Racconti Erotici > tradimenti > Ludovica (I)
tradimenti

Ludovica (I)


di LoScrittore91
02.09.2017    |    17.222    |    5 9.7
"Sul viso ha ancora qualche accenno di trucco, i biondi capelli sono raccolti con una coda dietro alla nuca..."
Premessa: Questo è un racconto dal ritmo lento, dove le scene si susseguono creando la giusta tensione prima del finale. Non è un porno, bensì un semplice racconto erotico. Le scene di sesso arriveranno a tempo debito. Buona lettura.

Daniele, il protagonista (fidanzato di Adriana), passerà il weekend di ferragosto con Claudia (migliore amica di Adriana) e Luca, i quali si sono offerti di ospitarli nella loro casa al mare. All'ultimo momento la sorella di Claudia decide di raggiungere le due coppie.

LUDOVICA, PARTE I

Accanto a me dorme, Adriana. La sua figura si prolunga sul materasso. Il lenzuolo che nasconde parte del corpo, il viso adagiato sul comodo cuscino. Sulla moquette della camera da letto si estinguono i raggi del sole trapelati dalla finestra.
Lascio il letto per infilarmi in doccia. Torno in stanza con l'asciugamano avvitato alla pancia. Mi rivesto, senza fretta. T-shirt e pantaloncini. Esco dalla stanza senza fare frastuono.
Dal fondo del corridoio arrivano dei rumori. Ante che si aprono, si chiudono, il rumore dei bicchieri che si sfiorano delicatamente. Claudia di sicuro ha già iniziato a preparare per stasera. Raggiungo il salotto per andare a controllare.
Nell'angolo cottura, alla mia sinistra, trovo una ragazza bionda. E' di spalle. La osservo mentre spalanca le mensole in cerca di qualcosa.
I capelli biondi, lunghi, le scendono lungo la schiena coperta da una comune t-shirt bianca. Ha i fianchi da modella. Sono stretti, precisi, sembra che qualcuno le abbia preso le misure con la dovuta attenzione. Ma il mio occhio non si ferma lì. Così scendo, arrivando ad ammirare la parte migliore. Il sedere tondo, consistente, ma allo stesso piccolo e proporzionato al resto del fisico. Ficcato tra i glutei c'è un perizoma nero. Uno di quelli sottili che non lasciano nulla all'immaginazione, di sicuro l'ha indossato pensando che non ci fossero ospiti in casa. Le gambe sono slanciate, senza alcun accenno di cellulite. L'abbronzatura ne risalta la bellezza.
Si volta verso di me, rimanendo con una mano appesa ad una mensola.
Gli occhi verdi, chiari, perfetti.
Mi sorride. Ora è ancora più bella.
- Sai dov'è il caffè? -, domanda.
- Hai provato in quel cassetto? -, le rispondo indicando accanto al frigorifero.
Segue il mio consiglio. Prende una busta di caffè e me la mostra, guardandomi con aria interrogativa.
- Come facevi a saperlo? -
- Sono molto intuitivo -, affermo facendo spallucce.
- Diciamo che hai provato ad indovinare -, sorride. - Comunque non mi sono nemmeno presentata, che maleducata. Io sono Ludovica, la sorella di Claudia -, mi porge la mano.
- Beccato. Daniele, piacere -, mi presento stringendole delicatamente la mano.
- Ho sentito parlare di te, sei il ragazzo della migliore amica di Claudia -, fa una breve pausa, poi riprende. - Prendi il caffè? -
- Magari, ti ringrazio -
Non sembra preoccuparsi che un uomo la possa vedere in quelle condizioni, con un misero straccetto a coprirle il punto più bello del suo corpo. Non ci pensa Ludovica, forse vuole farsi vedere, vuole provocare. Se questo è il suo scopo lo sta facendo bene. Poteva andare in camera, mettere un paio di calzoncini e sarebbe passato l'imbarazzo. E invece no, preferisce sbattermi in faccia il suo culo perfetto. Dannata stronza, già ti adoro.
