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LA VACCA SVIZZERA E IL PERIZOMA AUTOGRAFATO - PARTE 1


di melanzo
08.04.2013    |    12.135    |    0 7.8
"Con i tuoi modi eleganti ma pratici al tempo stesso mi facesti bere ancora un pò, avrei fatto qualsiasi cosa tu mi avessi chiesto..."
Le manovre di atterraggio mi risvegliano dal sonno. L'Aereo è ormai giunto in Italia, sono ritornata nella mia Campania.
Finalmente mi sento serena, rilassata, una donna nuova. E pensare che appena la settimana scorsa durante il viaggio di andata il mio umore era nero,
anzi nerissimo. Il mio primo e unico Amore della mia vita mi ha lasciata dopo ben 6 anni di fidanzamento e ciò mi ha gettata in un periodo di ansia, paure, tristezza.
Dopo la rottura ci siamo rivisti delle volte, facendo anche l'amore, ma siamo comunque rimasti in un periodo di riflessione e soprattutto
grande in me era rimasta la confusione e la delusione.
Per cambiare aria per qualche giorno allontanandomi così dalla solita routine, ho accettato l'invito di mio padre ad andare a trascorrere una settimana in Svizzera,
dove vivono diversi zii e parenti.
Oh, ma che sbadata. Non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Sara e ho 28 anni. Sono alta 1m e 76, capelli rossi lunghi, ho una terza di seno, ma il mio punto forte, quello che
tutti mi guardano, è il sedere, rotondo e reso appetibile da anni di pallavolo. Purtroppo ho qualche chiletto in più, ma devo dire che ai maschietti non
dispiacciono: in più di una circostanza mi hanno fatto capire i miei corteggiatori che la mia pancetta mi rende ancor più sexy, per loro, per usare il
linguaggio dei maschi, sono ancor più "vacca". Il primo a pensarla così è proprio il mio fidanzato che spesso nel vedere il mio rosseto forte e la lingerie sempre accurata sul mio fisico mi ha paragonato a Jessica Rizzo.
Oh, sia ben chiaro: io son sempre stata una brava ragazza. Ho perso tardi la verginità, a 23 anni, e fino a questo viaggio in Svizzera mi ero concessa solo al mio
ragazzo. Lui non solo mi ha sverginata, ma mi ha anche introdotto nel mondo del sesso e piano piano ha tirato fuori da me il lato più perverso
che io esprimevo solo nei momenti di passione a letto. Nel giro di poco, son arrivata a praticare sesso anale, l'ingoio, il facial e qualsiasi cosa mi chiedesse il mio lui per renderlo felice,
assaporando appieno la bellezza di un mondo al quale sono arrivata un pò tardi.
Fortuna che ci ha pensato questo viaggio in Svizzera a riaccendere in me la voglia di vivere e di mettermi alle spalle un momento poco piacevole.
Ricordo che una volta scesi dall'aereo, mi divisi da mio padre, come nostra abitudine. Lui andò ad alloggiare da suo fratello, con il quale condivide la passione
per l'Hockey sul ghiaccio; io invece venni ospitata da mia cugina, Rene.
Rene aveva la mia stessa età, ma eravamo molto diverse. Io sempre riservata, sensibile, attenta alle esigenze del mio ragazzo; lei invece gli uomini li ha sempre usati
a suo piacimento, li cambiava in continuazione, li tradiva, riprendeva, ci faceva quello che voleva. Da un paio d'anni era andata a vivere da sola e non volle
sapere ragioni ma mi costrinse ad andare ospite a casa sua.
La prima sera la passammo a casa, perchè la stanchezza del viaggio mi portò ad andare a letto presto. Ne approfittai per raccontarle il mio particolare momento.
"So io quel che ci vuole per te" mi disse Rene con un ghigno. Ma da ingenua compresi solo dopo giorni cosa intendesse.
La mattina successiva durante una passeggiata in città, a Berna, mi disse che in serata avremmo avuto un impegno: saremmo andati a cena fuori io, lei,
il suo fidanzato ed un amico. Insomma, un'uscita a 4 vera e propria! Rifiutai subito l'invito, perchè troppo turbata dal mio stato sentimentale e non in vena
di questo tipo di uscite. Rene insistette molto e con la scusa di volermi presentare il suo nuovo ragazzo riuscì a strappare il mio si, ma soprattutto, e questo
meravigliò anche me, mi convinse anche ad indossare qualcosa di più appropriato rispetto al jeans e alla maglietta.
