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Il garagista


di Mylady06
11.11.2013    |    30.469    |    23 9.5
"Che gusto! Faccio finta di niente e senza ricompormi scendo..."
Sono una donna che ha già passato i quarantacinque anni. Tre volte a settimana, rinunciando anche a spendere per cinema, bar e varie altre sciocchezze, riesco a frequentare una palestra. Ogni domenica mattina mi alzo presto, come quando mi reco al lavoro, per fare un po’ di footing vicino a casa. Curo il mio aspetto: mi trucco ma non in modo pesante e volgare, non sono mai trasandata e cerco di vestire in modo da valorizzarmi il più possibile. Non posso spendere soldi per vestiti e scarpe di marca o per accessori di lusso e perciò mi arrangio comprando nelle grosse distribuzioni. Sono sicura però che quando cammino per strada faccio più bella figura io di qualche ragazzina dal corpo giovane che, forse, è pure più soda di me.
Mi piace sentire gli sguardi maschili addosso, essere squadrata quando incrocio un uomo che mi guarda soprattutto le gambe, slanciate dai tacchi alti che, confesso, comincio a sopportare sempre meno: “Chi bello vuol apparire un po’ deve soffrire”: com’è vero!!

Nonostante tutti questi sforzi per mantenermi in ottima forma, confesso di sentirmi poco apprezzata e trascurata da Sandro. A difesa dico che lui, mio marito, è molto preso dal lavoro: se così non fosse, tante cose che abbiamo fatto insieme sarebbero rimaste nel cassetto dei sogni. Lavora per la famiglia da mattina a sera e non si sottrae a viaggiare fuori sede per portare a casa qualche euro in più: quindi non posso proprio fargliene una colpa.
Sono cosciente però che non potrò essere sempre attraente come è normale che ogni femmina desìderi, e prima o poi dovrò anch’io arrendermi all’implacabile divenire della natura.
Non ho mai pensato di ricorrere ai cosiddetti ritocchini chirurgici. Il massimo che azzardo è magari un generoso push-up o un jeans elasticizzato: non fanno miracoli, ma aiutano.
Ecco, io voglio godermi queste ultime possibilità che ho di essere attraente.

Quando Sandro è fuori per lavoro, durante la settimana rimango sola: l’unica nostra figlia è sposata e vive in un’altra città.
Per fortuna ho diverse amiche che vivono condizioni simili alla mia seppure con diverse motivazioni: chi è rimasta single per scelta, chi è separata, chi proprio non gliene frega niente della famiglia. E’ con loro che ogni tanto esco la sera per fare quattro chiacchiere, magari andando a sederci in un locale alla buona.
Sandro viaggia in treno – quello glielo rimborsano - e quindi, se proprio non posso farne a meno, quando esco, uso la sua macchina: l’unica che abbiamo! E’ un Suv comprato con sacrificio e le cui rate continueremo a pagare per i prossimi anni. Ero stata contraria alla gravosa spesa ma alla fine avevo acconsentito perché quell’auto per Sandro aveva il senso della gratificazione delle sue quotidiane fatiche; a pensarci bene forse se la godeva pure poco: giusto qualche breve gita la domenica: poi sempre dentro il garage per il terrore del furto o di qualcuno che gliela possa graffiare.
Confesso che io, al volante di quel Suv nero, mi sento una grande figona…… in verità poco al volante, ma tanto ai parcheggi!! L’accesso e la discesa dal posto di guida, notoriamente alto, mi costringe, quando non indosso pantaloni, a scosciature che non passano inosservate ai passanti. La cosa mi diverte; soprattutto mi fa piacere cogliere lo sguardo maschile che fotografa l’attimo della necessaria leggera divaricazione delle gambe. Se per caso, d’estate, la gonna è pure cortina, allora lo sguardo lo sento arrivare fino alla mutandina. Non sono più una ragazza ma mi diverte ancora provocare!
Da questo punto di vista il mio più grande “osservatore” e fan è uno dei nostri garagisti: Walter, un ragazzotto di trent’anni, belloccio, abbastanza muscoloso ma con un piccolo difetto… quando parla sbaglia i verbi: “Signora se io avrei la sua macchina girerei per tutto il giorno” – oppure - “Se sarei stato più fortunato avrei trovato lavoro da un’altra parte!”.