Ludovica prepara la moca. Nel giro di pochi minuti è pronta. Così, come due estranei curiosi di conoscersi, ci ritroviamo uno di fronte all'altro a bere caffè nel lungo tavolo del salotto. Inizialmente, per sciogliere il ghiaccio, discutiamo del tempo. La osservo mentre parla con enfasi del sole di questi giorni, lo definisce caldo e intenso. Finito il caffè rimaniamo seduti, entrambi desiderosi di approfondire la conoscenza. Scopro che è una barista di Roma, ma sopratutto che ha ventidue anni, esattamente dieci in meno di me. Mi parla un po' del suo lavoro e dopo averla ascoltata le racconto della mia occupazione come commesso in un negozio di elettronica. Mi piace parlare con lei. E' spigliata, simpatica, molto diversa da Adriana. Tra di noi sembra sia nato un certo feeling.
- Mi trovo bene a parlare con te, sei simpatico -, mi dice accennando un sorriso. Si sistema una ciocca bionda dietro l'orecchio.
- Vale lo stesso per me -, rispondo.
La sua frase, il suo sorriso, dentro di me si accende qualcosa di strano. La sola possibilità che possa piacerle mi eccita. La mente galoppa, non si ferma, sforna immagini assurde, il cui sfondo è palesemente erotico.
Qualcuno rompe l'incantesimo. Sento dei passi dietro di me. Mi volto, è Adriana.
L'espressione del suo viso; un misto fra stupore e rabbia, con un pizzico di gelosia. Anche per lei è la prima volta che vede Ludovica. Magari non se l'aspettava così bella, così giovane. Magari non si aspettava di trovarmi a prendere un caffè con lei. Io al posto suo proverei le stesse cose. Rabbia e gelosia. Per fortuna non sono al suo posto. Mi tengo il mio, di fronte a questa bella bionda.
Adriana si avvicina. Mi da un bacio a stampo rapido, scialbo, che nasconde il suo desiderio di spaccare ogni cosa in questa stanza. Alza lo sguardo verso Ludovica. Si sforza di sorridere, non le riesce molto bene.
- Sei la sorella di Claudia? -, domanda con un tono fastidioso, urtante.
- Già. Ludovica. Tu sei Adriana immagino -, ribatte. Ha un tono nuovo, differente da quel usato con me. L'ostilità che ha l'una verso l'altra è palpabile.
Ludovica si alza, prende le tazzine sporche e va verso l'angolo cottura. Le lascia nel lavandino, dopodiché si volta versa di noi.
- Vado a farmi una doccia. E' stato un piacere conoscervi, ci vediamo più tardi -, afferma accennando un sorriso diretto più a me che ad Adriana. Esce quindi dal salotto.
- A dopo -, le dico.
Adriana nemmeno risponde. La segue con lo sguardo, inarcando le sopracciglia in maniera palese, quasi teatrale.
- C'è, fammi capire. Questa puttanella gira in perizoma per casa, senza curarsi di niente e di nessuno. Quanto avrà? Diciotto anni? E tu che fai, ci prendi anche un caffè insieme! -, sbotta allargando le mani.
- Non farti film, l'ho incontrata qui in salotto e per educazione ci siamo presentati. Tutto qui -, le rispondo alzandomi dalla sedia.
- Cerca di starle lontano, anche se è la sorella di Claudia non mi piace -

Giro le salsicce sulla piastra del barbecue, una alla volta, facendo attenzione alla cottura. Non vorrei mandare all'aria la cena programmata da giorni. Intanto, l'odore gradevole ed invitante della carne cotta, si diffonde nel giardino.
A pochi passi da me, sotto l'ampia veranda, c'è un tavolo allestito con pietanze di ogni genere. Antipasti, formaggi, bruschette e un paio di bottiglie di vino rosso. Le donne di casa si sono date un gran da fare a preparare il tutto. Il cielo nel frattempo comincia a farsi scuro, l'aria si rinfresca grazie anche qualche sporadica folata di vento. Dall'interno della casa mi arrivano voci e risate. Tra poco ci ritroveremo tutti a tavola.
