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Il Regalo Della Schiava


di CagnaGolosa
23.02.2018    |    10.745    |    2 7.6
"“Basta, girati…” e la toglie da sopra e la mette supina, le tira su le gambe e continua..."
“domani sera dalle 21, a casa mia, cagna. Sarai il regalo per la mia schiava. Stivali e calze, cagna.”
Il MIO PADRONE scrive a questa cagna quando ha bisogno, quando ha voglia, quando decide. Questa cagna obbedisce.
Ma sono via, oramai è tardi per procurarsi vestiti e scarpe.
“certo, MIO SIGNORE. Questa cagna è già via e sarà fuori questa notte; non ha gli stivali e le calze. Cosa desidera che questa cagna faccia, MIO SIGNORE?”

Tremo
“va bene. Vieni come sei, cagna”
“Sì, MIO SIGNORE. Grazie”.

Torno dal viaggio di lavoro e ho fretta. Potrei passare al Centro Commerciale e comprare almeno delle auto-reggenti a rete, da Calzedonia. Con le cavigliere rosse staranno bene - penso - mentre mi affretto a entrare nel negozio.
Son al telefono, un collega, indico alla commessa le calze, pago, esco.
Vado in bagno e mi spoglio.
Le calzo, a piedi nudi sul freddo grès e spero che LUI sarà contento. È il primo incontro con la padrona - la SUA schiava fissa - e sono molto emozionata.

Arrivare, mandare un sms di avviso, essere accolta alla porta e fatta accomodare in casa. Mi presenta alla padrona - la SUA schiavaamante - che si è appena alzata dal letto e mi guarda, dall’alto di vertiginosi tacchi trasparenti.
Sono bellissimi.
Lei, soprattutto, è molto bella. Guardo i capelli biondi raccolti sulla nuca, il sorriso semplice e il corpo asciutto, sodo, molto ben proporzionato. Non sarò mai una schiava così bella, così femminile, nemmeno con indosso quei tacchi e quella semplice vestaglia dai colori floreali.

Abbasso lo sguardo e saluto.

“Vatti a preparare cagna, il bagno è di là”.

Mi spoglio e subito rientro. Mi avvicino al letto e resto in piedi, in attesa di ordini.

"Mettiti su letto, il culo di fuori, la testa di là"
Intravedo appena la padrona dietro di me che arriva il primo colpo. E poi ancora un altro e poi tanti altri. Colpi decisi che più di una volta mi strappano un sospiro forzato o un suono più forte ma che non sono mai troppo forti: è una padrona buona, forse mi sta solo insegnando quale è il mio posto in casa. Credo di capire che cambi più di una volta frusta, il MIO SIGNORE le insegna a non colpire sempre nello stesso posto, sento un po’ di bruciore, chiudo gli occhi, conto i colpi, arrivo fino 5, a 10, a 18, a 28...

“vieni giù e leccale i piedi, cagna” mi ordina LUI e io mi inginocchio e inizio a darmi da fare, mi concentro sulle punte, non uso le mani - non mi ha ordinato di usare le mani ma solo di leccarli come farebbe una cagna - che tengo ferme, e cerco di tenere il culo ben alto, alla vista di LUI sperando che GLI piaccia ciò che vede e restando concentrata, passando da un lato all’altro del piede e cambiando piede.

Spostandomi lo vedo, il MIO SIGNORE, ed è a cazzo dritto. Questa scena lo eccita, penso, e ne sono felice.

“sali… sali lungo le cosce, cagna”
Mi muovo sinuosamente, da un lato all’altro, alterno i colpi tra le due gambe, spero che alla padrona piaccia, non riesco a sentire alcuna reazione, provo alcune cose: muovo la lingua delicatamente o do colpetti bruschi o faccio dei lunghi passaggi da una parte prima di passare dall’altro

“sali ancora… sali, cagna, arriva fino in mezzo alle gambe, e tu allarga bene le gambe”
Sta cercando qualcosa, ordina a me e alla padrona cosa fare e nel frattempo sento che sta cercando qualcosa in una borsa.
Sono arrivato alle ginocchia, entro tra le cosce. A ogni colpo mi avvicino sempre di più e ora vedo il sesso della padrona, pulito, profumato, invitante, e finalmente sento che quando la mia lingua si arrotola in piccoli giri nell’interno coscia, a ogni volta lei sospira più forte: le piace. Continuo, intensifico i colpi e lo scorrere lungo la coscia.

