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VACANZE ROMANE - prima parte: con Giulio cuckold e Alessandra esibizionista


di Membro VIP di Annunci69.it Shoganai65
20.12.2021    |    6.796    |    2 9.1
"Con le mani le stringevo i capezzoli, glieli pizzicavo provocandole un sottile dolore che la eccitava..."
Dovevo andare a Roma per un intero fine settimana. Sarei stato impegnato due mezze giornate per lavoro ma il resto del tempo avrei potuto gestirlo a mio piacimento. Volevo conciliare la visita della città eterna con un po’ di svago e sano divertimento, così postai un LAST MINUTE sul sito:
"Sarò tutto il weekend a Roma. C'è qualche bella signora, da sola o in coppia, disponibile a farmi da guida, giorno e notte, per ammirare le bellezze della città eterna (e non solo...)?"
Speravo che la calata di un uomo dal profondo nord potesse suscitare qualche curiosità tra le coppie e le singole della capitale e, nonostante lo scarso preavviso, le visite sul profilo provenienti dal Lazio sono aumentate, così pure i messaggi.

Già la sera del giovedì iniziai a chattare con una coppia di miei coetanei: Giulio e Alessandra. Il profilo faceva ben sperare. “Sposati da vent’anni, curati, tempo libero nel weekend, ospitali, lei un po’ esibizionista, lui felice di mostrare la sua Lei ed eventualmente di partecipare se l’atmosfera si fa calda…”. Le foto poi davano già un’idea della bellezza, della femminilità e della sensualità di Alessandra.
In chat si mostrarono molto entusiasti di poter organizzare un incontro dopo questo lungo periodo di quarantena. Mi dissero che erano non erano mai stati a Trieste, e che Alessandra sarebbe stata molto felice di potermi fare da guida in giro per Roma:
“Ti farà vedere il meglio” mi scrissero accompagnando il messaggio con un occhiolino.
Ci accordammo per vederci venerdì pomeriggio, una volta ultimato il lavoro per la mia azienda che dovevo sbrigare in centro.

L’appuntamento era alle 16.00 da “Babingtons” la Tea Room di Piazza di Spagna, proprio accanto alla scalinata di Trinità dei Monti. Arrivai 5 minuti prima per trovare un tavolino libero. Alessandra arrivò una decina di minuti più tardi. Appena entrò capii che era lei: era molto elegante, chic, con un lungo cappotto rosso, un cappello nero sopra una lunga chioma mora, grandi occhiali da sole Gucci, e un paio di stivali in pelle con i tacchi. Mi alzai e le andai incontro. Mi accolse con un sorriso luminoso ed un abbraccio cui non siamo quasi più abituati.
Prima di sederci mi diede il cappotto da appendere e restò con un vestito di nero di viscosa con vertiginoso scollo a V e spacco inguinale, grazie a cui notai l’inizio (o la fine) delle autoreggenti.
Dopo aver ordinato una cioccolata calda si tolse anche gli occhiali e potei ammirare i suoi occhi scuri, grandi e magnetici. Le labbra erano carnose, con un filo di rossetto, i denti bianchissimi, gli zigomi alti, il collo lungo circondato da tre fili di perle.
Si scusò per il ritardo e mi disse subito che Giulio, il marito, aveva avuto un impegno improvviso per quel pomeriggio ma che lei invece era liberissima e che, se a me andava bene, ci saremmo visti tutti e tre assieme la sera, a cena, a casa loro.
“Mi sembra un ottimo programma” le risposi.
Mi chiese se volevo visitare qualche museo o palazzo in particolare, ma le dissi che, se lei fosse stata ancora disponibile a farmi da guida, avevo pensato di visitare solo i Musei Vaticani e la Cappella Sistina il giorno dopo.
“Ci sono stata diverse volte e conosco ogni angolo di quei palazzi, per cui ti mostrerò e racconterò tutto molto volentieri” rispose ammiccando. “Quanto a oggi allora ti dispiacerebbe accompagnarmi a fare un paio di acquisti, avevo pensato di fare una sorpresa a mio marito, e anche a te naturalmente…”
“Sarà un piacere. Andiamo subito?”

Ci alzammo, pagai il conto e ci avviammo verso l’uscita.
“Volevo andare da Tina Lingerie, qui vicino in Via Bocca di Leone, una traversa di Via Condotti. Ha dei capi unici, realizzati a mano, e volevo prendere un nuovo body ed un nuovo completino da inaugurare questa sera dopo cena. Ma sono indecisa per cui potresti darmi una mano a scegliere…”
L’idea mi stuzzicava assai, soprattutto la possibilità di assistere alle prove ed essere partecipe della scelta finale.