All'improvviso, come un angelo incantevole, Ludovica fa capolino dalla porta d'ingresso che collega il giardino alla casa. Viene verso di me, il sorriso stampato sulle labbra tinteggiate da un rossetto bordeaux che le fa sembrare ancora più grandi, carnose. In mano ha un bicchiere di prosecco. L'andatura è raffinata. Le spalle vengono sfiorate dai lunghi capelli biondi. Il vestitino nero che ha scelto è qualcosa di pazzesco, da togliere il fiato. Oltre ad essere aderente e conforme alle impeccabili forme del suo corpo, presenta una scollatura che permette di adocchiare un frammento del seno. Essendo decisamente corto arriva fino alle cosce, lasciando nude e libere le gambe sostenute da un paio di tacchi a spillo.
- Mi annoiava stare dentro, come procede? -, mi domanda fermandosi a pochi passi dal barbecue.
- Tra una decina di minuti sarà tutto pronto. Come mai ti annoiavi? Ho sentito risate, battute, c'era una bell'atmosfera dentro casa -, rispondo punzecchiando una salsiccia con le pinze.
- Le risate che hai sentito erano di Claudia e della tua compagna. Quel coglione di Luca ha raccontato l'ennesima storia noiosissima. E' insopportabile, solo che nessuno ha il coraggio di dirglielo -
- Wow. Non sono l'unico a pensarlo allora. Non mi sono mai trovato bene con Luca. Adriana ogni volta mi accusa di essere poco socievole, quando in realtà mi costringe a relazionarmi con persone ridicole -, spiego sorridendo.
- Non è vero che non sai socializzare. Oggi pomeriggio, appena conosciuti, ci siamo subito ritrovati a prendere un caffè insieme. Forse la tua compagna non ha molta considerazione di te, e questo è un peccato -, afferma bevendo un sorso di prosecco.
Vorrei poter fermare il tempo, parlarci per ore intere. Conoscerla, scherzare e magari ubriacarmi con lei prima di andare a letto insieme. A differenza di Adriana sembra capirmi, ma sopratutto apprezzarmi. Sono arrivato qui nervoso, scostante, con il pensiero al mio gruppo di amici. Inizialmente non volevo venirci, ho sperato fino all'ultimo in un imprevisto. Dopo l'incontro con Ludovica tutto è cambiato. La situazione che sto vivendo è quasi adolescenziale. Lei che mi cerca, mi guarda, ed io che non so come comportarmi. Infondo, dopo tutto, ho una compagna che amo.
- Diciamo che non mi ascolta molto, ha un carattere forte -, ribatto alla sua affermazione.
Ludovica fa un paio di passi verso di me, affiancandomi. Vengo invaso dal suo profumo, una fragranza dolce ma allo stesso tempo forte e decisa. Sento la sua esile mano che si posa sulla mia spalla. Un gesto all'apparenza innocuo, ma che in realtà nasconde l'evidente voglia che ha lei nei miei confronti. Vedo che da un'occhiata alla carne che mano mano si avvia verso la cottura perfetta.
- Prova a parlarle -, dichiara drizzando le sopracciglia. - Sembrano quasi cotte, che dici? -, domanda.
- Non è facile fidati, è una donna tosta e testarda -, rispondo al suo consiglio, poi continuo. - Per la carne stai tranquilla, sono un esperto del barbecue -, le dico sorridendo.
- Lo voglio sperare, ho una fame incredibile -
La mano di Ludovica lascia la spalla, scivolando così per tutto il braccio, per poi interrompere definitivamente il contatto. Una carezza quasi voluta. Sento improvvisamente il pene più duro, più rigido.
- Non voglio distrarti, torno dentro. Magari Luca avrà esaurito le sue storie -, afferma sorridendo.
- Non mi disturbi, tranquilla. Se vuoi rimanere fai pure -
- Ti ringrazio, ma è meglio che mi vedano. Di sicuro ci sarà da portare qualcos'altro fuori -
- Ok, come vuoi. Allora a fra poco -, le dico sorridendo.
- Certo chef, a dopo -, risponde alzando il calice nella mia direzione.
