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Essere zio (capitolo terzo)


di Mylady06
14.10.2013    |    19.992    |    8 9.7
"Era proprio quello l’innesco che avevo immaginato..."
I momenti passati con Eleonora, improvvisi e fugaci, mi avevano molto turbato. L’uomo vissuto che pensavo di essere svaniva a causa una ragazza poco più che ventenne, per di più nipote! Eleonora non era una donna qualunque, non era una ragazza qualunque… perché ci univa indissolubilmente la parentela ovvero l’ingrediente principale di un rapporto grottesco e dal sapore dolceamaro.
La parte dolce era il fatto che io ero lo zio, e ciò mi avrebbe permesso comunque di continuarla a vedere e frequentare.
La parte amara, decisamente dura da mandar giù, era la consapevolezza che la situazione creatasi prima o poi sarebbe finita. Sarei stato capace di rinunciare alla sua femminilità, alla sua innata sensualità, alla sua estrema passionalità? Come avrei resistito alla voglia di raccontare quella inenarrabile incredibile storia piena di incestuosa trasgressione?
Ma soprattutto: sarei riuscito a non invaghirmi troppo di Eleonora?.... temevo che questo stava già accadendo…
Unica certezza: la voglia matta e irrefrenabile di vivere con lei altri momenti improvvisi, inimmaginabili e casuali…; pura perversione o il prologo di un innamoramento proibito?
Le ore, i giorni, le settimane passavano e vivevo sempre in attesa che qualcosa accadesse. Impaziente decisi di instradare gli eventi.

Al contrario di mia moglie avevo ancora qualche giorno ferie da smaltire ed il rischio di non usufruirne e perderle non era poi così remoto. Avevo in mante un piano ma avrei lasciato che fossero gli altri a suggerirlo involontariamente ……

Una sera, durante la cena.
- “Cara moglie, vogliamo prenderci qualche giorno di vacanza?”
- “Magari… ma sai benissimo che mi è rimasto solo qualche giorno che mi sono tenuta per passare Natale e Capodanno a casa fuori!”
- “ Peccato, io ne ho ancora parecchi e non volevo perderli!”
- “Allora perché non ne approfitti per andare a sistemare e preparare casa? Alle feste manca meno di un mese non è tanto tempo....”
- “Si, hai ragione, ma…. non è che mi vada molto, lo sai. Là sono solo, non so cucinare, e di panini ne mangio già abbastanza tutto l’anno in pausa lavoro”.

Non aggiunsi altro e lasciai cadere il discorso.

Due giorni dopo. E’ il compleanno di mio cognato e, come solito, lo passiamo con loro. Al termine della serata mi faccio propositivo.
- “Voi avete programmi per Natale? Che ne dite di passarlo insieme a noi a casa fuori?”.
I miei cognati per vizio pensano ad organizzarsi l’ultimo giorno possibile; quindi, considerato anche che le due sorelle – mia moglie e mia cognata – sono molto attaccate tra loro, la risposta affermativa è per me più che scontata.

Ed ebbi ragione. Era proprio quello l’innesco che avevo immaginato. Nei giorni seguenti mia moglie infatti non fece altro che martellarmi, chiedendomi con insistenza di andare a sistemare casa fuori perché lei non avrebbe potuto.
Resistevo, titubavo, nicchiavo adducendo varie motivazioni. Finché, qualche giorno dopo, appena tornata dal lavoro, mi disse:
“Allora questa mattina ho parlato con mia sorella. Non vuole assolutamente che il peso dell’organizzazione pesi tutto su di noi. Dato che neanche lei può assentarsi dal lavoro mi ha proposto, sempre che tu non abbia nulla in contrario, di farti accompagnare da Eleonora e due sue compagne di università.”
“E perché?” – dissi con fare sorpreso e scocciato ma conscio che stavo raggiungendo lo scopo voluto.
“Abbiamo pensato di unire l’utile al dilettevole. Le ragazze vengono lì per studiare: devono preparare un esame e quindi se ne staranno buone chiuse in stanza senza distrazioni. Tu nel frattempo farai tutti i lavoretti che servono. Se è necessario le ragazze possono darti una mano, altrimenti il loro unico compito è quello di prepararti da mangiare e lasciare in ordine la cucina.”
Mi lasciai convincere anche se in verità non avevo calcolato l’imprevisto che Eleonora sarebbe venuta accompagnata. Una cosa alla volta. Comunque si era creata la circostanza per me ad hoc ma … io non c’entravo nulla!