Per il resto è gentile e premuroso ed ogni tanto lo gratifico regalandogli un pacchetto di sigarette, portandogli un pezzo di dolce preparato da me e donandogli, in occasione delle festività di fine anno, l’immancabile pacco con spumante e panettone. Lui contraccambia come può: mi aiuta a scaricare la spesa quando torno piena di buste dal market oppure, quando sa che devo uscire, mi fa trovare il parabrezza pulito e mi dice :“Il vetro è’ così pulito che oggi i lavavetri non la infastidirebbero di certo!”. La sua attenzione più carina è di sera, quando torno a casa dopo essere uscita con le mie amiche; magari rientro che è mezzanotte passata, ma lui ogni volta mi accompagna fino all’uscita del garage e mi scorta con lo sguardo fino a che non ho varcato il portone di casa che è distante un centinaio di metri; dice che lo fa per assicurarsi che non mi succeda nulla.
So bene invece che mi guarda perché gli piaccio, e mentre mi allontano cammino più lenta e dondolo il mio ben fatto fondoschiena …. penso proprio di eccitarlo e mi delizia immaginare che durante il turno di notte ogni tanto mi possa dedicare qualche minuto… magari dandosi da fare con la sua mano preferita.
Sentirmi osservata e desiderata da Walter mi riaccende i bollori non ancora del tutto sopiti; è uno dei motivi per cui ogni volta rendo più sfacciate le mie provocazioni.
Come quella sera d’estate che indossai apposta per lui una gonna molto corta.
Era quasi l’una di notte e Walter, come da orario prestabilito, stava per chiudere il garage… Avevo tardato apposta. Percorro con il Suv la breve discesa della rampa di accesso. Appena varcata, l’enorme saracinesca elettrica, puntuale, scende giù chiudendosi alle mie spalle. Walter mi fa un cenno di saluto. Svolto a destra dove in fondo, dopo una ventina di metri, c’è il mio posto. Accosto, spengo il motore, le luci di posizione, tiro su il freno a mano e ….anche la mia gonna fino a scoprire totalmente le cosce. Con calma prendo la borsetta e, tergiversando, attendendo che Walter, come fa solitamente, mi apra lo sportello per farmi scendere. Faccio sbucare prima la gamba sinistra poi, lentamente, anche l’altra: gli escono gli occhi di fuori…. Che gusto! Faccio finta di niente e senza ricompormi scendo. Immaginate lo spettacolo! Walter è diventato rosso. Io sono bollente, conscia ed anche desiderosa delle possibili conseguenze della provocazione che ho messo in atto. Faccio qualche passo e, come avevo programmato, torno indietro.
“Scusa Walter, devo tornare in macchina, credo che mi sia caduto un pacchettino che mi ha dato una mia amica; accidenti lo avevo messo sul sedile di fianco ma per frenare sarà scivolato sul tappetino”.
Walter mi segue. Apro la portiera e mi sporgo dentro, poggiandomi quasi interamente con il busto sul sedile di guida per cercare il pacchettino che avevo apposta ”buttato” lì prima. In quella posizione sento l’aria fresca del garage accarezzarmi le cosce e i glutei: Walter mi è dietro, lo percepisco anche se non lo vedo. Faccio finta di cercare:
“Ma dove sarà andato a ficcarsi il pacchetto, non lo trovo!!”.
Cerco di prendere tempo… ma Walter che fa? Rimane impassibile alla gradevole vista che gli sto offrendo? Passano interminabili secondi e penso che non se ne farà nulla: poi sento le sue mani sulle mie cosce e il suo bacino appoggiarsi sul mio fondoschiena…..
“Walter, che caz… stai facendo?”
“Tranquilla, sto solo aiutando a cercare il pacchettino….”
“Walter smettila….!!! “- urlo - mentre in fondo spero che accada il contrario…
“Ma non lo trova il pacchettino ??”
“No, non lo vedo….. smettila di appoggiarti a me così!”
“Cerca, cerca….non lo vedi?”
“No! Togliti da dietro che mi schiacci, porco…!”
“Ma se io ti spingo così, tu puoi cercare da più vicino…..”
“Non sei affatto spiritoso… piantala e togliti…tanto qui sotto al sedile è buio e il pacchettino non lo vedo… ”
“Ma se quello non lo vedi… che importa … senti qua invece questo mio bel pacco…”
E nel dirlo si poggia ben bene in mezzo al mio fondoschiena, facendomi avvertire quanto è eccitato. Mi sto bagnando, ma devo continuare a fare la parte…
“Walter, piantala che urlo….togliti..!!”
“Ma non ci sente nessuno qui….”
“Lasciami stare… lasciami stare…!”
Mi divincolo un poco ed una delle sue mani molla la presa della mia coscia….
Ma che fa il cretino? Si arrende già? ….adesso, proprio sul più bello? …allora non ha capito niente il fessacchiotto!!!
