trans
L'incontro con Lorenzo

18.07.2020 |
13.225 |
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"L’invito è chiaro, io lascio fare e sento il suo sesso che entra a fondo nella mia bocca, raggiunge la gola..."
Lorenzo ed io ci siamo conosciuti su A69. Avevo messo un annuncio un po’ fuori dagli schemi di questo sito, non cercavo il sesso facile, piuttosto una relazione; tra i tanti che mi hanno scritto, è emerso lui che cercava un’amante, una Trav/trans molto femminile, come sono io.Io e lui viviamo lontani, oltre due di macchina. Dopo mesi di corrispondenza abbiamo finalmente deciso di incontrarci a ***, un posto di mare più o meno a metà rispetto a dove viviamo, in un caldo venerdì pomeriggio di fine estate.
Io arrivo con la mia Porsche Boxster spyder… ebbene sì mi piacciono le macchine veloci! indosso un paio di jeans skinny, una T-shirt un po’ scollata che mette in evidenza il seno, un paio d’occhiali da sole con la griffe di un noto stilista, i capelli raccolti in una coda. Adoro indossare i Jeans skinny: da quando sono in transizione gli ormoni hanno ridotto ai minimi termini quello che una volta era un pene. Ora lo posso raccogliere in un piccolo perizoma, nessuno lo noterebbe neppure sotto gli abiti più aderenti.
Lui mi desiderava come femme fatale, gonna, scarpe decolleté, autoreggenti… Io lo avevo avvertito: sono una donna molto pratica, sportiva: se mi vuoi, mi prendi come sono!
Vedo un grosso SUV parcheggiato, è il suo. Lui mi vede e scende: è un bell’uomo, alto, robusto il giusto, i capelli appena lunghi, come piacciono a me. Indossa dei jeans una camicia di lino azzurra, una giacca di buon taglio. La sua immagine mi piace molto, è il tipo di uomo che desideravo incontrare
Mi viene incontro sorridente, ci guardiamo negli occhi, lui mi prende le mani e mi dice “sei bellissima, addirittura meglio di come mi immaginavo”. Io non dico niente: abbiamo chattato per mesi, le parole non servono a questo punto. Lo guardo, sorrido lascio che le sue braccia mi avvicinino a lui. Sento il suo respiro, le nostre bocche si avvicinano e ci baciamo.
“Ma che bella la tua Porsche.” mi dico lui. “davvero ti piace?” gli dico … “allora dai, andiamo a fare un giro, guida tu, se ti va!”.
Lui guida veloce e sicuro nella strada con poche curve, il vento accarezza i miei capelli che un po’ mi vanno negli occhi. Mi avvicino, appoggio la mia testa sul suo petto, sento il suo profumo che sa di agrumi e legno, buono; penso di essere fortunata ad averlo incontrato.
Finalmente arriviamo in riva al mare, lui spegne il motore, siamo soli davanti ad una spiaggia larghissima. È il tardo pomeriggio, ormai non c’è nessuno in giro, il sole sta scendendo tingendo il cielo dei colori dell’azzurro e dell’indaco.
Ora le nostre bocche sono di nuovo vicine, il nostro respiro un po’ affannato parla di eccitazione e desiderio. Chiudo gli occhi ed apro appena le labbra.
Sento le sue labbra, poi la sua lingua che con una certa decisione si fa strada a cercare la mia. Il bacio è appassionato, profondo. Lascio che la sua lingua penetri profonda nella mia bocca, la sento dentro ed è come se fosse un’anteprima dell’amplesso che verrà. Mentre mi bacia sento le sue dita che si fanno strada nella mia scollatura accarezzando i miei seni ed andando a cercare i capezzoli. La mia pelle è sensibile, solo quel contatto delicato mi fa fremere ed accentua la mia eccitazione. Allungo la mano e sento attraverso i jeans il suo sesso, sento caldo, fremente, rigido come un bastone; penso di piacergli.
Ci guardiamo e lui mi dice: “Andiamo?”, “si”, gli rispondo, ormai è chiaro cosa vogliamo. Lui mette in moto ed in pochi minuti siamo al motel che lui aveva già prenotato.
Entriamo in camera, sul tavolo ci attende una cesta di frutta fresca ed una bottiglia di prosecco nel suo secchiello del ghiaccio. “Mi aspetti un attimo?”, gli dico “vado un secondo in bagno”.
