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Monica vuole solo giovani...


di Membro VIP di Annunci69.it knoor
11.04.2021    |    14.801    |    3 9.6
"“Perdonami Ale” disse Luca “io devo andare un attimo in bagno” e se ne andò lasciandomi solo con la sua ragazza..."
Il ruolo del “bull” sembra quello più divertente, ma in fondo è quello più banale: la funzione del “bull” ovvero del “toro” è, come suggerisce il nome, un po’ meccanica. Dal un punto di vista psicologico la donna ed il compagno che dona la donna al toro sono molto più delicati e ricchi di sfumature. Ecco perché noi che ci proponiamo come “bull” e non abbiamo dalla nostra l’età e la bellezza, non abbiamo molta fortuna in quanto, non rientriamo nella meccanica del triangolo; non abbiamo gli addominali scolpiti ed i membri da cinque libbre come richiesto dalle giovani ninfe che tanto ci piacciono.
Eppure nella vasta umanità le sorprese non mancano ed è così che un giorno Luca rispose ad un mio messaggio raccontandomi con molto garbo e simpatia che lui avrebbe voluto proprio vedere la sua donna con un uomo più anziano, ma lei preferiva i ragazzi più giovani. “Come darle torto” pensai divertito “ e tuttavia continuammo la discussione”....

Monica era propio come lui me l’aveva descritta.
Gli occhi dicevano tutto, scappavano via come come scintille, forse inseguendo qualche suo desiderio nascosto ed inconfessabile seguiti, con regolare delicatezza, dalle sottili ciglia ben disegnate. Il vantaggio di conoscere i piaceri segreti di Monica influenzava la mia immediata passione per questa creatura meravigliosa. “Questa è Monica la mia ragazza”. Disse Luca mentre fingevamo di esserci riconosciuti dopo avere lavorato insieme in una azienda per la quale io facevo il venditore e lui era appena arrivato come nuovo responsabile della comunicazione. Una trappola preparata nei dettagli “lui mi difendeva sempre sai Monica. C’erano degli stronzi incredibili... peccato che te ne sei andato, davvero. Poi, anche per me è diventato impossibile e così ho cambiato ramo ed eccomi qua!” Luca aveva davvero lavorato in quella azienda così tutta la scena appariva credibile. Non riuscivo a levare gli occhi da Monica, certo Luca mi aveva preparato, ma la realtà era ben più allettante. Eravamo in montagna e lei aveva scelto un abbigliamento provocante anche se consono al clima più freddo. Una tuta molto attillata con un materiale glitter le fasciava le gambe ed i fianchi come una seconda pelle, evidenziando in modo quasi sfacciato le cosce eleganti ed il culo perfetto. Portava ai piedi quelle scarpe di pelle con il pelo dentro modello indiano che ora vanno di moda. Tutti gli uomini stavamo rumoreggiando nella piccola taverna dove avevamo deciso si simulare il nostro incontro. Quegli uomini erano incantati e lei sembrava un po’ in imbarazzo. Indossava una giacca invernale nera e pesante che teneva però aperta rivelando il tessuto di una maglietta con delle fasciature di pizzo che mostravano le spalle e le clavicole. La maglia si gonfiava con il respiro accompagnando il volume dei piccoli seni con i capezzoli vigorosi. Questa era lei con un sorriso da donna un po’ trattenuta, le labbra rosse e ben disegnate.
Non credevo ai miei occhi, ebbi la certezza che non saremmo riusciti, Luca ed io, a portare avanti il nostro intrigo sotterraneo. In ogni caso tentai di rimanere composto e nello stesso tempo di fare capire a Monica quanto fosse forte la sua capacità di attrarmi.
Monica si alzò per andare in bagno e così i suoi capelli castani ondeggiarono tra i tavolini. Gli occhi degli uomini le furono addosso come sguardi di lupi. Il tessuto della tuta che indossava quasi le entrava nelle natiche, mentre camminava si vedeva la luce tra le cosce.
