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Lui & Lei

Recuperare


di LoScrittore91
30.07.2020    |    5.762    |    2 9.9
"Lui può, lei invece deve riportarmi a casa..."
- L'hai più sentito? - mi domanda Manuela.

Guida in una strada dimenticata da Dio. Per fortuna i fari alti ci avvisano delle curve.

- L'ultima volta una settimana fa. E' un pezzo di merda, mi ha scritto un messaggio per sapere come stavo. In realtà ha la coscienza sporca – sbotto guardando fuori dal finestrino.

Le corna le avevo scoperte per caso, aprendo una sua conversazione di WhatsApp. Chissà da quanto Alessandro si scopava quella ragazza. “L'ho conosciuta in palestra”. Solo questo è riuscito a dirmi.

- Che stronzo. Dai che stasera ci sfasciamo. Ci saranno parecchie persone, magari anche bei ragazzi – mi incita Manuela sorridendo. Da quanto mi sono lasciata, venti giorni fa, è carica più che mai.

La sua migliore amica era tornata sulla piazza.

- Speriamo, ho proprio voglia di divertirmi – le dico in tono malizioso. Mi spunta un sorriso sulle labbra.

- Hai intenzione di troieggiare un po'? - mi chiede guardandomi per un istante.

- Adesso sono single. Voglio recuperare -

Oltre ad Alessandro sono stata a letto soltanto con un altro ragazzo, quasi otto anni fa. Ho voglia di fare nuove esperienze, di lasciarmi andare, di non pensare.

- Brava, così ti voglio -

Chiara ci accoglie alla porta. Alle sue spalle, sparse nel salotto, ci saranno una decine di persone divise in piccoli gruppetti. Qualcuno lo conosco, di altri ne ho sentito solo parlare.

Salutiamo Chiara con un caloroso abbraccio, le diamo il regalo di compleanno e liquidiamo i presenti con un saluto generale. Manuela se ne va in bagno. Chiara si allontana solo per prendere due Gin Lemon dal tavolo delle bibite. Torna porgendomi il drink.

Provo a scambiare qualche parola con Chiara, cercando di superare il brusio generale ed una canzone di Coez sparata dal televisore sintonizzato su spotify.

Incrocio lo sguardo con un ragazzo. Un amico di Chiara che non ho mai visto. Lui mi guarda, io ricambio. E' alto, biondo ed indossa una camicia azzurra. E' dall'altra parte del salotto e devo accontentarmi soltanto di questi dettagli.

Sorrido a Chiara. Ho voglia di sapere.

- Chi è quello? - domando.

Chiara da un'occhiata. Il tipo sta parlando con un altro ragazzo.

- Luca e Claudio. Chi dicevi dei due? -

L'altro è un tipo basso e brutto. Mi meraviglio della domanda.

Mando giù un sorso di Gin Lemon. C'è quasi tutto alcool nel bicchiere di plastica.

- Mi raccomando fatti sgamare eh? Quello carino ovviamente – rispondo.

Chiara mi mostra un sorriso dei suoi. Mi conosce e ha già capito.

- Ti interessa Luca? Se vuoi te lo presento -

Luca, almeno so come si chiama.Lo guardo, stavolta più sfacciata. Spero che se ne accorga. E mi accontenta. E' un gioco, un flirt a distanza.

- Non voglio passare per quella che sbava dietro ai ragazzi – le dico.

Chiara fa spallucce e si guarda intorno. Il drink in mano.

- Come vuoi. Dov'è Manuela? - chiede.

E' sul divano. Il ragazzo che le siede accanto sembra ammaliato. Lei lo provoca, gli sfiora il braccio. E' sempre stata un po' troia. Due mesi, la storia più lunga. Ho sempre ammirato il suo lato egoistico, la semplicità con cui affronta le cose, il pensare ad oggi e non al domani.

Manuela beve, il ragazzo la imita. Lui può, lei invece deve riportarmi a casa.