“dentro, cagna.” Con la mano mi prende i capelli e mi spinge più avanti con la faccia sul sesso profumato della padrona.
Inizio con qualche colpo profondo e lento, con la lingua larga, aprendo così un poco le piccole labbra e il sospiro della padrona mi dice che le piace. Cerco il clitoride con la punta della lingua, lo trovo, lo lecco con colpi secchi e decisi, la lingua dura, usando la punta. Le piace ancora di più, ora mugola un poco, si muove ma appena: LUI vuole che stiamo qui, scommetto. Allora continuo perché finché non mi dirà di fare altro è questo ciò che mi ha ordinato di fare.
Lo lecco, lo succhio, lo succhio e muovo la lingua all’interno della bocca con colpetti laterali che sembrano piacere molto alla padrona e infine trovo ciò che più le piace e lo uso per darle piacere. Lecco il suo clitoride, con decisione oscillando da sinistra a destra finché i mugolii della padrona non diventano sempre più frequenti e i sospiri più lunghi e soffocati e non mi allontana la testa e si ritrae di alcun passi.

Resto lì, ferma.
In ginocchio, le mani sul letto, la faccia bassa.

“Vieni qui, prendi questo”
La Padrona ora si alza e si mette dietro di me, li sento parlare ma non mi è stato detto di voltarmi per cui resto ferma così, accovacciata, nuda, come un animale composto o un vibratore clitorideo appoggiato lì sul piumone. Attendo. Chiudo gli occhi.
Ora la padrona mi sta toccando tra le gambe e il MIO SIGNORE ha inserito del gel lubrificante. La padrona mi afferra per i fianchi e con molta delicatezza mi penetra con il suo strap-on. È grosso, È piacevole e la padrona è dolce, delicata, è molto bello, comincia a muoversi e io squittisco come una topolina eccitata e piano piano mi accomodo su quel cazzo duro e inizio a muovermi io e a muoversi anche la padrona.
Mi sembra quasi una danza: lei mi afferra e mi penetra quando io ammorbidisco del tutto i muscoli della bocca golosa che ho tra le gambe e poi, di tanto in tanto, sono invece io che afferro con quella bocca il grosso sesso che mi è stato inserito dentro e faccio avanti e indietro perché sento che alla padrona piace, che le dà piacevoli stimolazioni, lo capisco da come reagisce subito dopo e dai versi che fa mentre lo faccio.
Una, due, tre quattrocinque e anche sei volte continua questo ballo fino a che la padrona non esce.

“rimettiti sul letto, forza, più dietro, così te la torna a leccar.e E tu sali sul letto, cagna”
Il sesso della padrona è ora più bagnato di prima. Però è ancora profumato. Il MIO SIGNORE è dietro di me, lo sento strappare la busta di un preservativo e inizia subito a montarmi. Come volevo questo momento! Chiudo gli occhi e mi godo l’instante, voglio che goda, che abbia piacere, che mi veda leccare il sesso della padrona, della SUA schiavaamante, spero di potere di nuovo farla godere come prima perché questo sia un bel regalo per lei, e LUI sia soddisfatto di me.

Mi continua a scopare ancora per un tratto mentre la mia bocca è sempre sul sesso di lei, la mano di lui sulla mia testa, poi esce e si toglie il preservativo. Non ho capito se sia venuto. Me ne dispiaccio perché probabilmente è perché non sono stata abbastanza brava.

“Girati. Faccia in sù, testa verso il fuori e gambe verso il dentro. Tu saligli sopra, ché te la continua a leccare”

La padrona mi scavalca e si posiziona e io tengo un braccio un lungo il corpo e l’altro sopra la testa e non ho ancora iniziato a leccare di nuovo il sesso della padrona che il MIO SIGNORE è già sopra tutte e due e le apre con il suo cazzo il culo. Ci dà di stantuffo e io lecco, dentro la figa e tutto intorno. Passo al clitoride, muovo la lingua trasversalmente e con la mano libera le tocco le labbra, sento che le piace, le piace molto, finché non le piace così tanto che la sento prendere il mio sesso in bocca. È calda, è morbida e lo stringe con le labbra e lo succhia. il MIO SIGNORE mi ha ordinato di leccarla, però, cerco di non distogliere l’attenzione, di ricordarmi che sono un oggetto di piacere e in questo momento devo dare piacere alla padrona con la mia lingua. Torno a leccarla e ad aprire il suo sesso con la lingua, sento il cazzo del MIO SIGNORE che stantuffo appena sopra, lo vedo entrare e uscire continuamente e la padrona che mugola ed esprime il proprio piacere.
Bene, penso, sto facendo bene…