Luca si era accorto di tutto e, da vero cuck, osservava grato, quegli uomini che desideravano la sua femmina. Chissà i commenti che stavano facendo tra loro, così volgari, così vivi. Pensava.
“Lei sa che la stanno guardando tutti, un po’ si imbarazza, ma sotto sotto la fa impazzire questa sensazione credimi”. Luca ed io, nella realtà, non c’eravamo mai visti prima, quindi il nostro era solo un rapporto virtuale, diciamo così.
Il mio alleato è un uomo bello e prestante con la barba curata ed il fisico sportivo.
Proprio mentre ci stavamo scambiando qualche confidenza, Monica tornò radiosa ripercorrendo, con la sua sensuale allegria il percorso verso il nostro tavolo. La vidi guardare per un attimo il gruppo di uomini seduti di fronte e mi parve di vedere sul suo volto un leggerissimo sorriso di intesa. Quanto è maliziosa, pensai.
La cosa che mi appassionava e che mi eccitava era conoscere, o immaginare, la vera natura di quella ragazza ed i segreti che Luca mi aveva rivelato.
Dietro lo scudo della bella ragazza un po’ timida Monica era un verso diavolo, stando ai racconti di Luca, non aveva voluto mettere troppe foto sul profilo del loro annuncio. Solo due, una delle quali però rappresentava il suo bel culo offerto agli occhi dei visitatori.
Le piaceva essere desiderata e posseduta da più uomini mi aveva raccontato il mio complice. Così mentre Monica si sedeva ad accavallava le gambe eleganti. La mia fantasia volava tra i suoi desideri e le sua sensualità. E mentre muoveva le sue labbra nella conversaIone più o meno cordiale che stavamo tenendo, sentivo il pisello gonfiarsi nei pantaloni immaginando i suoi desideri.
Incredibile questa bella ragazza così composta adorava farsi montare da più uomini, pensavo.
Nel frattempo ci alzammo e ci salutammo dandoci appuntamento a più tardi per l’aperitivo.
Luca ed io ci scambiammo dei messaggi, lui era fiducioso io un po’ meno; forse mi aveva mentito sulle libidini di Monica, forse era lui che la immaginava così mentre lei era invece più casta.
Ci trovammo più tardi al tramonto che d’inverno è molto presto e, seguendo il piano di Luca, ordinammo dei cocktail piuttosto alcolici.
Monica era seduta su uno sgabellino alto le sue curve sinuose erano visibili agli avventori del locale. Tutti uomini un po’ maldestri che si lasciavano andare ad occhiate ed a commenti piuttosto volgari. Mi chiedevo se Monica ne fosse consapevole mentre succhiava dalla cannuccia con una certa indifferenza il suo Mojto. Luca se la godeva allegro come un gatto che gioca con il topo e guardava me e gli altri uomini notando ogni cosa.
La cameriera del locale, una bella ragazza mora, portava alla caviglia destra una catenina d’argento Luca la notò subito e mi sorrise dicendo che quello era un segnale.
Finsi di non capire “Che tipo di segnale sarebbe?” Chiesi con una finta indifferenza.
“Si spiegalo anche a me amore” disse allegra Monica con un punta di dispetto però.
“Vuol dire che la ragazza è libera e cerca uno o più compagni” ed aggiunse abbassando la voce ed avvicinandosi in segno di intesa verso di me:
“In realtà nel mondo delle coppie scambiste, la cavigliera vuole significare che al compagno piace vederla con altri e la vuole offrire”.
“Non credo” dissi “che quella ragazza ne sia consapevole magari ha messo la catenina per sbaglio”.
“Verissimo Ale” rispose subito Monica oramai al secondo Mojto “Luca è un po’ fissato con questi segnali. Figurati è capitato anche a me di uscire o andare al lavoro con la cavigliera sulla destra”.
Luca sorrise “Chissà cosa hanno pensato i tuoi colleghi di lavoro”.
Ridemmo ed io aggiunsi “speriamo che nessuno sia malizioso come te”.