Le commesse del negozio accolsero Alessandra con calore segno che era di casa in quello splendido negozio di alta classe. Spiegò alle ragazze cosa stava cercando e in un attimo le portarono una decina di splendidi capi lavorati a mano da provare.
Alessandra prese possesso di un camerino e mi invitò a raggiungerla per esprimere il mio giudizio sui singoli completini. Capii che la sua indole esibizionista si era già messa in moto. Restammo in quel negozio più di un’ora e le mie coronarie, così come il mio uccello, furono messe a dura prova.

Provò prima un body rosso fuoco con reggiseno a balconcino che metteva in evidenza un seno fantastico lasciando intravvedere i capezzoli che le avrei succhiato seduta stante.
Poi un completino format da reggiseno e tanga brasiliano che spariva in mezzo alle chiappe di un culo da favola che mi sognerò per i prossimi anni.
Un terzo body tutto in pizzo e tulle, per un effetto vedo/non vedo, con guepiere e calze velate.
E così avanti. Ogni volta che tirava la tenda del camerino per farsi ammirare, sorrideva, si metteva in posa, si guardava allo specchio, e a me ribolliva il sangue.
“Che te ne pare?” mi chiedeva sorniona.
“Ti stanno bene tutti, uno meglio dell’altro, non saprei veramente quale scegliere… Ma col rosso sei una bomba di sesso” le risposi cercando di non mostrare quanto fossi arrapato in quell’istante.
“Ti stai eccitando?” mi sussurrò all’orecchio.
“Non è quello che desideri?” le risposi.
“Certo. Voglio portarti lentamente al culmine del desiderio” aggiunse guardandomi l’uccello che spingeva sotto i pantaloni. “Perché non mi scatti delle foto da mandare a Giulio, così chiediamo anche a lui cosa ne pensa…” mi suggerì maliziosa.
Presi lo smartphone e cominciai a immortalare quella sfilata privata in cui un po’ alla volta scoprivo ogni parte nascosta del corpo di Alessandra e la sua straripante carica erotica. Ad ogni posa si faceva più esplicita e più osè. Per fortuna le commesse avevano altre clienti da servire e non venivano a controllare.
“Fammi anche un video e poi mandiamo tutto a mio marito”.
Indossò l’ultimo body che le era rimasto, il più audace, che le lasciava tutta la schiena nuda e il culo bene in vista.
Schiacciai il tasto REC sul mio telefonino.
“Ti piace?!” chiese con voce profonda e sensuale, toccandosi i capezzoli con le dita. “Vorresti che lo indossassi per te stasera? Ti piacerebbe togliermelo? E cosa mi faresti dopo…?” E mentre poneva questa serie di domande rivolta verso lo schermo dello smartphone stava seduta sullo sgabello del camerino e si passava il dito indice sulle grandi labbra bene in vista.

Non avevo mai assistito a una scena del genere in un negozio. Da un lato temevo che le commesse ci scoprissero, dall’altro non riuscivo a interrompere la registrazione del video e a smettere di guardare. Il cazzo avrebbe voluto partecipare subito all’azione, invece bisognava rassegnarsi ad aspettare ancora. Le premesse però erano ottime.
“E allora che ne dici? Io sono indecisa fra questi due” fece Alessandra sorridendo soddisfatta dopo essersi infilata due dita nella figa e avermele fatte assaggiare.
“Facciamo così: io ti regalo questo, mi sembra il minimo dopo questo show, e l’altro se vuoi te lo fai regalare da Giulio che ha gradito molto foto e video” le proposi dopo aver visto i Like con cui il marito aveva accolto le varie immagini che gli avevo inviato.
“In effetti credo di essermeli meritati, e poi questo è solo l’antipasto” mi sussurrò alla casa al momento di pagare.

Quando arrivammo a casa di Alessandra, Giulio stava già cucinando per tutti. Era un bell’uomo, fine, sul metro e ottanta, brizzolato, una faccia gioviale e simpatica.
“E allora ben arrivato!” mi accolse con un caldo sorriso come se ci conoscessimo da anni. “Com’è andata la giornata? Giulia è stata una buona guida? Dalle foto che mi hai mandato ha già iniziato a farti vedere qualche cupola…” aggiunse sorridendo e dando una bella pacca sul culo alla moglie.
“Io mi sono appena messo a cucinare un buon sughetto, però immago siate un po’ stanchi ed eccitati per cui ho già preparato il lettone se volete andare a stendervi….
Rimasi stupito dalla generosità e la naturalezza di quel suo gesto.
Guardai Alessandra che probabilmente doveva aver già concordato con lui quella mossa perché non si mostrò affatto turbata, anzi.
“Ottima idea. Non vedo l’ora! Che ne dici, ti va?” si rivolse a me con tono seducente.
A me tornarono alla mente, come in una presentazione powerpoint, tutte le pose del pomeriggio e accettai di buon grado l’invito.