“fallo alzare, vieni ché continuo a scoparti. E tu fattelo venire duro, poi mettiti un preservativo”.
Sapevo che sarebbe potuto succedere, ma già stasera? Non ce la farò… Adam, dopo tanto comandare e scopare e percuotere eva? Non ce la farò.
Comincio a toccarmi.
Con due mani.
Mi scappello e lo stimolo sul filetto.
Reagisce un po’. Mi volto a guardare la padrona che viene scopata ancora dal MIO SIGNORE. Ma la starà ancora inculando o l’ha presa davanti? Non sono fatti miei, io sono un pezzo di carne per il loro piacere, che domande mi faccio? Concentrati, piuttosto su Adam, cagna!

“Girati sottosopra, la testa in dentro e le gambe fuori” come se avesse sentito i miei pensieri.
Mi giro: ora li vedo bene. Mi continuo a masturbare, e guardarli genera qualche reazione ma tiepida, Adam è troppo in profondità, non ce la farò…

Provo una volta, prendere il preservativo e indossarlo, la padrona mi sale sopra e fa del suo meglio ma poi
“è molle, non entra”

Mi punirà ora, il MIO SIGNORE? Intanto mi tolgo e ri-arrotolo il preservativo.

“ricomincia, cagna. Quando è duro mettiti il preservativo”

Lei è ancora sopra di me e lui ha messo su un fallo di gomma; cos’è, una guaina? No! Ora ha un doppio cazzo, il suo più quello di gomma sotto. Prende la padrona, la afferra per i fianchi e li infila entrambi al primo colpo.
Il suono di lei è di grande piacere.
Quel suono mi accompagna, lei è sopra di me, completamente piegata sul mio corpo mentre lui affonda i colpi. È piacere e dolore quello che leggo sul volto della padrona, ma più piacere, penso. il MIO SIGNORE a volte la afferra per i capelli, e lei a volte si aggiusta i capelli tenuti fermi con un grosso laccio elastico dietro la nuca. Il cazzo di Adam inizia a reagire, la padrona ora l’ha preso in bocca, e lo succhia forte e lo stimola con le labbra, forte. Molto forte. Troppo forte. Esco da quella bocca perché non mi è stato ordinato di nutrire la padrona ma solo di esser il suo regalo.
Ora però è già più duro e infilo il preservativo. Non è ancora duro come dovrebbe e il preservativo è forse un po’ più stretto dei miei ma riesco.

“Sali, forza… “
La padrona si accomoda, entra, inizia muoversi avanti e indietro e a stringerlo e il MIO SIGNORE ricomincia a inocularla. L’espressione di piacere della padrona è davanti ai miei occhi e però non la vedo quasi. Mi sento un oggetto di piacere, un cazzo di gomma, e neppure un cazzo di gomma granché. Dovrò migliorare.
Ma lei sta godendo.

“Basta, girati…” e la toglie da sopra e la mette supina, le tira su le gambe e continua.
Li guardo.
Sono belli.
Si amano.
Lui è il MIO PADRONE, lei è la padrona ed è la SUA schiavaamante. Io sono una cagna con due bocche e un cazzo che serve al loro piacere finché serve, poi viene lasciato sul letto. Come adesso.
Un cazzo che non funziona neppure granché bene, perché Adam fa il ritroso…



“ora io vengo. Tu ripulisci”
“Sì, MIO SIGNORE”.

Attendo.
Alcuni ultimi colpi di lui, poi esce e va in bagno.
In ginocchio torno dalla padrona e pulisco il suo sesso e il suo culo, mentre lei espelle un po’ di quello sperma con cui è stata riempita.
Continuo senza fermarmi.

“Ora basta. Puoi rivestirti. Ti è piaciuto il tuo regalo?”
“sì, bello, grazie”.

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