Luca allora le chiese: “ora che lo sai la indosseresti di nuovo?”
Lei sorrise con molta malizia senza rispondere.
Bevemmo ancora qualcosa e finalmente io dissi: “Che ne dite ragazzi volete fare un salto a casa magari ci mangiamo una pasta qui il locale si sta facendo un po’ troppo affollato e rumoroso”.
Oramai Monica era su di giri e con un piccolo sollecito di Luca accettò subito.
Ci trovammo quindi a casa mia, accesi il fuoco che fa sempre allegria e feci accomodare i miei
ospiti in salotto.
“Non vorrei portare in salotto tutta la neve fangosa della strada ci togliamo le scarpe” disse in modo gentile Monica.
Io odio l’idea che a casa mia gli ospiti si tolgano le scarpe però loro furono irremovibili e così fecero, Monica si levò la giacca invernale e rimase con la maglietta di pizzo nero.
Non finivo di ammirarla mentre versavo il Rum nei bicchieri e spezzavo il cioccolato.
“Perdonami Ale” disse Luca “io devo andare un attimo in bagno” e se ne andò lasciandomi solo con la sua ragazza.
La situazione era un po’ imbarazzante io offri a
Monica il bicchiere di Rum. Lei accavallò le gambe ed il tessuto della tuta si alzò leggermente scoprendo la caviglia. In omaggio alla moda non indossava le calze ed aveva lasciato il fantasmino nelle scarpe. Quindi era a piedi nudi e questo eccitava molto la mia fantasia.
A questo punto il fulmine! Sulla caviglia destra apparve una cavigliera d’oro con dei cuoricini appesi.
Io guardai la caviglia e poi guardai lei diritto negli occhi.
“Una fortunata combinazione? Lupus in fabula...”
Dissi.
Monica bevve un sorso di Rum e mi sorrise.
Quindi era tutto vero, pensai.
Il mio sospetto iniziale ovvero che Luca, come molti uomini, esagerasse i desideri segreti della sua compagna si stava quindi rivelando infondato. Luca era stato sincero così come era stato sincero nel dirmi che alla sua compagna non sarebbe piaciuto un uomo maturo come me, preferendo lei i giovani tori, ma che a lui invece l’idea di vederla con un uomo non più giovane eccitava moltissimo ed ecco la ragione per la quale ci trovavamo in quella stanza. Sarei dovuto essere io ad affascinare la giovane ragazza e lui mi avrebbe aiutato.
Le cose stavano andando bene perché la cavigliera era stata una rivelazione ed aveva introdotto una chiave per quel mondo segreto. Per quanto essi fossero vestiti di fornite a me e l’atmosfera fosse da perfetto salotto borghese con il rum nei bicchieri, i libri sulla scrivania ed il fuoco a crepitare nel caminetto, Monica in realtà era nuda, il suo segreto era stato svelato. Era nuda di fronte a noi come una schiava di fronte ai suoi torturatori.
Questo poteva eccitarla? Osservavo le sue dita abbassare la tuta sulla caviglia per nasconderla, quasi a coprire la sua nudità simbolica, oppure a volerla sottolineare.
Luca si accorse di tutto e le sorrise allungandole una mano delicata sul collo e sulla nuca; anche Monica con uno sguardo misterioso sorrise al suo uomo e le loro bocche si avvicinarono trepidanti e focose. Lui la baciò con delicatezza e poi ancora ed ancora accarezzandola mentre si baciavano di fronte a me. Lei con la coda dell’occhio mi guardò e stranamente anche Luca, ma non nello stesso istante.
Lo sguardo di Monica fu un po’ titubante e pudico come a verificare se qualcuno nella stanza potesse davvero vederla, quello di Luca invece era allusivo e di incoraggiamento quasi un invito direi... un invito a godermi la sua donna.