Mi prese per mano e mi condusse al piano di sopra. La camera era illuminata dalla luce soffusa di una decina di candele profumate e le pareti erano piene di specchi che riflettevano ovunque la nostra immagine. Giulio aveva pensato anche alla musica optando per una compilation del Buddha Bar che faceva atmosfera.
“Se non vi dispiace io mi accomodo lì a guardarvi, fate come se non ci fossi” disse Giulio dirigendosi verso un’antica poltrona sacrestia, foderata di velluto porpora, collocata in un angolo da cui aveva un’ottima visuale su tutto il lettone.

Con la benedizione del marito, Alessandra iniziò a strusciarsi su di me, a baciarmi il collo, il petto. Io feci altrettanto cercando di concentrarmi sulle sensazioni forti che provavo nell’abbracciare quel corpo fantastico, nel baciare quei seni sodi, quei capezzoli turgidi. Ben presto la temperatura dei nostri corpi cominciò a salire: le sfilai il vestito e lei fece altrettanto con la mia camicia. Mi sbottonò i pantaloni e finalmente liberò il mio uccello dalla gabbia delle mutande. Si inginocchiò per assaggiarne la consistenza ed iniziò a succhiarmelo.

Vedevo la nostra immagine riflessa in quel gioco di specchi mentre Giulio con i pantaloni abbassati e l’uccello in mano, guardava la moglie col mio cazzo in bocca. Aveva un’espressione sorridente e partecipe, godeva del piacere di Alessandra. Io d’altra parte cercavo di seguire le loro indicazioni non verbali dando il meglio di me stesso.
“Mmmmmmhhhh… che bel cazzone… buono, duro… lo voglio tutto…” mugolava continuando a ciucciare di gusto e a leccarmi le palle gonfie. “Che ne dici di sbattermi, di farmelo sentire nella figa? Ti andrebbe?” mi chiese in maniera retorica sapendo già la mia risposta.
Mi spinse sul lettone e si piantò con la figa sul mio viso.
“Prima leccamela tutta, stimolami il clitoride con la lingua” mi ordinò.
Lo feci volentieri, applicandomi con passione e generosità mentre lei torcendo il busto continuava a segarmi l’uccello con la mano destra.
Era tutta bagnata. Sentivo i suoi umori colarmi sulla bocca. Con le mani le stringevo i capezzoli, glieli pizzicavo provocandole un sottile dolore che la eccitava.
“Siii porco, leccami ancora, ho tanta voglia….”.
Con la coda dell’occhio riuscivo a sbirciare Giulio che seduto nell’angolo non si perdeva una battuta, col cazzo bello teso in mano e la mano che andava su e giù.

“Adesso ficcamelo dentro, lo voglio sentire tutto!” mi implorò cambiando posizione e mettendosi sotto di me a gambe spalancate.
La figa era completamente bagnata ed aperta. Guardai soddisfatto il mio uccello pronto ad infilzarla. La cappella era gonfia e viola. Il sangue era affluito alle vene che correvano lungo l’asta che strinsi con la mano e indirizzai verso quello splendido buco circondato dalle grandi labbra. Infilai solo la punta e diedi qualche piccolo colpetto per saggiarne l’elasticità. Sembrò gradire. Man mano lo infilai in tutta la sua lunghezza tenendola per i fianchi e trascinandola verso di me.
“Mi piace il tuo cazzo… voglio che mi sbatti, forte, forteeee…” urlò eccitata spingendomi ad aumentare l’intensità e la profondità dei miei movimenti.
Mi sollevai piantandomi sui talloni, le allargai ancor più le cosce, e iniziai a sbatterla dall’alto in basso, aiutandomi con le controspinte e il rinculo del materasso. Così lo sentiva bene in profondità e io avevo modo di prendere la rincorsa e di penetrarla in tutta la lunghezza fino a sbattere con le palle sulle chiappe.

Nel vedere quella scena riflessa su ogni parete, la furia di quella scopata, la gioia della moglie, Giulio fu il primo a venire con un fiotto di sperma che per poco non raggiunse il letto.
“Godooooo!!!!” Alessandra lo seguì a ruota con quella sincronicità che nasceva dal loro grande affiatamento emotivo.
A quel punto anch’io mi lasciai andare al puro piacere e dopo alcune spinte veloci e intense uscii con un salto del giaguaro all’indietro e spruzzai la mia sborra calda sullo stomaco, il seno ed il viso di Alessandra.
“Se questo era solo l’aperitivo dopo e domani ci divertiremo un sacco” disse Giulio porgendoci degli asciugamani per pulirci dallo sperma e dal sudore. “Adesso però è ora di cena: bucatini alla puttanesca, e gulasch di cervo, non so se mi spiego…” e se ne andò in cucina sorridendo beato.

(fine prima parte)

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