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LA VACCA SVIZZERA E IL PERIZOMA AUTOGRAFATO - PARTE 2


di melanzo
11.04.2013    |    10.293    |    0 9.5
"Quanta ne era, 6 - 7 schizzi mi imbrattarono per bene, e la tua era anche buona..."
Finalmente arrivò il momento di andare via dal ristorante. Con grande galanteria pagasti l'intera parte rimanente del conto, mentre io feci una figuraccia
al momento di indossare la pelliccia, inciampai e ci mancava poco che non arrivassi con la faccia per terra.
Fortunatamente riuscisti con una delle tue battute, ma anche con il tuo sorriso, a togliermi dall'imbarazzo. Quella mia mancanza di equilibrio nell'indossare
la pelliccia fu per te l'ennesimo segnale che ormai ero cotta a puntino. Un agnellino abbrancata da un lupo, è forse la metafora che meglio descrive la mia situazione.
Dovevo solo essere mangiata. Usciti dal locale, percorremmo assieme la strada necessaria
per giungere alla tua vettura. Mi sentivo per la prima volta spensierata, allegra, non avevo pensato per nulla al mio ragazzo e ai nostri recenti litigi.
Presa dal momento gioioso, decisi di osare. Cercai di camminare nel modo più femminile possibile, facendo in modo che il rumore dei tacchi dei miei stivali
ti arrivasse forte e chiaro.
Dopo un quarto d'ora a piedi finalmente arrivammo al parcheggio, che aveva in custodia la tua macchina. Che meraviglia! Avevi una lussuosa Bmw, splendida
e con ogni tipo di confort. Altro che la Fiat Uno, peraltro vecchia, del mio ragazzo! Ancora una volta facesti sfoggio di grande galanteria aprendomi la portiera
per farmi accomodare. Una volta seduta accanto al tuo posto, quello del guidatore, mi stupisti ancora una volta. Dai sediolini di dietro prendesti una
meravigliosa rosa rossa che mi porgesti con modi garbati e romantici. L'imbarazzo mi colpì ancora ma tu con una brillante battuta mi dicesti di non arrossire
perchè eri solito farlo con tutte. Scoppiammo entrambi a ridere e ancora una volta riuscisti a mettermi a mio agio. Caspita ci sapevi proprio fare.
Non riuscivo a vedere un lato negativo, neppure mezzo, ma solo un grande fascino. Più passavano i secondi e più speravo che le sorprese non fossero finite lì.
Ci mettemmo in cammino. Approfittasti del fatto che non distinguevo affatto le strade della Svizzera, per condurmi in un luogo deserto e sperduto.
Fermata la macchina, cercai di darmi un pò di contegno:
"hei, ma dove mi hai portata? Questa non è casa di Rene!"
"Oh, scusami. Parlando ho dimenticato di chiederti se ti faceva piacere farmi compagnia mentre fumavo un sigaro. Mi auguro non sia un problema per te"
"No, affatto. Anzi, ne approfitto anche io per fumarmi una sigaretta"
Ne fumai diverse anche perchè iniziasti una guerra di nervi, di attese, già vinta in partenza da te, mentre io mi lasciai prendere dalla tensione.
Fumavi e parlavi, eri un pozzo senza fondo di argomenti, ti sapevi vendere bene. Astutamente continuasti il tuo gioco di sguardi e complimenti e appena potevi mi toccavi, la tua mano con un banale
pretesto si posò prima sul mio ginocchio e poi sulla mia coscia. Al contatto della mia pelle con la tua, avvertì ancora vampate di calore tra le gambe.
N0n ne potevo più. Avrei voluto urlare: "ma allora che aspetti? Fai l'uomo e strappami le mutande!"
Tu invece sembrava giocassi una partita a scacchi, calcolatore fino in fondo all'anima, ti muovevi con disinvoltura e ritengo con la consapevolezza di sfruttare quel clima di attesa e desiderio
che avevi creato in me per usufruirne durante la serata.
Ad un tratto ascoltai dei versi di animali e ingenuamente ti chiesi:
"Ma ci sono delle pecore da queste parti?"
Pronta arrivò la tua risposta:
"No, qui c' è solo una vacca!"
Ecco, era arrivato il momento: avevi abbandonato i panni del galantuomo per badare al sodo. Il tuo attacco alla mia bocca arrivò dopo pochi secondi dalla tua
frase. Non opposi alcuna resistenza, del resto avevo atteso anche troppo quel momento. Le nostre lingue iniziarono a trovarsi per lunghi e apppassionati baci.
Limonammo a lungo e intensamente, nel frattempo avevi liberato i miei seni e li palpavi con decisione.
All'improvviso ti staccasti e tornasti sul tuo sediolino, io rimasi seduta sul mio guardando in avanti. Una mano la mettesti dietro la mia testa, afferandomi per i
capelli per tenermi la testa dritta; l'altra la inseristi sotto i collant e le mutandine. Mi iniziasti a masturbare divinamente. Quel barlume di dignità rimastomi,
mi spingeva a contenere la mia goduria, ma ci riuscì per poco. Presto iniziai a mugulare per esprimere il mio gradimento per il tuo lavoretto.
Quando fui arrivata quasi al culmine del piacere, rendesti più vigorosa la presa dei miei capelli con la tua mano, quasi a richiamare la mia attenzione.
"Godi pure tanto qui non ti sente nessuno - affermasti - questo è solo l'inizio. Stasera farai la stessa fine della bistecca di carne che abbiamo mangiato al
ristorante: ti spolpo fino all'osso."
