tradimenti
La riconquista 2

12.06.2025 |
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"Milo le è vicino, troppo vicino per avere il tempo di pensare eppure, nessuno dei due sembra accorgersene davvero..."
Milo arriva in anticipo all’appuntamento.
D'altronde esso è fissato proprio al bar dell’albergo dove ha preso una camera-
Si sistema al tavolo, osserva l’ingresso del ristorante con un misto di trepidazione e incredulità.
Sta per vederla.
Per la prima volta, senza quel monitor che li ha separati per anni.
La porta si apre.
Diana fa la sua apparizione.
La vede scambiare due parole col receptionist e quindi rivolgersi nella sua direzione vestita unicamente di uno smagliante sorriso che rende trascurabili i pur ricercati abiti che indossa..
Per un istante, il tempo sembra fermarsi.
Un’esitazione appena percettibile, poi un sorriso, spontaneo, sincero.
— Lei è il sig Milo?
Si alza di scatto,
— Diana!
L’abbraccio è naturale.
Non studiato, né forzato: sponteneo.
Le braccia di Milo si chiudono attorno a lei, il corpo di Diana si adatta a quel gesto senza alcun dubbio.
Finalmente!
Non è l’emozione dell’incontro, è il sollievo della conferma.
Lei è esattamente come l’aveva immaginata.
Lui è proprio come Diana sperava e a questo punto le sovviene di quella strana fotografia.
Si staccano appena, si guardano negli occhi.
Diana sente tutto scorrere con una semplicità disarmante.
Seduti al tavolo, le parole emergono spontanee.
— Perché quella foto?
Milo abbassa gli occhi imbarazzato:
— Mi avevi appena detto che ti volevi sposare.
— Io non potevo raggiungerti e mi è sembrato l’unico modo per poter essere presente al tuo fianco.
L’argomento è velocemente accantonato.
Ora ricordi, battute, confessioni non hanno più freni, come se tutto fosse sempre esistito, come se questo non fosse il loro primo incontro reale.
Diana parla di Leon, di come la sua vita sia cambiata dopo il matrimonio.
Milo l’ascolta, ma dentro di sé combatte una tempesta silenziosa.
Diana non coglie il suo tormento.
Non ancora.
L’atmosfera è perfetta: leggera, intima, avvolgente.
Un calore sottile li unisce, qualcosa che entrambi avvertono senza bisogno di definirlo.
Nulla di forzato.
Nulla di deciso.
Solo l’inizio di qualcosa che già esisteva loro malgrado, e che ora prende forza ogni istante di più.
— Vuoi vedere la mia stanza?
Non servono altre parole: Diana si alza o lo invita a precederla.
Il silenzio ora è denso, palpabile.
Diana sente il battito del proprio cuore accelerare appena.
Non per l’incertezza, non per il dubbio, ma per la consapevolezza di ciò che sta accadendo.
Milo la osserva con respiro lento, misurato.
Ogni dettaglio di lei è esattamente come l’aveva immaginato: eppure, qualcosa è diverso.
La distanza tra loro si è ridotta senza che ne fossero pienamente coscienti.
Non c’è più schermo, non ci sono più parole scritte a filtrare la realtà.
Diana inspira piano.
Percepisce la presenza di Milo in modo diverso: più intenso, reale.
Avverte il calore della sua vicinanza, l’energia che riempie lo spazio tra di loro.
Milo tende una mano, quasi senza pensarci.
Un gesto naturale, spontaneo.
Diana non si ritrae.
Sente che ciò che sta facendo è giusto: inevitabile.
L’aria attorno a loro sembra rallentare.
Ogni secondo pesa più del precedente.
Non è esitazione, è consapevolezza.
È il momento in cui le certezze si dissolvono e restano solo istinto e desiderio.
Diana chiude gli occhi per un istante.
Avverte il cambiamento, sa che da ora tutto sarà futuro.
Diana sente il cuore batterle forte, ma non è paura, non è esitazione.
È un richiamo a, qualcosa di istintivo, più profondo di ogni ragionamento.
Milo le è vicino, troppo vicino per avere il tempo di pensare eppure, nessuno dei due sembra accorgersene davvero.
I gesti non sono misurati, non sono studiati.
Sono il puro istinto che prende il sopravvento.
Le dita si sfiorano, le distanze si annullano.
Non c’è volontà, c’è solo inevitabilità.
L’aria è carica, ogni respiro sembra amplificarsi nel silenzio della stanza.
Diana sa che dovrebbe dire qualcosa, ma ogni parola le sfugge, persa in quel vortice che li ha catturati entrambi.
Milo la guarda e per un istante sembra incerto, ma è solo una frazione di secondo: non sufficiente per fermare ciò che sta accadendo.
Ora non esistono più regole, non esiste più il passato, il futuro, le decisioni prese o quelle ancora da prendere.
Esistono solo loro, immersi in una realtà che non hanno costruito, ma che li ha travolti senza avvertimenti.
Nulla è programmato, nulla è calcolato.
Tutto accade con una naturalezza disarmante.
Scopano come due fidanzatini che si avvicinano per la prima volta al sesso
Quando si calmano, quando finalmente l’aria torna a essere respirabile, solo allora si guardano davvero negli occhi mentre le loro mani continuano incessantemente a frugare i reciproci corpi
La consapevolezza li colpisce all’improvviso.
“Cos’è successo? Quando è successo? Come?”
La risposta non esiste, perché non c’è stato un attimo di lucidità per comprenderlo.
Solo l’attimo fuggente.
Solo il momento.
Solo loro.
Diana è sopraffatta dall’intensità dell’istante, dal fluire naturale di ogni gesto.
Non riflette, non analizza: vive.
Milo, invece, sa.
Ogni azione, ogni sfioramento, ogni sguardo è un tassello.
Quando la guarda negli occhi, sa che ormai ella è entrata nella sua orbita.
Nulla tornerà mai più come prima.
Diana ormai gli appartiene.
La invita a passare la notte con lui ed ella accetta fiduciosa.
Hanno trovato l’amore travolgente, quello che non necessita di un consiglio estraneo per essere realizzato.
Si congiungono nuovamente, un’altra volta, due, tre.
Diana crede di essere libera nel momento in cui si abbandona, ma Milo sa che da ora ella non lo sarà mai più.
Ora Milo è stremato e si addormenta sereno sul suo seno mentre Diana è lieta di fargli da cuscino.
La notte passa come un sogno, un'onda che travolge entrambi: una naturale prosecuzione di quanto avvenuto tra loro che non preannuncia neppure indicativamente una possibile fine..
Solo al risveglio, le conseguenze appaiono chiare.
Diana è colma di emozione, ancora stordita dal momento.
Milo, invece, sorride appena.
Sa di avere vinto.
Leon non è più un ostacolo.
Leon non esiste più travolto dall’intensità di quella notte.
Diana avverte il peso della notte addensarsi sulla sua pelle ma stavolta è diverso non è più piacevole.
Il primo bagliore dell’alba filtra dalle tende, e il mondo si ricompone.
La notte è stata un vortice senza tempo e senza domande, puro istinto.
Adesso, mentre il corpo si risveglia, anche la mente torna a farsi sentire.
Leon!
Il nome si insinua senza preavviso, senza delicatezza.
Diana avverte il cuore accelerare i suoi battiti.
Perché adesso fa tanto male pensare il suo nome?
Si muove piano, il lenzuolo scivola dalla pelle lasciandola libera.
Quella stessa pelle ora percepisce qualcosa di strano: una memoria fisica che non riesce a cancellare.
Il rimorso non è un’idea astratta.
È una presenza.
Le sensazioni della notte tornano, ma hanno un sapore tutto diverso.
Il tocco di Milo, la sua voce, il suo respiro: tutto riemerge, e tutto ora sembra una prova concreta di ciò che è successo.
Diana chiude gli occhi, ma il pensiero non si spegne.
Non è stato un sogno.
È successo davvero.
Il battito del cuore non è quello appagato di un amore travolgente.
È qualcosa che preme, che la trascina verso un pensiero che non vuole affrontare.
La sua mente ripercorre ogni momento.
Ogni carezza, ogni gesto, ogni parola sussurrata nel silenzio della stanza.
Era reale?
Era giusto?