Vado, mi spoglio, mi rinfresco... un veloce ritocco al rossetto e qualche goccia di Alien, il mio profumo preferito. Indosso la mia sottoveste di raso blu elettrico. I miei piccoli seni sono ben visibili sotto la stoffa impalpabile, i capelli ricadono morbidi sulle mie spalle.
Lui mi aspetta, si è tolto la giacca, mi sorride tenendo in mano due calici di prosecco in cui vedo danzare delle invitanti bollicine. Brindiamo ma ho appena il tempo di assaggiare il prosecco, lui mi prende per i fianchi e mi attira a sé. Il bacio è ancora più appassionato, i nostri respiri affannosi. Gli slaccio la camicia, accarezzo il suo petto villoso ed intanto non so come sento i suoi pantaloni cadere. Il suo membro salta fuori malandrino dagli slip, lo sento premuto sulla mia pancia. Lo desidero, inutile negarlo.
Mi inginocchio, ora è davanti ai miei occhi, la pelle del glande lucida, tesa, umida. Lecco quelle piccole goccioline trasparenti, lui geme. Socchiudo le labbra e lascio che entri nella mia bocca mentre con la lingua continuo ad accarezzare il glande, il frenulo ed assaporo i suoi umori. Lui mette le mani sulla mia testa e con una certa decisione mi spinge. L’invito è chiaro, io lascio fare e sento il suo sesso che entra a fondo nella mia bocca, raggiunge la gola. La mia bocca è spalancata per evitare di toccarlo coi denti, quel pene che mi riempie quasi toglie il respiro ma non voglio smettere. Il suo pube è vicino al mio naso, sento il suo odore inebriante, sa di maschio, mentre lui mi dice “dai non smettere, vai avanti…”. Io comincio ad andare avanti e indietro, con le mani gli accarezzo i testicoli, mi piace e sento che gli piace, ma non voglio che finisca troppo presto, e poi anche io ho una certa voglia.
Allora mi stacco ed insieme andiamo verso il letto. Ora siamo nudi, mi sdraio di fianco e lui è dietro di me. Sento che le sue dita cercano il mio buchetto. Per l’eccitazione è già dilatato e pronto ad accoglierlo. Lui prendendomi da dietro mi mette le mani sul seno e sento che si avvicina: si appoggia e con una piccola spinta è dentro di me. “ahi, gli dico, siii delicato, mi fai un po’ male. È da tanto tempo che non sto con un uomo”; “si tesoro, scusa”. Esce un attimo, io mi rilasso e poi è di nuovo dentro di me. Il dolore è sparito, c’è solo il piacere. Con il suo membro dentro di me, mi sento finalmente femmina completa. La sensazione è del tutto diversa rispetto al dildo di gomma. Questo è fremente, pulsante… mi riempie. Ora Lorenzo in totale controllo io non devo fare niente altro se non godere. Lui comincia a spingere, prima piano, poi con spinte sempre più decise ed io godo, vorrei che non finisse mai. Il piacere mi travolge, ansimo, forse urlo non so.
Quello che una volta era il mio pene, ora è solo un lembo di pelle, non è più il centro del mio piacere, in questo momento non è parte del gioco. A godere è tutto il mio corpo, la pelle del mio seno, delle mie natiche, qualcosa di imprecisato che viene smosso e sollecitato dentro di me. Il piacere è lento, profondo, diffuso… Non ho nessuna nostalgia di quando godevo come uomo: la mia realtà ormai è un’altra, sono felice della mia scelta, sono una femmina.
Lui sempre più eccitato mi fa mettere nella posizione della pecorina e comincia a spingere avanti e indietro, dentro e fuori sempre più forte, finché per un attimo lo sento rigido e duro come una statua, poi con alcuni rapidi colpi riversa il suo seme dentro di me.
Ora sono felice ed appagata, ho accolto il suo piacere, ora lui è davvero il mio uomo. Siamo abbracciati nudi senza nessuna inibizione, appoggiati allo schienale del letto, il suo braccio intorno alle mie spalle e continua maliziosamente ad accarezzarmi un capezzolo. Finiamo il nostro prosecco, parliamo di cose stupide, ridiamo, siamo felici.
Ormai è tempo di lasciarci e tornare alle nostre grigie vite, ma ci saranno altri incontri. Ora siamo amanti, nessuno ci toglierà il piacere di questi incontri, fugaci, clandestini, ma che da oggi saranno una parte ineluttabile delle nostre vite.
Grazie Lorenzo, a presto!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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