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sonia e la cena d'affari


di Membro VIP di Annunci69.it knoor
10.04.2008    |    23.670    |    0 9.1
"Sonia non fiatò si mise in ginocchio e cominciò a succhiare l'uccello a Nicola..."
Gli affari andavano male. L'euro forte aveva allontanato i grossi clienti americani e le fatturazioni andavano in picchiata mese dopo mese. Non ne avevo parlato con Sonia, ma lei si accorse della situazione subito, un po' per il mio umore nero un po' perché la trascuravo, cosa imperdonabile con una donna così bella. Più la trascuravo e più lei diventava bella e seducente. Sentivo i commenti degli uomini e dei ragazzi volteggiare intorno a lei. Le guardavano le gambe, il culo e le grandi le tette sode esprimendo desideri sconci con gli occhi e con i sorrisi e gli sguardi di intesa. Era sempre stato così Sonia è bellissima.
Finalmente si presentò l'opportunità di riportare a galla i fatturati. Un cliente americano di Miami voleva riprendere a fornirsi con i nostri prodotti perché si era trovato male con altri fornitori, probabilmente asiatici. Era venuto in Italia con il suo intermediario il signor Nicola, il cliente si chiamava Armando Balbuena ed era un cubano che aveva fatto fortuna come tanti suoi connazionali negli Stati Uniti.
Decisi di invitare anche Sonia “una bella donna come te” le dissi forse un po cinicamente “aiuta sempre in questi casi.”
Sonia intuì l'importanza della cena e fu lieta di accompagnarmi.
Ci saremmo trovati nel ristorante di un albergo di lusso dove i nostri clienti alloggiavano, le dissi di mettersi qualcosa di elegante, un po' perché mi piace guardare mia moglie e vederla ammirata un po' per incoraggiare la conclusione positiva degli affari.
Andai a casa a prenderla e rimasi senza fiato, una donna così bella, così solare.
Aveva raccolto i capelli dietro la nuca sobri gioielli le illuminavano il collo ed indossava un vestito scollatissimo, senza il reggiseno perché si sarebbe visto dietro un'ampia scollatura che le scopriva la schiena quasi fino ai fianchi, il vestito nero di seta le scendeva sotto al ginocchio e aveva delle scarpe con stringhe e sulle caviglie e sul collo del piede.
“Non mi baciare che mi levi il trucco” mi disse quando mi avvicinai per afferrarla. Le accarezzai i fianchi e le dissi che si vedevano appena le mutandine. “Vuoi che le tolga?” chiese lei maliziosa.
“Perché no?” Così velocemente come sanno fare le donne si sfilò le mutandine da sotto il vestito.
“Finalmente sono riuscita a fartelo diventare duro” Mi disse in macchina mentre andavamo al ristorante. Certo era veramente fantastica standole di lato vedevo lo stacco del seno bello e gonfio sotto il vestito, ma mi eccitava anche pensare che saremmo andati ad una cena e che i convitati non avrebbero potuto non notare la sua radiosa e sfacciata bellezza. Dovevo però anche stare concentrato sugli affari.
Arrivammo nell'albergo e ci accolse Nicola. Lo conoscevo solo attraverso il telefono era un uomo sui 55 anni brizzolato, dai bei lineamenti austeri, il naso aquilino ed un fisico muscoloso per la sua età. Salutando Sonia fece subito un sorriso e si profuse in un elegante baciamano “Ora capisco perché ho sempre nostalgia quando sono negli Stati Uniti” disse. Sonia ricambiò la sua gentilezza con un sorriso.
“I signori Balbuena ci raggiungeranno subito intanto possiamo prendere posto, loro parlano un po' la nostra lingua, vedrete che ci capiremo benissimo.”
“I signori? C'è anche la moglie del signor Armando?”
“No si tratta del cugino che è appena entrato in azienda e si sta occupando degli acuisti.” Spiegò Nicola.
Ci sedemmo ad un tavolo con una vista panoramica sul fiume. Silvia era incantevole sembrava nel suo elemento, notai che i camerieri si davano delle occhiate per indicarla. Poi finalmente arrivarono i due Balbuena. Armando era un uomo su cinquanta basso e muscoloso con dei baffi bianchi e dei vivaci occhi scuri. Era un tipo elegante. Il cugino Moses era invece un giovane muscoloso e magro, un vero atleta con un sorriso aperto e cordiale.