Sono due giorni che siamo a casa fuori: io, Eleonora e le sue due amiche di università. Sistemo casa mentre le tre ragazze passano quasi tutto il giorno in stanza a studiare. Poi una mattina Eleonora mi dice.
“Zio, le due mie amiche vorrebbero andare a visitare il paese qua vicino; quindi rimango io a prepararti qualcosa da mangiare!”.

Le amiche sono uscite da qualche minuto ed Eleonora è china sul tavolo a studiare. Questa volta mi impongo che devo essere io a prendere l’iniziativa. Mi affaccio dalla porta socchiusa della stanza…
- “Eleonora, ma non ti fa male la schiena tutto il giorno seduta davanti i libri?”.
- “ In effetti… ma tra pochi giorni ho l’esame!”
- “ Dai, lascia perdere i libri per un po’. Ora ti faccio un bel massaggio alla schiena.” Nel dire così mi metto seduto sul bordo del suo letto invitandola a raggiungermi con il gesto con la mano.
Eleonora si butta come un pupazzo a peso morto ed a faccia in giù sul letto.
- “ Ehi, non posso mica massaggiarti con questa roba addosso…”.
- “Zio, basta tirare giù la zip del vestito……”
Come l’incallito giocatore di poker con le sue carte, così feci scorrere quella zip scoprendo il suo corpo centimetro dopo centimetro.
Non aveva il reggiseno… continuai a scendere con la zip lungo la schiena in attesa di incontrare il bordo del suo slip.. ma non lo trovai perché non lo indossava. Quando il vestito fu interamente sganciato ne aprii i lembi verso l’esterno: mi apparve uno dei fondoschiena più belli che avessi mai visto! Il solco partiva appena accennato e seguendo una mirabile curvatura diventava sempre più profondo e nascosto: ero eccitato da morire. “Che bello… stupendo….!” e me lo baciai tutto arrivando ovunque con la lingua. Sentivo la sua eccitazione e il piacere.
Improvvisamente Eleonora si tirò su mettendosi seduta e coprendosi con un braccio io suoi seni.
“Zio, so che lo vorresti ma io… io non posso fare l’amore con te! No, non fraintendere e cerca di capire…. Ti giuro, ne avrei voglia, tanta.. ed il solo pensiero … E poi non starei qui sdraiata nuda vicino a te che sei sicuramente eccitato… ma il problema è che io ... io non l’ho mai fatto con nessuno… insomma ..hai capito?.... sono vergine!!”
Rimasi in silenzio.
- “Sai” – continuò lei - “ho avuto ragazzi che me lo hanno chiesto e ci hanno provato… ma ho sempre dovuto resistere… Non ridere per quello che ti sto per dire: …fin da piccola mamma - sai bene come la pensa all’antica e come è rigida su alcune cose - mi ha fatto il lavaggio del cervello: mi ha sempre detto che non bisogna concedersi, che bisogna essere sicure che capiti con la persona che si ama veramente…. A me sono sembrate sempre fesserie… Il vero grosso problema è che mamma mi impone ancora la sua ginecologa, sua carissima amica, che puntualmente le riferisce il mio stato. Se le raccontasse che non sono più “integra” sarebbe una tragedia, non mi farebbe più uscire da casa e vedere con nessuno”.
-“Scusami Eleonora, non immaginavo, e tua madre è proprio esagerata…non può essere padrona dei tuoi sentimenti e del tuo corpo.. Scusami se sono stato così impulsivo.. ma mi piaci, mi piaci tantissimo…e.. l’hai capito… e non vedevo l’ora di fare l’amore con te…”
- “Non aggiungere altro, zio, è inutile…” - disse mettendo il suo indice sul mio naso per zittirmi – è inutile…. È inutile perché ho però deciso che ti darò comunque la mia verginità…”
- “Ma che dici!!! Sei pazza, incosciente… no, no.. non si può fare… tua madre lo verrebbe a sapere…… mi denuncerebbe …no, no….”
- “Hai finito di blaterare zio? Mi fai finire di parlare?... Ho un’altra verginità da donarti… non sei tu che poco fa che hai detto che ho il più bel fondo schiena che abbia mai visto?”.
Si ributtò nuda sul letto mettendosi a pancia sotto e inarcando il suo bel fondoschiena.
La mia carne, già dura, a quell’invito fu irrorata di più e prese maggior vigore… Costretta e soffocata dal pantalone e dallo slip la liberai sopra quelle forme inviolate. Ne paragonai la lunghezza: era la stessa del suo solco… mi avvicinai di più.. mi poggiai in quell’incavo e mi strofinai.