Venni in un mare di urli e gemiti. Appena il tempo di riprendermi, che vidi estrarti dai pantoloni un meraviglioso cazzo di circa 20 cm e notevole anche nella
circonferenza. Che splendore. Eccitata come non mai, mi portai subito sul tuo arnese, lo scappellai e con grande padronanza leccai tutta l'asta, prima di iniziare
un su e giù da favola. I pompini erano il mio forte. Te ne accorgesti anche tu che gradisti molto e rimanesti piacevolmente sorpreso quando, indemoniata
per la voglia e la lunga attesa, dedicai un servizietto d'oro ai tuoi testicoli, le presi in bocca, succhiai e leccai con grande avidità.
All'improvvisto mi fermasti:
"Vieni dietro, che ti faccio vedere come si fotte in una BMV"
Passati ai sedili di dietro, mi leccasti i capezzoli dei miei seni, poi con gran decisione strappasti i miei collant con le tue mani vigorose. La violenza con la
quale mi strappasti i collant e ti avvicinasti al tuo obiettivo mi eccitò ancor di più.
Il perizoma lo scostasti, lasciandolo al suo posto. Alla vista della mia fighetta, con un pelo ben curato nella parte superiore ma completamente depilata
dall'altezza delle labbra in basso, avesti un sussulto.
"Che porca! Solo una troia si cura così la fica. Del resto non avevo dubbi: la mia esperienza mi ha insegnato che le rosse sono le più porche."
Mi penetrasti con tutto il perizoma addosso, scostato appena. Con un colpo secco, me lo mettesti tutto dentro. Urlai dal piacere.
"Vedo che ti piace. Questo è un cazzo da Serie A, quando torni a Napoli diglielo a quel fesso del tuo ragazzo che finalmente hai preso un cazzo buono.
Con questo ti passa ogni crisi"
Già, il mio fidanzato non ci avevo proprio pensato a lui, l'adrenalina della serata mi aveva portato a dimenticarlo
"Ma tu come sai del mio fidanzato? E della crisi? Io non ti ho raccontato nulla di ciò"
"Ho saputo tutto da tua cugina. Renè mi ha raccontato del tuo periodo difficile e insieme abbiamo organizzato questa serata. Ha pensato a me perchè avevi
bisogno di uno che te lo facesse uscire dalle orecchie"
Ma guarda quella stronza di mia cugina, però devo dire che mai come questa volta ho apprezzato la sua generosità e le sue amicizie.
Eri un divino scopatore, sapevi come far godere una donna, toccavi i punti giusti, sapevi quando rallentare e quando accellerare. Una goduria immensa.
Poco prima di venire, mi afferrasti per i capelli:
"Vacca, siamo in Svizzera, tu sei mezza svizzera, adesso mi fai venire con una sega svizzera."
Mi avventai con foga sulle tue palle, per lavorarci con la bocca, mentre iniziai a masturbarti con la mano.
"Ahhhh, ma che succhia palle professionista sei. Mi fai impazzire. Sta arrivando, preparati alla mia sborra"
Con la mano mi prendesti i capelli, immobilizzando la mia testa e mi venisti in faccia. Quanta ne era, 6 - 7 schizzi mi imbrattarono per bene, e la tua
era anche buona. Con le mani la portai alle labbra e bevvi quella che riuscì a far arrivare alla bocca.
Mi guardavi con attenzione
"Amo berla, se fosse per me ingoierei sborra tutti i giorni" ti confidai.
Fumasti una sigaretta, mentre restammo abbracciati. Che meraviglioso uomo che eri, avrei fatto qualsiasi cosa mi avessi chiesto.
Tornato in tiro, mi togliesti il perizoma e iniziasti a leccarmi il buchino.
"Tutti vorrebbero possedere il mio sedere - ti dico - io fin qui l'ho concesso solo al mio fidanzato, ma lui se lo deve guadagnare, tu invece puoi prenderlo subito
e farci quello che vuoi ma non farmi male"
Mi preparasti per bene, e iniziasti lentamente ad incularmi.
"Certo che ci faccio quello che voglio. Guarda là che culo meraviglioso che hai. Ma pensavi davvero che ti avrei fatto uscire da questa macchina senza
aprirtelo?"
Una volta che il mio di dietro si fu abituato alle tue dimensioni, aumentasti notevolmente il ritmo fino ad arrivare a scoparmi con violenza inaudita.
"Ti ci faccio entrare anche le palle, te lo rompo il culo. Diglielo al tuo ragazzo che da adesso quando ti incula non dovrà più perdere tempo a prepararti:
Dopo stasera in mezzo alle chiappe avrai una galleria."
Eccitata, umiliata, scopata da Dio, mi lasciai anche io andare e iniziai a sgrillettarmi.
"ahahahahh guarda quanto sei troia, la mano tradisce la tua voglia di godere"
"Si, ti prego, rompimi il culo, fottimelo, aprilo in due. Quello stronzo del mio ragazzo se lo merita, così impara. "
Venisti dentro il mio sedere. Lo facemmo altre due volte. Eri un instancabile scopatore, lo facemmo in tante posizioni.
Al termine della serata, mi accompagnasti a casa. Prima di scendere dalla macchina mi leccasti, ripulendo la passera nella quale eri venuto poco prima.
Scesi stanca dalla tua vettura, ma felice. Ero talmente inebriata da questa esperienza insolita per me che non ebbi neppure un senso di colpa nei confronti del mio
ex, ma ero totalmente presa da te, dai tuoi modi garbati ed eleganti a quelli più perversi e da dominatore che mi avevano portato a vivere un'esperienza quasi
da film porno. No, decisi che non ci dovesse essere spazio per dubbi e ripensamenti, avrebbero solo rovinato una serata unica e meravigliosa.
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