Io ero ipnotizzato dai due amanti e dai loro ardenti baci. Monica voltandosi verso Luca per accarezzarlo sollevò la gamba sulle ginocchia del suo uomo e scoprì ancora la caviglia con il suo messaggio segreto. Luca prese ad accarezzale la coscia scendendo poi fino al polpaccio. Le dita che io osservavo estasiato, accarezzarono il piede di Monica soffermandosi con malizia sulla cavigliera; in quel momento lui le sussurrò delle parole all’orecchio che io non intesi. La donna resisteva, era allo stesso tempo eccitata ed imbarazzata.
Spensi la luce della sala che forse era troppo sfacciata; gli amanti sul divano rimasero illuminati dal fuoco.
Mi allontanai nell’oscurità così che Monica non mi vedesse percependo solo il mio sguardo ed il mio desiderio.
Continuarono a baciarsi e presto Luca si aprì i pantani, era eccitato e lei sembrava arrendevole come se la luce più soffusa le avesse fornito l’alibi per un ulteriore passo.
Notai che all’improvviso si voltò verso di me e vidi le sue labbra curiose incurvarsi in un sorriso, fu un attimo ed anche io come Luca liberai l’uccello dai pantaloni duro come un bastone e caldo come un tizzone di brace. Con la coda dell’occhio e tra i capelli che le nascondevano il viso, mi guardava curiosa.
“Ti piace amore?” Le chiese Luca senza ottenere risposta se non i suoi baci. Essere desiderata le piaceva, questo lui me lo aveva già rivelato.
“Spogliati ora Monica...” le sussurrò nella penombra. La donna allora si alzò stava in piedi dandomi la schiena di fronte al suo uomo e si tolse velocemente i pantaloni di pelle, scoprendo al mio sguardo il culo illuminato dal fuoco come una luna nella notte. Un sottile filo di tessuto le correva tra le natiche e, senza levarsi quel leggero pizzo di dosso, con la maglietta nera ancora indossata salì sulle gambe di Luca.
Il mio complice indossava ancora i pantaloni dai quali il suo uccello duro usciva come una lancia, lei spostò appena la mutandine e sospirò abbassandosi sul cazzo e curvando dolcemente la schiena.
I due cominciarono la danza del piacere, lei sculettava e sussurrava parole incomprensibili ed oscene lui le spingeva l’uccello tra le cosce e la baciava.
“Avanti avvicinati” disse Luca.
“Luca che dici?” Rispose lei
“Buona bambina mia buona...” la tranquillizzo l’uomo, accarezzandola dolcemente lungo la schiena.
Allora mi avvicinai ai due, lei si voltò ancora per un attimo verso di me con uno sguardo curioso che non potrò mai dimenticare e non potrei mai descrive esattamente.
“Hai visto che bel cazzo che ha amore? Toccalo dai...”
Con delicatezza passai la mano lungo il braccio della ragazza che intanto ondeggiava incantevole agganciata al suo cavaliere, presi la su mano e la avvicinai al mio uccello.
Era timida, ma alla fine le sue dita gentili scorsero lungo il mio cazzo...i nostri occhi si incrociarono in quella luce magica ed antica, le sue labbra erano un invito troppo eccitante, con la mano ci sapeva fare, e cominciò a menarmelo con decisione.
La scena fece impazzire Luca che quasi urlò e bestemmiò di rabbia sentendo che l’orgasmo lo travolgeva.
“Che maiale che sei amore mio... ti eccita così tanto vedermi con lui?”
“Impazzisco Monica”. Rispose Luca oramai estenuato dall’orgasmo e dalla libidine.
“Ti prego amore fatti montare da questo bastardo io sono venuto, voglio guardare”. le disse lasciandomi senza parole.
La ragazza si sollevò dal suo amante con il pene oramai moscio, ma pronto a ripartire.
Ora stava in piedi di fronte a me che ero vestito e con il cazzo che spuntava dalla patta aperta dei pantaloni, indossava ancora la maglietta di pizzo nera e gli slip minimal che avevano una delicata forma a farfalla sul monte di Venere.