Quindi si allontana da me, avviandosi verso la veranda illuminata. Lo sguardo non può non cadermi sul suo fondo schiena. Il sedere tondo spicca attraverso la stoffa del vestitino, uno spettacolo che dura fino a quando lei non scompare attraverso la porta.
Con le pinze metto le salsicce nei piatti, cercando di togliermi strani pensieri dalla testa.
E se lei si dichiarasse? Cosa farei in quel caso? Raramente capita di trovarsi una ragazza del genere vicino. I miei amici farebbe follie, probabilmente lascerebbero anche proprie compagne. Io invece sono sicuro che rimarrei fedele ad Adriana. Anche se nella mia testa sogno di portarmela a letto la realtà è ben diversa. Stiamo insieme da otto anni, praticamente una vita. Abbiamo vissuto insieme i momenti belli e quelli brutti, sostenendoci l'un l'altro.
Ma forse è tutto nella mia testa. Ludovica forse è solo gentile, espansiva, per niente interessata ad un tipo come me. Si, sicuramente è così.

La cena finalmente inizia. Partiamo con la carne calda, dove ricevo complimenti per la cottura perfetta. Dopodiché si passa alla pasta, il tutto accompagnato da buon vino. Claudia, Adriana e Luca sono l'anima della serata. Scherzano e ridono tra di loro, mentre io e Ludovica ci ritroviamo silenziosi l'uno di fronte all'altro. Quando Adriana mi chiede il perché del mio silenzio le rispondo che il motivo è sempre lo stesso. Lei si infastidisce e non mi rivolge più parola. Intanto, mentre i soliti aneddoti di Luca scorrono in sottofondo, scambio sguardi con Ludovica.
Penso al momento in cui staremo soli, magari per caso. Ora con Adriana vicino non posso fare nulla, nemmeno parlarle. Quando l'ha vista in perizoma nel bel mezzo del salotto ha dato la sua opinione, una sentenza irrevocabile. E' una troia. Nient'altro da dire. Devo starle lontano. Ma in realtà me ne frego di quello che dice, di quello pensa, di come vuole ottenere le cose con la sua arroganza. Pensa di controllare tutto Adriana, compreso le persone, compreso me. Ma si sbaglia. Io e Ludovica parliamo, ci guardiamo. Siamo liberi di farlo, infondo il tradimento che le sto riservando è solo mentale.
Mentre il cielo viene oscurato dall'arrivo della sera, un leggero e piacevole vento mi accarezza il viso.
- Allora Ludovica -, esordisce Adriana schiarendosi la voce. - Sei fidanzata? -, domanda concentrando l'attenzione di tutti sulla giovane.
- No, preferisco rimanere single. Meno problemi, più libertà -, risponde abbozzando un sorriso che cela una nota di fastidio.
- Capisco. Non ti interessa nessuno? -
- In verità si, qualcuno c'è. Purtroppo è fidanzato -, risponde Ludovica bevendo un sorso di vino.
- Peccato. Meglio che lasci stare allora -
- Invece pensavo di provarci lo stesso. Un ragazzo fidanzato non è inarrivabile, ci vuole soltanto più tempo per farlo crollare -. Il sorriso di Ludovica ora è spontaneo, malizioso.
- Dipende da che persona è. Per fortuna esistono ancora persone fedeli in questo mondo -, controbatte Adriana con un tono tra l'indispettito e l'offeso.
- Io penso che nessuno, uomo o donna, si possa considerare veramente fedele. Chi non tradisce è perché non ha avuto una occasione autentica. L'amore sarà sempre inferiore al desiderio sessuale. Siamo animali, non dimentichiamolo -, continua Ludovica con un'espressione compiaciuta.
- La tua teoria è forte. Mi viene da pensare che hai avuto qualche esperienza negativa per pensarla così –
- Si, più di una. Ad essere sincera ho tradito, per poi essere tradita. Ma me lo meritavo, quindi me ne sono fatta una ragione -. Ludovica accarezza delicatamente il calice di vino. Lo sguardo basso, assorto nei pensieri.
- Evidentemente non lo amavi -, afferma Adriana con un mezzo sorriso da stronza.
