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Giovanni vuole che gliela scopi


di apinna77
08.10.2018    |    25.048    |    6 9.0
"Decisi di fare un regalo a Giovanni e con un gesto deciso strappai a quella troia di sua moglie il perizoma..."
Dedicato a Giovanni.
Da anni sono commesso in un negozio di abbigliamento in un centro commerciale della provincia di Ancona.
Oramai le donne di mezza età vogliose le riconosco a distanza.
Quel giovedi Giovanni si era presentato con sua moglie che poi avrei scoperto chiamarsi Sandra. Era primavera e lei era decisamente provocante.Camicetta scollatissima con reggiseno a vista, gonnellina viola svolazzante, colant chiari e stivale a mezza gamba. Impossibile non notarla, tuttora ho voglia di masturbarmi a pensarci.
In quel periodo dell'anno non c'era gente in giro, le pause pranzo erano gli unici momenti in cui c'era un po' di movimento. Ma niente di che.
Sandra era entrata a dare un'occhiata e Giovanni la seguiva a ruota. Dopo aver scelto due camicette e un paio di jeans da provare si era diretta verso i camerini.Da noi sono aperti in basso e si si possono sbirciare un sacco di belle scenette. Mentre si guardava intorno per cercare un aiutante mi avvicinavo a lei per dirle che c'ero solo io e che ero a sua disposzione nel caso. Mentre glielo dicevo la fissai e ebbi di ritorno un mezzo sorriso malizioso.
Giovanni si era messo fuori ad aspettare e io lì con lui. In un attimo Sandra si era tolta gli stivali e rimanendo a piedi nudi ebbi la gioia di ammirarle i piedi, smaltati e velati. Le dita affusolate, con l'alluce sproporzionatamente lungo. Ebbi subito un'erezione fortissima. Giovanni se ne accorse e mi chiese cosa stavo facendo. Non feci in tempo a rispondere che Sandra apri' la porta del camerino e incurante della mia presenza chiese al marito di andare a comprare il pranzo perché si stava facendo tardi. Senza protestare si allontanò verso il bar all'esterno del negozio. Sandra rimase con il camerino aperto per accertarsi che lui se ne fosse andato. Con grande disinvoltura, sempre lasciando la porta aperta, si tolse la camicetta. Aveva due tette enormi, strette nel pizzo di quel reggiseno. Girandosi verso di me mi chiese di passargli una delle due camicette che aveva scelto. Si stava provando i vestiti di fronte a me, voleva stessi li' a guardarla. La camicetta era piccola, non riusciva a chiuderla. Decise di slacciarsi il reggiseno, per togliere volume. Da sopra si vedevano le areole dei capezzoli, viola, enormi.
"Ecco", disse. "Ora va meglio". Con il piede raccolse il reggiseno e me lo diede in mano. La vidi guardarmi il pacco, gonfissimo. Voleva giocare ancora.
Ormai non mi interessava più nemmeno che suo marito tornasse. Ero totalmente incurante.
Si tolse la gonna, i collant avvolgevano quel corpo rotondo, sinuoso. Le sue cosce luccicavano sotto le luci bianche dei camerini.
Fece per indossare i Jeans, ma non passavano dal culo. Nel tentativo, maldestro, di farli salire in vita, strappò l'ultimo bottoncino della camicetta, lasciando un melone alla mia vista. Ma ancora nulla, i jeans erano incastrati.
Non ne potevo piu'. Andai verso l'ingresso, chiusi la porta a vetri e ritornai velocemente ai camerini. Quel cornuto di Giovanni avrebbe aspettato fuori, finché io non avessi finito di fare i miei comodi con la sua donna. Quella vacca era ancora li a provarci. Non si aspettava quello che stavo per fare e cercò di fare resistenza. Le bloccai le braccia e le ficcai la lingua in bocca. Si dimenava, dicendo che non voleva, che suo marito era fuori e che avrebbe chiamato i carabinieri.
Non ci credeva nemmeno lei però..
"Guarda come mi hai conciato la camicetta, vacca che non sei altro", le dissi. E le strappai la camicetta, lasciandola con quei seni cadenti, giganti, a ciondolare.La girai, facendola guardare davanti allo specchio. Le dissi in orecchio.."adesso faccio quel cazzo che voglio". Le abbassai i jeans, e cominciai a leccarle culo e fica sopra i collant.Culo-fica, culo-fica, culo-fica, finché non riuscì più a sentire la differenza tra la mia saliva e le sue secrezioni. Godeva come una vacca, ma cominciò ad eccitarsi davvero quando vide Giovanni guardare dalla porta socchiusa. Era riuscito ad entrare, non sappiamo come. Ma era lì e ci faceva fare. Il profumo di vagina e di ano aveva impregnato l'ambiente dei camerini. Era il momento di sbatterglielo dentro. Sandra aveva capito e continuava a guardare Giovanni negli occhi. Lo sguainai e abbassando leggermente il collant lo infilai dentro, scostando leggermente il perizoma. Il collant di Sandra mi sbatteva sulle palle, come piace a me. Colpi forti, fortissimi dei reni...lei cominciò ad urlare.Con la mano sx le toccavo quelle bocce enormi e con la dx la masturbavo infilandole la mano dentro le mutandine. All'ennesimo colpo di reni riuscii a farla venire, e con somma soddisfazione notai che aveva allagato il suo intimo. Decisi di fare un regalo a Giovanni e con un gesto deciso strappai a quella troia di sua moglie il perizoma. Fradicio, lo porsi al naso di lui. Lei da brava intanto, si mise in ginocchio a succhiare e segare per darmi piacere. Sborrai in un attimo, dedicando i miei schizzi caldi ai suoi piedi, al suo alluce. Vero oggetto del desiderio.
Ad entrambi, indicai l'uscita. Non prima di avermi lasciato reggiseno, perizoma e collant. Lei, a casa, ci va senza.
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