I due salutarono Silvia con cortesia.
Silvia cominciò presto ad annoiarsi perché il colloquio era strettamente riferito agli affari.
I cubani non scherzavano nella trattativa. Io ero arrivato al mio ultimo prezzo per i prodotti che dovevo vendere.
“I suoi prezzi sono troppo alti signor Michele.” Disse Armando in modo molto deciso. Intanto Sonia aveva bevuto un po' di vino. Fu Nicola a salvare la situazione “Inutile decidere tutto ora non credete?” C'è la musica abbiamo una bella signora al nostro tavolo; rilassiamoci un po' e poi vediamo se si trova una soluzione.”
“Mi scusi signora, l'abbiamo un po' annoiata” disse Armando: "ma voglio farmi perdonare invitandola a ballare con me, da giovane ero un gran ballerino sa?”
“Bene” disse Sonia. Solo un'altra coppia stava ballando sul piccolo palcoscenico davanti all'orchestra. Armando teneva la mano proprio dove finiva la scollatura di Silvia e al terzo giro vidi tra le ombre soffuse e dorate della sala, che con le dita del'uomo erano scese sotto il vestito.
Poi la musica fini e lei ritornò al tavolo.
Si fece un po' tardi bevendo e ragionando sulle soluzioni possibili. Rimanemmo da soli noi e l'orchestra.
“Bene” disse ancora Nicola “interrompendo l'estenuante trattativa. “mi sembra chiaro che il nostro amico non possa scendere dal suo prezzo. Voi sapete che io prendo una commissione su questa trattativa e sono disposto a dimezzarla anzi a ridurla ulteriormente se il volume d'affari sarà importante. Ora credo che non possiamo più annoiare la signora Sonia con le nostre inutili questioni non credete?” Armando stette un po' in silenzio poi con Moses parlarono fitto in spagnolo e sorrisero. “Non è quello che volevamo” disse Armando: “ma non vorremmo annoiare la signora" dicendo questo allungò una mano sulle ginocchia di mia moglie, che rimase di sasso.
“Signora Silvia” disse Moses “inaspettatamente “Mio zio sembra volere chiudere l'accordo con suo marito, ma vuole anche il suo consenso, lui viene in Italia ogni mese e gradirebbe la sua compagnia in queste circostanze cosa ne pensa?”
Io ero allibito ed anche Sonia, Armando continuava a toccarla, oramai le aveva sollevato la gonna e con le dita toccava sul pizzo delle autoreggenti. Nicola fu ancora una volta il più furbo.
“Siate ragionevoli” ci disse “questi signori controllano un mercato immenso, l'affare è praticamente chiuso.” Ci fu un momento di imbarazzo Sonia ed io ci guardammo.
Armando si morse le labbra. Io guardai le gambe di mia mia moglie e vidi che la mano dell'uomo era oramai arrivata a toccarla tra le cosce.
Armando levò poi la mano dalle cosce di mia moglie e provocatoriamente si leccò le dita.
“Michele, tua moglie è già bagnata" disse "Credo proprio che si sacrificherà volentieri vero?”
“Gli affari sono affari...” risosi accarezzando la schiena di Sonia.
“Ma sei matto Michele? Mi stai vendendo a questi porchi? Una cosa è giocare un po', ma questo”
“Non fare la santa amore non capisci? Se non lo fai salta tutto, saltiamo anche noi. Avanti vai sotto il tavolo e vedi di fare sul serio, vedrai che ti piacerà pure.”
Senza dare troppo nell'occhio dopo un attimo di silenzio e gaurdandoni con spregio e sfida, Sonia si inginocchiò sotto il tavolo, Armando e Moses aprirono i pantaloni e lei prese in bocca il cazzo di Armando e tra le mani quello di Moses.
Avevano due bei piselloni scuri, quello di Armando era così grosso che Sonia faceva fatica a succhiarlo. Quello di Moses era molto lungo e lei lo accarezzava appassionatamente. Forse troppo, si stava davvero eccitando ed anch'io di fronte a quella incredibile scena, lo ammetto, stavo provando una strada eccitazione dovuta ad essere così umiliato al punto da adovere venedre mia moglie.
Ci fu un attimo di imbarazzo quando il cameriere si avvicinò e scoprì quello che stava succedendo.