- Evidentemente amo la libertà -, ribatte Ludovica inarcando le sopracciglia.
Uno scambio di battute tagliente, che equivale ad una guerra fredda da due donne che ovviamente non si sopportano, opposte come mondi e modi di fare. L'oggetto di questa battaglia potrei essere io, come potrebbe invece trattarsi di una semplice sfida di carattere. Adriana la considera una troia, una ragazzina senza progetti ne valori. Ludovica, dal canto suo, sembra voglia farle perdere la pazienza. La bella ventenne risponde diretta, punzecchia, mette in discussione il valore della fedeltà. Un valore sacro per Adriana.
Il ragazzo sconosciuto, obiettivo di Ludovica, potrei essere io. Ora che c'è in ballo questa sorta di sfida sul valore della fedeltà Ludovica potrebbe usare il tutto come incentivo. Scoparsi il fidanzato per dimostrarle che nessuno è puro, nessuno è fedele.
Il conflitto fra le due si placa con l'entrata in scena di Claudia, la quale aveva assistito con sguardo assente allo scambio di battute. Non avrebbe potuto schierasi, da una parte sua sorella e dall'altra la sua storia amica d'infanzia. Con la scusa di un dolce preparato nel pomeriggio riesce ad alleviare la tensione, o almeno a mascherare il tutto. Nessuno comunque sembra interessato alla sua spiegazione, tranne Luca ovviamente. L'espressione di Adriana nasconde rabbia e disappunto. Ludovica invece sorride fra se e se, soddisfatta. Nei venti minuti successivi per lo più beviamo, costringendo la padrona di casa a far uscire dalla cucina altre due bottiglie di Merlot. Con la testa sempre più pesante e il palato solleticato dalla piacevole aroma del vino, provo ad immaginare i pensieri di Adriana.
- Si può sapere che hai? -, le domando a voce bassa appena arriva il dolce in tavola. Ludovica, Claudia e Luca intanto sono impegnati a programmare la giornata a mare di domani.
- Che ho? Ma l'hai vista? Si veste da troia, ti guarda ogni due minuti e come se non bastasse mi prende anche per il culo -, spara Adriana con un tono basso ma comunque duro e pieno di collera.
- Lasciala stare dai, ha dieci anni in meno di te. E poi non dimenticarti che è la sorella di Claudia. Non mi sembra il caso di rovinarci a permanenza qui per un semplice screzio -
- Ah, ora ci tieni a stare qui? E come mai questo cambiamento? -, mi domanda ironicamente. Beve un altro sorso di vino, finendo il bicchiere. So benissimo a cosa si riferisce, ma non ci casco.
- Perché ormai sono qui, è inutile ripensare al ferragosto in campagna -. Le do un bacio sulle labbra a stampo, strappandole subito dopo un sorriso.
Il bacio di giuda, che nasconde mille bugie. Ludovica è l'unico motivo per non odiare questo posto. Anche se so che è sbagliato dentro di me c'è voglia di approfondire, di sapere di più su di lei. Non è facile con Adriana fra i piedi ma comunque ci proverò. Nessun tradimento, nessuna mossa stupida. Non c'è nulla di male a conoscere una ragazza. Me lo ripeto all'infinito, fino a convincermi.

La sete e il canto incessante di un pettirosso fanno si che mi svegli nel pieno della notte. Il caldo è tropicale, insopportabile. Adriana dorme di fianco a me. Mi alzo dal letto alla ricerca di qualcosa da indossare. Nella semoscurità trovo t-shirt e pantaloncini. Dopodichè in punta di piedi esco dalla camera da letto richiudendo lentamente la porta alle mie spalle.
Il corridoio, circondato da un'assenza totale di luminosità, risulta complicato da percorrere. Quando giungo in cucina mi ricordo della posizione dell'interruttore. Lo trovo subito alla mia destra. Un attimo dopo la stanza è perfettamente visibile in tutti i suoi dettagli. Il ronzio del frigorifero è l'unico rumore nel silenzio più assoluto. Accanto alla porta che conduce al giardino c'è una finestra aperta. Guardando con più attenzione noto che la luce della veranda è stranamente accesa. Probabilmente dopo tutto quel vino nessun si è preoccupato di spegnerla.
