tradimenti
Oltre la soglia- il bagno. Episodio 2

28.06.2025 |
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"Sentii ogni muscolo sciogliersi in quell’orgasmo potente, lungo, che sembrava non finire mai..."
La porta del bagno si chiuse alle mie spalle con un click che suonò come un sigillo. Un sigillo su tutto quello che ero stato fino a quel momento, su ogni regola, ogni confine. Era un bagno piccolo, con la luce tremolante di un neon stanco e un grande specchio sopra il lavandino. Elena era già lì.Appoggiata con le mani sul marmo, il vestito nero che scivolava sulle curve come se volesse accompagnare ogni mia fantasia. Di spalle, ma con lo sguardo nello specchio. Mi fissava. Non con sorpresa. Con certezza. Come se avesse sempre saputo che l’avrei seguita.
Feci un passo, poi un altro. Sentivo il battito accelerare. Le mani mi tremavano lievemente, ma la voglia era più forte di qualsiasi esitazione. Le posai i palmi sui fianchi e la sentii respirare più a fondo. La sua pelle era calda, vibrante. La desideravo con una fame che non ricordavo da anni.
Le sollevai il vestito lentamente, centimetro dopo centimetro, fino a scoprire completamente il suo sedere nudo. Niente intimo. Lo aveva scelto. Per me. Per quella scena. Era già un atto di sesso, anche solo quello.
Le baciai la schiena, salendo lentamente verso la nuca. Lei chiuse gli occhi, socchiuse le labbra. Le mie mani scivolarono tra le sue cosce, trovandola già umida. Quando la toccai, un gemito le scappò dalle labbra.
«Non pensare, agisci,» mi sussurrò.
Lo feci. Le infilai due dita dentro con decisione, e lei si piegò un po’ di più, le gambe tremanti, le mani ancora ancorate al lavandino. Cominciai a muovermi dentro di lei, lento e profondo. Poi più rapido. Le sue anche si muovevano contro la mia mano, affamate.
Non resistevo più. Mi abbassai i pantaloni, il mio membro duro e teso da minuti. Le aprii meglio le gambe e la presi. La penetrai con un unico colpo, profondo. Lei lasciò uscire un urlo soffocato, le unghie che grattavano il marmo. Io spingevo, lei gemeva, ci muovevamo come un solo corpo.
Lo specchio ci rifletteva: il mio sguardo fisso sul suo viso stravolto dal piacere, i nostri corpi uniti in un gesto primordiale. Il rumore dei colpi, il suono umido, il respiro accelerato. La guardai, la possedei.
«Più forte... voglio che mi resti dentro per giorni...» ansimava.
Aumentai il ritmo, sentivo la tensione salire, le sue contrazioni intorno a me. E poi venni. Forte. Profondo. Caldo. Sentii ogni muscolo sciogliersi in quell’orgasmo potente, lungo, che sembrava non finire mai.
Lei mi seguì subito dopo. Tremava. Un gemito sordo. Gli occhi chiusi. Il corpo esausto.
Restammo lì, uniti. I miei respiri dentro il suo orecchio. Le mani ancora sulle sue anche. Poi lentamente mi ritirai. Le baciai la schiena.
«Non è finita,» disse lei.
Uscì per prima. Io restai ancora un minuto. A guardarmi nello specchio. Non ero più lo stesso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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