Armando mise duecento dollari nella tasca del ragazzo e disse.
“Non ti preoccupare la signora vuole ancora un po' di crema...”
“La tua signora è una vera troia credo che verrò ogni mese a ordinare qualcosa... haaa. Ora ti vengo in bocca puttana. Vedi di inghiottire tutto, non voglio che mi si sporchino i pantaloni... così brava così... mi fai sbrodolare...” Io sentivo gli schiocchi ed i rumori della bocca mentre Sonia leccava e succhiava lo sperma di Armando.”
“Ora andiamo a definire i dettagli nella saletta degli affari...”
Ci alzammo ed il cameriere ci accompagnò in una piccola saletta: un tavolino, un divanetto e due poltroncine e degli specchi che sembravano fatti apposta.
Nicola si avvicinò a mia moglie le accarezzò la scollatura del vestito.
“Che spettacolo Sania? Sai anch'io voglio la mia parte”.
Sonia non fiatò si mise in ginocchio e cominciò a succhiare l'uccello a Nicola. Moses le sollevò il vestito e dopo essersi sputato sulle dita cominciò a spingerle un dito nel culo.
“No dietro no...” disse lei. Guardando preoccupata l'affare di Moses gonfio nei pantaloni.
“Non ti preoccupe amor” disse lui con un sorriso. “Hai un culetto da puttana, non sarà la primiera bes... vero?”
“Continua a succhiare Sonia che sto per venire” disse intanto Nicola. Sonia lo accontentò con passione succhiando come una ragazzina innamorata. Nicola spruzzò abbondantemente sporcandole il vestito. Moses le piaceva ed era molto eccitata.
Si spogliò e salì sull'uccello di Moses che stava nudo seduto sul divano.
Si mordeva le lebbra e ansimava come se la stessero impiccando. Moses intanto le ruotava un dito nel culo e lei sculettava come impazzita sui muscoli lucidi da puledro di Moses.
Io mi masturbavo oramai senza ritegno.
Alla vista dello spettacolo Armando si eccitò ancora. Si abbassò i pantaloni ed il suo grosso membro svetto come un candelotto di dinamite.
Si avvicinò a Moses ed appoggiò il cazzo sul culo di Sonia.
“No vi prego...mi fa male...è troppo grosso.”
Le tette di Sonia sbattevano sul torace di Moses ed intanto Armando cominciò a spingerele il suo grosso attrezzo nel culo. Sonia scalpitava nella morsa dei due uomini.
“Non fare l'isterica Sonia...se sculetti ancora un po' mi fai sborrare senza averti inculata come si deve.” Disse Armando ridendo con cattiveria.
La gazzella di dibatté ancora un po' tra le fauci dei due leoni. Poi cominciò a godere...prima con dei sospiri strozzati e poi sempre più intensamente mentre i due uccelli le sbattevano addosso come l'incudine ed il martello.
“Siii che ti monto il culo bellezza....haa che troia” gridò Armando sbattendo i grossi coglioni addosso a mia moglie, poi le tolse l'uccello ancora gocciolante e le diede colpetti con la mano sullle natiche come per complimentarsi e rassucurarla. "come si tratta una vacca" pensai.
“Michele dai che te l'ho sfondata dacci dentro anche tu, in fondo è tua moglie no?”
Già, era mia moglie. Io avevo l'uccello quasi infuocato e mentre Moses la teneva aperta, non esitati ad inculare Sonia che raramente si concedeva a me in quel modo.
Fu come una scossa mentre le accarezzavo la schiena le sbrodolai nel culo, lei implorava di essere sfondata “Sii fottetemi così...sto impazzendo, bastardi...” intanto Moses, ringhiando come una tigre, accelerò i suoi movimenti abbracciandola. Vedevo il suo pisellone scorrere veloce nella figa di Sonia che ora stava per venire insieme al suo amante. ”Sii vengo ancora... ancora...diavolo!” diceva. Quando i due raggiunsero l'orgasmo le contrazioni di Sonia furono così intense e prolungate che le fecero sgocciolare dal suo culo lo sperma con il quale l'avevamo riempita.
Una visione perversa ed oscena che però mi fece capire quanto è sconfinato il piacere che una donna è in grado di provare.

Inutile dire che gli affari andarono bene e che...Armando continua a divertirsi.









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