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Giumenta


di CagnaGolosa
26.10.2017    |    18.715    |    11 6.4
"Mi piega alla Sua volontà, sa che farò ogni cosa per veder soddisfatti i Suoi desideri, ammorbidirò il mio corpo e rilascerò ogni tensione perché Lui decida..."
Il Signore quel giorno mi fece sentire come se io fossi una giumenta ("puledra", nonostante il mio corpo giovane, non sarebbe un termine onesto) e lui lo Stallone.
Mi baciava, mi batteva le sue forti mani sulle natiche, mi voltava e rivoltava, e non solo di lato ma anche il dentro con il fuori per arrivare a squarciare la pelle di Adam per scoprire eva e, presala per i capelli, portarla fuori.
E goderne.
Entrava nella mia carne con forza, più e più volte mentre spegneva la mia voce con la sua grossa mano assicurandosi che le labbra fossero impegnate con due dita, dandomi quel senso di possesso che anelo e che discioglie le remore, i vincoli della ragione lasciando nelle mani del Signore un corpo da godere.

Fu magnifico.
Sentivo il suo potere, la sua forza e dopo minuti in cui riempiva il corpo di questa cagna di onde di piacere persi il senso e deposi ogni volontà e il corpo che possedeva fu completamente Suo.
Lo sentivo alzarsi sotto i suoi colpi, sollevato dalla potenza della sua verga, ero un corpo senza volontà nelle Sue mani capaci; era completamente dentro di me con il Suo grosso, forte cazzo e muoveva il mio corpo-marionetta a Suo piacere.
Ero Sua. Totalmente sotto il Suo controllo.

Avrei potuto piangere calde lacrime come piacere distillato.
Il mio urlo fu silenzioso e profondo.
Intenso.

Lui oramai mi conosce così bene che semplicemente sa come toccarmi, come battere la mia superficie per portare la cagna alla luce e poi goderne, come e quando afferrare la mia testa e scoparla, quando voltare il mio corpo cedevole e aprirmi le carni e possedermi. Il momento giusto.
E lui ne gode. Sì, credo che ne goda.
Goda di come il mio corpo reagisce, dei miei mugulii, squittii, dei miei suoni da cagnolina e di come il mio corpo si scuote e vibra violentemente nel picco degli orgasmi, la loro particolarità, senza eiaculazione il più delle volte, il mio corpo completamente dedicato al Suo piacere e completamente femminilizzato, nessuna erezione di quello che diventa... una clitoride.
Il mio corpo reagisce e diventa la femmina che Lui desidera. Nella forma e nelle forme del piacere.
Scuote. Vibra. E urla silenziosa, urla, la bocca spalancata, gli occhi chiusi e senza fiato, senza suono alcuno. Forse un sibilo...

Da anni - sì, anni - il Signore prende possesso di questa giumenta e ne gode.
Gode di questo corpo asciutto e accogliente, di questa mente duttile e docile e che con curiosità accoglie le proposte e i tormenti e che cerca il piacere del Signore.
Lui ha colto la mia natura di cagna ninfomane, e ne trae piacere.
Lui sa della mia continua ricerca per un Maschio che scopi questo corpo a fondo.
Lui sa di come cerco - ricerco - le forti mani di un Maschio sui miei fianchi, che mi aprano le natiche e mi facciano sentire il calore del suo corpo all'interno del mio e di come anelo quei forti colpi che si fanno largo tra le mie carni e mi fanno sentire... alla Sua mercé.
Mi piega alla Sua volontà, sa che farò ogni cosa per veder soddisfatti i Suoi desideri, ammorbidirò il mio corpo e rilascerò ogni tensione perché Lui decida il ritmo della testa e della bocca che scorre sul Suo sesso con lascivia, dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori della Sua grossa, larga verga a Suo piacimento, offrendo al Suo cazzo un posto accogliente, aperto e a Sua completa disposizione.
E poi mi porta - Sua giumenta - a farmi montare da uno o più stalloni a seconda delle loro necessità, la cagna di decine di cani vogliosi, da soddisfare tutti finché non cade priva di sensi ben sapendo che quelli non si fermeranno nemmeno allora e per esser risvegliata dai cazzi e le mani che usano questo corpo per cominciare quindi di nuovo, ogni mio orifizio e parte del corpo a loro piacimento.

Sono un corpo da esplorare, una mente da piegare e modellare, su cui sperimentare, usare nuovi giochi. Bendata, annullata nella voce, il corpo legato e messo nella forma desiderata per dare piacere.

Piacere da prendere senza chiederne permesso.
Più e più volte ancora.

Sono Sua, Signore.
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