Apro il frigorifero e prendo una bottiglia d'acqua. Dopodichè riempio un bicchiere e mi appoggio al piano dell'angolo cottura. Mentre bevo sento il rumore di una sedia che struscia sul pavimento, la conferma che in veranda c'è qualcuno.
Potrebbe essere Luca. Spero che rimanga lì seduto, una conversazione nel pieno della notte con lui è l'ultima cosa che voglio.
La porta nel frattempo si apre, io trattengo il fiato. Appena vedo Ludovica entrare nel salotto sorridendo vengo travolto da un senso di liberazione. D'istinto ricambio il sorriso, rimanendo con il bicchiere vuoto in mano. Ogni volta che la vedo mi toglie il respiro, è l'incarnazione della sensualità. Sul viso ha ancora qualche accenno di trucco, i biondi capelli sono raccolti con una coda dietro alla nuca. Porta una canotta bianca con le spalline, talmente aderente da offrirmi la possibilità di indovinare le misure del seno. Una terza a giudicare dalla pienezza. I capezzoli pungono il tessuto, due ombre circolari che fanno da contrasto con il bianco della maglietta. Un paio di shorts sportivi grigi, corti e attillati, si fermano poco sotto al sedere.
- Ehi, anche tu sveglio? -, mi domanda lasciando la porta semiaperta.
- Già, avevo sete. Come mai eri in veranda? -, le chiedo posando il bicchiere sul tavolo di fronte a me.
- Il caldo. Claudia ha deciso di non montare i condizionatori e questo è il risultato -
Ludovica si avvicina al frigorifero. Una volta aperto cerca con lo sguardo qualcosa fra i ripiani, dandomi ovviamente le spalle. Io ne approffito per guardarle il sedere. Quei pantaloncini sono così stretti da adattarsi perfettamente alle sue forme, mi chiedo quanta palestra abbia fatto avere un culo così compatto e tondeggiante.
- Puoi dirle forte. Fuori si sta meglio? -, le domando sospirando. La sua presenza mi rende nervoso ed eccitato nella stessa identica maniera.
- Decisamente. Se vuoi ti puoi unire a me -. Indica la veranda.
Per un attimo rimango spiazzato, confuso. Uscire con lei in veranda equivarebbe a tradire la fiducia di Adriana. Le ho promesso che sarei stato lontano da Ludovica. Dentro di me però cresce la voglia di passarci del tempo insieme, di conoscerla. Per tutta la sera ho aspettato il momento cui mi sarei ritrovato da solo con lei e ora che si è presentato di fronte a me, nitido e perfetto, vengo assalito dai dubbi.
- Va bene dai, giusto dieci minuti. Ho un sonno incredibile -, le dico.
Una volta in veranda mi rendo conto che l'aria è più fresca. Ci sistemiamo su due sedie di legno, l'uno accanto all'altra. Iniziamo a parlare della cena, accompagnati dal fruscio di foglie provocato dal vento. Ludovica mi spiega che ha notato un astio da parte di Adriana, aggiungendo che la cosa è comunque ricambiata. Non si sopportano, è evidente. La ascolto senza schierarmi. Infondo Ludovica per certi versi ha ragione, Adriana quanto ci si mette è insopportabile.
- Dimmi la verità. L'hai mai tradita? Ti giuro che non le dirò niente -, mi domanda abbozzando un sorriso. La osservo divertito mentre si porta l'indice di fronte alle labbra serrate.
- Ti devo deludere, la risposta è no. Fedele per otto anni -, le rispondo lasciandomi spronfondare sullo schienale.
Ludovica si rannicchia sulla sedia, raccogliendo le gambe e portandole contro il grembo. I piedi nudi appoggiati sul bordo di legno.
- Secondo la mia teoria, non ti è mai capitata una vera occasione -, afferma.