Dubbio che però metto subito da parte… l’estremo della cinta dei suoi pantaloni, slacciandosi, mi batte sul sedere… sento il rumore di una zip…. poi qualcosa di grosso, turgido e caldo si poggia finalmente tra i miei glutei.
“Walter sei un maiale, ti stai approfittando… e ti rendi conto che potrebbe entrare e vederci qualcuno?”
Con quelle parole tradisco le mie reali intenzioni. Gli ho detto che ho paura che ci possano scoprire……e no che non voglio.
Ha colto il messaggio sublimale. Sempre bloccata in quella posizione mi cala le mutandine. Un dito mi esplora frugandomi; spero che sia l’avanguardia di qualcosa di ben più consistente.
E’ bravissimo con la mano, sa come eccitare a mille una donna; non che io in quel momento ne avessi certo bisogno……
Aspetto come un condannato di essere colpita alle spalle, senza vedere il carnefice….
Con due scossoni laterali assestati con un piede mi divarica le gambe…devo solo aspettare.
Il suo glande punta tra le grandi labbra…lo sento…… si assesta…. sta spingendo… entra… piano piano…ora è tutto dentro. Deve averlo lunghissimo, lo sento fino in pancia.
Saranno state le maggiori dimensioni rispetto a quello di Sandro oppure gli ormai lunghi periodi di astinenza che mi avevano ristretta la cosina, ma sento i tessuti stirati all’inverosimile.
“Walter sei proprio uno stronzo…”, ma lo dico mentre allargo ancora di più le gambe per creare maggiore spazio. Ormai siamo tutti e due lubrificati al massimo e la velocità e la forza delle spinte aumentano. Passano i minuti: è resistente… è un toro….. è quello che cercavo…… pochi minuti e godo una prima volta. Le gambe mi tremano. Se ne accorge e si sfila lasciandomi una sensazione di vuoto dentro.
Ma è solo per cambiare posizione: mi tira fuori dalla macchina. Mi gira e, tenendomi per i fianchi, mi solleva come un fuscello: mi appoggia contro lo sportello posteriore del Suv.
Ho appena il tempo di vedere la sua generosa dotazione in mezzo le gambe: veramente notevole! Mi ci fa scivolare sopra impalandomi di nuovo.
“Walter mio, ma dove la tenevi nascosta tutta questa roba?”
Non risponde. Mi sbatte contro l’auto. Adesso le spinte sono dal basso verso l’alto. Mi tengo abbracciata al suo collo; la sua testa è in mezzo ai seni che sbalzano fuori dal vestito. Mi lecca e mordicchia i capezzoli. Non riesco più a trattenere la voce… sono gemiti e mugolii di piacere. Vado avanti così non so per quanto tempo. Godo ancora una volta. Lui non dice una parola…e ancora non viene… è un toro da monta e non è ancora sazio. Mi stacca dall’auto, apre lo sportello e mi butta giù sul sedile posteriore a pancia all’aria. Sono totalmente in sua balia. Mi posiziona con le cosce sopra le sue spalle. In un attimo è di nuovo dentro di me… è una furia…. non mi dà fastidio la larghezza del suo attributo, ma sento la sua lunghezza; il suo arnese mi strofina dentro come mai mi era accaduto. Perdo sempre più il controllo di me stessa, non domino più ciò che faccio e soprattutto quello che dico….. pochi minuti mi sono bastati per avere un terzo forte orgasmo….. sono sfinita… sudata … lui ha ancora la stessa erezione…..regge ancora, ma come fa?
“Basta Walter, sono sfinita….”
Ma in verità ne voglio ancora, non sono abbastanza sazia. E’ una vita che non faccio l’amore posseduta in questo modo, anzi, forse non l’ho e mai fatto….
Walter prende le mie gambe e mi fa capire che devo girami. Lo faccio. Così ho il busto poggiato sul sedile ed il resto che sporge fuori. Si inginocchia dietro di me ed inizia a leccarmi fra le cosce, poi anche là sotto strappandomi così altri mugolii; sempre leccando ora sale, sale fino ad arrivare all’altro orifizio. E’ bravissimo… ha una lingua da favola, ben tosta anche lei…. provo piacere mentre sento la sua saliva diventare sempre più abbondante e poi qualcosa che si fa strada nel pertugio più stretto.. è solo un dito… non offro resistenza… è tutto semplice.. i muscoli sono abbastanza rilassati dagli orgasmi già avuti. Le dita ora diventano due…. le sento… eccome….ma il mio sfintere si adatta quasi subito. Adesso le dita sono diventate tre e come una sega entrano ed escono roteando …. su e giù…. soffro di piacere, mi piace in quel modo….
“Walter, non vorrai metterci tutta la mano, spero!”