Invece di irrigidirsi sentii i suoi glutei rilassarsi…. Saranno state le diverse dimensioni tra il suo fondoschiena e quello di mia moglie.. ma il mio amico sembrava maledettamente enorme per lei… quando mai sarebbe riuscito a guadagnarsi l’ingresso in quell’esile corpo….
Eleonora si assestò sotto di me in modo da far scivolare la mia calda estremità il più vicina possibile all’obiettivo.
– “No, non così tesoro…” – dissi – “ la prima volta in questa posizione sarebbe sicuramente doloroso per te”
La rivoltai e la misi supina, presi le sue lunghe gambe e le poggiai sul mio petto facendomi scavalcare sul collo dai suoi piedi.
Mi guardava smarrita.. non aveva capito cosa stessi facendo…. “Zio, ti ho detto che non posso fare l’amore…
Fui io che questa volta le misi il mio indice sul naso per zittirla.
Da quella posizione cominciai a poggiare quella parte di me proprio dove lei aveva desiderio di sentirla. Eleonora sfuggì il mio sguardo girando la testa di lato.
“ No, guardami!” - dissi – “Devo capire le sensazioni dal tuo viso.”
Nonostante i suoi umori fossero colati nel punto giusto, ancora l’attrito era forte. Bagnai entrambe le parti interessate con abbondante saliva e ripresi a spingere… con ferma dolcezza…. Le mani di Eleonora si aggrapparono al lenzuolo stringendolo… anche il viso era teso… mi fermai per farla abituare al nuovo ospite.
Ricominciai a spingere muovendomi per farmi strada…. Lei era tesissima, cominciava a sudare… le braccia erano ancora più rigide e le dita più avvinghiate al lenzuolo..
Le sue gambe poggiate sul mio petto facevano da freno… quando spingevo troppo quasi mi allontanavano impedendomi di andare oltre…
“Sei bellissima le dissi…ed è bellissimo entrare anche così dentro di te…”
Ebbi la sensazione che quelle da me sussurrate fossero parole magiche: i muscoli che ad anello stringevano … mollarono… lei si rilassò ed io avanzai inesorabilmente dentro di lei lentamente, lentamente, molto lentamente, ma senza mai fermarmi fino a raggiungere il fondo.
“Che strana sensazione di caldo dentro..” - disse…
Ritraendomi uscii di pochi centimetri per poi riaffondarmi lentamente.
Continuai questo movimento finchè mi resi conto che ormai quell’ingresso era violato e si stava abituando alla nuova situazione.
Eleonora aprì finalmente gli occhi… mi guardò e sorrise “ Zio, sei dentro me, ti sento…. che bello…. sei il primo uomo che è entrato dentro me….. e non lo scorderò mai.”
Mi sentii rassicurato… si era abituata a quella situazione ed i miei movimenti potevano essere più profondi e decisi…. Su e giù non più per pochi centimetri ma per tutta la lunghezza… Il suo viso mutava espressione a seconda se entravo o uscivo….
Il movimento diventava sempre più fluido…. aumentavo sempre più velocità e forza. Il suo corpo adesso veniva scosso dai miei colpi profondi. Lei sorrideva ed allungando un braccio riuscì pure ad accarezzarmi….. “Continua zio, è bellissimo…. Credo che riuscirò a godere anche così”.
Continuai ad esplorarla così per diverso tempo, fino a ché mi disse di volersi mettersi più comoda. Mi sfilai e vidi il rosso pertugio stringersi.
Eleonora si girò mettendosi in ginocchio con il viso sprofondato nel cuscino ed offrendomi da questa nuova posizione il suo orifizio.
Mi aggrappai ad i suoi bianchi fianchi tirandola verso di me e questa volta entrai dentro lei con più facilità.
La vista di quel forellino così dilatato e pieno mi eccitava sempre più. I nostri corpi sbattevano l’un l’altro sempre più forte.
Non ero più io che spingevo, ma lei che si muoveva contro di me… il suo ansimare cresceva sempre più….. era diventata impetuosa e violenta e temevo che presa dall’eccitazione si sarebbe procurata qualche danno.
Perse ogni ritegno e disse cose incredibili. Mi voleva sempre più dentro, sempre con maggiore violenza. Voleva sentirsi usata e trattata male. All’apice urlò tutto il suo piacere…. Io sentii contrarsi i muscoli interni che strizzarono la mia carne: non resistetti e le riversai tutto il mio caldo liquido dentro. Si abbandonò esausta ed io, ancora dentro, mi sdraiai sopra di lei.
Mi sussurrò.: “Sono fortunata ad avere uno zio come te!” Ed io nel suo orecchio: “Sono io ad essere fortunato ad avere una nipote come te!”.
(E’ accaduto davvero!)
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