Oltre a quantità industriali di alcool, scopro che c'è altro. Del cibo, ad esempio. Scorro accanto al tavolo del buffet riempiendo il piatto di rustici e stuzzichini.

- Sicuramente non ci moriremo di fame -

Ottima battuta per rimorchiare. Inarco le sopracciglia senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.

- Sicuramente – dico secca.

Alzo lo sguardo, pentendomi subito della risposta acida. E' lui. Luca. E da vicino è ancora meglio. Spalle da sportivo, occhi chiari. Ce l'ha fatta a fare il primo passo.

- Scusami, ero immersa nei miei pensieri- mi giustifico sorridendo.

- Tranquilla – ricambia il sorriso. - Sono Luca, piacere – mi tende la mano.

- Diana – gli dico stringendo la mano.

- Come mai conosci Chiara? -

- E' la mia migliore amica. Praticamente ci conosciamo dalle elementari -
Luca annuisce. E' proprio carino.

- Tu? - domando addentando un rustico.

- Frequentiamo tutti e due giurisprudenza -

Rimaniamo dieci minuti a parlare davanti al tavolo. Luca è un ragazzo timido, forse un po' impacciato, ma comunque interessante. Chiara è l'argomento che sfruttiamo per rompere il ghiaccio. Superata la prima fase di imbarazzo finiamo a parlare dell'università. In realtà non me ne importa nulla. Assecondo le sue spiegazioni, sparo qualche domanda solo per non chiudere il contatto con lui.

Mi sono lasciata da una settimana. E Luca è il primo ragazzo con cui ho un approccio.

Poco più tardi, uscendo dal bagno, mi ritrovo davanti Manuela. Siamo nel corridoio. In mano ha un bicchiere di vino, l'ennesimo della serata. Mi guarda sorridendo maliziosa. Le braccia incrociate all'altezza del petto. Mi ha visto chiacchierare con Luca e ora ne vuole sapere di più.

- Hai finito di bere? Ti ricordo che devi guidare tu -

Continua a sorridermi. E' ubriaca da far schifo. Io mi sono fermata al secondo drink. Ho comunque la testa leggera.

- Dai non rompere, è una festa. Ti ho vista con il biondino. Niente male -

Mi scappa un sorriso.

- Un po' timido, impacciato. E' il classico bravo ragazzo -

- E quindi? Mica te lo devi sposare -

Quando rivedo Manuela, due ore dopo, mi rendo conto che ha esagerato di brutto. Ride, in maniera quasi ridicola. Gli altri due ragazzi che sono accanto a lei non hanno bevuto di meno.

Sono le due di notte e non posso tornare a casa. Se dormo fuori mio padre da di matto.
Chiara sta parlando con Luca e Claudio. Li raggiungo interrompendo bruscamente la loro conversazione. Spiego la situazione a Chiara. Mi dice che non farà guidare Manuela in queste condizioni. Per fortuna ha una stanza libera dove può dormire.

- Io non mi posso fermare. Devo trovare un passaggio -

- Se vuoi io sto per andare, se vuoi ti posso accompagnare a casa – interviene Luca.
Un angelo. Non me la sento di rifiutare. Non ho altre opzioni.

- Sicuro che non è un problema? - domando.

- Tranquilla. Prendo la giacca e partiamo -

- Grazie – gli rispondo sorridendo.

Sono in macchina con un ragazzo che ho conosciuto da poche ore. Gli
argomenti sono forzati. Non è come alla festa. Ora è diverso. Siamo soli, di notte, nella sua macchina.

E' teso, Luca. Gli piaccio. Lo capisco dagli sguardi, da come pesa le parole. Ogni tanto lo avviso di svoltare. La strada è breve, ma lui non la conosce.

All'improvviso penso ad Alessandro. Mi sale la rabbia. Chissà dov'è, cosa sta facendo e sopratutto con chi. La tipa della palestra. Forse a quest'ora se la starà scopando.

- Abito lì – gli dico indicando il portone d'ingresso del mio palazzo.

Luca accosta l'auto a pochi metri dal portone.