Le tre dita si sfilano….. non penso di oppormi a quello che sto per subire. Eccolo… ancora duro, forse ancora di più…. serro i denti, le mani, gli occhi…. Walter mi sta per violare anche lì.
“Piano, ti prego, Walter…. non sono molto abituata a prenderlo lì… e di queste dimensioni”.
Le parole mi escono soffocate per il nuovo ingresso. Non credo di farcela. Cerco di calmarmi e concentrarmi per rilassare i muscoli dello sfintere. Sotto i colpi non è facile, ma funziona. A Walter evidentemente piace sentire il suo arnese così strizzato. Dopo dieci minuti immagino abbia intenzione di svuotarsi lì. Niente. Si sfila. Mi solleva, mi tira fuori dall’auto e mi fa mettere in ginocchio davanti a lui. Mi prende la testa per i capelli e mi avvicina a quel coso che adesso posso vedere e conoscere da vicino. Apro la bocca più che posso e lo accolgo evidentemente vogliosa. Non riesco a giocarci con la lingua… mi riempie troppo … su e giù, su e giù…. non respiro… così ho solo qualche minuto di autonomia… e sono esausta…. Alzo gli occhi fissando il viso contratto di Walter…. affondo di più i miei colpi, sperando si svuoti, continuando a guardarlo ormai supplichevole. Walter si aggrappa più forte alla mia testa spingendola verso se… mi sto strozzando… non posso prenderlo tutto…. è già in fondo alla gola. Finalmente sento l’arrivo dell’eruzione…. Sento il liquido che pulsando sale lungo la tutta la verga….. eccolo …eccolo….! Và direttamente in gola: ho dei conati di vomito. Il suo seme è in quantità mostruosa…. Non esce a schizzi come ero abituata con Sandro.. ma è un copioso e continuo caldissimo denso zampillo. Per non soffocare mando giù una, due, tre, quattro volte… Walter allenta la presa, mi stacco, e faccio un profondo respiro dopo la lunga apnea. Sempre guardandolo, completo l’opera ripulendo tutto con la lingua. Sono stanchissima. Ho rivoli di umori, saliva, e sperma ovunque… li sento scendere lungo le cosce ed ai lati della bocca.
Io e Walter ci guardiamo per qualche attimo in silenzio; poi scoppiamo a ridere tutti e due.
“Sei sprecato a fare il garagista, Walter!”
“ L’ho sempre detto che se sarei stato più fortunato……”
“Va bene Walter, non aggiungere altro. Dov’è un bagno qui?”
Mi accompagna ed aspetta di fuori che abbia finto di riassettarmi. Guardo l’orologio. Accidenti sono le due e mezza!!! Abbiamo fatto sesso per quasi due ore….!!!
Esco e gli do un bacio sulla guancia.
Come sempre mi accompagna all’uscita. La grossa serranda si alza con un rumore che sono sicura sveglierà il vicinato. Con le gambe che mi tremano per la stanchezza e con strane sensazioni di pertugi ancora dilatati, arrivo al portone di casa. Questa volta mi giro e saluto Walter che mi ha seguito con lo sguardo. Cosa accadrà d’ora in poi. Non lo so. Sono stanca, ho sonno, ci penserò domani. A casa riesco malapena a farmi una doccia. Il mio sfintere è ancora aperto e arrossato, lo vedo riflesso nello specchio. Meno male che Sandro torna tra tre giorni….

E’ arrivata la domenica mattina… questa notte l’ho sfangata. Ho detto a Sandro che non mi sentivo bene e sono riuscita a rimandare l’incontro amoroso che lui aspettava dopo una settimana di lavoro. Per essere più credibile non uscirò per tutto il giorno. Lui, come sua abitudine, andrà comunque a farsi un giro con il Suv.
Quando torna è visibilmente imbestialito.
“Che è successo?” – gli domando allarmata.
“Mi sono infuriato con i garagisti, e questa mattina me la sono presa proprio con Walter!”
“Motivo?”
“Deve esserci il cane di qualcuno che gira in quel garage. Così gli ho detto che devono stare più attenti e chiudere i finestrini rimasti aperti delle auto…. Pensa tu che ho trovato macchiato di roba appiccicosa tutto il nostro sedile posteriore … sembrava bava… Ma non basta… mentre gli parlo, quel cretino di Walter che fa? ..mi guarda e sorride…! Non è mica normale quello..!!”
Senza che se ne accorga sto sorridendo anch’io. Come al solito ha ragione il mio Sandro.
Che non era normale, Walter, me lo aveva fatto ben sentire….… la bava poi, era quella della mia squassata ma soddisfatta passerottina….
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