Era suo?
Fino a poco tempo prima, ne era sicura ora non più.
Milo non è un semplice amante,è un pezzo della sua storia, un periodo della sua vita che merita di essere riconosciuto,reintegrato, celebrato, risarcito..
Questo non è un tradimento: è una parentesi, una restituzione, un atto di affetto per chi l’aveva accompagnata da lontano per anni.
Così si era sempre apparsa la storia.
Ora, in quella camera, quel racconto comincia a sgretolarsi.
Leon l’aspetta a casa, ignaro di tutto ma fiducioso nel loro legame.
Eppure, qualcosa non torna.
C’è un fremito dentro di lei, una sensazione che cresce e che non riesce più a ignorare.
Non è solo passione.
Non è certo solo un desiderio momentaneo.
È qualcosa di più grande, più oscuro.
È una prigione che non aveva mai conosciuto prima.
Il suo respiro accelera.
L’idea è troppo nitida per essere scacciata via.
Se non fosse mai stata una sua scelta?
Se tutto fosse stato già deciso, pianificato, disegnato da Milo molto prima che lei se ne accorgesse?
Il rimorso si fa più profondo, si avvolge attorno a lei come una fiamma che non riesce a spegnere.
Si alza e va in bagno a rinfrescarsi un po’.
Quando torna, arriva la notizia.
Milo appende la cornetta del telefono e le sorride
— Diana mi trasferisco in questa città.
— Indovina?
— Ho trovato un appartamento accanto al tuo.
— Da stasera stessa ti trasferirai da me..
— Potremo stare sempre insieme
Diana sente il mondo fermarsi.
Per un istante, tutto è sospeso.
Lentamente, ogni dettaglio si riordina nella sua mente.
Non è una coincidenza.
Non è un caso.
Milo ha costruito ogni singolo passo di questa storia.
Ha aspettato, ha manipolato, ha guidato ogni scelta.
Ora, la gabbia è completa.
Diana non riesce a parlare.
Non riesce nemmeno a respirare.
La sua non è stata una sua scelta libera: è stata una cattura sia pure in buona fede.
Adesso non può più ignorarlo.
Ora sa.
Diana ascolta Milo con un sospiro appena accennato.
Le sue parole arrivano come un colpo di scena inatteso, ma incredibilmente piacevole.
— Ho preso un appartamento accanto al tuo.
Per un istante, la sua mente si blocca.
Le sembra un dettaglio irreale, quasi un’idea nata da un sogno mai espresso a voce alta.
Dopo tanta lontananza, dopo anni di attese e incontri fugaci, ora la distanza tra loro è ridotta a pochi passi.
Un porta a porta.
Una vicinanza che non aveva mai immaginato possibile.
Diana avverte un fremito dentro di sé.
Non è più necessario inventare scuse, nascondersi dietro occasioni casuali.
Ora ogni momento può ripetersi indefinitamente.
Adesso tutto può accadere senza ostacoli.
Eppure, quando Milo le dice che deve trasferirsi da lui immediatamente, qualcosa dentro di lei si irrigidisce.
Leon.
Non può lasciare suo marito.
Non ancora.
Non in quel modo.
Rifiuta con delicatezza, senza esitazione evidente.
Non è un “no” definitivo, ma un rinvio mascherato con prudenza.
La vicinanza, quella sì, la accoglie senza riserve.
Ora tutto diviene più semplice.
Adesso il loro legame non avrà più barriere.
Diana si convince che questa situazione sia perfetta.
Non deve scegliere e non deve perdere nulla.
Leon resterà all’oscuro.
Milo sarà sempre presente come vicino e come amico: come amante quando lei lo vorrà.
Tutto, incredibilmente, trova un suo perfetto equilibrio.
In fondo questo non è un tradimento, è un tributo.
Un modo per ripagare Milo del tempo perso, per compensare anni di lontananza con momenti rubati che ora potranno pure divenire frequenti.
Diana si accoccola tra le lenzuola chiude gli occhi.
La coscienza è finalmente tranquilla.
Diana e Milo camminano abbracciati, le loro voci ancora intrise della lunga notte passata assieme.
La città inizia a svegliarsi, ma Diana è ancora immersa nelle emozioni, nella scoperta inaspettata di un legame affiorato con tanta prepotenza.
Quando raggiungono casa, Leon è lì, fermo sulla soglia.
Il suo sguardo si sofferma su di loro, su quell’abbraccio che non aveva previsto.
Un attimo di esitazione, un moto di sorpresa.
Diana non gli lascia tempo per dubitare.
Corre verso di lui, gli getta le braccia al collo.
— Non indovineresti mai!
La sua voce è pura energia, entusiasmo sincero.
— Ti presento Milo, il mio corrispondente di chat!
— Siamo stati tutta la notte a parlare nel suo albergo e solo alla fine mi ha fatto una confidenza.
Leon annuisce, il suo stupore si scioglie nelle spiegazioni di Diana ed accarezza dolcemente la moglie.
— Indovina: chi è il nostro nuovo vicino?
Milo sorride.
Un sorriso perfetto, controllato, avvolto nell’ombra di un piano a buon punto.
Leon, quasi senza esitazione, allunga la mano verso di lui.
Non vede alcuna minaccia in Milo, anzi, lo considera un valore aggiunto alla vita di Diana.
— Benvenuto, Milo.
— So che Diana si fida totalmente di te e che sei, non so se posso rivelarlo, il suo amico del cuore.
— Spero vivamente che tu voglia concedere anche a me tale onore.
Diana è felice.
Non poteva andare meglio di così.
Leon accetta Milo senza riserve, si affida alla sua presenza come un alleato, un amico, persino un consigliere.
Milo, conscio del suo accresciuto potere, accetta tutto con un sorriso.
La tavola è apparecchiata con cura, il vino versato nei calici.
Leon è rilassato, felice di vedere Diana sorridere.
Per lui, questo pranzo è un gesto di accoglienza, un modo per consolidare un’amicizia antica che sembra naturale.
Diana è radiosa.
Tutto sta andando esattamente come sperava.
Milo, invece, sa che questo è molto più di un semplice pranzo.
Ora fa parte della loro vita quotidiana.
Ora ha un suo posto stabile accanto a loro.
Sorride, ascolta, interviene con la giusta misura.
Non forza nulla, non accelera i tempi.
Leon lo accetta senza riserve.
Diana è entusiasta, convinta che tutto sia perfetto.
Milo sa che il suo potere sta crescendo.
Leon, con la sua naturale gentilezza, si mostra aperto, disponibile.
Leon osservava sua moglie con attenzione, con un interesse nuovo, diverso.
All’inizio era stato solo un’impressione, un dettaglio insignificante, qualcosa di troppo sottile per meritare una vera analisi.
Ma ora è certo: qualcosa è cambiata.
Diana non è più la stessa, o meglio lo è ma c’è una parte di lei che sembra essersi spostata altrove.
I suoi orari sono diversi.
La sua energia è diversa.
Il modo in cui parla di Milo, il modo in cui sorride, persino il modo in cui si muove: tutto porta a una domanda che non riesce più da ignorare.
“Dove finisce Diana quando non è con me?”
Non c’è nulla di concreto.
Nessuna prova, nessun indizio chiaro.
Solo quella sensazione scomoda che cresce come una pressione invisibile, come un vuoto che si fa sempre più ampio.
Leon non è un uomo geloso.
Non è mai stato incline a sospettare senza motivo.
Ma questa volta il dubbio non è alimentato da paranoie irrazionali; questa volta è una certezza che ancora non ha forma, ma che esiste.
È qualcosa di reale.
Qualcosa che ormai non può più ignorare.
Diana è serena, più luminosa, più viva.
È proprio questa serenità ad inquietarlo.
È una felicità che sembra troppo perfetta per essere naturale.
Una felicità che ha radici che lui non riesce a vedere.
L’unico modo per capirlo è parlarne con Milo.
Chiedere consiglio a lui.
Cercare risposte da lui.
Leon non vuole sembrare insicuro ma sa che Milo è il confidente di Diana.
Non vuole mostrare il suo turbamento, né insinuare nulla che possa mettere Diana sulla difensiva.
Sa di dover fare qualcosa.
Deve capire se la sua percezione è reale.
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