Meno male che quando viaggio sono solita portarmi mezza casa dietro. Optai per un vestitino nero, collant, stivali neri con tacco e perizoma, sopra indossai una pelliccia prestatami
da mia cugina che sembrava fatta apposta per il mio abito. Prepararmi accuratamente mi aveva fatto bene, per un pò ero riuscita a distrarmi. E poi il risultato non era affatto male.
L' appuntamento era fuori al ristorante, il ragazzo di Rene ci venne a prendere a casa per condurci al posto prestabilito. Fu fuori al locale che avvennero le presentazioni vere e proprie.
Il fidanzato di mia cugina, Markus, era un simpatico trentenne con capelli corti e occhi celesti.
Carino, ma nulla di più. Anzi, per i miei gusti il suo fascino era decisamente scialbo.
Decisamente più interessante era invece l'amico. Si chiamava Frank, un uomo di origine francese sopra la quarantina. Fisico asciutto, capello lungo ma non
eccessivamente, cortese e elegante nel vestire e nei modi di porsi, sapeva metterti a tuo agio, era il classico uomo amante del rischio e della vita, uno che ci
sapeva fare con tutto e tutti, soprattutto con le donne.
La serata trascorse con grande allegria e spensieratezza. Parlammo molto ma soprattutto mangiammo un'ottima carne e bevemmo. Dio Mio, avevo dimenticato
quanto bevevano gli svizzeri! Tra una portata e l'altra il vino scorreva a fiumi. Io ero abituata a bere qualche bicchiere mantenendo la lucidità, ma quella sera
esagerammo davvero. Brindisi su brindisi, risate su risate, bevevo anche io, pur non avendo l' allenamento degli altri commensali ma non volevo fare la figura della ragazzina alle
prime armi, della provincialotta. E poi la serata era così piacevole...
Al terzo giro di grappa post dolce, ovviamente mandata giù tutta di un fiato come Frank e Markus scherzosamente pretesero, mi iniziò a girare la testa.
Fu poco dopo che arrivò la prima sorpresa della serata: mia cugina e il fidanzato improvvisamente si alzarono dalla tavola e scusandosi con me e Frank
ci dissero che andavano via per avere un pò di intimità prima di rincasare.
Ricordandomi che eravamo giunte al ristorante insieme, ci era venute a prendere fino a casa il fidanzato di Rene, di istinto chiesi:
"Ok, Rene, ma io come torno a casa?"
Pronta fu la sua risposta:
"Ah già, che stupida - dopo capirò che recitavi alla grande - Frank tu hai la macchina, potresti cortesemente dare tu uno strappo a Sara?
Ci faresti un gran favore...Io e Markus è da una settimana che non stiamo un pò insieme. Scusateci, voi proseguite pure..."
Non feci in tempo a dire nulla che la mia mano fu elegantemente presa da quella di Frank per ricevere il suo baciamano, eseguito alla perfezione prima di esclamare
un: "Certamente, per me sarà un grande onore. Andate pure e divertitevi."
Seguì uno scambio di sguardi tra loro, quasi a mandarsi un segnale tacito.
Nel ricevere il tuo baciamano e nel vedere l'evoluzione della situazione, avvertì una vampata di calore in mezzo alle gambe.
Me ne vergognai e provai a controllarla, ma l'alcool rendeva tutto più difficile, o più semplice, a seconda dei ruoli.
Ecco, ora eravamo rimasti al tavolo io e te, uno di fronte all'altro. Mi sentivo un pò a disagio. Ci eravamo conosciuti da appena un paio di ore, e io da ragazza con un solo fidanzato nei
suoi 28 anni di vita, con la sua fedeltà e i suoi valori non potevo reggere il confronto con te, uomo vissuto e smaliziato.
Con i tuoi modi eleganti ma pratici al tempo stesso mi facesti bere ancora un pò, avrei fatto qualsiasi cosa tu mi avessi chiesto. La giostravi tu la serata, con le tue
battute di spirito simpatiche, i tuoi interessanti argomenti. Con la tua galanteria continuavi a riempirmi di complimenti, lo avevi fatto anche nel corso della serata,
ma da quando mia cugina ci aveva lasciati soli nel locale, era cambiato qualcosa nel tuo approccio. Adesso mi fissavi più spesso occhi negli occhi e lo faceva con un'intensità diversa. Sembrava quasi che ogni volta
che mi fissavi, il tuo sguardo aveva il potere di entrarmi nelle mutandine. E gli effetti tra le mie gambe si avvertivano.

continua
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