- Grazie ancora – dico.

- Figurati, mi ha fatto piacere – risponde con quel sorriso dolce, gentile.

Il lampione sopra di noi illumina i nostri corpi.

Voglio farla, questa cazzata. Mi avvicino. Gli metto la lingua in bocca. Lui ci sta, ovviamente. Cominciamo a limonare come due forsennati. E' strano baciare un ragazzo che non sia Alessandro. Sento l'eccitazione in mezzo alle gambe.

Lui mi accarezza il braccio, io invece vado dritta sul suo petto robusto. Vorrei tanto che prendesse l'iniziativa. Luca però temporeggia, mi lascia friggere. Insiste con le inutili carezze sul braccio, senza toccare i punti che veramente mi farebbero impazzire.

Fai qualcosa, cazzo.

Scendo con la mano fino all'addome. Forse ha capito cosa voglio fare.

- Mi piaci – sussurra.

E io non so cosa rispondere. Per lui è una cosa romantica, per me è solo carne.

-. Anche tu – rispondo senza nemmeno dare peso a ciò che dico.

Mi fiondo sul suo collo. Lo bacio, lo lecco. Ho voglia di cazzo. Lui però sembra in un altro mondo. Mi sporgo verso di lui. Il mio seno gonfio che preme sulla sua spalla. E finalmente capisce. Mi mette una mano sulla pancia, sale fino al seno. Lo sfiora attraverso il tessuto della camicetta. Se solo infilasse la mano nel reggiseno scoprirebbe quando sono duri i miei capezzoli in questo momento.

Purtroppo non lo fa.

- Vorrei tanto farti una cosa. Solo che qui ci vedono. Spostiamoci – gli sussurro nell'orecchio.

Stasera voglio fare la troia.

La soluzione più vicina a casa mia è un parcheggio. Riprendiamo a baciarci. La camicia sbottonata mi offre la vista del suo petto. Qualcuno potrebbe vederci, ma non mi interessa.

Inizio. Le mie labbra che si incollano sul suo petto. Scendo, saggiando con la punta della lingua i muscoli. Quando arrivo all'addome il suo respiro è pesante, gonfio di aspettativa.
Gli apro la zip dei jeans. Li abbasso un po'. Ha già il cazzo che sta per scoppiare. Preme sul cotone dei boxer neri, gonfiandoli.

Per fortuna sta messo bene, Luca. Forse anche meglio di Alessandro. Glielo bacio attraverso il tessuto. Le dita sull'elastico dei boxer.

- Wow – sussurra.

Lo guardo sorridendo. Non ha ancor visto nulla.

Lo tiro fuori e me lo metto in bocca. E' duro come il marmo. Un sapore nuovo, buono. Comincio a succhiarglielo nel silenzio della notte. E' il terzo ragazzo della mia vita a cui faccio un pompino. E sembra che mi stia venendo bene.

- Diana, sto per venire.. - mi dice Luca con la voce strozzata dal piacere.
Non mi sono mai fatta venire in bocca. Alessandro mi ha sempre pregato di
farlo, aveva questa stupida fissa. Io, però, l'ho sempre visto come un atto di sottomissione. Così, almeno da me, non ha mai avuto questo piacere.

Con Luca però è diverso. Voglio farlo godere per bene. Accelero il movimento della mano. Nell'altra mano, invece, sento i muscoli della sua coscia indurirsi. Il cazzo si ingrossa nella mia bocca.

- Oddio si! - esclama tenendomi la testa schiacciata contro il suo ventre.

Sento la bocca riempirsi di una crema calda e densa. Seguo i spasmi del suo corpo, rimanendo con il cazzo in bocca fino all'ultimo istante del suo orgasmo. Il sapore di sperma è così forte da provocarmi la nausea.

Alzo la testa. Ci guardiamo. Una piccola colata di liquido mi scappa dalle labbra finendomi sulla camicia.Cazzo. Fisso le chiazze bianche sul rosso del tessuto.

Poi, ingoio.
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