- In una occasione ci sono andato vicino. Andai con una mia collega in magazzino per recuperare un computer da portare ad un cliente. Una volta lì lei ci provò spudoratamente, avvicinandosi per baciarmi. Io non ci cascai e da quel giorno fu tutto diverso. Da una bella amicizia passammo al buongiorno e buonasera -
- Non ti interessava veramente. Devo ancora conoscerlo l'uomo che, chiuso nel magazzino, si rifiuta di baciare una bella ragazza -, mi dice inarcando le sopracciglia.
- Era una bella ragazza, ma non me la sono sentita, tutto qui -
- Allora sei un caso unico -, commenta ironicamente.
Il tempo passa. I discorsi variano, intervallati da qualche imbarazzante momento di silenzio, in cui entrambi fissiamo il giardino come due mummie. Un gatto ci sfreccia davanti e assorti nei pensieri lo notiamo a malapena. Ludovica mi racconta delle difficoltà incontrate durante le sue precedenti relazioni. A sorpresa scopro che la più lunga è durata tre mesi, il resto sono stai brevi flirt o avventure occasionali durate al massimo una notte. Non ha mai voluto impegnarsi e, quando è cascata nella trappola del fidanzamento, ha puntualmente tradito il partner di turno.
- Mi sembri una brava ragazza, magari non hai trovato la persona giusta -, le dico trovando una posizione più comoda sulla sedia.
- Non sono una santa fidati -
- Nessuno lo è -
- Mi riferisco al fatto che non sono una ragazza che si fa problemi. Se mi piace un ragazzo ci vado a letto, saltando quelle inutili fasi che servono soltanto per tenere la coscienza pulita, per non sentirsi una troia il giorno dopo -, mi dice incrociando le gambe e tenendo le braccia sui bracci della sedia.
- Non c'è niente di male in questo -
- Si ma a volte supero il limite -, ribatte con un sorrisetto che cela qualcosa di forte, un segreto piccante.
- A cosa ti riferisci? -, domando incuriosito.
- All'anno scorso. Ma è un episodio di cui non vado fiera -
- Non ti giudico, tranquilla -
- Va bene -, comincia sospirando. - Come ti dicevo è successo l'anno scorso. Rimasi a piedi dopo aver perso l'ultimo autobus per tornare a casa. Avevo appena finito di lavorare e il telefono era completamente scarico. Dopo mezz'ora di autostop, alle undici di sera, si fermò un ragazzo sulla trentina. Appena entrai in macchina notai che era carino, gentile, ma soprattuto che aveva una fede nuziale. Mi accompagnò a casa e, una volta arrivati, presi l'iniziativa -, fa una piccola pausa in cui mi guarda. Ed ecco che riprende, stavolta il tono nasconde una nota di imbarazzo. - Non so cosa mia sia preso, fatto che sta che mi ritrovai a fargli un pompino. E a lui piaceva, al punto che decisi di farmi venire in bocca. Dopo quel giorno non lo vidi più. Provò a lasciarmi il numero ma niente, rifiutai. Eravamo pari. Capisci perchè non credo alla fedeltà? -, mi domanda abbozzando un timido sorriso.
La descrizione mi eccita. Il pene diventa un pezzo di marmo ingabbiato nei boxer. Conosce uno sconosciuto e si ritrova a fargli un servizietto in macchina. La classica troietta, aveva ragione Adriana. Il pensiero di lei che fa sesso orale è qualcosa che non potrò più togliermi dalla mente, un segno indelebile. Ora la vedo più vicina, più facile da avere. L'ha detto Ludovica, non si fa problemi. Non ha tralasciato nessuno dettaglio in modo da farmi capire di che pasta è fatta, di quello che riesce a fare.
- Bè, non è da tutti i giorni incontrare una bella ragazza che ti fa una cosa del genere -, le dico.
- Bella ragazza? Grazie sei gentile -, mi sorride. Poi continua. - Si, mi rendo conto di aver esagerato, però lui era sposato. Poteva dirmi di no e invece ha ceduto immediatamente -
- Poverino, non aveva via di fuga -, ribatto ironicamente.
- Quindi tu, al posto suo, avresti ceduto? -, mi domanda con uno sguardo da cui trapela malizia.

Continua...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ludovica (I):

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni