disse Tullio, che inizió a tastarle entrambe mentre mi abbracciava da dietro e spingeva il suo cazzo sulle mia anche.
Iniziai mio malgrado a gemere, a quel punto Alfio mi mise due dita in bocca che istintivamente inizia a ciucciare.
“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto” mi sorrise Alfio che scese a leccarmi i capezzoli. Tullio intanto si era tolto il costume e presami la mano la portò sul suo cazzo, scuro e nero, pieno di grosse vene, sarà stato almeno tre volte il mio pensai. Era caldissimo, iniziai ad andare avanti ed indietro con la mano, mentre Alfio mi tirava giù il costumino ed iniziava a palparmi le natiche. Mi sentivo violato e desiderato insieme, si spogliarono entrambi ed iniziarono a baciarmi ovunque, io sentivo i loro cazzi turgidi sulla mia pelle ed iniziai ad eiaculare senza toccarmi.
“Meno male che non volevi” mi disse Alfio prendendo un po’ della mia eiaculazione ed iniziando a spalmarmela in mezzo alle natiche.
“Visto che gemi come una femmina e che hai zizze e culo da femmina, adesso ti facciamo diventare femmina davvero, inginocchiati e prendici i cazzi in bocca” mi spinsero sulle spalle e mi ritrovai questi due cazzoni pulsanti davanti la faccia. Io restavo inerme, loro me li sbattevano sulle guance e sulle labbra per forzare l’entrata. Quando Alfio spinse il suo cazzo tirandomi i capelli, aprii la bocca e lo accolsi. Era salato, ma non aveva un sapore sgradevole come avevo immaginato. Era circonciso, a differenza di me, lungo sui 18 centimetri inizió a scorrere il cazzo tra le mie labbra, automaticamente iniziai a giocarci con la lingua intorno al frenulo.
“Minchia ma questa suca meglio di una bottana, sicuro che è la prima volta?”
“Fammela provare anche a me sta bocca da zoccola, non essere egoista come sempre” disse Tullio, che mi prese dai capelli e mi fece girare verso di lui. Rilasciai a malincuore il cazzo di Alfio e mi ritrovai di fronte quello di Tullio, più corto, ma più largo e con alla base una foresta di riccio pelo nero. Lo ingoiai tutto, sforzando un po’ le mandibole, ma ci riuscii e Tullio apprezzó con un sonoro lamento.
Nel frattempo Alfio si era inginocchiato dietro di me e aveva ripreso a giocare con in mio culo, soppesava le chiappe e dopo aver sputato nella sua mano una grossa dose di saliva inizió a spalmarmela sul solco. Ricordo che tremavo per l’eccitazione, non avrei mai detto due ore prima di allora che qualcosa di simile non solo potesse succedere, ma addirittura che mi sarebbe piaciuto così tanto. Tullio si sedette sul divano, il cazzo svettava lucido della mia saliva e lui continuava a menarselo mentre Alfio mi faceva alzare posizionandomi a pecora sul divanetto, con il mio culo che sporgeva in alto. Ripresi a spompinare il cazzo di Tullio, non ne avevo mai abbastanza, mentre lui mi prendeva le tette nelle mani e mi titillava i capezzoli mandandomi in estasi. A quel punto sentii Alfio dietro di me che dopo avermi sputato sul buco del culo iniziò a spingere sulla mia rosellina. Avevo paura, ma ero cosi eccitato che andai indietro con il bacino per aiutarlo, sentire la carne bollente del suo cazzo sul mio fiorellino rinfrescato dalla saliva mi fece avere un orgasmo che mi fece tremare tutta. Alfio si spaventò della mia reazione e si fermò, Tullio gli disse di sbrigarsi e di non aver paura che “se non te lo chiavi tu me la chiavo io sta troia” gli disse.
Con una mano mi sorreggevo mentre continuavo il pompino, con l’altra mi tirai una natica per fargli capire che poteva continuare. Presa sicurezza Alfio mi puntó il cazzo sul buco ed inizió inesorabilmente, ma poco a poco ad entrare. Quando la capocchia superó l’anello slabbrandolo provai a ritrarmi, urlando per il dolore, ma Tullio mi blocco con una mano sulla schiena ed un’altra a tapparmi la bocca dicendomi di rilassare e spingere in fuori per sentire meno male.
Alfio era fermo dentro di me, non usciva, ma non andava neanche avanti, sentivo quel palo nel mio culetto come se fosse una lama rovente.
Dopo un minuto o due, con il dolore che man mano lasciava il posto ad un nuovo piacere, ripresi in bocca il cazzo di Tullio e inizia ad andare avanti ed indietro con il culo per godermi meglio la nerchia di Alfio che accortosi del cambiamento iniziò a scoparmi con decisione. Non so quanti orgasmi avevo avuto, mi sentivo dolorante, ma anche costantemente eccitato, quando Alfio con un urlo liberatorio mi riversó mezzo litro di sborra nel culo. Tullio infoiato dalla scena, mi afferró i capelli ed inizió a scoparmi la bocca, in pochi secondi venne copiosamente tra le mie labbra, la sputai fuori impregnandogli i peli pubici del suo sperma e della mia saliva.
Mi accasciai in posizione fetale, non capivo cosa fosse successo, ma mi era piaciuto tantissimo, mentre i ragazzi mi accarezzavano ovunque e mi dicevano che ero stata bravissima a farlo godere.
Fu a quel punto che la porta si spalancó di botto….
Continua, se volete
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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