Con l’indice toccò la cappella grossa che le offrivo, fu un gesto di timidezza, ma anche di curiosità, poi fece un commento che mi eccitò alla follia:
“Che bel cazzo!”
Luca mi aveva detto che le piaceva essere trattata con decisione, non feci altro che seguire il mio istinto.
“Avanti mettiti in ginocchio...”
Feci balzare fuori l’uccello duro dai pantaloni abbassandoli.
La ragazza orami era in nostro potere e l’orgasmo di Luca era stato troppo veloce per soddisfarla.
Monica si inginocchiò, le sue belle e grosse labbra si schiusero sulla mia cappella fiammante. La gattina ruotava la lingua in modo malizioso. Luca nel vedere la sua donna così era in estasi.
“Spompinalo puttana! Ti piace vero il vecchio?”
Il ragazzo stava impazzendo. Allungai una mano tra i lunghi capelli di Monica mentre lei mi succhiava l’uccello.
Luca da dietro le accarezzò i fianchi per poi toccarele il fiore di carne tra le cosce.
“È bagnata la mia puttanella”.
Immaginai che tra loro c’era questo gioco del turpiloquio, forse a Monica piaceva, però non mi fidavo ancora a dare sfogo alla mia violenza verbale.
Bellezza della gioventù! Vedere la sua musa china su un cazzo che non era il suo a succhiare e sculettare fece un effetto corroborante ed il suo arnese fu presto nuovamente duro.
Luca si spogliò di slancio e si mise al mio fianco prese Monica per i capelli e me la portò via sbattendoglielo in bocca.
Anche io allora mi spogliai con un po’ di vergogna misi a nudo il mio ventre un po’ grasso e tutto il mio corpo non più giovane se si esclude il cazzo duro e grosso.
Però era proprio quello che Luca voleva vedere e mentre Monica lo spomponava lui mi sorrise.
“Avanti mettiglielo vedrai che le piece”.
Così mi misi dietro Monica e posai il cazzo tra le sue belle natiche rotonde facendolo scivolare delicatamente sulla fighettina bagnata, spinsi nella figa gocciolante di Monica il mio bastone di carne. Lei sospirò e mi guardò voltandosi verso di me. Luca era pazzo di desiderio, mi raccontò poi anche di gelosia, perché capì che a Monica il mio vecchio cazzo piaceva.
La ragazza cominciò subito a mugolare e godere le tenevo i fianchi con decisione è la montavo con lentezza... Luca vedendo la scena diede un paio di vigorose spinte e bestemmiò ancora spruzzando per la seconda volta la sborra: “apri la bocca troia” disse fuori di se dal piacere allontanando il cazzo dal volto della giovane donna per vedere i fiotti dell’orgasmo spruzzarle sulle labbra.
“Ora fatti montare dal vecchio... senza fare i capricci” le disse, mentre con le dita le puliva la sborra da viso facendogliele poi leccare: “Brava lecca ancora... pulisci tutto”.
Mi accomodai sul divano con il cazzo duro e svettante mentre Luca si sedette sulla poltrona dove prima ero io.
Dissi a Monica si salire senza paura e lei mordendosi le labbra e potando i capelli dietro la nuca con le mani sali sul divano e si calò sul mio pisello cominciando ad ancheggiare, i suoi piccoli seni si posavano e sbattevano sul mio torace mentre le accarezzavo i fianchi e le gambe. Le sue labbra erano desiderose ed avide.
La donna cavalcò per un po’ soddisfatta, ogni tanto si voltava verso il suo amato che guardava la scena come rapito, i due si sorridevano. Mentre io ero semplicemente la macchina il toro appunto.
Accarezzandola posai un dito tra le natiche e le sussurrai all’orecchio: “e questo bel buchetto?” Lei non rispose. “Ti piace anche lì scommetto...” sussurrai ancora stavolta accarezzandola di più.
“Voi siete pazzi” disse Monica.
Mentre la impalavo, luca aveva capito tutto e si inginocchiò dietro la sua giovane moglie cominciando a leccarle il buco del culo. La ragazza impazziva mi mordeva la schiena e si lasciava andare, offrendo sempre più spudorata il culo alle cure di Luca.
Non passò molto tempo, Luca cominciò ad implorare Monica di farsi inculare da me mentre io stavo agli ordini dei due amanti. “Ma hai visto che pisello grosso che ha...mi farà male” protestò la ragazza eccitandomi ancora di più, perché nel suo rifiuto continuava a guardare il pezzo di carne che svettava tra le mie cosce.
“Farò attenzione, non avere paura!” Le dissi “sono un uomo delicato”.
“Ti prego amore voglio guardare” aggiunse Luca.
Andai in bagno e presi dell’olio profumato per la pelle.
“Avanti Monica tenne verso un po’ sulle mani...” dissi.
Luca si sedette ancora sulla poltrona ed il suo membro nuovamente riprese vigore, io versai dell’olio nelle mani della ragazza.
“Ora ungimi bene bambina” dissi con spavalderia mentre l’uccello mi stava diritto come un palo.
Monica esitò, ma la cosa le piaceva e prese a con entrambe le mani a ungermi il cazzo. Come era brava, come erano calde le sue mani. Stavamo uno di fronte all’altra in piedi. Poi io la avvicinai a me e la baciai. L’uccello lucido e profumato le strisciava sul ventre come una serpe.
Luca reagì subito e mentre baciavo l sua ragazza lui si riempì d’olio le mani e cominciò ad accarezzarla ungendole alla perfezione la profonda riga del culo.
“Ora inginocchiati sul divano”. Le dissi.
Monica oramai in preda alla libidine non se lo fece ripetere. Luca, è questo lo ricorderò sempre, le schiuse leggermente le natiche mostrandomi come un bocciolo bagnato il culo della moglie e guardandomi negli occhi con uno sguardo di incoraggiamento e gratitudine.
Per farlo godere strofinai la cappella sull’orifizio di Monica, lo feci lentamente in modo che Luca potesse seguire con lo sguardo il mio cazzo di vecchio sul culo della sua giovane puledrina.
Sentendo quella carezza così impudica Monica emetteva dei lamenti di desiderio.
Le spinsi allora la cappella lucida e gocciante nel culo. L’orifizio che si aprì dolcemente alla mia pressione.
La ragazza tremava come una foglia “non avere paura” le dicevo accarezzandole la schiena che si si incurvava per cercare la posizione più adatta a ricevere tutto il mio cazzo.
“Brava così cercami” le dissi.
“Piano con quel affare...” disse lei.
Intanto Luca la guardava estasiato.
“Ti piace amore”
“Si” disse lei “Il bastardo mi eccita”.
“Dai sbattiglielo dentro tutto fino ai coglioni a questa troia” disse Luca mentre oramai se lo stava menando il come un ragazzino.
Monica cominciò a muoversi piegando la schiena flessibile e presto senza alcuna resistenza la montavo con tutta la mia energia mentre lei tremava, sentii allora il culo della giovane donna schiudersi e stringermi con dei movimenti ritmici.
“La tua mogliettina sta venendo come una fontana con il cazzo nel culo Luca” dissi con una voce e un ironia trionfale che mi veniva dal demonio credo.
“È vero amore?” Disse Luca.
“Mi vergogno tanto amore... ma è vero questo coso nel culo mi ha fatto godere”.
Che meraviglia... quando sentii quelle parole non riuscì a trattenere la frustata dell’oragasmo che mi percorse fino nelle viscere del culo di Monica.
Quando ebbi finito fino all’ultima goccia dissi a Luca di osservare e tolsi il pisello dal culo della sua della ragazza. A quella visione del mio lurido cazzo pieno di liquidi che usciva lentamente dalle natiche rotonde di sua moglie Luca spruzzò sulla schema della donna le ultime gocce di sborra cha ancora gli rimanevano.
“Maledetta meravigliosa troia...” disse quell’uomo innamorato.



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